15 milioni di danni per l'alluvione nel Biellese

15 milioni di danni per l'alluvione nel Biellese 15 milioni di danni per l'alluvione nel Biellese Scene drammatiche e atti di coraggio Biella 28 notte o e o s . Biella, 28, notte. In una rapida corsa per le vallate biellesi abbiamo potuto renderci con 10 della gravila del nubifragio di ieri. 1 danni, sì de,otto intendere limitati srcciulinente nella parte orientale e nella valle del Ponzone, essi in quanto concernono i privali e le amministrazioni comunali e ia provincia, superano di mollo i 15 milioni di lire. Soltanto lo stabilimento Gllettl, come già vi ho informati, ha avuto oltre 3 milioni di danni; lo stabilimento Giardino più di mezzo milione; io stabilimento Zegna circa 1 milione; lo stabilimento Feria l milione; lo siabilimcnio Loro 150.000 lire; lo stabiliménto Verzoietio oltre UHi.uuo lire- I danni sofferti dalle varie amministrazioni comunali e provinciali si aggirano intorno ai 6 milioni e poi vi seno quelli di cui sono rimasti vittime i privati e sono intentissimi. Da niella alla regione del Fonzoiie si nolano oltre ititi franamenti. La prima frana si incouira nei pressi di pettinengo dove la strada è letteralmente sepolta dal terrìccio per oltre una ventina di metri. Poco più avanti la piena ha asportato e gettato a valle un terrapieno di oltre 2000 metri cubi. Poco prima di entrare a Veglio Mosso un alno franamento ostruisce la strada. Più oltre questa e franata ancora per lungo tratto. L'affannoso salvataggio A Valle Mosso si e verificata una violenta e altissima tromba d'acqua che passando per la località ha scoperchiato tetti, ha abbattuto capanne e sradicato alberi, l'ali di condutture elettriche ciondolano sospesi ai cavi per l'estremila superiore. Sulla via che conduce a Pistolesa ed a Musso Santa Maria sono cadute oltre 32 frane. 11 transito è completamene interrotto, nonostante il febbrile lavoro di sgombro. Una casa disabitata è rovinata nel toirente Strona. Gli inquilini delle case vicine sono riusciti a mettersi in salvo sotto l'uragano che infuriava. Lo stabilimento Picco ha riportato notevolissimi danni. Invece Iti maggior parte nelle fabbriche di Valle Mosso sono uscite pressoché immuni dal fragello. Un ponte oltre il cimitelo di Valle Mossa e stato portato via dalla piena. La zona però maggiormente colpita è quella percorsa dal torrente Ponzo-' ne, un corso d'acqua solitamente calmo e di poco conto che ieri ha assunto l'aspetto di un fiume pauroso. Il flagello delle acque 6 slato violentissimo. Torrentelli che a memoria d'uomo non avevano mai avuto piene preoccupanti, rigagnoli che appena davano la poca acqua occorrente all'industria laniera, sono Improvvisamente gonfiali, si da straripare e danneggiare gravemente opifici imponenti, portando la sciagura in una delle valli più operose. Tutto ieri diluviò, il temporali si succedevano senza Iregua, di ora in ora rovesciando rovinosi acquazzoni. Ma particolare violenza il nubifragio ha avuto sulle Preàlpi che dal Bocchétta di Sessera al San Bernardo sognano jl drspulvio alpino. Dello sorgenti che scendono dai monti di Trivero divennero torbidi torrenti impetuosi, rivolti tutti ad ingrossare fuori di misura il maggiore di essi, il Ponzone, che a valle corre da Crocemosso al ponte provinciale di Pianceri. Nella sua piena 11 Ponzone ha sradicalo alberi, ha rotolati massi in gole strette ed a ammonticchiato una barriera che ha fatto deviare le acque limacciose verso una catena di stabilimenti. Il grandioso stabilimento diletti nella giornata chiara, di oggi appare in una situazione veramente desolala. Gli operai addetti ad un febbrile lavoro di riparazione e di sgombero raccontano drammatici particolari della scena di ieri. L'acqua del torrente cominciò a battere contro le pareli verso le 14; poco dopo un capannone crollava satin la pressione delle acque e gli urli di tronchi d'alberi galleggianti. 11 direttore entrò nello stabilimento e passando di reparto in reparto diede l'allarme. Le maestranze però, inconscie del pericolo, titubavano prima di decidersi, ma un comando dato in tempo fece sospendere immediatamente l'azione dei motori. Il perìcolo delle caldaie Incominciò una fuga disordinata à centinaia e centinaia di operai, uomin e donne, mentre le prime ondate irrompevano nei saloni. Quelli che non poterono subito fuggire 6i arrampicarono sulle colonne di cemento e sulle travature metalliche che sostengono le trasmissioni. Di lassù erano costretti ad assistere alla furia deleteria delle ondate, che parevano quasi valanghe di fango, e sradicavano dalle piattafor me, portandole via come fuselli, !i pesantissime macchine per filare e cardare. La piena, abbattendo i muri, ha invaso tutti i reparti. Ad un certo mo mento le caldaie, abbandonate da macchinisti, sibilarono fragorosamente segnalando che sotto la enorme pres sione del vapore non più regolato, stavano per scoppiare. Il pericolo era gravissimo perchè l'esplosione avrebbe fatto centinaia di vittime tra gli operai rimasti 'prigionieri nell'interno dello stabilimento e fra le numerose famiglie delle maestranze alloggiate nei piani superiori dell'opificio. Ma uno dei macchinisti, passando coraggiosamente tra le ondate di fango rius.-i a tornare alle caldaie e ad aprire le valvole di sicurezza. II salvataggio di quelli che erano rimasti bloccati nello stabilimento riuscì quanto mai difficile e venne effettuato a mezzo di funi; dapprima si salvarono i bambini, poi gli operai. Il vasto lanificio presenta oggi un aspetto mollo triste. A montagne sono le pezze di stoffa sepolte sotto la melma Sono pure stati danneggiati, oltre vgmCPipvstalgfpvdzvsdtpspgfgmvddqsrcemldtelmpttpoacst1 già citati, sebbene in misura meno grave gii stabilimenti Traballio Paletta, Traballio Quilico, Figli di Celestino Torella, Fratelli itaceli lo, ecc. Verso l'ianceri troviamo un ponte ed un tratto della strada asportati dal torrente Scolilo. Questo torrente b di solilo un filo d'acqua; ieri però a poche decine di metri dalla sua foce investì lo stabilimento della ditta Feria in modo così violento che pareva dovesse minacciare l'edificio fino alle fon! (lamenta. L'acqua sfondò un muro dell'opificio e irruppe nei saloni di la-gts1cBBMvorazione devastando gli orditori ed itelai innntvp "li f.nprni rillirivnnr, ,telai, monne gii operai riuscivano amettersi in salvo e mentre il - signorFeria rimaneva ancora al suo posto,ultimo a ritirarsi, quando era quasipersa ogni speranza di contenere làpiena. Immerso nell'acqua Uno al pel io, col pericolo di essere trascinato via. l'industriale trovò la forza di raggiungere un angolo quasi calino da cui fu tratto a braccia dai suoi operai. Pili di 'dio balle di materia prima, che costituivano la scoria per la lavorazione dello stabilimento, galleggiavano intanto nei gorghi ed erano trascinate n-'l Ponzone. La fumiglia Pera che abita una casa alla confluenza del Ponzone col torrente Scolilo ha passato un brutto quarto d'ora L'acqua, abbattendo muri e porte, ha invaso il piano terreno; a la famiglia ha potuto a stento a mettersi in salvo sul tetto. A Pianceri diversi altr' stabilimenti sono rimasti danneggiati. Nel torrente Sessera si vedono bàlie di lana che vengono trascinate via dalla corrente, mentre squadre di operai attendono all'opera di recupero a mezzo di pertiche e di ganci. Procedendo in giù, verso Cessato, i segni dulia devastazione si fanno minori. A Lessona lo stabilimento Rivetti Padre e Tiglio ha avuto i magazzini inondati: ed è stato pure danneggiato lo sinbilimento Tallia. Nelle località colpita dal nubifragio si sono subito portate le autorità ed il gr. uff. Garbaccio, che ha assunto la direzione dei servizi e dei trasporti.

Persone citate: Celestino Torella, Garbaccio, Lessona, Ponzone, Quilico, Tallia

Luoghi citati: Biella, Trivero, Valle Mosso, Veglio