Il tesoro di Parnaso

Il tesoro di Parnaso Il tesoro di Parnaso PARIGI, Luglio, Soardo Herriot ha tenuto a renderS memorabile il proprio non breve sogfiiorno al ministero della P. I. i'acenapsi autore di un progetto di legge chy?— seguendo i principi che il governo defl'on. Mussolini ha avuto il Eferito di codificare ed applicare — appurerebbe a schiudere un'era nuova nella storia delle condizioni economiche dei letterati e degli incellettuali francesi. E' questo il coronamento della paziente agitazione che dall'armistizio in poi alcuni generosi scrittori reduci dalle trincee e animati dalla speranza di far rivivere lontano dai cimenti mortali nel silenzioso cimento quotidiano la fraterna solidarietà della quale avevano imparato a valutare il prezzo promossero e alimentarono allo scopo di estendere alla loro classe i benefici delle difese sindacali. Fu già la Francia a porre, grazie alla Convenzione, il principio del diritto d'autore, movendo sin dal 1792 i primi passi su una strada per la quale dovevano a poco^ a poco mettersi tutte le nazioni civili : e recentemente, a Vienna, Herriot potè rivendicare al proprio paese l'onore di aver dato nel 1803 a Beethoven la possibilità di applicare per la prima volta alle proprie opere il divieto di riproduzione. Toccherà ancora alla Francia, se nessun ostacolo viene ad attraversarle la strada, il vanto di realizzare in prò degli alunni delle Muse una riforma non meno ardita, ancorché di spirito in apparenza meno liberale: la creazione del dominio pubblico pagante. E' noto cb.9 finora, trascorsi cinquantanni dalla morte dell'autore, le opere potevano essere riprodotte gratuitamente da tutti. Per molto tempo il principio del dominio pubblico venne ritenuto sacro ed inviolabile, come quello da cui dipendessero le sorti della volgarizzazione, della cultura. La campagna per la riscossione di una tassa sulle opere dell'ingegno diventate proprietà co mune data in Frància da tre quarti di secolo, se teniam conto che già Vifctor Hugo scriveva a uno dei suoi editori: c II dominio pubblico pagante una percentuale moderata: ecco la Boia soluzione. Idea giusta e per di più meravigliosamente pratica. La riscossione di tali diritti sarebbe facilissima. Ma ahimè, il povero intelletto umano è uno strano occhio: la prima cosa che non veda e ■a luoe! ». Senonchè contro questa idea erano-sempre intervenuti l'egoismo e lo spirito retrogrado degli "ditori, i quali contro la riforma accampavano che'essa avrebbe rovinato i1 solo mercato librario veramente redditizio, quello dei libri di reperrorio, e quindi, in ultima analisi, nuociuto anche agli autori viventi, la vendita dei cui libri sarebbe stata limitata dalla necessità di elevarne il prezzo. Dopo la guerra, la condizione degli -scrittori essendosi fatta anche più difficile di prima, i più animosi fra i capi del movimento sindacale letterario tornarono alla carica. Herriot, stimando, contrariamente agli editori, che il passaggio di un'opera dal dominio privato al dominio pubblico non sia mai stato causa della diminuzione del suo prezzo di vendita, ha finalmente accordato alla campagna l'appoggio del governo. L'idea prese corpo nella sua mente il giorno che Poincaré fondò la Cassa di Ammortamento. Se per restaurare il credito dello Stato il Governo creava una specie di Tesoro pubblico di nuovo genere, perchè non creare, sullo stesso mo dello, un Tesoro pubblico del Pensiero, dell'Arte e della Scienza, un Tesoro di Parnaso, destinato a salvaguardare e sviluppare l'attività intellettuale e artistica del paese? Naturalmente, a una creazione di questo genere non si poteva giungere d'un colpo. Il ministro cominciò dunque con l'istituire al Ministero della P. I. un reparto della protezione degli interessi intellettuali, dipendente dalla Direzione Generale delle Belle Arti, al quale venne aggregato un comitato giuridico di tre membri, scelti nella persona dei giuristi Grunebaum-Ballin. Richard e Laborie. E dal dicembre dell'anno scorso i titolari principali del nuovo organismo, insieme con un piccolo gruppo di competenti, fra cui il senatore Vittorio Bérard, i presidenti della Confederazione dei Lavoratori Intellettuali e delle varie Società degli Autori, Andrea Rivoire, Edoardo Estaunié, ecc., si sono regolarmente riuniti una volta la settimana sotto la presidenza dello stesso Herriot per procedere alla formulazione di tutto un insieme di testi legislativi da raccogliere e coordinare a mano a mano in una specie di Codice del Lavoro Intellettuale, atto a dotare la Francia di un regime dell'attività dello spirito in tutto degno di una repubblica di Ateniesi. Dal diritto di defalcare dalla rispettiva quota di imponibile le spese inerenti all'esercizio della professione dello scrivere al diritto di essere rappresentati nelle commissioni di controllo fiscale accanto agli avvocati ed ai medici, il nuovo ramo della Direzione Generale delle Belle Arti ha già procurato ' agli scrittori francesi un numero ! non indifferente di vantaggi - mateì riali. In attesa di metter mano allo studio dei testi di legge ideati sul diritto di autore per le scoperte scientiche, sui diritti morali dell'autore, Bulla capacità giuridica della donna Autrice, 6ui rapporti contrattuali fra autori ed editori, sui diritti di riproduzione e di esecuzione delle opere d'arte, esso ha in primo luogo ultimato e presentato alla Camera il prò getto di legge sulla Cassa Nazionale delle Lettere, delle Arti e delle Scienze cui alludevo in principio. Dalla lettura del documento appare come gli scopi propostisi dal legislatore sieno principalmente quattro: 1. Favorire, mediante allocazioni, ricompense, borse di viaggio, acquisti è'opeto o con ogni altro mezzo i la¬ vodeindempoaledsetifilosd'chquteduCanedelurimtrchcavapavrcuglripscblbitaloabdiesnideloconasecompoSoditecesaridechl'asioovtogamcucoriqudipacoprvimnaducoalprtaptoredcaopdl'sogriCgscmndchl'toQvptudaprpzpdripsrctsasndrGvmsdundlprtrrgtìprdlmSuzz o o a a e e e . e , i ¬ vori degli scrittori, degli eruditi e degli artisti. 2. Sovvenzionare gli istituti creati in favore delle lettere, delle scienze e delle arti, e specialmente i tatri comunali e gli istituti di educazione popolare., 3. Aiutare, mercè sovvenzioni od altrimenti, le imprese nazionali di edizione o ristampa di opere che presentino un interesse letterario, scientifico o artistico. 4. Vegliare all'applicazione scrupolosa delle leggi protettrici del diritto d'autore. Il programma è bello. Il solo punto che susciti una certa perplessità è quello relativo alla sovvenzione dei teatri comunali e degli istituti di educazione popolare. 11 giorno che la Cassa Nazionale dovesse servire a tener su, per accontentare il deputato del collegio, tutti i teatri dei capiluoghi di provincia, ai letterati non rimarrebbe più il becco di un quattrino. Se poi dovessero gravarla anche le sovvenzioni agli istituti di educazione popolare, espressione troppo vaga per non essere pericolosa, non passerebbe gran tempo che essa dovrebbe ricorrere ai buoni uffici di un curatore di fallimenti. In quanto alla tassa da pagarsi dagli editori per ottenere il diritto di riproduzione sotto qualsiasi forma — scritta, grafica, orale, musicale, ecc. dell'opera caduta in dominio pubblico, il progetto di legge Herriot stabilisce che essa sia pei primi cinquantanni del sei per cento dei proventi lordi. Nel caso che la riproduzione abbia luogo per mezzo delle colonne di un giornale o di una rivista — escluse, beninteso, le semplici citazioni — la tassa dovuta è della metà dei compensi accordati ai lavori analoghi degli autori viventi di fama corrispondente. Qualora la determinazione della tassa cui accenno dovesse dar luogo a contestazioni, la facoltà di risolverle spetta a una Commissione arbitrale permanente composta di rappresentanti tanto delle Società di editori quanto di quelle di autori (pigliando l'uno e l'altro termine, come sempre, nella loro accezione più lata), Commissione che sarà per così dire il parlamenti) della rinnovata Repubblica delle lettere e delle arti. Occorre notare, tuttavia, che ai sensi dell'ultimo comma dell'articolo 4 del progetto la Commissione arbitrale potrà ancne decretare, ove lo ritenga necessario, la gratuità totale o parziale di opere la cui larga diffusione le sembri particolarmente consona agli interessi della cultura popolare. Cacciato dalli porta, il pregiudizio contro il dominio pubblico pagante rientrerebbe cioè dalla finestra: ed è questo un nuovo avvenire di discor die intestine che il buon Herriot pre para, senza volerlo, anzi -volendo il contrario, alla Repubblica di cui sopra. Ma altre limitazioni sono previste, che ridurranno ancora notevolmente le entrate della Cassa Nazionale. Sino a cinquantanni dalla caduta di un'opera in dominio pubblico, delle quote pagate annualmente alla Cassa da coloro che ne intraprendono per proprio conto lo sfruttamento una frazione del trentatre per cento toccherà agli eredi dell'au tore sino al terzo grado in linea diretta ovvero ai donatari e legatari di esso. Nella realtà delle cose 1 a caduta in dominio pubblico di una opera verrebbe, vale a dire, rimandata a cento anni dalla morte del l'autore. Sarebbe tuttavia questo, sotto altra forma, un nuovo vantaggio assicurato alla proprietà letteraria, e quand'anche gli introiti della Cassa dovessero restarne decimati, gli intellettuali non potranno in coscienza deplorarlo, tranne che ammettendo implicitamente di appartenere al novero di quegli scrittori o di quei musici o di quegli scienziati che nulla hanno da attendere dall'avvenire delle proprie opere ma tutto da quello delle opere altrui. Quando il dominio pubblico sarà divenuto effettivo, ossia cent'anni dopo la morte dell'autore, <a percentuale pagata alla Cassa sui proventi dell© riproduzioni scenderà dal tei al tre per cento e i diritti sulle riproduzioni per via della stampa periodica dalla metà al quarto dei compensi ordinari. Più grave è invece un'altra limitazione: quella che esonera tanto nel primo quanto nel secondo periodo dalla tassa tutto il materiale librario di esportazione. Herriot, buon patriota, nonostante il suo radicalismo, si è preoccupato di non nuocere alla diffusione del pensiero francese nel mondo, e, buon amministratore, di impedire il sorgere di una seconda Edizione Tauchnitz, come avverrebbe certamente se gli editori stranieri potessero mettersi d'ora innanzi a stampare le opere francesi di dominio pubblico a prezzi inferiori a quelli del mercato nazionale. Gli editori stranieri non potranno vendere il libro francese all'estero meno caro degli editori francesi e se vorranno introdurlo in Francia dovranno incollare sopra ogni copia una marca da bollo attestante l'avve nuto pagamento della percentuale dovuta alla .Cassa Nazionale, secondo le norme comuni. Ma, se questa e le precedenti limitazioni riducono di parecchio il beneficio promesso aghi intellettuali, la legge Herriot inaugura pur sempre per essi un'era insperata, prova ne sia che essi si accingono a farle buon viso. Non altrettanto posso dire degli editori, ì quali affilano al contralio le armi per impegnare col ministro una guerra in regola, spalleggiati come sono dalla stampa moderata, che nel pre levamento della percentuale vede la minaccia di un nuovo esercizio di Stato. Sarebbe stato meraviglioso che una innovazione potesse attuarsi sen-za provocare la rivolta dei gianniz zeri della tradizione. y9tnppGpmrv•Lmnrtgdisdsdqizrdcafgdtpmlerl1btmdCONCETTO PETTINATO

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