La clamorosa ripresa di Poincaré contro la Germania

La clamorosa ripresa di Poincaré contro la Germania La clamorosa ripresa di Poincaré contro la Germania Come ha parlato Poincaré Nel suo discorso di Luneville, Poincaré — dopo aver detto che se la Germania avesse sconfessato il Governo e la casta militare che la condussero alla guerra, a nessuno sarebbe venuto in mente di confondere tutto un popolo con un regime decaduto — cosi ha soggiunto: « Perchè la Germania quindici giorni fa inviava ostentatamente a Lisbona una nave da guerra, che porta ancora il nome di Alsazia? Perchè nei discorsi del l.o e del 3 novembre del 1935, cioè dopo Locamo, un ministro del Reich, e non tra i minori, ha detto che la rinunzia olia forza arma ta è stata semplicemente dettata alla Germania dalla constatazione che questa non possiede più forza armata? line ha dichiarato che non vi era 1■>t,a„ta. nessuna rinunzia morale, di 1 qualsia si«r^ a Provincie oa popò!^^8^»^ pVir™ a i ciso, aggiunto che considerava l'Alsazia come una provincia tedesca, e che, rinunciando alla violenza, la Germania non aveva rinunciato a nessun paese tedesco? Il Governo di Berlino può creder; che una tale interpretazione degli accordi di Locarno risponda ai sentimenti della Francia? Perchè, d'altra parte, alte autorità del Reich lasciano tin da ora capire che, prima di due anni, la Germania chiederà una revisione del piano Dawes? e non effettuerà più i pagamenti previsti? Sono queste parole di saggezza e di conciliazione su due questioni che la Francia è obbligata a considerare vitali? Se la Germania ci dicesse francamente: — Ho rinunziato all'Alsazia e alla Lorena, che vi avevo tolto colla forza nel 1871. e che avevano unanimemente protestato contro l'annessione; non tenterò di riprenderle nè con nuove violenze nè coll'astuzia, nè in qualsiasi altro modo; — se contemporaneamente essa acconsentisse finalmente, come gliel'aveva chiesto la Conferenza degli Ambasciatori il 10 febbraio ultimo scorso, a riorganizzare la sua polizia, a sciogliere le associazioni militari, ad alienare gli arsenali e le caserme che conserva, in violazione del trattato, a terminare la distruzione delle fortezze vietate; darebbe al mondo dei pegni di pace che dissiperebbero ogni inquietudine, e renderebbero facile un riavvicinamento che noi non siamo gli ultimi a desiderare... ■ Alcune settimane fa, ho insistito pubblicamente, come lo avevano fatto prima di me i miei predecessori, su queste due condizioni essenziali: riparazioni e sicurezza. Le poche parole che ho pronunciate a tale riguardo sono stata travisale in molti giornali tedeschi, e commentate talvolta con acredine. Sono stato rappresentato come una specie di monomane, personificazione irsuta della nostra povera Lorena, incapace di nutrire altri disegni che non siano quelli della vendetta Se fossi animato da tali passioni, voi sareste ì primi a sconfessarmi. Non soltanto perchè questa contrada ha sofferto orribilmente della guerra; ma anche perchè abbiamo interesse a riprendere buone relazioni coi nostri vicini; e noi ci auguriamo di poterle riprendere con piena scambievole fiducia, e senza nessun pensiero recondito. Noi siamo sicuri — conclude Poincaré — che tale sarebbe il voto dei nostri morti, se essi fossero ancora tra noi. Essi non hanno combattuto per l'annientamento e l'umiliazione di un popolo straniero: essi banno combattuto per l'indipendenza della loro patria; e non hanno cercato conquiste; ma hanno soltanto pensato che una guerra che è stata loro dichiarata non poteva terminare senza che fossero restituite alla Francia le Provincie che le erano state tolte. La vittoria ha coronato i loro sforzi. La Francia non ha più nulla da desiderare, se non la pace; ma nella piena osservanza dei trattati »,

Persone citate: Dawes, Poincaré