Parigi accoglie trionfalmente alla stazione i transatlantici volatori che si perdettero nel suo cielo buio Byrd annuncia che volerà al Polo Sud

Parigi accoglie trionfalmente alla stazione i transatlantici volatori che si perdettero nel suo cielo buio Byrd annuncia che volerà al Polo Sud Parigi accoglie trionfalmente alla stazione i transatlantici volatori che si perdettero nel suo cielo buio Byrd annuncia che volerà al Polo Sud Parigi, 2, notte. e i 0 e e . a o , n . i o e e , l e l i n S a -jno aì Nevi '- ,, ..„„,„ T, -l1" >-omana^ \rante l'av^>- Diecimila persone aspettavano oggi, sulla banchina della stazione di San Lazzaro, l'arrivo del diretto 3i Cherbourg recante i quattro aviatori dell'America II treno non era ancora fermo, che la folla scoperse il comandante Byrd ad uno sportello, in berretto da ufficiale di marina, c fu un delirio. Grida, ressa, fiori Prima 'che il -treno arrivasse, sulla banchina non si vedevano che una cinquantina di persone. Di dove erano uscite tutte le altre? Byrd è tirato giù, Acosta è afferrato da mani avide, Noville e Baltchen sono quasi portati in trionfo. Una signora tende agli aviatori un gran mazzo di rose. Urla,, spintoni, ressa. Gli agenti, le guardie municipali, si sforzano di ricondurre un po' di quell'ordine che avevano consegna di far osservare Fatica perduta, ed invano lo stesso direttore della polizia municipale si sforza di aprire un varco agli eroi dello, traversata transoceanica. Questi ultimi ridono, per quanto stretti e quasi soffocati. In prima fila, Le vine stringe la. mano ai camerati che hanno rinnovato il suo magnifico raid. Finalmente gli aviatori giungono alVuscita; ma fuori dalla stazione la piazza è piena di gente. 1 curiosi salgono sui «cielin delle vetture per poter vedere e urlare a miglior, agio. Gli aviatori debbono subire anzitutto i fuochi dì una quarantina di apparecchi fotografici, ed è soltanto dopo questa tradizionale cerimonia che i rappresentanti del ministro del Commercio Bokanowslci, e del ministro della Guerra riescono ad avvicinarsi agli aviatori per stringere loro la mano e presentare loro le felicitazioni del Governo. Tulli si mostrano a dito la figura simpatica di ' Beri Acosla, l'atteggiamento semplice impassibile ed elegante del comandante Byrd {in una uniforme di ufficiale americano, trovata chi sa come), l'andatura sali/fa e bonaccioni! di Noville e la bella' capigliatura bion da di Baltchen. Un vero squadrone di fotografi e di operatori cinemato grafici li attanagliano di nuovo fuo ri della stazione. Si riesce, quando Dio vuole, ad issare i quattro pas seggeri nelle vetture. Queste scendono abbastanza facilmente, sotto una pioggia di fiori, lungo la via di Am sterdam. Ma quando giungono nella piazza dell'Havre è impossibile farle proseguire. Una folla innumerevole impedisce ai trams, agli omnibus, alle automobili di muoversi. Occorrono cinquanta minuti per recarsi dalla stazione di San Lazzaro all'Hotel Continental, dove nuove grida di evviva salutano e chiamano alla finestra l'equipaggio dell'America L'abbraccio del nipotino del milionario Preso d'assalto dai giornalisti prima di attraversare l'hall dell'albergo, Byrd dice loro di essere lieto di) essere giun[p a Parigi, e che ringrazia di tutto cuore la popolazione parigina del meraviglioso ricevimento cui erano stati oggi oggetto lui e i suoi compagni alla stazione di San Lazzaro. Poi, dopo aver ripetute le dichiarazioni fatte ieri al Petit Parisien, conclude « Per fortuna siamo riusciti a salvare tutto quello a cui tenevamo maggiormente: le nostre note, le lettere che l'amministrazione delle poste americane ci aveva affidato e la bandiera americana che siamo stati incaricati di consegnare al Presidente della Repubblica Pochi minuti dopo, in una grande sala piena di fiori, il comandante Byrd e i suoi compagni furono ricevuti da un bimbo di nove anni, il nipotino di Bodman Wanamaker, che ha organizzato e fatto le spese della spedizione. Egli trovasi a Parigi con i coniugi Gibbons, managers della spedizione. Il nipotino del grande cittadino americano volle salutare Byrd e i suoi compagni di gloria, ed improvvisò il seguente discorsetto: Comandante Byrd, a nome di mio nonno, che deve essere ben contento, vi auguro il benvenuto a Parigi e vi felicito. Anzi, vi abbraccio! L'abbraccio fu reso, calorosamente. Fra abbracci, strette di mano ed urla, il tempo era passato ed è quindi con un'ora e un quarto di ritardo, alle 14.15 che, nella loro automobile imbandierata, i quattro aviatori giungono al Circolo Interalleato. All'ospedale per la radioscopia Sul marciapiede, un gruppo di curiosi fa loro ala festosamente. La folla non è meno grande nell'hall del palazzo. Il grande scalone interno è gremito. Notiamo fra gli intervenuti Chamberlin e Levine Dopo la colazione, prima di tornare all'albergo, Byrd e Acosta si sono recati, accordandosi mezz'ora di respiro^ all'ospedale america •si radiografare. '. <i{ ha fatto, du... a Yer-sur-Mer, tgemssacpBtldadavcrhrpttandscsupcbcmmcccdinszgvcrcngsvb i i a o o i o i a a e , i e o a a e e , i i i) ao i n e aage ea i ee e eie a n a e e d : di nao! e. rdi o, le ri a ua ll rrrta oa e. '. <ina caduta, e ha riportato una co»- ur, turione abbastanza forte nella re gione del cuore. Beri Acosta, che era stato letteralmente lanciato in mare, soffre pure di qualche contusione. Il verdetto dei medici paresia stato : nulla di grave. Di ritorno all'Hotel Continental, Byrd e i suoi camerali si accinsero a ripartire per l'Eliseo, dove il Presidente della Bepubblica li ricevette e li intrattenne in un lungo e cordiale colloquio. Lassù come uomini perduti Circa il raid, l'aviatore Noville, ra~ diotelegraflsta di bordo, oltre a fare al Petit Parisien le Utfezessantissime dichiarazioni, che già conoscete, ha aggiunto : « Non abbiamo raggiunto Parigi, è vero, ma non credo che questo fatto costituisca per noi un insuccesso. 11 risultato acquisito è apprezzabile. Ci ha .permesso di dimostrare in modo irrefutabile che è possibile ad un aeroplano pesante di volare per tre o quattro mila miglia senza scalo, malgrado tutti gli ostacoli atmosferici. Noi non abbiamo dormito molto. Ognuno di noi aveva una missione troppo gran de da assolvere per poter pensare al sonno. Lassù, nell'atmosfera, eravamo come uomini perduti...' Tale è la no stra storia. Eravamo là, immersi in una nebbia densa, " sconcertante. La pioggia sferzava la nostra carlinga cancellava ogni cosa ed il nostro carburante diminuiva... Quattro ore ancora... tre ore... E noi non vedevamo mai niente. Poco tempo prima di am marare, eravamo come gente nata cieca « Comprenderete' ora perchè, quando ci rendemmo conto che avevamo man cato Parigi, abbiamo lanciato appelli di soccorso. Soltanto a rari intervalli intravvedemmo la terra durante la notte. Verso l'alba, il nostro compasso, per colmo di sventura, non fun zionava più. Quantunque avessimo se guito una linea perfettamente diretta verso la costa francese, dovemmo cercare un'altra rotta per raggiungere Parigi. Furono allora per noi le ore pivi critiche, in quel momento, nessuno di noi a bordo credeva più che potessimo giungere al Bourget. A che cosa pensavamo allora? Al fatale epilogo. Ovunaue, l'oscurità traditrice: la nebbia implacabile. Noi eravamo in mezzo al nero; avevamo l'idea che bisognava finirla ad ogni costo ; volevamo mettere fino al nostro calvario.-A due riprese, per quanto potemmo giudicare mentre.descrivevamo dei circoli e lot tavamo contro la nebbia" è contro 'l'uragano,, ci credemmo vicini a Parigi La prima volta, ini ricordo, verso le 32, credemmo che l'obbiettivo fosse vicino; poi, verso mezzanotte, ebbimo la impressione che ci ritrovavamo verso lo stesso punto. Ma né alle 22, nè a mezzanotte potemmo scorgere sullafterra il menomo chiarore. Scendere in quelle condizioni era rischiare di sfracellarsi. Noi non potevamo più che volare alla ventura, come uomini smarriti, sempre in mezzo ad una notte oscurissima. Eravamo condannati a muoversi continuamente sotto il cielo nero! Come a tentoni, l'America continuava la sua marcia errante. Noi prò cedemmo in mezzo a masse folte di nebbia. Fuggivamo davanti all'uragano che ci cacciava, che si rinchiudeva sempre su di noi con collera. La pioggia si precipitava sulla macchina sferzava, urlando, la carlinga ». Un insonne alla finestra Interrompendo il racconto del tenente Noville, dobbiamo qui segnalare che una lettera giunta oggi al l'Intransigeant da parte di uno dei suoi lettori, conferma il p.assaggio dell'America in prossimità di Parigi dicendo : « Posso precisarvi in modo assolu tornente sicuro che, obbligato ad al zanni stanotte alle 2 per chiudere le persiane a causa dei torrenti d'acqua che cadevano, ho udito nettamente una prima volta alle 2,15 volare al disopra di Ermont-Eaubonne — dove abito — l'apparecchio di Byrd, che poteva essere tra i 500 e i 1000 metri. Una seconda volta, alle 2,30, esso è ripassato girando intorno e tra Monte Lignon, l'Ippodromo di Enghiem, San noir, e saint-Leu, e questa volta rombo era più forte. Una terza volta, alle 2,40, è ripassato, ma già il rumore era più alto e lieve. L'apparecchio è ripartito verso Isle-Adam. La notte era oscura e si vedeva appena il lue cichio del faro di Monte Valeri-ano, di solito molto distinto. Forse, stando al disopra delle nuvole nere e basse, Byrd non ha potuto scorgerlo, ma per tre quarti d'ora ha girato sulla regione, Io ero rimasto alla finestra per tutto questo tempo ». Ma torniamo a Noville, il quale continua : « Come cademmo, in mare, come raggiungemmo la costa in canotto come perdemmo di vista Byrd e Balt chen e finimmo in casa del guardiano del Faro sono cose ormai troppo note perchè metta conto ripeterle. Vi dirò invece che la tempesta ci colse al nostro passaggio da Terranova. Non c'era da pensare a tornare indietro. Tutt fummo d'accordo per procedere innan zi. Poicdiò eravamo partiti non avevamo che da continuare. Sopra la Nuova Scozia il tempo era passabile, ma Terranova era immersa nella nebbia. Una volta impegnatici sull'Oceano, l'America filò durame parecchie ore e fu [.uno strano spettacolo, attraverso una atmosfera perfettamente serena mentre al disopra e al disotto di noi la nebbia costituiva come le pareti di una specie di galleria illuminata. Ci avvicinammo alla costa francese a Brest sotto lieti auspici. Era come il coronamento della buona navigazione, di cui noi dovevamo essere grati al Comandante Byrd. Non avevamo però la menoma idea di quello che ci attende va. Venimmo presto in comunicazione con un operatore radiotelegrafista di Ouessant, che ci diede delle indicazioni sul tempo e ci disse che Brest era assolutamente stupefatta che fo Simo riusciti a varcare l'Atlantico e ci trovassimo in prossimità del continente europeo. Speravamo di avere la sciato la tempesta dietro 'di noi. Invece, è stato uno dei fatti più meravigliosi di tutta la traversata che, in tali coudizioni, abbiamo potuto rag-, giungere la costa francese a 20 tniglir » PascCrviMstorostrcaal core dechU lo canotutelaInsu6enedidisareveperaBydo" asepltoFotonolol'Adadidezitada"«oruntaqutrfodoteBpotrtlaraverci« civmdopquchnqurarsinspHimmal'ppriddcfirnz—ncvdpvrsiPvsaèdntepmlmdsplsipgr—isalcfdasld e a e è e , o e i l d e o e e o e ò a aa a eu a na a vst odi oa e e i ast e ia eiin g-, » sud di Brest, sulla linea diretta dì Parigi. « Entrammo allora, per non più uscirne, nella nebbia e nell'uragano. Credevamo di avere sorvolato DeauviMe vedendo, ampi prati, ma ben presto la nebbia e la piòggia ci acciecarono. E' evidente che nel corso del nostro primo tentativo abbiamo mancato Parigi. Coloro che ci aspettavano al Bourget dicono che il tempo era cosi fosco che era impossibile scorgere il Faro di un milione di candele del Monte Valeriano, distante qualche chilometro appena, ed aggiungono che U nostro aeroplano era il solo nel cielo della Francia, tanto il tempo era cattivo. Se si pensa a tutto questo, *> notevole il fatto che noi abbiamo potuto rimanere in comunicazioni radiotelegrafiche con tutti, per quasi tutta la lunghezza della nostra rotta. Non Interrompemmo questo contatto con il suolo prima delle 1,15 del mattino, e 6e allora lo facemmo fu perchè era necessario ritirare la nostra antenna di radiotelegrafia a causa del pericolo di collisioni, poiché volavamo a bas sa quota. Noi continuammo a .navigare, sperando sempre di scoprire attraverso la nebbia qualche cosa che ci permettesse di atterrare, ma il carburante diminuiva, ed il comandante Byrd fini per scrivere le parole che dovevano regolare, in un modo o nel" altro, la nostra sorte. ■e in quanto alla nostra «nave», è semplicemente un meraviglioso aeroplano. Noi abbiamo il : maggior rispetto possibile del suo costruttore, Tony Fokker. Per quello che concerne i motori a raffreddamento ad aria Wrlglit, non vi è di meglio al mondo. Il colonnello Lindbergh sorvolò per primo l'Atlantico con uno di questi motori, dando prova di una grande audacia, di una resistenza quasi sovrumana è denotando un tal senso della navigazione che ogni aviatore deve felicitarsene. Ma- interessa ■>ancora- di -.più; dal punto di vista tecnico, il fatto che "« America » abbia resistito durante 41 ora in condizioni terribili, senza che uno dei suoi tre motori, abbia riportato la minima avaria. « Menzionerò, a titolo documentarlo, quello che abbiamo mangiato nel l'attraversare l'Atlantico. Quantunque fossimo quattro uomini vigorosi a bordo dell'» America », lasciammo da parte quasi ogni alimento. Il comandante Bjrrd gettò il suo «thè» in mare. Nel pomeriggio dell'altro ieri, mentre ci trovavamo ancora al disopra dell'Atlantico, ci spartimmo un pollastrelio arrosto, l'ultimo. Dei quattro polli che avevamo al momento di partire, tre erano stati mangiati quasi subito. Noi ci eravamo provvisti pure di alcuni « sandwiches », ma caddero nel piancito della cabina e scomparvero, attraverso un buco, nella nébbia. "Ar'mo^ monto dell'ammaraggio non ci restava dosi* più-nulla, tranne un pezzettino di póllo del giorno' prima. E' inutile dire quanto siamo stati addolorati dal fatto che il nostro aeroplano si è rovinato nell'ammaraggio a Ver-surMer* Tutto quello che potrà servire ancora saranno i motori laterali, e le ruote » Al Polo Sud Il giudizii del radiotelegrafista delrAmerica non è esageratamente pessimista. Della carlinga dell'America non resta pia se rum una carcassa spolpata. Intanto, il comandante Hamburger ha incominciato oggi a imballare l'apparecchio con ì suoi motori e con le ali, per spedire tutto al Bourget, dove desidera esporre l'apparecchio all'ammirazione dei parigini. Si tratta ormai di m ap parecchio inutilizzabile. Le sole ali rimangono intatte. Visto nell'acqua, dà l'impressione di non essere di dimensioni molto superiori a quello che Lindbergh condusse così magnificamente al Bourget. Ma un apparecchio sifsostituisce, e Byrd — che non ha avuto abbastanza dell'emo zione della traversata del 30 giugno — pensa gt'd ad un nuovo raid. Tre nuovi motori a tre eliche e parecchie altre parti dell'aeroplano gli verranno spedite immediatamente dall'aerodromo di Roosevelt Field, permettendogli di effettuare i vari voli che egli deve compiere m Eu ropa. Un giornalista avendogli cìdesto se tuttora intenda recarsi — come in passato aveva annunziato — al Polo Sud, l'aviatore ha risposto « Il raid è assolutamente deciso. Noville e Balchen vi parteciperanno essi pure. Soltanto la data non'-è stata ancora fissata. 11 viaggio al Polo Sud è più lungo di quello del Polo Nord e deve quindi essere preparato più •minuziosamente. Partiremo probabilmente dal campo-di: giacchio che comincia presso la Nuova Zelanda ed atterrare mo in direzione dell'estremo • sud . del l'Africa o della punta estrema dell'America del Sud. Potremo contare, sa dne apparecchi, un trimotore dello stesso genere dell'America ed "un apparecchio ad un solo motore, secondo le circostanze atmosferiche. Il vento, spesso fortissimo, ' può costringerei ad' impiegare un piccolo apparecchio,' piuttosto- che "imo'' grande. — Volete dunque — ha chiesto fi giornalista — conquistare ancora fin regno sconosciuto? — No — disse tranqulllam ente Byrd — ma credo che vi sia un grandissimo interesse scientifico ed universale a sorvolare migliaia di- metri rroadraUancora inesplorati ». La gloriosa bandiera La gloriosa bandiera stellata, reliquia del vessillo nazionale del 1776, che Byrd ha portato seco a Parigi^ ctacrd innalzata sulla tomba di l.afayette e quindi, conformemente al desiderio espresso da Doumergue agli aviatori, verrà deposta nel museo della capitale, al di sopra della lapide commemorativa del viaggio deWAmerica. Un'altra lapide verrà collocai** ì&tofaspiaggia di Ver-surMer, 4Ó«e-;t:bbc,' luogo l'approdo dei quattri'aviatori. dumalsecoacsadidoficocrapoviqusopascsttrpfrponristseGrerasiledrmdristnfabstmlocteaapdarrdgng|«tcpmvdudsmStdseshpgdpiuit'indtsltdnfdSpgitldcfmnedcc