La loro dei unr

La loro dei unr La Magistratura del Lavoro in funzione Il primo giudizio dirime la controversia tra proprietari e lavoratori delle risaie == La riduzione del salario limitata a 60 centesimi al giorno per tutte le categorie di mondarisi, con l'obbligo ai proprietari di rimborsare il di più per cento dal 7 Giugno - Ampio dibattito tra i patroni degli Agricoltori e dei Sindacati = Il diritto del lavoro e le ragioni dei lavoratori sostenute da Rossori e riaffermate dal rappresentante della legge. e a e a r o to n 0 , e : i e e Roma, 14, notte. Stamane alle 10 si è iniziata, dinanzi alla Magistratura del lavoro di Roma, la discussione del ricorso della Confederazione fascista dell'Agricoltura, per la revisione del patto di lavoro dei lavoratori del riso. L'udienza si apre alle 10,30, nell'aula della prima Sezione civile della Corte di Appello. Il collegio è così composto: comm. Preda, presidente; consiglieri: comm. Carniccio, cav. uff. Carboni; consiglieri esperti: Mariani commendatore Mario, e Lotrionto dottor Giuseppe. Alla prima parte dell'udienza interviene S. E. Facchinetti, sosti tulto dopo dal sostituto Ciofll. Funge da cancelliere il cav. Slderano. Sono presenti per la Confederazione dell'agricoltura il comm. Cacciari, assistito "ai consulenti tecnici e dal consulente legale aw. Carrara; per la Confederazione dei Sindacati fascisti l'on. Rossoni e l'on. Bramante Cucini, assistiti dal consulente legale aw. Roberto Roberti. Nella parte riservata al pubblico si notano parecchi avvocati, tra i quali il Segretario generale degli intellettuali on. DI Giacomo, magistrati e qualche giornalista. L'omaggio a Mussolini Aperta l'udienza il Procuratore Gene rale Facchinetti chiede la parola, e pronuncia un discorso di saluto, dicendo di avere voluto partecipare di persona alla prima udienza del Collegio della Magistratura del lavoro, datti "importanza dell'organo giurisdizionale che, per la prima volta, adempie alla 6ua alta funzione equitativa. Egli dice che ha piena fiducia che l'organo giurisdizionale del lavoro, che è una magnifica creazione del regime fascista, saprà adempiere alle sue alte fun zioni con alto senso di equità e di giustizia. Saluta le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, e conclude affermando che tutto il mondo civile attende alla prova l'esperimento della Magistratura del lavoro. Risponde il Presidente comm. Preda che ringrazia l'illustre Procuratore Generale di Roma e si rende interpre te del sentimento del Collegio, rilevando che la data odierna è molto importante negli annali giudiziari, poiché è la prima volta che il nuovo organo giurisdizionale interviene, con la forza del diritto e dello Stato, superiore a tutte le parti, a dirimere le controversie del capitale e lavoro. Ricorda che questo, che può sembrare un min colo, è dovuto al genio e alla volontà di Benito Mussolini, al quale rivolge un deferente pensiero. L'on. Cacciari a nome della Confa derazione di agricoltura si associa al saluto ed ai sentimenti d'egli oratori precedenti. L'on. cucini, in momentanea assenza di Rossoni, pronuncia brevi significative parole a nome dei lavoratori, rilevando che sono stati proprio i lavoratori che hanno tenacemente voluto la Magistratura del lavoro, della quale apprezzano l'intervento e accetteranno sempre le sanzioni con animo sereno. L'avv. Carrara, a nome del Foro di Roma, e l'avv. Roberti, a nome del Sindacato avvocati, si associano con rapide improvvisazioni al saluto e ai sentimenti già espressi. Il Presidente osserva quindi che, in questo ambiente di cordialità e serenità, si potrebbe tentare un amichevole componimento. Riuscito vano anche questo secondo tentativo, il Presidente fa la relazione della causa, durante la quale invila il ricorrente Cacciari a ben determinare alcuni casi specifici della domanda. Sull'accordo delle parti, il Presidente ammette la produzione da parte della Confederazione dei sinda cati di uno specchietto contenente le mercedi dei « mondarisi » degli anni 1925-1926, specchietto che la Confederazione degli agricoltori riconosce e salto. tossnuti sdsllvdeccsapvdDbslvmllletzzbiplsrrlctgsscnptrdvzp0osLa situazione esposta dagli agricoltori 11 Presidente dà quindi la parola all'avv. Carrara per la Confederazione degli agricoltori, il quale osserva che c'è stato un mutamento nelle condizioni del mercato e chiede quindi che le mercedi stabilite col contratto collettivo siano ridotte, poiché esiste un mutamento nello stato di fatto della produzione agricola. — Che ci sia una crisi agricola — di ce l'avv. Carrara — è innegabile ed è stato autorevolmente riconosciuto dallo stesso Mussolini. Vero è che la parte avversaria sostiene che tale crisi si era manifestata quando il patto per la campagna risiera dell'anno in corso fu stipulato. Ma qui bisogna distinguere. C'è una crisi normale, comune a tutta la produzione in funzione della rivalutazione della lira, e questo già nel marzo scorso si manifestava, ma c'è anche una crisi eccezionale, specifica della produzione risiera, i cui prezzi hanno subito e subiscono un ritmo d' riduzione più veloce di quello degli al tri prodotti. Ciò è dimostrato dai boi lettini del mercato. Quindi esiste una crisi specifica, evidente, chiara, pauro sa nelle sue manifestazioni che colpi sce il mercato risiero, ed è qui che noi vediamo il fatale mutamento dello sta- l to di fatto esistente al momento della stipulazione, che è la condizione richiesta dall'art. 71 del regolamento perchè nasca l'azione tendente a modificare un patto collettivo in vigore. L'avv. carrara si richiama alla Carta del Lavoro, la quale stabilisce che i salari debbono essere determinati sulla base di due elementi: il costo della vita e le condizioni della impresa o della produzione. Una parte della riduzione di salario che noi chiediamo corrisponde alla riduzione effettuatasi nel costo della vita, l'altra parte corrisponde alla riduzione verificatasi nei prezzi del riso e cioè in funzione della specialissima crisi risiera. Accettando le nostre richieste, dice l'avv. Carrara rivolgendosi ai .magistrati, voi solleverete non gli agricoltori che non domandano nulla per sè. ma l'agricoltura che occorre salvare, perchè questo richiedono ragioni di interesse superiore. Dati di fatto e principi del sindacati Subito dopo ha la parola l'avv. Roberto Roberti per la Confederazione sindacati fascisti il quale riassume le ragioni di diritto e di fatto dei lavoratori; osserva che non esiste un mutamento notevole quale richiede la legge per la revisione dei patti stabiliti, tanto più che la crisi agricola, alla quale si riportano gli agricoltori, era stata tenuta presente nelle trattative che hanno portato alla stipulazione del contratto collettivo del marzo 1927, tanto vero che le mercedi stabilite per la campagna del '27 appa iono egualmente ridotte di oltre il 10 per cento, in confronto di quelle della campagna del 1926. Sarebbe un as surdo giuridico e morale concedere ai risicultori, e soltanto a costoro, una riduzione di mercede superiore a quella concessa per tutte le aziende agri cole e industriali. Nè si può ammet tere ohe ,i patti di lavoro possano se guire tutte le vicende saltuarie delle sorti della produzione, settimana per settimana. Altrimenti si verrebbe a costituire un patto nazionale in continua variazione come un bollettino di prezzi o un listino di borsa. Sarebbe troppo comodo per gli agricoltori garantirsi oggi contro l'alea di una perdita, scaricandola sulle spalle dei lavoratori, anche perchè domani 1 prezzi potrebbero rialzare, e i timori dei produttori rilevarsi magari infondati 0 per lo meno esagerati. In questo oaso che cosa accadrebbe dei lavoratori? Essi avrebbero fatto un inutile sacrificio, al solo scopo di garantire 1 produttori contro una alea futura. I datori di lavoro li risarcirebbero forse del danno subito? Concludendo l'avv. Roberti riafferma l'impossibilità per i lavoratori di accedere alle richieste padronali, e sostiene l'illegittimità della richiesta avversaria non concorrendo nel caso specifico gli estremi richiesti dall'art. 7L L'avv. Angelo Garbarmi del Foro Milanese, tecnico della Confederazione generale dell'agricoltura, rileva alcuni elementi tecnici della questione. Fra l'altro afferma che è ingiusto retribuì re i mondarisi forestieri con paghe più elevate che non i mondarisi locali perchè i primi sono meno esperti e danno un rendimento inferiore. Ricorda anche che durante le trattative i rappresentanti della mano d'opera avrebbero accettato delle riduzioni di paghe sia pure in misura minima, se gli agricoltori avessero dato lavoro ad altri 15 mila lavoratori, imposizione assurda Preda, presidente: — Di questo non ci occupiamo. Galbarini: — La richiesta degli agri coltori risponde ad un imperativo della loro coscienza; essi non avevano i a e e e è e a a u . a l è a i ' a i a- ogdediermvidedaavsupesaindedemlesimazvirespnsavmcocepctraddtuvOsoppsrsdbtorrrdgrdpcrgpggtdf-e•nCpvMp^Sadpirfsslaclaltra strada per evitare la rovina del- l>l'agricoltura. Paria l'on. Boston! Ha quindi la parola l'on. Edmondo Rossoni, presidente della Confederazione dei sindacati fascisti. Egli si riporta allo spirito della legge sulla disciplina dei contratti collettivi del lavoro, e dimostra come non sia possibile mutare di mese in mese le condizioni di lavoro regolarmente stipuliate dagli organi nazionali, soprattutto quando i lavoratori hanno già concesso tutto quello che potevano concedere, abbassando fino al massimo limite le condizioni della propria vita. — Voi — dice l'on. Rossoni rivolto agli agricoltori — parlate di crisi, ma non parlate dei momenti di prosperità. Io ricordo che quando si discusse la Carta del Lavoro nella 6iia primitiva veste, ci trovammo di fronte a questa affermazione : le crisi debbono esserej divise tra gli uni e gli altri, datori di lavoro e lavoratori. Noi osservammo^ che 6e ci si parlava di vacche magre, bisognava anche nominare le vaccbeJ grasse;'anche i momenti di prosperità^ occorreva che fossero divisi tra lej parti. Questa affermazione fu tolta dal testo definitivo della Carta del Lavoro, che qui è stata ricordata e citata molto siesso nella veste non ufficiale della pubblicazione dei giornali. « Ma io, conformemente ai concetti che voi enunciate, vi chiedo:, voi che 'Ip i i o n o oggi parlate della crisi risiera per chiedere sacrifici eccezionali ai prestatori di opera, quando la campagna risiera era buona ed il mercato segnalava aumenti di prezzo in confronto alle previsioni che erano state fatte all'epoca della stipulazione dei contratti, avete dati miglioramenti di salari? Non lo avete mai fatto; e oggi voi volete misurare la crisi fase per fase, centesimo per centesimo, e adeguare ad essa i salari. Badate, di questo passo si va incontro al controllo sulle aziende di demagogica memoria, perchfi noi chiederemo allora ebe non oggi soltanto, ma sempre, 1 salari siano adeguati alle condizioni delle imprese, e per assicurare questo dovremo necessariamente controllare il rendimento delle aziende. Ma questo sari evitato. Noi vi chiediamo invece di essere «)rcnt e rendervi conto de'le ragioni morali che spingono la nostra Confederazione a non accettare eccessive riduzioni dei salari, mentre purtroppo il costo della vita non è ancirra ridotto sensibilmente. * t'inora le riduzioni dei salari accordate non hanno sorpassato il 10 per cento, rare volte hanno toccato il 12 per cento; le riduzioni ulteriori di cui ci è data notizia sono dovute ad arbitrii tontro i quali abbiamo agito ed agiremo. Se oggi la vostra richiesta di una riduzione del 20 per cento e pia dovesse essere accolta, si riaprirebbero tutte le trattative già concluse, e scivoleremmo in un terreno pericoloso. Occorre tenere presente che non vi è soltanto la crisi del ri6o: vi è ad esempio la crisi rte'la canapa, che è anche più grave, perché il riso bene o male sarà venduto, mentre buona parte del raccolto della canapa minaccia di restar invenduto nei magazzini e nei derj ositi. « Debbo dire una parola all'avv. Galbarini. Non è esatto quanto egli ha detto, che oggi la mano d'opera forestiera renda meno della locale. Ciò può essere vero per quella parte di essa che rappresenta il contingente nuovo che si dedica al lavoro delle risaie, ma la grande maggioranza delle squadre forestiere valgono quanto le altre. Sono donne che da cinque, sette, dieci armi partecipano alla campagna risicola ; la capacità è dunque pari, e la. differente retribuzione è determinata da altre ragioni. Le monilarisi venute da fuori per un lavoro che si prolunga per -40 giorni, dormono abitualmente sulla paglia, sui fienili, mentre le altre se ne tornano a casa loro. Certi disagi hanno diritto ad un compenso; ciò è talmente f-equo del resto, che le meno retribuite •non hanno mai protestato per questo. Concludendo, dichiara l'on. Rossoni, io personalmente ho voluto che questa vertenza fosse portata dinnanzi alla Magistratura del lavoro, nella quale ho piena fiducia. La Confederazione dei ^Sindacati ha l'orgogliosa coscienza di avere capito le ragioni del lavoro, ma di avere anche capito le ragioni della produzione, e di essere sempre andata incontro ai datori di lavoro. Mi auguro che i lavoratori, di fronte all'"goifsmo delle classi, non abbiano a pentirsi di essersi riconciliati colla Patria •>. Data l'ora tarda il Presidente rinvia la continuazione al pomeriggio Il Pubblico Ministero Nell'udienza pomeridiana, iniziatasi alle 16,30, prende la parola il Pubbli co Ministero avv. Cioffl, il quale esordisce rilevando come egli senta tutta la responsabilità della funzione asse gnatagli da quel monumento di legislazione che è l'attuale legge sindaca le. L'oratore traueggia i termini della questione oggi sottoposta alla magi stratura del lavoro, ed esamina le ec- tontuptn—lalai dfinlgtrtecdsscSpln1rVizsv6atgppacme- l>pezioni sollevate dalla Confederazione fascista dell'Agricoltura e dalla Confe derazione dei Sindacati fascisti. Egl pania quindi della crisi risicola, già o o a . a a a ej i o^ e, eJ à^ ej al o, la ti e iniziatasi al tempo della conclusione del contratto, e del suo andamento mettendo in rilievo la discesa dei prez zi nei confronti della produzione della economia nazionale. Nota il P M. che l'alea che il capitalista corre è associata a tutti i fattori della prò duzione, ma se tutti i lavoratori e i padroni debbono sentirsi in stretta col laborazione e associati alia produzio ne stessa, i produttori, egli osserva (possono nelle stesse disavventure del 'Ida produzione trovare, con altri cicli di coltivazione, la maniera di ripara re ai danni subiti. I produttori han no sempre una capacità di resistenza maggiore, anche per le risorse accu mulaie in passato. Il lavoratore noi ha altra forza che i proprii muscoli non ha altra speranza che il salari, percepito giorno per giorno, se la stasi del lavoro si prolungasse, verrebbe a mancargli il pane. Se Foperaio si sente associato alla produzione, a cui ha dato la sua opera, non può essere inviso fino al punto da vedere frustrati tutti i suoi sforzi e le dure fatiche sopportate, come è il caso ilei mondalisi, i quali appunto per le specifiche funzioni de! lavoro cui ~ono sottoposti, hanno un ciclo breve .li lavorazione. Calcolando quindi il costo della vita, i ribassi attuali, tenuto conto delle possibilata che hanno i produt- tori e di cui mancano i lavoratori, tenuto conto che senza il lavoro umano tutte le ricchezze non potrebbero apportare una sola unità di utile, si ritengono esagerate le offerte di diminuzioni proposte. « Onde io propongo — conclude il Pubblico Ministero — la diminuzione del 15 per cento per 1 lavoratori locali, e del 10 per cento per i forestieri, e che la determinazione dei prezzi decorra dal 29 maggio 1927, fino al normale periodo della stagione risicola dello stesso anno ». La sentenza Alile 17,40, l'udienza è sospesa per la convocazione in camera di consiglio della Corte. Alle 20,50, dopo oltre tre ore, rientra nell'aula e il Presidente legge la seguente sentenza: « La Corte, pronunziandosi sul ricorso proposto in data 28 giugno 1937 dalla Confederazione nazionale fascista degli agricoltori, in persona del suo presidente comm. Gino Cacciari, contro la Confederazione nazionale dei Sindacali fascisti, in persona del suo presidente on. Edmondo 'Rossoni, per la riduzione delle mercedi concordate nel contratto collettivo di lavoro del 1G marzo 1927 per la mondatura del riso relativamente alle Provincie di Vercelli, Novara, Pavia e Milano; reietta ogni contraria istanza ed eccezione; riduce le mercedi giornaliere stabilite in detto contratto per le Provincie sopra menzionate di centesimi 60 per tutte le categorie di mondarisi, a decorrere dal 7 giugno 1927 fino al termine della mondatura, col conseguente obbligo del rimborso del di più per cento da detto giorno. Ordina alle parti di procedere nei modi di legge alla liouidazione delle ripartizioni in conformtà di guanto sopra delle somme depositate a cautela del rimborso, e dichiara compensate fra le parti le pese del presente giudizio •. . L'udienza è quindi tolta.

Luoghi citati: Milano, Novara, Pavia, Roma, Vercelli