L'uccisore dell'on.Casalini assolto per totale infermità di mente

L'uccisore dell'on.Casalini assolto per totale infermità di mente L'uccisore dell'on.Casalini assolto per totale infermità di mente Sarà internato in un manicomio Roma, 15, notte. L'udienza si Inizia alle 9,20. L'imputato Corvi qualche minuto prima era già al buo posto nella gabbia, nella sua consueta posizione di immobilita assolute, e di fredda impassibilità. Il presidente, comm. Moroni, legge 11 questionario che dovrà essere sottoposto ai giurati. Esso viene senz'altro approvato e quindi ha subito la parola U P. M., comm. Marinangeli, il quale nota come in questa causa .non aliti alcun soffio di passione o di sentimento. Egli -dice:' Il Pubblico Ministero «Il Corvi ha premeditato il delitto, ha atteso la vittima e l'ha uccisa. 1 testimoni non hanno potuto che dire questo: è stato consumato un omicidio premeditato da parte cri un uomo normale; donde deriva la applicazione dell'art. 366 Codice Penale, che prevede e punisce il delitto di omicidio volontario commesso con premeditazione. Si tratta di una semplicità lineare, che balza viva dagli elementi di tatto, nonostante che la difesa ingegnosamente inserisca nel dibattimento le tesi della infermità mentale e dell'ubbriachezza >. L'oratore tratteggia quindi la figura dell'ucciso, alla cui memoria manda un reverente saluto. Tornando alla figura dell'omicida afferma che non può parlarsi di infermità mentale, può forse parlarsi di suggestione, ina nel senso di « solidarietà criminosa « con altri delitti dell'antifascismo; non può parlarsi di suggestione come malattia, Indice di un morboso stato mentale. Infermità etica dunque, contraria ai supremi principi! della legge, che trae la sua origine da un movente preciso e chiaro; non infermità patologica elle deve esistere al momento in cui si compie il delitto. Il Corvi, che era un comunista, ha creduto di erigersi a giustiziere: vendicare Matteotti. Lo ha detto e confermato qui ed in istruttoria. Non c'è un teste che abbia parlato di squilibrio descrivendo il carattere del Corvi, nè vi sono episodi che come uno squilibrato lo facciano apparine. La tesi dell'irresponsabilità Dopo qualche minuto di sospensione prende la parola il difensore del Corvi avv Cassinelli. Egli, dopo aver espresso la sua reverente ammirazione per la nobile vedova dell'eoi. Oasalini, che non ha voluto nemmeno costituirsi Parte Civile, osserva che non vi è crisi prodotta dalla guerra che non si ripercuota tragicamente negli spiriti del sopravvissuti. Corvi risenti di questo ambiente, secondo la Difesa, ed è irresponsabile per eredità alcoolica, intolleranza all'alcool, instabilità vasale, paranoia; non ha veri e propri! fenomeni di allucinazione, ma ha errore ■di percezione, di argomentazione, di delirio con un monoideismo a fondo paranoide. Conosce i suoi atti, ma ha incapacità di vaiularJi, se non, in rapporto al tema paranoico che, con cadenza ritmica, lo martella e lo devia. Prova di questa delirante coscienza èil credere di compiere una missione anziché un delitto, è l'annunzio da lui preparato per i giornali. L'oratore esamina il comportamento del Corvi nel periodo in cui l'imputato faceva qualche servizio alla famiglia Casalinl, fino a quando ucciso sotto lo «choci del delitto Matteotti, dopo aver gettato nel suo macinatolo cerebrale, senza critica, senza alcuna possibilità, di ragionamento, tutta'una serie di false interpretazioni; falsa interpretazione la scopa messa alla finestra di Gasallut e da lui ritenuta irrisoria per Matteotti: falsa interpretazione l'assurdo lavaggio di panni insanguinati di cui egli ha parlato. «E' pazzesco, quindi, non solo il determinismo del delitto, ma anche il delitto. Corvi è pazzo come la Gibson, con questa differenza, che la Gibson è una paranoica a mentalità elevata ed evoluta, e Corvi, invece è un paranoico a mentalità inferiore, che sta fra la puerilità e l'imbecillità. Minaccia di morte un bimbo; risulta dagli atti che chiede un cavallo per marciare su Roma e ammazzare tutti i fascisti; ha idee e azioni non solo errate, ma paradossali, inconsulte, sempre nìù paradossali e inconsulte allorchè lo « choc » emotivo provoca nei suoi processi psichici più elevati Una dissonanza psichica •. Il difensore conclude chiedendo quindi l'assoluzione. Nell'udienza pomeridiana il P. M. ribatte e l'avv. Cassinelli brevemente controreplica. L'assoluzione • Al manicomio Il Presidente dichiara chiuso il dibattimento ed ordina lo sgombro del l'aula, perchè i giurati possano proce dere alla votazione dei quesiti. Alle 18,40 il" pubblico è fatto rientrare nell'aula e il cancelliere legge la risposta dei giurati ai quesiti. I giurati hanno ammesso la materialità del fatto ed hanno ritenuto che l'imputato Giovanni Corvi, quando ha comme660 il gesto criminoso, *>i trovava in tale stato di infermità di mente da non avere la coscienza e la ^berià dei propri atti. Ammessa la totale infermità di mente gli altri nuesiti restano naturalmente assorbiti, il Pubblico Ministero ha la parola e dice: — In base al verdetto dei giurati chiedo l'assoluzione dell'imputato. Mi rimetto al Presidente per l'internamento del Corvi in un manicomio. Prende quindi la parola l'on. Cassinelli. il duale dice: — Ho vissuto il dramma di Giovanni Corvi nella sua interezza e per lunghi mesi mi sono tormentato nell'indagine dell'idea delirante da cui egli è oc fiseduto. Con la stessa sincerità, oah la mrale ho fatto questa dichiarazione, debbo aggiungere che tale idea delirante tuttora permane nel Corvi. Io avrei tutto l'interesse che il Corvi fotse liberato: invece dichiaro, eignor Presidente, di ritenere che il Corvi per un do* di tempo sia pericoloso alla società. Accetti, signor Presidente, que- sto disinteressate osservazioni della Difesa e voglia avvalersi della facoltà a Lei concessa e disporre che Giovati ni Corvi sia internato in un mani comio. Presidente, al Corvi: — Avete nulla da aggiungere? n Corvi si alza in piedi e risponde: — Nulla. Poitorna a sedersi, assumendo il solito contegno di completa impassibilità. Il (Presidente comm. Marone si ritira nella camera di Consiglio e dopo una ventina di minuti rientra nell'aula e legge la sentenza, in base alla quale Giovanni Corvi — poiché il verdetto del giurati ha ritenuto che l'atto criminoso renne compiuto in uno sta to di totale infermità di mente -e l'ini putato non è punibile per altri motivi — è dichiarato assolto. La sentenza ordina quindi l'internamento del Cor vi in un manicomio. Giovanni Corvi ha ascoltato la let tura d'Olla sentenza senza battere ciglio, senza manifestare alcun 6egno di commozione o di interessamento per la sua sorte.. Alle 19,10 il pubblico ha sgombrato l'aula tra i più animati commenti.

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