Il ladro milionario pescato ai bagni

Il ladro milionario pescato ai bagni Il ladro milionario pescato ai bagni I! cassiere Zerbini ini che nello arrestato 123 riè 3 itai all'Esattoria Rimani insieme all'amante La sua rocambolesca latitanza di.circa 4 anni: i primi 7 mesi in Milano, poi un anno a;Torino (chaiiffeur, trattore, alle «Nuove»), poi in Egitto, ancora a Torino, infine a Miramare... nella rete - L'allarme della Questura torinese e l'arresto in casa della quasi suocera Ohe cosa racconta : « non fui che uno strumento, lo schiavo di due furfanti,..» -- Ma ammette di aver preso per sè più di un milione... , ^^f—*Wvilleggiatura. Formarsi a TTt- Milano, 5, notte. Gaetano Zerbini, l'inafferrabile Zerbini, il famoso cassiere dell'Esattoria Comunale scomparso con quasi 3 milioni il 18 ottohre del 1923, è stato arrestato a Riniini l'altro giorno. Il signor « Gaetano Bazzi » e signora Si chiude con questo arresto uno dei più stravaganti e .rocamboleschi romanzi giudiziari! che tenne in moto per vari anni non solo la Polizia italiana, ma anche quella d'altri Stati: la polizia svizzera, francese, austriaca, e chi più ne ha più né metta. Zerbini, il fuggiasco, era divenuto un mito, un mito ossessionante per i Questori ed i Prefetti dei Regno. Ma nessuno era riuscito a prender nella rete il cassiere-fantasma. O meglio, 10 aveva afferrato ed arrestato un giorno la Questura di Torino ma non riconoscendo in lui l'uomo ricercatissimo lo aveva rinviato davanti al giudice per false generalità. Condannato sotto il suo vero... nome falso a 40 giorni di carcere lo Zerbini, scontata la pena, aveva potuto nuovamente eclissarsi. L'arresto definitivo è ora, avvenuto a Rimini. Ed in questa citta comincia e finisce la storia che siamo per narrare. I! Lo giugno capitava appunto nella bella città adriatica certo signor Gaetano Bazzi; proveniente da Torino ; al secolo, appunto come si vedrà più tardi, Gaetano Zerbini. Naturalmente non manca la donna. Zerbini è in compagnia della sua amante Concetta De Giovanni, che è nativa di Rimini e che è la stessa da lui conosciuta a Milano in una casa equivoca di via Soncino Morati. Fu quésta donna che all'epoca del furto scomparve per seguire (ora è rivelato con certezza) 11 cassiere ladro. La coppia cerca un ssIlscpammtbspaccdslAsdplppQsmdbr a - a t n l o - , e i e a » e . ì o l o e n ò a o a l n o à e alnel aaaisi aireal o a a an mini città è pericoloso per un viaggiatore d'eccezione, quale è il ladro dei milioni. Bisogna cercare altrove e lontano dall'occhio del mondo, che è sempre indiscreto. Sotto la pergola La piccola famiglia, cioè Gaetano Zerbini, Concetta De Giovanni, e Giannina ed Athos, i figli, si dirigono verso Miramare di Rirnini a 5 chilometri dalla città, alla casa di Matteo Raffaelli, vigile urbano del Comune. La fatalità io fa fonbaittere proprio in una... guardia del corpo! L'alloggio è modesto, un appartamento di tre locali; salotto, camera da Tettò e cucina. E'- una casetta rustica ad un solo piano, contornata da un campicello e da un giardinetto. Alieno dallo stringere relazioni con i villeggianti vicini, Zerbini vuole però stare al corrente della vita delle grandi città, esserne lontano e vicino al tempo stesso... Che fa? Si abbona ad un grande quotidiano, La Stampa, dando l'indirizzo del locatario Matteo Raflaelli. rutta la posta la riceverà a quel nome. Ha dato, è vero, un altro nome « Gaetano Bazzi » anche all'agente incaricato di riscuotere le tasse di soggiorno, che premurosamente si è recato a trovarlo. Zerbini paga, senza obbiezioni, la percentuale della tassa di soggiorno sulle 1200 lire dell'affitto che corrisponde nominalmente al Raffaelli, giacché a quest'ultimo non ha versato che lire 600, riservandosi di pagare le altre 600 più in là: Tanto il cassiere-fantasma conta di rimanere in villeggiatura Ano a tutto agosto. Quanto al suo padrone di casa, Matteo Raffaelli, vigile del Comune di Riniini, egli ha ritenuto il sedicente Bazzi un onestissimo impiegato di modeste condizioni. Nel tranquillo rifugio di Miramare i due coniugi (chiamiamoli cosi) trascorrono tranquillamente la loro villeggiatura. Zerbini preferisce far vita ritirata. Riceve al mattino La Stampa e seduto sotto un pergolato di edera, che lo protegge dai raggi del sole, la legge attentamente. I due bambini (bisogna chiarire che mentre Athos è Aglio della De Giovanni, Giannina che ha ora 3 anni è una Aglia che Zerbini etobB dall'amante dopo il furto) giuocano a rincorrersi nel giardinetto. Una vera scenetta patriarcale... La De Giovanni frattanto esce dalla .casa per le provviste che fa a Miramare e, rientrata, prepara la colazione. Bagnante e pollicultore Alle 12, quando tutto è pronto, si fa colazione beatamente nella piccola e modesta casetta di campagna. Nessuno viene mai a turbare quella tranquillità che Zerbini cercava da tanto tempo. E' un sogno. Quest'uomo felice non trascura gli svaghi della vita di mare. Terminata la colazione" i due coniugi si riposano. Poi alle 5 papà, mamma e piccini vanno tutti alla spiaggia. Una rapida corsa in costume attraverso la sabbia ardente, quindi il refrigerante tuffo. Zerbini nuota. Terminato il bagno la famiglia torna a casa. Gaetano, ridiventato esemplare marito, compie i suol doveri di capo di casa in villeggiatura. Si reca a RhriAni con il nuovo tram elettrico che unisce Miramare alla città e va a comperare la frutta per,la cena. E Zerbini non manca mai, quando va in città, di andare a trovalo la suocera, la sua nuova suocera, la madre della donna che convive con lui. La vecchia abita a Rimini in via Agostino Bertanl, 10. Zerbini si trattiene con la suocera a chiacchierare del più 6 del meno. Reve un buon bicchiere e quindi ritorna tra I suoi. Ma prima di mettersi a tavola per la cena, il cassiere pensa anche al suoi polli: si, perchè egli è diventato anche allevatola. Ne ha portati in una stia cinque o sei e a due ha già tirato il collo. Alle 23, tutti a letto I Quanti giorni sono trascorsi così per lo Zerbini? Il destino non gliene aveva segnati che trenta, gli ultimi tenta giorni di libertà. Vediamo ora jonie Pliilmente e silenziosamente per opera liei ylcpque- mpfecCdgmmmb store di Rimi>nl cav. Diaz, la reta tesagli dalla Giustizia varia stringendo Inesorabilmente nelle suo maglio il ladre dell'Esattoria. I sospetti della Questura torinese Come siano sorti ì primi sospetti sulla persona di Gaetano Razzi al secolo Gaetano Zerbini, è ora difficile precisare. Una catena di piccoli elementi senza apparente concordanza aveva già dato modo alla Questura di Torino di formulare vaghi sospetti e prudenti ipotesi su una coppia misteriosa con duo bambini che appunto a Torino aveva soggiornato nel maggio scorso ed era poi partita per Rimini. Ma occorreva agire con estrema prudenza. Un delicato lavoro di indagini, di osservazioni continue, minuziose e sagaci aveva dato modo alla Questura torinese di. fissare gli elementi necessari e stabilire la vera identità del sedicente Bazzi. Ala Ane di giugno tutti gli elementi sono ormai precisati. Non vi sano più dubbi. L'uomo che a Toino si era fatto passare per Gaetano Bazzi è invece l'inafferrabile Zerbini. Non si puù più perdere tempo Un dispaccio cifrato parte alla volta di Riniini diretto ai-la Questura di quella città. Il vice-questore cav. Diaz, apprende dal telegramma che un uomo, in*compagnia di una donna che dice sua, moglie con due bambini, deve essersi stabilito a Ri- mgtplqcpsgsgvnrEbeedrntgtedDsrlzmctsmini o nei dintorni. Il compito delia upolizia rimimese non. è nè sempiee nè[ facile. ,11 cav. Diaz, funzionario abile, e sagace, coadiuvato dai commissario cav. poli e dai due brigadieri Savino e Camerino dirige le sue minuziose indagini. Tutta Rinrini, rutti i villeggianti, tutti gli abitanti si può dire Vengono passati al vaglio delle indagini, che seguono oon ritmq^febbrile, ma in città non si' trova' *■ milVa."'' ■ Ci sono centinaia di ville è migliaia di forestieri. Finalmente all'alba di sabato 2 luglio le Ala delle ricerche cominciano a stringersi intorno a un punto: una piccola frazione del comune di Rimini: Miramare, a 5 chimetri dalla città.. Il rifugio scoperto Il rifugio di Zerbini è scoperto. Tro uomini passano misteriosamente presso al fabbricato mistico; uno a distanza dall'altro d'i qualche ora. Due di essi hanno scorto un uomo le cui sembianze coincidono con quella deAa l'otograAa e dei cartellini segnaletici trasmessi dalla Questura di Torino. Ad una delle Anestre, rielle graziose Anostre dalle persiane verdi è affacciata una donna; con quell'atteggiamento tranquillo che può avere una donna oziante alla Anestra. Funzionarli ci agenti concludono e si accordano: la sorpresa e l'arresto dello Zerbini e della sua compagna concretati nei minimi particolari. Entro il pomeriggio tutto sarà Anito. Il e cav. Diaz con i due brigadieri verso le 17 lascia Riminl in autorno bile chiusa, dirigendosi a tutta velocità verso Miramare. Ad un chilometro circa dalla casetta, gli uomini della polizia scendono e da due punti separati convergono alla stessa meta: 11 piccolo e tranquillo block-liaus di Gaetano Zerbini. Ma una sorpresa at tende i funzionari: l'uomo non è in casa. E' uscito mezz'ora prima diretto in città. Questo particolare viene for nito ai funzionari inquirenti da un villico. Pescatore di... perle! L'automobile della polizia fa un rapido dietro-front ed il cav. Diaz, con due agenti, Ala alla volta di Rimini. « Non ò improbabile — pensa il vicequestore di Rimini — che il sedicente Gaetano Bazzi sia andato a trovare la suocera ». E il funzionario vjuole controllare subito questa sua induzione. Quando la macchina si ferma in via Bertoni 10, ne scondono tre uomini elle salgono di corsa le scale anguste della ^casetta, che è posta in un vicolo oscuro. La porta d'ingresso ft socchiusa. IT cav. Diaz l'apre d'un colpo ed entra nella cameretta ove abita la madre della amica di Zerbini. Ed ecco 11 seduto a tavola con la vecchia un uomo: Gaetano Zerbini in personal Il eassièi e-fantasma . sta realmente bevendo un bicchier di vino. L'ex-cassiere vede gli uomini scuri : intuisce, sbarra gli ocohì.' Un lampo di luce folgora nel suo pensiero: è Anita ! — Chi siete voi ? — gli chiede il funzionario. — Luigi Pescatore I — risponde con un ultimo vano sforzo di dissimulazione Zerbini, tentando disperatamente di mantenersi calmo ed impassibile. — Pescatore... di perle! — ribatte il cav. Diaz: — Vi conosco: voi siete Gaetano Zerbini. I due brigadieri si pongono ai Aanchi del colpevole. E il cav. Diaz esclama: — ln nome della legge vi dichiaro in arresto. Seguitemi l Zerbini è in piedi presso la tavola con il braccio sinistro puntato alla tavola per non cadere. Il suo magro volto è pallidissimo. Il suo sguardo perde ogni luce, si spegne. Ogni speranza,' ogni gesto, ogni tentativo sono vani. Menire la vecchia sbigottita assiste alla sterni senza riuscire a pronunziar parola, il funzionario esce dalla camera precedendo Zerbini che lo segue in silenzio tiancheggiato dai due angeli custodi. Dopo una breve sosta alla Questura di piazza Giulio Cesare per le formalità d'uso e per un primo sommario interrogatorio del quale riferiremo più avanti, Gaetano Zerbini, in una automobile chiusa a tendine abbassate, viene tradotto alla Rocca Malatestiana ove hanno sede le carceri giudiziarie e circondariali. II cav. Diaz ed i suoi due bravi brigadieri non hanno però ancora, ter- clstiodnpmfanlmSdqtMzsdp-* minato la loro operazione, che si può già definire, senza eufemismo, brillantissima. Concetta Ile Giovanni, la compagna del ladro di milioni, è ancora libera a Miramare, e Inconsapevole di quanto sta» per accaderle. Non e precisata ancora la parte che la donna puù avere avuto in Multa la romanzesca e criminosa avventura; ma la giustizia- deve procedere .inesorabile sulla via fissala dalle consuetudini giudiziarie; e per ora Concetta De Ginvanni deve seguire lo stesso cammino de.l suo compagno. Si potrebbe dire: la moglie deve seguire il marito. Ella, è vero, non ò che l'amica di Zerbini, :na purtroppo deve seguirlo egualmente... Si vedrà poi ad indagini finite se essa potrà ritornare libera, alla luce del sole o se invece dovrà condividere, la teiste sorte del ladro di milioni. Il funzionario torna quindi in automobile a Miramare ed irrompe seguito dagli agemi nella casetta abitata dalla famiglia Zerbini. Mamma e Agli sono seduti a tavola ed attendono tranquillamente il papà, il cav. Diaz è costretto ad interrompere questa attesa e dichiara la donna in arresto. Pure dolorosamente sorpresa, la ne Giovanni si piega al destino senza protestare. Dopo una rapkla e sommarla perquisizione il funzionario chiude bagagli e cassetti e fa uscire tutta la famigliola dalla rustica casetta, non senza aver prima chiusa una porta rli comunicazione interna o r con l'appartamento del Rafraelli e l'uscio che dà sul giardino. Le sue dichiarazioni Condotto in.Questura lo Zerbini è stato sottoposto ad uno stringente interrogatorio. Da principio l'arrostato iia tentato la manovra del mutismo più ostina,tpvma j>oit stretto dalle domando che ui'cessantemehte' gli' rivòlgevano i funzionarti, lo Zerbini ha Unito per confessare con voce rotta dall'emozione, la propria identità. — Si, sono Zerbini. Ma infine io .non fui che uno strumento.. I milioni 11 ha avuti un altro. Egli studiò nei piti minuti particolari il piano del furto: a lui consegnavo le somme che mano mano sottraevo. Si chiama Domenico Scarpa. Dopo, questo sfogo Zerbini sembra tranquillarsi e racconta anche >più speditamente le vicende romanzesche di questi 'cinque anni" trascorsi tra alternative d'ansia e di certezza. — Nel 1000 — egli dice — fui assunto come impiegato alla Esattoria di Milano. Per la mia attività e diligenza, nel luglio 1911 venni promosso cassiere. Scoppiala la guerra anrlai, fin dal 1915 sot-to le armi e nel 1917 venni promosso, dopo un corso alla Scuola Ufficiali di Modena, sottotenente di fanteria. Con questo grado presi parte alla battaglia del Pi-ave,, nella zona del Monlello. Finita la guerra, nell'agosto del 1919 fui licenziato ' con il grado di tenente, e riassunto immediataments^ presso l'Esattoria. Certo Scarpa con 5 figliuoletti... Zerbini riprende flato e viene quindi a raccontare la fase conclusiva della sua impresa: — La mattina del 10 ottobre 1921 pochi giorni prima delia scadenza degli effetti canihiarii venne a trovarmi certo Domenico Scarpa, abitante a Milano, in viale Umbria 58 A, mio amico eli infanzia. Egli mi domandò, a prestito, con parole veramente pietose, 5,000 lire. — Ti giuro — mi assicurò — che te le restituirò prima della scadenza degli effetti. — impietosito anche dal pensiero che lo scarpa aveva cinque Agiuoletti -e non si trovava in Aornde condizioni fliianziarw, mi lasciai commuovere e prelevate 5000 lire dalla cassa gliele consegnai avvertendolo però ohe il gesto che compivo era assai pericoloso, poiché per il 18 ottobre avrei assolutamente dovuto restituire le 5000 lire alla Cassa, altrimenti ne sarebbe andato del mio impiego e forse della mia onorabilità. Lo Scarpa giurò e spergiuro, ma il 18 ottobre arrivò senza che egli avesse restituito un soldo, cosicché io dovetti tempestarlo di lettere e mandargli a casa in viale Umbria penino mia moglie per supplicarlo di effettuare la restituzione. *\la visto vano ogni tentativo tolsi dalle miti economie 5000 lire e le versai alla Cassa per colmare il vuoto che vi avevo prodotto. Da quel giorno incominciò la mia sventura. Lo Scarpa insieme al De Vincentis cominciarono a circuirmi. Prima De Vincentis mi offri le 5000 lire a nome dello scarpa, ed io — racconta lo Zerbini — che sapevo bene che quelle 5000 lire non potevano essere se non di provenienza furtiva, spinto dalla disperazione, anche perchè tutte le mie economìe erano sfumate, accettai. Da quel giorno diventai lo schiavo di quei due furfanti. Essi incominciarono a- tessermi attorno una rete di allettamenti e di raggiri; mi fecero intravvedere la possibilità di diventare ricchissimo e felice, mi stimolarono a commettere un grossissimo furto promettendomi die ini avrebbero in ogni modo assicurata la fuga. Io resistetti disperatamente per oltre due armi, flnohè nell'ottobre del 1923 venne, come un colpo di grazia, la notizia che la Direzione della Esattoria di Milano non mi concedeva la promozione a Capo Ufficio che do credevo mi spettasse di diritto. Allora persi la testa ed accettai di combinare il furto. li furto avvenne così... La ripartizione del bottino ■ 11 furto avvenne così. Lo Scarpa mi avrebbe mandato poco prima di mezzogiorno del 18 ottobre un Tizio del quale io non seppi mai il nome, allo sportello della mia cassa con un biglietto a firma «Scarpa».. A questo Tizio io avrei dovuto consegnare la somma rubata. Poco prima di mezzo gfemmedtsbassiUmtecdqDgsedgmnnrdvsvlSUlaar■ m1iEoolrvtfaqcsqcfdsdzslCllvimdMrdmlIV giorno infatti ammucchiai in fretta e. furia quei biglietti di Banca e quegli effetti chej avevo nella cassa; esattamente una somma di 2 milioni e 43S mila lire, e cacciai tutto, biglietti p effetti, in una vaLigietta di cuoio. Poco dopo mezzogiorno davanti al mio sporello, che io tenevo aporto solo a metà, si presentò l'uomo dello Scarpa, esibendomi ii biglietto a firma dei mio amico. Gli buttai fra le braccia la borsetta di cuoio, serrai lo sportello e smarrito corsi via. Mi rifugiai allora in un appartamento a Milano in via Uberti 2, dova stetti Ano a tutto il maggio 1924. L'appartamento era inestato ad un fratello dello Scarpa, certo Valmori. La diversità dei nomi dai due fratelli non devo stupire quando si pensi che sono figli di ignoti. Dallo Scarpa ricevevo di giorno in giorno, di settimana in settimana, le somme che erano neoessarie alla mia esistenza, e le ricevevo anche a mezzo di questo Valmori. Questi però, posso giurarlo, è sempre stato completamente all'oscuro di quanto era avvenuto e della provenienza di quel denaro ». Zerbini riprende quindi la sua narrazione parlando ' della suddivisione della somma e del soggiorno a Torino : — La somma era stata cosi suddivisa fra i complici: 300.000 lire erano stale date al misterioso individuo in viato allo sportello della Banca; 650.000 lire al De Vincentis, 300.000 lire allo Scarpa. 11 rimanente e cioè 1.188.000 Uro erano andate a me. 100.000 lire io e avevo subito mandate, come è noto, a mia sorella Letizia Zerbini che si affrettò a consegnarle In Questura. 11 resto lo tenni per me. Da Torino all'Egitto Zerbini soggiunge: — Nel maggio 1924, mi ' rscàl* à'<-*0TÌ^ 1 aria di Milano' divenisse sempre più infida e pericolosa per la mia liberta. Ed a Torino girai qua e là, mutando ogni settimana di-albergo, in ogni aloergb dando un nome diverso. Anctio la fisionomia mi ero cambiata I A To rino portavo gli occhiali ed avevo divisi 1 miei capelli con una scrimina tura sulla fronte. Improvvisamente nel febbraio del 1925, denunziato da un amico, venni arrestato dopo una perquisizione in casa mia Siccome avevo in tasca una patente da automobilista intestata al fratello della mia amante, certo Fernando De Giovanni, ed cs sendo stato pure scoperto il nome'al quale avevo intestato l'appartamento e cioè di G. Bazzi venni denunziato per false generalità e per questo reato con dannalo a 40 giorni di carcere che scontai. «Uscito dal carcere torinese il maggio del 1923 partii per Brindisi, dove senza alcun passaporto potei imbarcarmi sul piroscafo Vienna'e' recarmi ad Alessandria d'Egitto con la mia amante Concetta De Giovanni. Pòco prima della partenza avevo avuto dallo Scarpa le ultime 250 mila lire che mi spettavano. Ad Alessandria d'Egitto trovai il mio compagno De Vi-iiceritie. Unimmo insieme le nostre sostanze, e fondammo una casa automobilistica, la Maison do l'Auto. Gli affari anda rono subito molto 'bene, -lo fervidamente speravo che i guadagni aumentassero sempre fino a consentirmi di restituire la ingente somma che avovo sottratta alla mia banca. Ma la sfortuna mi perseguitava. Il De Vincenti ad Alessandria si incontrò con un suo vecchio amico, certo Carlo Paoletta e a lui non esitò a confidare tutto il suo passato. Fidatevi degli amici! In Paoletta trovò invece un ricattatore che sotto la minaccia della denunzia cominciò a spillargli delle somme sempre più grosse finché un giorno il De Vincentis si 6tancò, rispose male e cacciò il Paoletta, il quale per vendicarsi corse subito a denunziarlo al Console italiano di Alessandria d'Egitto. Il Console fece immediatamente arrestare il De Vincentis e pose il sequestro sul la Maison de l'Auto. Cercò anche di me per catturarmi. Ma io era fuori di città per affari e potei cosi miracolosamente sfuggire all'arresto. Senonchè mi fu sequestrato tutto quello che possedevo, compreso l'appartamento che mi ero allestito. Il ritorno a Torino e la... caduta al mare •(Rimasto senza mezzi non pensai che al ritorno in Italia. E volli tornare sfidando anche gli enormi pericoli qhé mi attendevano. Tornai infatti, usando sempre il piroscafo Vienna, e, còrsi a Torino, dove alloggiai, in un àlber go presso Porta Susa e precisamente l'Albergo Docks. Qui naturalmente mi raggiunse la mia Concetta. Ai primi di giugno di quest'anno con lei e con due bambini Giannina e Athos venimmo insieme a Miramare di Rimini, in un villetta che avevo affittato ». A questo punto Zerbini cerca di scagionare l'amante e dice : — Posso assicurare che la Concetta mi ha sempre conosciuto come Bazzi e non ha mai saputo che io fossi Zerbini. Anche prima che divenissi ladro, quando ero ufficiale, la conobbi a Rimini, e non le diedi il mio vero nomo. Ella mi chiamava Nino e si accontentava. Tale ó la confessione che Zerbini ha reso al vice-questore di Rimini dott. Diaz. Nella deposizione che Concetta De Giovanni ha fatto al tunzion«ri delia polizia di Rimini, ella poco su poco già ha confermato la confessione del suo amante. Ha raccontato infatti la donna che prima della guerra era stata commessa in una tabaccheria di iRimini, in corso d'Augusto. Qui conobbe un tenmte milanese che si faceva chiamare Nino e che era venuto a Riminl ad accompagnare delle reclute. Dopo circa una ventina di giorni, durante i quali Nflno e la Concetta si erano spesso trovati; il lenente ri¬prvCicltnmlsNcMicptptgdsvsgbippMMf parli por Milano e. secondo le dichiarazioni della Concetta, ella non lo vide più so non nel 1923. Intanto la : Concetta dal 1921 al 1923 abitò a Milano n via Paolo Frisi n. 11 e poi in via t'onchielli n. 2, dove convisse con certo Ernesto Ghiaini dai quale eobe a Agliuola Giannina, Dopo il 1923 ri- • ornò a RimIni dove restò pochi giorni. Anche sul finire dello stesso anno, mentre si trovava alla staziono di Boogna dove, si era recata.a trovare una sorella, si imbattè improvvisamente in Nino che non era più vestito da ufficiale ma dà: borghese. E lo segui a Milano, dove presero insieme dimora n via Ozanam. I due vi restarono per inque o sei mesi. Durante questo tempo il Nino, che le si era presentato soto Il nome di Gaetano Bazzi. si occupava di affari; Alla ricerca dallo Scarpa. in Argentina! Non appena il cav. Diaz ebbe raccolo i più importanti elementi accompagnato da agènti egli partiva alla volta di Hovigo per ricercare la Scarpa presso la dimora dei suoi genitori. Ma .non vi trovò clic il padre e potè sequestrare un passaporto intestato al figlio, il presunto istigatore dello Zerbini, passaporto regolarmente vistato in data 20 marzo 192K e valevole anche per. viaggi in America. Un altro intergatorio lo Zerbini ha subito iersera prima che i funzionari partissero per Milano diretti a Torino. Lo Zerbini ha aggiunto che dopo essere rimasto a Milano sino alla metà di maggio 1924 partiva per Bologna, dove scrisse la famigerata lettera in cui accusò il Ferrara. — Si, è vero — esclamò lo Zerbini. — Fui a Bologna per trovarvi una famiglia amica che sperava vo-. lesse consentire, a nascpndermi, ma-la famiglia non era a'Dologha ed io. rimasi in quella città circa 15 giorni. Per quanto si riferisce al Ferrara posso ormai dire che l'ho calunniato. Il Ferrara è completamente innocente. E' stato lo-Scarpa a volere che io scrivessi - la nota lettera incolpando quel disgraziato. Recatomi da Bologna a Torino incontrai la Concetta Di Giovanni che avevo conosciuto nel 1919, quando ero ufficiale al 27.o artiglieria. Era già stata mia amante ed accettò senza molte riservo di ridiventarlo. Milionario malmesso, bagaglio alla Fregoli Al momento dell'arresto il ladro di milioni era ridotto in condizioni deplorevoli.. E' vero che portava una camicia di seta, ma ò pur vero che era acera. Egli aveva inoltre dello scarpe malandate di'tela bianca ed un abito ridotto in condizioni pietose. Unica civetteria, un ! fàzzolettino rosso nel taschino della giacca. Un inviato del Secolo-Sera a Riminl è riuscito stamane per pochi istanti ad avvicinare lo Zerbini e ari interrogarlo. Il cassiere, non più fantasma, ha ripetuto in. gran parte la sua deposizione. Ha però insistito a lungo sul fatto dello Scarpa, che risulterebbe —. secondo il suo racconto — come il complice principale, anzi l'istigatore e il preparatore del grosso furto: la volontà precisa che resta nell'ombra, che fa' operare gli altri, il demone misterioso che perseguita, raggira e minaccia. E lo Zerbini ha raccontato che questo fecarpa era suo amico fin dall'infanzia, . « Abbiamo fatto le scuole tecniche assieme, ma fino da allora lo Scarpa era" un ragazzo svogliato. Non riusci nemmeno a prendere la licenza tecnica e mi perseguitava sempre fino da alloraQuando diventai cassiere dell'Esattoria' riuscii, tanto oro in buoni rapporti cori la Direzione, a farlo nominare fattorino della Banca. Ma dopo pochi mesi per un errore commesso, egli fu licenziatoi. Anche nel 1920 cercai di giovargli. Mi portò in Banca de.le sue campare preffaiKloni1 di volergliele scon- Stamane intanto alle 9,50 è giunto da Rinv.ni a Milano il vice-questore cav. Diaz, il quale si è subito recato a San Fedele, dove ebbe un lungo colloquio col questore comm. Silvestri. Mentre passava rial portico del vecchio palazzo egli .fu letteralmente assalito da- un. gruppo di giornalisti. All'atto dell arresto, allo Zerbini vennero sequestrati l'bagagli personali. In essi si è.trovata la prova che egli imitava a perfezione i trucchi del vecchio Fregoli: travestimenti, truccature le più disparata e persino abiti ed acconciature femminili da parodista. Appunto in questi travestimenti si sono trovala le fotografie dei... diversi zerbini. Lo Zerbini avrebbe dovuto essere tradotto a Milano, ina la partenza venne momentaneamente sospesa. Sollecitamente il vice-questore Diaz, assistito dal cav. Stivala, dai dottori Torella e De Martino e ria diversi agenti, si è messo alacremente al lavoro per le indagini relative alle recenti dichiarazioni dello Zerbini, per le necessari© perquisizioni e per assodare quanto ci sia di vero nelle accuse postume, clte potrebbero anche rappresentare un semplice espediente per prolungare in un tentativo defensionale la sua qualità di inquisito e averne cosi beneficio nel trattamento carcerario. Stasera alle 10 Gaetano Zerbini, dietro richiesta di quella Procura del Re, parte per traduzione straordinaria allavolta di Torino a disposizione di quell'autorità giudiziaria per una procedura contro di lui ih corso. Domattina alle 7 il gr. tilt Pirinoii direttore della Banca Popolare di Milano acconipa' gnato dal giudice istruttore Trlvulzlb e dal cancelliere Polvàni, si recherà a Torino per procedere allt-nterrogàtorio dell'arrestato. Le ricerche fatte oggi a Afflano dalla polizia si sono concentrate soprattutto sul Domenico Scarpa denunziato dallo Verbini quale suo complice ne! furio