Sensazionale scoperta all' "Action Française,, di 3 misteriose linee telefoniche

Sensazionale scoperta all' "Action Française,, di 3 misteriose linee telefoniche Sensazionale scoperta all' "Action Française,, di 3 misteriose linee telefoniche l Governo ottiene la fiducia della Camera e il rinvio delle interpellanze sui caso Daudet - Il « leader » monarchico sempre irreperibile •• 1 risultati delia perquisizione agli uffici del giornale condurrebbero a importanti arresti Violenti attacchi giornalistici al Ministero i l e o a o e a e a e i o a ì à Parigi, 28, notte. L'incontro fra il Governo e la Camera (alla cui seduta, da una tribune pubblica assisteva — ironico e indisturbato — l'evaso Semard) ha rivelato oggi, da parte di quest'ultima, intenzioni meno fiere di quelle che si sarebbe potuto a tutta prima attenderne. Le interpellanze dei socialisti on. Uhry e Lafont si sono modestamente contenute nei limiti di due capicronaca umoristici, del genere di quelli che fanno da tre giorni le delizie dei lettori dei giornali parigini. Barthou, visibilmente preoccupato della difficoltà di salvare un prestigio personale gravemente compromesso, limitò le proprie dichiarazioni al numero di parole indispensabili per annunciare alla Camera che il Governo intendeva prendere l'affare Daudet sul serio (ilarità prolungata) e chiederle, ponendo la questione di fiducia, il rinvio della discussione delle 'interpellanze a dopo la chiusura dell'istruttoria. Due discorsi umoristici L'on. Uhry, il solo oratore che si recò alla tribuna, spezzò una lancia in favore dell'amnistia generale. «Io non interrogo il Governo sull'operato dei camèlols du rais o sulla maggiore o minore doso di ingenuità del direttore della Sante, lo interpello sul modo col (piale il Governo intende applicare la legge. Il Governo aveva dichiarato: « Nessuna differenza fra i deputati e gli altri! ». Tutti in guardina I Ora, una cosa è stata ormai assodata: la fraternizzazione fra l'esercito del re e l'esercito rosso per l'attacco alla Bastiglia della Sante 1 Biré e Doriot sono d'accordo. La falce ed il martello circondano il fiordaliso. 11 Governo apparisce come la provvidenza dei canzonieri ilei cabarets di Montmartrel II Governo qualohe giorno fa era odioso, oggi è ridicolo. La Camera dica se intende essere con esso. In quanto a noi socialisti, chiediamo la amnistia generale che è il miglior modo per non cadere nel grottesco ! ». L'umorismo dell'on. Lafont fu ancor più disinteressato : « Lo stesso Governo non può, ad onta delle proprie dichiarazioni, prendeie questo affare sul serio; ma è interessante osservare quello che avviene da qualche tempo a questa parte. Sii sono modificate certe abitudini spiacevoli. Si entra più facilmente in prigione. Un fermo » di comunisti viene deciso, e ciò è sufficiente. Si entra in carcere, come Semard, senza documenti per favorire il Governo; - ovvero si sale nell'automobile del prefetto dì polizia! Che cosa vi è da meravigliarei se si esce dalla prigione in un tassametro chiamato dal direttore delle carceri? Da tutto questo il Governo trarrà le sue conclusioni. -Per me, sono sicuro che sotto queste apparenze sfavorevoli vi è una volontà inflessibile {risate generali). Quelli che non hanno per il Governo il rispetto che io ho [nuove risale) sanno che esso non ha forza se non nelle parole, poiché manca di volontà negli atti. Quando si è un Governo forte, non bisogna dissimulare troppo. Soltanto un dibattito permetterà al Governo di sfogarsi e di provarci che questi eventi sono dovuti ad una linoa di condotta ben fissata. Si porrà, per rimandarlo, la questione di fiducia. La fiducia bisogna metterla negli scrutini quando non la si trova altrove. Ma insisto nel dire che un'ampia discussione è necessaria, e mi auguro che essa abbia luogo al più presto». I trìboli del Ministero Non si poteva certo accusare il deputato social-comunista di aver mancato di clemenza verso uomini destinati, per la loro funzione, a servire di bersaglio a lui ed ai suoi colleghi di gruppo. Ma a questa benignità della Camera (di cui, pochi minuti dopo doveva far fede l'approvazione con 350 voti contro 185 del rinvio chiesto da Barthou) ci avevano preparato i discorsi di corridoio precedenti la seduta. Era apparso infatti da stamane che le sinistre tutto considerato stimavano preferibile di sfruttare la fuga di Daudet a proprio vantaggio (traendone argomento per convincere il Governo della convenienza di rinunciare all'arresto di Cachin e di Doriot) anziché trasformarla in una sentenza di morte del ministero. La crisi ministeriale la si avrà egualmente non appena la si voglia, giacché non sono le occasioni che mancheranno. Ma per il momento la preoccupazione dominante delle sinistre consiste ne) varo della riforma elettorale prima delle vacanze elclrntpdn'pmcagbvnmcttClmsitvsdbamnptTcpsdntdpOra, la discussione della riforma i e l e a r a i a e i à i e a o r i rl i i e a elettorale deve incominciare il primo luglio. Sarà dunque certo un miracolo se si potrà sbr'garla prima della festa nazionale. Xon solo, ma i radico-socialisti ed i socialisti si sono press'a poco messi d'accordo — tra ieri ed oggi — per far votare il progetto di legge tal quale è uscito dal grembo della Commissione opponendosi a qualsiasi emendamento, 'per paura di vedere irrimediabilmente compromesse le sorti di quello che gli avversari qualificano già aborto. Che cosa avverrebbe dell'oggetto di così trepide cure se un cambiamento di ministero dovesse sconvolgere da cima a fondo le condizioni di incubazione creale a prezzo di masi di diuturna fatica? Senza dire che l'assenza di Briand e la momentanea squalifica di Sarraut e di Barthou come eventuali Presidenti del Consiglio di domani, eliminano dall'atmosfera parlamentare certi elementi di impazienza personale che sono d'ordinario proprio quelli più indicati a precipitare le soluzioni fatali. Tirate le somme, l'affare Daudet viene dunque parlamentarmente passato in riserva insieme col discorso di LuneviMe. coll'emissione delle obbligazioni al 6 per cento e con gli altri molto micidiali pretesti che dormono nell'arsenale cartellista. Ciò non vuol dire però che il Governo possa senz'altro uniformarsi all'atteggiamento agnostico della Camera. Tutte le Camere conoscono voltafaccia inattesi e brusche resipiscenze e, per quanto la regola di Poincaré sia stata Minora quella di non stuzzicare il can che dorme, e se non dorme di propinargli dei sonniferi, né lui, né tanto meno i suoi colleghi dell'Interno e della Giustizia, possono dissimularsi il carattere estremamente relativo dei voti di'fiducia strappati al Parlamento in condizioni quali quelle odierne. Le interpellanze sono rinviate, ma seguitano a pendere minacciose sulla testa del Ministero, e stasera ne è anzi spuntata all'orizzonte una terza, presentata al Senato dal sen. Del ah ave. In quanto all'opinione pubblica poi, lasciate fare alla stampa per tener vivo in essa quel fermento a cui la Camera può, per i suoi fini particolari, mettere provvisoriamente la sordina. Un assedio inutile La Volante e il Soir attaccano il Governo anche oggi senza il minimo riguardo per le consegne di moderazione votate nei segreti conciliaboli di corridoio. « Meraviglioso spettacolo dove il grottesco la disputa al ridicolo », scrive il secondo dei due fogli radicali, riassumendo, gli scacchi subiti negli ultimi tempi dalla giustizia sul terreno dei reati di opinione « E' dapprima Creniet, il consigliera comunista della Sauté (ma si, della Sante 1) che viene accusato di spionaggio. Soltanto, non si arriva a mettergli le mani addosso. « E' a -Mosca » dicono le persone che dovrebbero essere bene informate. « Niente affatto, è a Parigi » afferma un giornalista, che pubblica una sua intervista con un autografo che l'autentica. Bisogna arrendersi all'evidenza. Cremet è a Parigi. E' quindi Doriot, che si vuole arrestare al suo arrivo in Francia. Si dà l'allarme ai posti di frontiera. La polizia occupa persino il porto aereo del Bourget. Al l'ultimo momento, questo bellissimo ze 10 cessa: non lo si arresterà. Ma già Doriot è a Parigi. Di dove è passato? Nessuno, negli ambienti ufficiali lo sa, né lo saprà mai ». E mentre il Soir prosegue (citando i casi Daudet, Cachin, Semard, ecc.) 11 suo sommario delle inconcepibili prove di debolezza date dal Ministero, la Volontà scrive irosa: « Non c'è da ingannarsi : l'affarn Daudet sta diventando un affare di Sta to. Le peripezie alle quali abbiamo assistito rivelano, nell'ingranaggio dello Stato, delle manchevolezze temibili. E ciò impressiona seriamente coloro I quali si interessano alla cosa pubblica. Ogni mattina il giornale realista rivendica con superbia la parte che han no sostenuto i suoi collaboratori nel la liberazione dei prigionieri. E' pure accertato che le famose telefonate non hanno potuto essere fatte senza complicità o nel Ministero dell'Interno nell'Amministrazione delle poste e telegrafi. E l'inazione governativa continua! Nessuna decisione è presa, nes Nulla dlnmnsEaitvmnmdLpFrnstCqdrnsfsqtdelddlLgdncndgsun arresto operato. Nulla impressiona la serenità dei nostri ministri. Questa .passività costituisce da sola uno 6can- a'dalo nuovo e forse ancora più grande a i o e a o o i a à ? , o ) dei precedenti. La Camera non può tollerarlo senza rendersene complice ». Di fronte a questi attacchi il Ministero, ancorché provvisoriamente munito dell'indulto della Camera, non può considerare la partita chiusa e stai-sene con le mani in mano, Esso continua dunque ad agire, ed anche oggi le indagini per scoprire il rifugio di Daudet non hanno avuto tregua. «L'amor proprio del Go-, verno è in giuoco — si diceva stamattina negli uffici della Surèté General — Sarraut esige l'arresto immediato dei fuggiaschi ». Senonchè, dopo il falso allarme dell'arrivo a Losanna e dopo le voci segnalanti il passaggio del direttore dell'Action Francaise ora a Cherbourg, ora a Geradmer, non si è visto saltar fuori nessun indizio preciso. Stamattina le squadre degli agenti hanno assediato la villa della moglie di Daudet a Champrosay. Ma il fatto che sino a questo momento non si sappia nullaj dell'esito di tali ricerche obbliga a ritenere che anche le voci che davano Daudet rifugiato presso la madre si siano dimostrate frutto di mera fantasia. Una perquisizione fruttuosa Il solo avvenimento di qualche costrutto avvenuto oggi è stata la perquisizione fatta negli uffici dell'" Action Frammise » dal commissario della polizia giudiziaria Barthelemy e dal giudice istruttore Villette, ail'una pomeridiana. La perquisizione durò poco meno di tre ore e prese di mira soprattutto ì centralini telefonici. Il segretario generale della Lega legittimista, Lecoeur, accompagnò i funzionari prima al centralino del primo piano usato dalla redazione, dove i periti telefonisti, convocati dall'autorità, non rilevarono nulla di anormale, poi al centralino del quinto piano, riservato alla Lega, dove gli inquisitori scopersero clie delle cinque linee da esso comandate, soltanto due facevano capo ad una centrale pubblica, mentre le altre tre rimasero ostinatamente sorde all'appello dei telefonisti ad onta che due di essi portassero due numeri della rete telefonica urbana. Interrogato sullo strano caso, il Lecoeur si limitò a rispondere: Siamo liberi in casa nostra di organizzare come ci piace il nostro servizio interno. Potete frugare la casa da cima a fondo, demolitela se volete, cercate. Manco a dirlo, la risposta non parve meno sospetta della scoperta, e il suo solo risultato fu che i funzionari apposero i sigilli sul centralino misterioso e affidarono ad una squadra di operai dell'Amministrazione telegrafica l'incarico di accertare dove facciano capo le tre linee sconosciute. In città l'incidente veni va interpretato stasera come il pre ludio di nuove scoperte sensazionali e forse dell'arresto di qualche altro personaggio eminente dell' « Action Francaise ». Pare infatti ammesso che le tre linee non ancora identificate costituiscano un sistema di « posti di ascolto » clandestini, grazie al quale l'« Action Francese » era in grado di sorprendere i segreti di più di un Gabinetto ministeriale. Se la cosa è provata, la fuga di Daudet, comunque finisca, avrà reso al Governo un famoso servizio e sarà stata viceversa per r« Action Francaise » un colpo irrimediabile. Tanto è vero, che a questo mondo non si dovrebbe mai dire quattro prima di averlo nel sacco. _ C. P. 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Luoghi citati: Cherbourg, Francia, Losanna, Parigi