Il decano dei tipografi e i tipografi di giornale

Il decano dei tipografi e i tipografi di giornale Il decano dei tipografi e i tipografi di giornale Vive ta Tarino un tipografo dalla bella età di 88 amtl e 227 giorni, Il quale serba fresca memoria del suo lavoro nella tipografia donde nacque La Stampa, e una commovente nostalgia d'amore per l'arte tipografica del libro e del giornale. Si ohl&ma Vtti cenzo Torrielli, alessandrino di nascita, torinese per quasi novant'annl di vita, decano dei tipografa di Pie monte. Un vecchietto arzillo, che con la 'gambe deve andare adagino ma con la parlantina va anoora lesto, discorrendo piacevolmente della sua lunga esistenza, del suol gloriosi lavori, del giornale comprato al mattino e letto attentamente insieme alla sua vecchietta. «Mia moglie è giovane — vi dice — ha appena 86 anni... ».' I ricordi di questo nonagenario roteano tutti su due poli : la tipografia e la «Urica», Bodoni e Tamagno. Perohè l'eccellente tipografo, che nel l'arte di comporre a mano ha fatto scuola a Torino, è stato anche cantante: baritono, buono anche per bas so, ha fatto il Doge nell'Otello di Ros sinl (e qui vi spiega come l'Otello di Rossini sia più belio di quello di Ver di, ma se siate d1 parere diverso non insisterà...'); ha cantato in teatro e in piazza; sa a memoria diecine e diecine di opere di repertorio, e del suol « pezzi » parla con tanta voce in capitolo che quasi quasi vi viene latto di chiedergli la romanza del vecchlo Silva. In piazza San cario, tanti anni fa, partecipò ad Uh concerto rossiniano, che se gli oostò il bel foulard chiestogli dal maestro per asciugarsi il sudore e non più riavuto, gli procurò il piacere di vedere all'lndo mani à suo nome nella cronaca dei giornali cittadini. Forse fu quella l'unica volta che 11 « compositore » di tante cronache, di tante pagine, di tanti libri ebbe il suo nome stampato. Dì baritono. Perchè in quanto al nome di tipografo, di decano dell'arte tipografica, questo non l'ha stampalo nemmeno sui bi glietti' di visita. « Tipografo senza biglietti, calzolaio con le scarpe rotte • — dice il vecchietto, che solo quando fu a riposo pensò di concedersi quel lusso, e incontrato un amico tipogra fo gli ordinò 1 biglietti. — Me l'ha fatti, ma cosi brutti 1... Un caratterino pietoso, pien d'inchiostro... Mi son vergognato e li ho buttati via... MI son costali una minestra, un quintino e anche mezzo toscano... Già, an che li mezzo toscano gli volli dare, per quella bella robal.. I veri biglietti di visita di questo antico e sempre appassionato artista della tipografia sono le lettere affettuose e gli attestati di benservito e di lo de che egli gelosamente conserva in un vecchio portafogli, che è come l'archivio tascabile della sua nobiltà opet rata. Libri divenuti rari, di grande mole e In bella forma tipografica (famo so quello, in parecchi volumi, sulle Campagne di Eugenio di Savoia), manuali scientifici di dihlcile composi zlone (il Torrielli è stato, tra. l'altro, uno .specialista dalia coni posiziona al gebrica), sono tuttora ricordati nel mondo tipografico torinese ad onore di lui, che ebbe ecoellenu le due qualità essenziali all'arte della tipografia : la svelta precisione e il buon gusto. Nem meno la linotype — questa macchina intelligente che fa miracoli nella tl pògratia d'oggi — dispensa il tipografo dalla cura artistica del carattere, della intitolazione, dell'impaginatura; ma il nostro decano del nero sul bionco lavorava quando s'andava soltanto a mano e punto a macchina, e il comporre bene e presto era tutta questióne d'occhio e di mano. Mano lesta sulla polverosa cassa dei caratteri, occhio attento a prevedere l'effetto che un carattere piuttosto che un altro farà nella pagina di quel dato testo, con quel dato titolo, con quel capoverso e quei « bianchi >, con quei filetti e quelle interlinee. E tutto questo non è soltan to mestiere: è anche intelligenza del testo ; è soprattutto intuizione artistica. Ed ora che la vecchia mano, pur non tremula, ha smesso di far chilometri sui pochi centimetri tra la cassetta ti pografica e il « compositoio » d'ottone, l'occhio sempre vivido del nonagena rio tipografo continua ad esercitarsi per antica abitudine, da intenditore sulle pagine del giornale non più com posto da lui, ma sul quale ogni giorno [ egli si compiace di cogliere il bello e il brutto: e questo « taglio > è trop I po in basso, e quel titolo su tre colonne stava meglio se non d'« allungato » (accidempoli agli allungati, ohe ■ bucano gli occhi e striminziscono le paiole!), li non ci voleva il « filetto », qua il ' « corpo 6 » sarebbe spiccato più del « corpo 7 », troppo « bianco » sopra, troppo fitto sotto... Perchè il senso tipografico del giornale è non soltanto una qualità es sanziale del buon giornalista, ma è pure il miglior terreno di perfezione 'del buon tipografo. Non per nulla il 'buon tipografo di giornale è sempre un tipografo eletto, che perfeziona l'arte sua nella più grande varietà di la. voro, nella più tirannica ristrettezza d tempo. E in ogni giornale, anche se modesto, c'è almeno un « proto » che riassume queste superiori virtù, questa eccellenza del tipografo giornalistico, e si fa voler bene dal giornalisti pro; prlo in ragione del cattivo... carattere che egli sviluppa urlando in tipogra: fìa nelle ore piccole della impagina zione, per ricercare i migliori caratteri del titoli grandi, i « pacchetti » che non . 6i trovano più, le «correzioni» che fanno perdere le « poste » ; urli che salgono al cielo saturo di piombo e di MCl'sdpdpmsTBgp.antimonio, e poi ridiscendono sulla sudata bozza dulia pagina come una benedizione: — La pagina è riuscitaI... Cari e Infaticati compagni tipografi ' delle nostre notti ardenti ! La fedeltà al lavoro del giornale, la passione con cui assecondate il giornalista spesso assai esigente in tipografia, e pur tra gli urli e i disperati appelli alla grande ombra di Bodoni, lo aiutate a provare e riprovare l'estro dèlia sua fantasia eccitata dagli avvenimenti, voi certo non avete bisogno — già veterani o reclute che siate — di alcun esemplo incitatore all'amore dell'arte vostra nobilissima. Ma il vostro decano, questo arzillo vecchietto che è venuto a trovarsi col suoi 88 anni e 287 giorni, coi suoi clamorosi ricordi di baritono dilettante e le sue mute memorie di lavoratore bravo e povero, di figlio pietoso che 'assistette per 25 anni la mamma inferma, non è soltanto un bell'esempio di rare virtù umane e professionali: è anche un bel campione di resistenza, che con le not tatlne consentiteci dal giornalismo ; d'oggi sarà difficile — ahimè! — ; ballare in lunghezza di vita. a, f TdinsCsgttdpvlaitaBpstaOidpltmPdtlnmingts6csrpdsgrsTgrpidMrziaMddlzasmqtlpcCqapqpvpsdiGiilrcipcmdMc■

Persone citate: Bodoni, Rossini, Silva, Tamagno, Torrielli

Luoghi citati: Torino