Il comunista Doriot libero a Parigi Daudet dalla prigione polemizza

Il comunista Doriot libero a Parigi Daudet dalla prigione polemizza Il comunista Doriot libero a Parigi Daudet dalla prigione polemizza Parigi, 17, notte. Il colpo di scena di ieri si è tradotto 0.ggi in una giornata parlamentare movimentata. Contrariamente alle supposizioni, Doriot è già a Parigi. Ma il Governo soprassiede al suo arresto. Pertanto la giornata d'oggi è stata la giornata dei ripari. Alla cancelleria della Corte di Appello si è presentato di buon mattino l'avvocato Kalinders, per Armare, in nome dell'on. Doriot, un ricorso contro la sentenza del Tribunale correzionale di Parigi del 10 maggio 1927, che condannava il deputato comunista a tredici mesi di carcere e tremila franchi di multa, sentenza dalla quale è stato motivato il» provvedimento esecutivo della Procura generale. E qui sorge una questione di procedura. — 11 diritto al ricorso — dicono gli avversari di Doriot — è scaduto da un pezzo, giacché esso non dura più di tre giorni dalla data di notifica della sentenza* — Nossignori — rispondono i suoi partigiani, e per essi l'on. Berthon, avvocato principe del Foro parigino — il diritto al ricorso non è scaduto affatto, perchè la notifica fu illegale, non essendo stata fatta direttamente alla parte, ma al suo avvocato. La questione è ancora in sospeso; e nemmeno la seduta della Camera, che tu stasera interamente dedicata alle azioni penali pendenti per reati di opinione, ha potuto risolverla. Verso la fine della discussione Barthou è etato tuttavia condotto da una interrogazione dell'on. Cachin a pronunziarsi sul caso, per dire che, avendo Doriot ricorso, egli non può pel momento essere arrstato, fuorché nel caeo che il ricorso venga respinto. In tale ipotesi l'arresto tornerebbe ad essere legalmente possibile ; e il Governo ripiglierebbe la propria libertà di azione; ma anche in tale ipotesi sarà eua cura darne preavviso alla Camera,, a ogni buon Une. — Siamo ancora più soddisfatti di Ieri — esclamò a questo punto Renaudel, il quale, pochi minuti prima, si ita. vantato coi comunisti, pur fingendo di coprirli di contumelie, di essere stato lui a strappare Doriot dalle unghie della Giustizia. E Barthou concesse sorridendo: — Cosi andrete di soddisfazione in soddisfazione... Poincaré acido: • Si accomodi! Ma il record dell'umorismo doveva essere battuto da Cachin, il quale,-di fronte alla remissività di Barthou e alla garanzia che il compagno di fede era ormai fuori pericolo, si alzò, gonfiando il petto, dal proprio banco, per proclamare solennemente : — Da questo momento Doriot è a disposizione della Commissione della Camera. — Si accomodi! — concluse acido Poincaré, fra le risa dell'assemblea. E non fu difficile intendere come il Presidente del Consiglio sentisse acer- regilèlalasgtanRfzzeMvbclrdMpvpbcnidLgnstPccnbamente il ridicolo della situazione, creata al Governo dalla precipitosa ritirata che seguiva l'atteggiamento comminatorio di ieri. Fortuna che, pochi minuti prima, egli era stato confortato da due belle votazioni ottenute sul rigetto di un ordine del giorno comunista — 400 voti contro 142 — e sul rinvio di una interpellanza puro comunista, relativa all'arresto Semard-Girault — 400 voti contro 150- — Sennonché la natura stessa di tale conforto" prova ad usura come la tattica della Camera consista nel seguire il Governo quando si tratta di accordare soddisfazioni verbali ai principii d'ordine e di autorità, per scagliarsi poi non appena si tratta di passare ai fatti. Dojo il discorso fulminante pronunciato da Barthou la settimana scorsa, che cosa abbiamo avuto oggi? Un nuovo discorso del Guardasigilli, interamente dedicato ad attestare la sua clemenza : Gii ardui — ha detto il ministro, accennando ai tre libertari che fecero lo sciopero della fame — è stato messo In libertà mercoledì mattina; in quanto al secondo detenuto. Bucco, è stato graziato; il terzo, Lauzillo, non ha potuto beneficiare dell'amnistia, poiché i fatti per i quali è stato condannato datano dal 1927: beneficerà di una misura di grazia. L'art- 14 della legge del 1894 non prevede una riduzione di pena. Resta a sapersi se i detenuti possono tuttavia beneficiare di tale riduzione e dell'applicazione del regime dei prigionieri politici. Dal 1922, siccome ero già collaboratore del signor Poincaré alla Giustizia, inviai ai procuratóri generali delle circolari per chiedere loro ' di raddolcire le sorti dei prigionieri politici. Sono stato trattato da certa parte dell'Assemblea come un torturatore e un carnefice. Faccio appello alla Camera. In fondo, io mi impegno ad esaminare gli incartamenti dei detenuti, tenendo pure conto della loro situazione di famiglia e del loro stato di salute; mi sforzo di conciliare-la preoccupazione di far applicare la legge colla preoccupazione dell'u inanità. Per quello che concerne la de tenzione, ricordo che con i miei colleghi del Governo ho deciso che i condannati politici la compiano non al egime di diritto comune, bensì al reime politico. Che cosa avrebbe potuto dire di più povero Barthou? 11 lupo di ieri si fatto agnello, e le due votazioni dela giornata mostrarono a qual punto a Camera apprezzi la sua metamorfo. Per accordare un compenso al logione, il Guardasigilli se l'è presa tutavia coi comunisti di fuori: le sezioi di Goenigsberg e di Amburgo della nthilfe, colpevoli di avergli telegraato protestando contro la incarceraione di Girardiin, di Buoco e di Lauillo. E qui la virulenza della rampona di Barthou non si accordò limiti. Ma mentre accumulava biasimi e inettive contro gli stranieri, l'oratore adava a ripetere : « Capisco, a rigore, he protestino le sessioni francesi dela Rothilfe... ». E pareva di vedere erare sulle sue labbra il sorriso melato i Ferrer, durante la sommossa di Milano, quando, per rassicurare il roprio compagno di vettura gli lasciaa cadere il famosissimo: Si es culable. La polemica tra il capo del Governo e il dottor Bernard Intanto, lasciando i comunisti in libertà, per venire a Daudet, nel suo carcere, debbiamo segnalare oggi un nuovo curioso episodio della polemica ngaggiata con Poincaré dai familiari dell'arrestato. Ricorderete che il dottor Luciano Bernard aveva scritto il 15 giugno al Presidente del Consiglio per negare di non avere affermato mai in sua presenza il proprio convincimeno che Filippo Daudet si fosse ucciso, Poincaré gli ha risposto: « I miei ricordi sono oltremodo pre cisi. Non soltanto voi mi avete detto che il ragazzo era colpito dalla mo nomania della fuga, che conduce quasi fatalmente al suicidio; ma avete aggiunto, in termini formali, che egl' era sotto la influenza di una doppia e gravosa eredita. Non ho voluto dare quest'ultimo particolare in una lettera a una donna; ma se voi negate le pai-ole che avete pronunciato, e che io ricordo nel modo più esatto, sarò indotto a precisare, e lo deplorerò vivar.ente. Il giorno in cui vi ho ricevuto voi non mettevate affatto in dubbio il suicidio; ed era appunto questa la ra gione per la quale eravate venuto a chiedermi di far trasportare il cadavere in segreto al domicilio dei genitori. « Ricevete, signore, i miei saluti. « Poincaré ». « p. S. — Questa'lettera sarà pubbli cata, se la vostra lo è ». A questa lettera il dottor Bernard replica: ' ,- « Signor Presidente, mi dite che vostri ricordi sono esatti; e segnalavate ieri la presenza di Giacomo Al lard, che non assisteva al nostro col loquio. Non vi ho detto che la fuga conduce « quasi fatalmente » al suici dio, perchè inesatto dal punto di vista medico- E' perfettamente esatto che noi abbiamo parlato di eredità, perché dal fpqzdLdlnsQflcr■cdllpunto di vista medico è la spiegazione della fuga. E' pure esatto che noi accettavamo tutti, in quel giorno, la versione * suicidio », perchè era possibi le. e resa verosimile dai rapporti pre sentali. «Ricevete, signor Presidente, l'assi curazione della mia considerazione. « Dottor Luciano Bernard ». « ...Voi siete al vertice delio Stato, io in fondo a nna cella...» L'impegnarsi di una polemica di que sto genere, tra un privato ed un Capo di Governo, sarebbe di per sé abbastanza singolare. Ma quello che è an cora più singolare, è che nella polemica intervenga un detenuto. Leone Daudet, avvertito dal Bernard di quanto accadeva, ha scritto infatti a sua volta a Poincaré la lettera seguente: « Prinione della Sante, 16 gin gno 1927. « Signor Presidente del Consiglio, mi si comunica l'inaudita lettera ohe voi sc.niveste al dottor Luciano Bernard circa l'assassinio del mio disgraziato fijrliuolo: assassinio in cui è incolpato vostro cognato, il controllore generale La/nnes: lettera in cui voi rivolgete al dottor Bernard questa minaccia cond' zionale: questa lettera sarà pubblicata, se la vostra lo è. Cosi, dunque, si erior Presidente del Consiglio, voi riaprite l'affare Filippo, nel momento in cui io entro per vostra volontà in prigio ne. Ma voi siete al vertice dello Stato e io sono in fondo ad una cella. Cer tamente le armi non sono eguali; ma la forza della verità, che è in me, ri stabilisce il vantaggio. Per quanto normale e insolita eia questa lotla, tra un detenuto e il Capo del Governo credo che saprò, con l'aiuto di mia moglie, dei miei amici e di tutta la eente onesta, sostenerla. « Vi saluto, signor Poincaré. « Leone Daudet » n succedersi di tanti colpi di scena cenerà intorno alla 6torica polemica francese un'atmosfera che viene eem nre niù saturandosi di elettricità. Sia mo -per .il momento alla fase dei lamp ma attenti alla saetta! C. P.

Luoghi citati: Amburgo, Milano, Parigi