La banda dei trapanatori

La banda dei trapanatori La banda dei trapanatori Condanne da 8 a 12 anni di reclusione (Tribunale Penale di Torino) li dl hioso processo asIei td i è hi di Ieri, a tarda ora, 6i è conchiuso dinanzi alla sezione VI del Tribunale il nrocesso contro la cosidetta banda dei trapanatori. Troppo si disse già 6u quese colonne attorno alle imprese compiute dagli affiliati a questa pericolosissima associazione, in occasione della fortunata operazione di polizia che portò all'arresto di una ventina di individui ed al sequestro di ingente auatitità di refurtiva, perchè tutti gli elementi che hanno formato oggetto del macchinoso processo debbano essere minutamente riferiti. Dopo una laboriosissima indagine, durante la quale vennero coltivati ed approfonditi i molti elementi già emersi dall'indagine condotta dalla polizia, il giudice istruttore rinviò a giudizio del Tribunale 18 persone : Arrigo Brancolili di 31 anno, abitante in via Teramo. 3; Vittorio Manfredini di 26 anni abitante in via Drovetti, 25; Ercole Novarina di 28 anni, abitante in via Rattazzi. 10; Alberto Ombra di 26 anni, abitante iin v. Tarino, 4; Umberto Picena d'anni 34; GabnieUa Rittatore Bronconi d'anni 28; Filippo Saruglia d'anni 28; Lorenzo Dacomo d'anni 30, abit. in via Artisti, 19; Luigi Arrigoni di 37 anni abitante in via Gioberti, 37; Agostina Berbotto, di 40 anni, abitante in via Montevecchio, SI; Giuseppe Berbotto di 32,-anni, abitante in corso Dante, 8: Pietro Bonardo di 28 anni, abitante in via Onnea, 149; Giuseppe Bosso di 27 anni, abitante in via Cuorgnè, 12; Antonio Cliiabrando di 26 anni, abitante in via Pio V, 46; Emilio Dante di 33 anni; Vincenza Ferrerò di 30 anni, abitante in via Cuneo, 6; Dante Manfredini di 34 anni, abitante in via Barbaroux. 5. La più parte di costoro vennero accusati di avere dato vita ad una associazione a delinquere, il cui capo era il Bianconi, e poi di una serie interminabile di furti commessi a Torino neeli anni 1924-25 in danno di negozi di tessuti. In quali circostanze queste imerese ladresche 6i 6iano verificate, i lettori già sanno. La banda disponeva d'un armamentario di strumenti ed ordigni di ogni genere, nonché di una orcanizzazione perfetta, iln un garage di corso S. Maurizio, di cui il Branconi si serviva apparentemente per rlnon'i la sua motocicletta, la polizia scorni una specie di officina dove ta Inno degli affiliati procedeva personalmente alla confezione delle chiavi false e degli arnesi che dovevano servire noi ai colleghi per forzare nottetempo gli ingressi del negozi e dei magazze ni nresi di mira. Come si ricorderà, la scoperta della banda fu dovuta al commissario cav, RamaLla, ai marescialli Di Pietro e Tezzi ed ai brigadieri Monti e Verar di della squadra mobilie. Il valore delle merci sottratte in tutti i furti commessi è rilevantissimo e su nera di certo le 300 mila lire. Ma solo una carte minima di questa merce potè essere ricuperata presso la inodie del Branconi, Gabriella Rittatore, nonché presso Ombra, Picena. Berbotto. Bonardo, Emilio Dante e Vincenza Ferrerò i quali vennero accusati di ri reflazione dolosa. La più parte degli imputati hanno già avuto a fare pre cedentemente e ripetutamente colla giustizia. Tra i principali, il solo incensurato era il presunto capo dell'associazione, il Branconi, il quale, qui a Torino, pur vivendo ai margini del commercio, dava l'impressione di svolgere un'attività commerciale intensissima e non sospettabile. Ma appunto uer questa ragione — secondo l'accusa — egli aveva potuto sostenere per tan to temno il ruolo di organizzatore e di dirìgente della criminosa associazione Il processo, come abbiamo detto, è durato quasi una quindicina di giorni dato il numero degli imputati, delle pani lese e dei testimoni. Il P. M. cav. Casalegno, che in concorso col giudice istruttore aveva condotto i labo riosi accertamenti nel periodo istruttorio, ha sostenuto all'udienza l'accusa contro tutti gli imputati, per i quali richiese gravi sanzioni oscillanti tra i due ed i 12 anni di carcere. In difesa degli imputati (i quali si mantennero tutti negativi, respingendo con quella di essersi riuniti in associazione an. che le singole accuse di furto) parla rono gli avv. Maccari, Pavesio, Farinelli, Dagasso, Gianotti, Bianchi-Mina Fiasconaro, Camoletto, Bardessono, Gino Obert, Magliola, Viancini, Rattone, A. L. Cavallo, Astore, Giulio, Del Vecchio. Delle parti lese talune si costituirono Parte Civile e le loro ragioni vennero sostenute dagli avv. Fiorio, Fenoglietto e Lavezzeri. In, un dibattito durato parecchi giorni i patroni contrastarono tenacemente l'accusa, principalmente sul tema dell'associazione a delinquere, e ieri, a tarda ora, dopo una lunga permanenza in camera di consiglio, il Tri- bunale, presieduto dal conte Panelli, ha emanato la sentenza. A questa fase conclusiva del macchinoso processo assisteva uno scarso pubblico, costituito in prevalenza di donne, parenti o amiche degli imputati. Del resto alle diversa udienze la folla non ha mai fatto ressa agli ingressi della tribuna. Gli imputati, quasi tutti in istato di airesto, sledono, come al solito, su duo file di panche, custoditi da un nugolo di carabinieri: nessuno dimostra soverchia emozione alla lettura della sentenza. Il Tribunale ha ritenuto colpevoli del reato previsto dall'art. 248 del C. P. (associazione a delinquere) Branconl, Vittorio Manfredini, Novarina, Saruglia, Dacomo, Arrigoni, Chiabrando e Bosso. Per tale reato o per i furti loro addebitati che ha giudicato costituiscano un unico reato di furto continuato, ha condannalo: Arrigo Bianconi a 9 anni, 8 mesi e 25 giorni di reclusione; Vittorio Manfredini a 10 anni, 6 mesi e 25 giorni; Ercole Novarina a 10 anni, 6 mesi e 25 giorni ; Filippo Saruglia a 12 anni, k mesi e 20 giorni; Lorenzo Dacomo a 8 anni, 3 mesi e 20 giorni; Luigi Arrigoni a 12 anni, 4 mesi e 20 giorni; Giuseppe Bosso a 8 anni e 6 mesi: Antonio Chiabrando a 12 anni, 3 mesi e 12 giorni. Tutti, ancora, a 2 anni di vigilanza della P. S. Ha condannato poi per ricettazione: Alberto Ombra a 3 anni e 10 giorni di reclusione, 1000 lire di multa e un anno di vigilanza; Umberto Picena a 11 mesi e 10 giorni di reclusione; Gabriella Rittatore moglie Branconi a 2 anni e 15 giorni di reclusione, e 1400 lire di multa; Agostina Berbotto a 7 mesi di reclusione e 350 lire di multa, coi benefìci della condizionale e della non iscrizione; Giuseppe Berbotto a 1 anno e 2 mesi di reclusione, e 700 lire di multa; Pietro Bonardo a 1 anno di re cluslone; Emilio Dante a 9 mesi di reclusione, e Vincenza Ferrerò a 1 anno e 9 mesi della stessa pena e 1500 lire di multa. Ha assolto per insufflcenza di prove da tutte le accuse di correità in furto, Dante Manifredini. Alla lettura defila sentenza seguono gli strilli e le urla dello stuolo di donne, famigliari degli imputati, come avviene in tutti l processi di questo genere. Ma non avvengono scenate di speciale rilievo. L'aula è faita subito sgombrare dai carabinieri, i quali traducono poi i condannati in cella. Il trasporto al cellulare avviene più tardi, sotto buona scorta.

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