L'allocuzione papale

L'allocuzione papale L'allocuzione papale in Concistoro La Cina ed il Messico La condanna dell'sAction Francato» severamente co**.*ivMti Roma, 20, notte. Stamane, Pio XI ha tenuto Concistoro segreto, nei quale ha proceduto alla nomina a Cardinale di Mona. Van Roey, Arcivescovo di Malines, e di Mons. Hlond, Arcivescovo di Gnesna u Posnania. Il Pontefice ha pronunciato una allocuzione, della quale ecco un larghissimo sunto: «Teoria sovvertitrici di ogni ordino» 11 Santo Padre, mettendo a parte delle sue gioie e dei suoi dolori il Sacro Collegio, esordisce, ricordando le feste centenarie del Collegio di Propaganda Fide. A quel modo che nella solenne tornata del Collegio Urbano la diversità delle favelle e l'eguaglianza dei sentimenti di devozione alla Santa Sede, di zelo per la propagazione della Fede, gli avevano dato come la sensazione della sua paternità universale, cosi passando quasi in rassegna le varie Nazioni, rappresentate da quegli alunni, il suo cuore paterno aveva provato vivo dolore al ripensare alle sorti della Cina e del Messico. Ricordati gii orrori della guerra civile, dovuti, più che al popolo cinese, per natura generoso e amante dell'ordine, alle dottrine sovversive e importate da altrove, 11 Papa riconferma la stima e l'affetto che nutre per quella antichissima Nazione, promettendo di darne nuove ed anche maggiori dimostrazioni, appena se ne presenti l'occasione; e mentre si augura di poter fare qualche cosa di più che non semplicemente pregare, come fa e continuerà a fare, onora di pubblico eneo mio missionari e cristiani, rimasti valorosamente fedeli al loro dovere. Quanto al Messico, che versa 11 sangue della libertà religiosa, dice che le gesta dell'Episcopato, del Clero e dei fedeli, sono da annoverarsi fra le più illustri rhe vantino gli annali della Chiesa. Che se la persecuzione può strappare dalle sedi i Vescovi, bramosi di lottare e morire col loro gregge, non potrà mai strapparli dal cuore del Papa, dal desiderio e dal rimpianto del loro fedeli. Il Papa prende occasione per lodare in modo specialissimo l'Episcopato degli Stati Uniti d'America, il quale fa tutto il possibile per illuminare l'opinione pubblica sulle condizioni della Chiesa messicana e per soccorrere gli afflitti colleglli di Episcopato. Quale causa vitale della recrudescenza di barbarie e di accanimento contro la Religione, indica, come già aveva ammonito, sin dall'inizio del suo Pontificato, la diffusione pubblica e se. greta di teorie sovvertitrici di ogni ordine, che si infiltrano come veleno nelle Nazioni, mentre i governanti quasi nulla fanno per rende.rnele immuni. Ad altri popoli ancora, del pari duramente tribolati, accenna il Pontefice, ed ognuno intende quali debbano essere, augurando loro il giorno della pace e libertà religiosa. «Uscirono da noi, ma non erano dei riostri » Indi, passando in particolare alle cose di Francia, dopo di aver detto che si era proposto di scrivere all'episcopato, al clero e al popolo francese sulle presenti condizioni religiose e di aver rinviato la cosa a tempo più opportuno, il Papa si allieta delle numerose dichiarazioni, di sommissione e di obbedienza pervenutegli, sia singo larmente sia collettivamente, specialmente dai giovani. Ma insieme lamenta i casi di dissubbidienza e di ostinazione, che continuano a dare scandalo a tutta la Chiesa e particolarmente alla Francia. A questi erranti il Ponteflce applica là parole dell'apostolo verso i disubbidienti che insegnano cose che non convengono, e perciò, bisogna redarguirli « Infatti — aggiunge il Papa — se noi tacessimo delle loro dottrine e metodi, ciò equivarrebbe veramente servire un pericoloso errore — come fu già dichiarato dagli stessi vescovi francesi — e a confermarli nella loro contumacia e favorirne i vaniloqui, le seduzioni e le false dottrine; che la slabilità della pace e la tranquillità degli animi non può sussistere se non nella verità e nell'ordine, sotto la guida e l'ispirazione della carità. Orbene, quanto ripetutamente dichiarammo, ciò stesso oggi confermiamo. Chiunque davvero si ricrederà e si proporrà sinceramente di riparare all' ormai troppo prolungato scandalo dato a unta la Chiesa e a quella di Francia in particolare, sappia che noi siamo prontissimi a riceverlo e ad abbracciarlo con benignità e carità paterna. E dalla misericordia divina, che ogni giorno supplichevolmente imploriamo, vivamente speriamo e confidiamo che fra breve tutti ritornino al loro padre comune. E veramente non può credersi quanto intimamente ci sentiamo afflitti, quando ci si affaccia alla niente il pensiero che potrebbe un giorno accadere di trovarci costretti ad applicare anche ad uno solo di quei diletti figli, allontanatisi dal loro dovere, quello che nei primi tempi della Chiesa — giacché a questa Madre Santa non mancò mal qualche ragione di pianto da parte dei figli — l'apostolo della carità, San Giovanni, ebbe a dire: « Uscirono da noi, ma non erano dei nostri perchè se fossero stati ilei nostri sarebbero certamente rimasti con noi, ma si deve far manifesto che non tutti sono dei nostri ». « Busi a voi condottieri ciechi » « Ma soprattutto deploriamo la sorte di coloro, se ve ne sono (come ci viene assicurato, sebbene sia sembrato a noi sinora quasi incredibile) i quali esesndo ciechi, si fanno guida di altri ciechi. E ad essi basterà richiamare alla memoria quelle parole del Signore, che pare abbiano al tutto dimenticato: « Guai a voi condottieri ciechi. Può forse il cieco guidare il cieco? forse che non cadranno ambedue nella fossa? ». Nella fossa, cioè appunto nell'errore e nella discordia, perché resistono all'ordinamento di Dio, il quale, nella cattedra dell'unità pose la dottrina della verità, come egregiamente insegna Sant'Agostino. E la cecità di costoro, dei dirigenti non meno che dei seguaci, appare già troppo manifesta da ciò, che essi in verità si drizzano contro lo slesso padre e maestro di tutti i fedeli, per quanto a parole professino di riconoscerne e di rispettare l'autorità. Dicono, infatti, che nella causa di cui si tratta, noi siamo ignari o falsamente informati o per fosche macchinazioni e per falsificazioni di documenti, ingannati dai nostri ministri — la cui fedeltà non vogliamo lasciare senza una lode speciale — ; ovvero che per passione di partito lavoriamo alla ricostituzione di un tal quale impero o che siamo trascinati dall'affetto di qualche nazione; o che, passando i confini dell'autorità nei rvrb I stra, comandiamo cose contrarie al Ipatriottismo. Ora tutto ciò non è solo per noi ingiuriosissimo, quanto si può dire, ma oltre che alle nostre dichiarazioni, ripetute ed esplicite, anzi alla verità stessa delle cose evidentemente ripugna e sembra sapere di pazzia. Intanto a questi indocili figli non dubitiamo di rivolgere l'ammonimento dell'apostolo: «A me pochissimo importa di essere giudicato da voi in giudizio umano, anzi nemmeno io giudico da me: chi mi giudica è il Signore ». Ma ci piace mettere fine a questo ingrato argomento colle parole solenni e gravissime, onde il nostro S. Ambrogio e S. Cipriano vescovo e martire, illustrano l'unità della Chiesa, nè solamente quella che spetta ai dogmi della fede ma quella altresì che sta nell'autorità e nell'obbedienza. «Dov'è Pietra ivi è la Chiesa» « E' celebratissima infatti la sentenza di S. Ambrogio : « Dov'è Pietro ivi è la Chiesa: dov'è la Chiesa non ci è morte, ma vita eterna ». Ma per ciò che a questa si attiene già S. Cipriano aveva affermato : c Non giungerà al premi di Cristo chi ha abban¬ donato la Chiesa di Cristo. E' straniero, è profano, è nemicn. Non può avere Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per Madre ». Ed ancora, poco 'prima: « Chi non conserva quesfa unità della Chiesa come crede di conservare la fede? E chi repugna e resiste alla Chiesa, come confida di essere nella Chiesa? ». « E questa unità dobbiamo conservare fermamente e rivendicare, soprattutto noi, vescovi, che soprastiamo nella Chiesa, acciocché dimostriamo anche come l'episcopato stesso sia uno e senza divisione. Le quali ultime parole non potevamo omettere, perchè sembrano scritte in certo modo a lode del venerabili fratelli, vescovi della Francia, di quei vescovi, cioè, che per parlare conforme al Pastore e vescovo delle anime nostre, restarono con noi nelle nostre tribolazioni. A questi ed altrettanti insegnamenti dei Padri, per tutto il corso della sua vita pastorale, ci-confermò, in modo meraviglioso il venerabile Alano De Solminihac, vescovo di Cahors, intorno alle cui virtù eroiche promul¬ gammo Ieri il decreto solenne; e per una singolare disposizione della Provvidenza di Dio crediamo essere avvenuto che la nobilissima causa di lui, la quale era stata per tanto tempo in disparte, siasi proprio in questo tempo ripresa con si buon esito e cosi nella luce del mondo cattolico risplenda l'esempio fulgidissimo di questo vescovo di Francia, il quale se in ogni genere di virtù rifulse, nell'obbedienza e nel figliale affetto verso l'apostolica sede e il Vicario di Cristo si segnalò assai in un periodo di ben altre tendenze ». Subito dopo il Concistoro segreto, il segretario del Cardinale Gasparrl, Mons. Gervasi, accompagnato dal maestro di cerimonie del Pontefice, si e recato a portare il biglietto di nomina al Cardinale Van Roey, ora Vescovo di Malines. Il nuovo Cardinale, con un discorso di circostanza, ha espresso 1 suoi ringraziamenti verso il Papa ed il suo attaccamento alla Sede Apostolica. Mercoledì prossimo, alle 18,30 11 Papa imporrà il berretto al nuovo Cardinale.

Persone citate: Busi, Gervasi, Pio Xi, Van Roey