Poincaré risponde alla madre di Daudet

Poincaré risponde alla madre di Daudet Poincaré risponde alla madre di Daudet II deputato comunista Doriot telegrafa da Mosca preannunziando il suo imminente ritorno. pù a e l i o e . a a . i e . o l a l o ? i i e o l e i n V Parigi, 15, notte. Intervistato da un redattore dellMciion Francaise, Leone Daudet, il nuovo ospite della Sante, si è dichiarato, a onta di tutto, profondamente soddisfatto : « La mattina di lunedì 6conso — ha detto — è stata una dimostrazione luminosa della potenza dell'/teflon Francaise : non soltanto per lo spiegamento gigantesco di forze militari e poliziesche destinate a domarci; ma sonrattutto per la risoluzione degli uomini e dei giovani, venuti a rinchiudersi con noi. Se lo Stato repubblicano è ancor capace di qualche -riflessione, che non gli sia imposta dalla sua polizia politica, dovrà tener conto dell'avvertimento, tanto più che questa truppa non era the una avanguardia. Dal punto di vista re;.lista, io 6ono soddisfatto pel modo con cui le cose 6i sono svolte. Se la coca fosse stata spinta più innanzi, lo stesso regime sarebbe 6tato In pericolo: poiché nessun regime avrebbe potuto .resistere a una ecatombe di un migliaio di uomini e di giovani appartenenti alla Mite intellettuale e morale della Nazio ne. Ma io non potevo assumere la responsabilità che un tale massacro a vesse alla 6ua origine un affare che per quello che riguarda la sua essen za, non concerne che me e mia moglie. « In quanto all'affare del piccolo Filippo, le conseguenze della mia incarcerazione saranno eccellenti. Ho affermato solennemente davanti alla fronte delle truppe 'schierate in via Roma che Filippo era stato assassinato. Ho l'abitudine del pubblico: in quel momento un lungo fremito si è manife stato tra le file dei soldati, guardie repubblicane e agenti. Tutti quei Francesi hanno capito e mi hanno compreso, il magistrati della Corte di 4s sise e della Corte di Cassazione hanno perduto, insieme col loro onore prò fessionale, anche il loro tempo, flngen do di credere, malgrado l'evidenza che il mio beneamalo figlio si fosse ucciso. Non ritirerò affatto la mia que rela per falsa testimonianza contro Flaoutter. Vidal e compagni. Essa farà il suo corso. «Dite ai lettori dell'Action Francai se che la causa ha fatto un gran passo, e che la vittoria del Governo è del ti do 6tesso della vittoria di Pirro » « La (orza doveva rimanere alla legge » A prescindere da questo piccolo « discorso 6ulla montagna», ove non man ca, per essere sinceri, una discreta dose di megalomania, un nuovo incidente è venuto ad aggiungersi oggi a anelli che avevano contrassegnato l'ar resto di Leone Daudet. La madTe del direttore deir.4cf.ion Francaise, che come tutti 6anno, è la vedova dell'autore di Sapho e dell'indimenticabile Tarlarln, Alfonso Daudet, profondamente addolorata e ferita dall'arresto del figlio, ha scritto a Poincaré la let tp.ra di fiera rampogna, che già cono 6cete. Il presidente del Consiglio ha ri sposto: « Signora, la vostra lettera mi commuove vrofondamente, ma non desta in me nessun rimorso. Il giorno in cui il vostro disgraziato nipote è stato ri conosciuto all'ospedale Lavoisier, ho ricevuto la visita del signor Allart, di Giacomo •Balnvllle e del dottor Lucia no Bernard. Essi venivano da parte di vostro figlio, a pregarmi di fare in modo che il cadavere di vostro nipote potesse essere ricondotto segretamente alla sua casa. Il dottor Luciano Ber nard mi ha dichiarato che il ragazzo era colpito dalla mania della fuga che, a quanto egli mi ha dello, conduce auasl fatalmente al suicidio. Ho fatto il necessario perchè il vostro po vero nipote fosse trasportato dal geni tori. Da quel momento, nessuno ha de sideralo più ardentemente di me che tutìa la verità fosse stabilita sulle circostanze della sua -morte. Anche di re cente. fu di pieno accordo con me che il Guardasigilli presentò una istanza di revisione, malgrado l'opinione con trarla della Commissione competente Essendo la condanna divenuta definì Uva. avrei desiderato che fosse possi bile non eseguirla; lo avrei desiderato per riguardo verso un padre crudel mente colpito; lo avrei desiderato anche a causa delle abbominevoll calunnie che vostro figlio ha~ creduto di potere, da qualche anno a questa parte, rovesciare su di me e sui miei, e che mi hanno mostrato a qual punto egli si fosse smairlto nel dolore. Ma, in presenza degli attacchi, che vostro fi- alio ha diretto contro la Magistratura, e delle sfide da lui rivolte al Governo, il Gabinetto ha ritenuto che la forza doveva rimanere alla legge. Il compimento di questo dovere è stato doloroso tanto per i miei colleghi quanto per me; ed è stato fatto il necessario affinchè vostro figlio fosse trattato con lutti i possibili riguardi ». Il libertario scarcerato e il comunista che torna Di fronte I a questo patetico ma acerbo scambio di lettere, che sembra escludere sempre più nel Governo l'intenzione di accordare a Daudet una grazia speciale, per confonderlo invece, nel novero delle voci già riferitevi, in un provvedimento di amnistia collettiva, viene molto commentata la liberazione, avvenuta oggi a mezzogiorno, dal libertario Girardin, che da venticinque giorni iniziava all'ospedale Cochin lo sciopero della ' fame D'altra parte il comunista on. Doriot ha telegrafato da Mosca al presidente della Commissione di esame della domanda di autorizzazione a procedere in ouesto termine : « Protesto energicamente contro le allegazioni menzognere del ministro degli Interini, concernenti il primo telegramma che ho inviato. Soltanto le difficoltà di trasporto mi hanno impedito di tornare più presto. Giunto a Mosca, riparto rapidamente. Non appena giunto, mi metterò a disposizione della Commissione, come essa ne ha manifestato il desiderio. — « Doriot Giacomo'. « Non vogliamo fare le spese di un'intesa contro la Russia » Il tono aggressivo del dispaccio la dice lunga sulle intenzioni del deputato comunista e sul conto in cui sono tenute le filippiche di Sarraut e di Barthou. Il deputato Doriot sarà a Parigi sabato o domenica; e lo rivedremo sicuramente tra poco pontificare alla tribuna della Camera, forte di tutta la nuova autorità conferitagli dalla situazione di privilegio goduta nell'Unione delle Repubbliche socialiste' e sovietiste. Le necessità della prossima campagna elettorale continuano insomma a dominare il Governo; e quello che precede basta a permettere di intuire con quanto riserbo Briand segua a Ginevra la vana fatica di Chamberlain per costituire, d'accordo con la Germania, il fronte unico antibolscevico; riserbo reso tanto più grande dalla considerazione che, nell'ipotetico accordo in questione, metà almeno delle spese, dato che l'Inghilterra si decida a mollare in favore di Berlino qualche mandato coloniale, dovrebbe essere fatto dalla Francia: « Non vogliamo — dice crudamente Gauvain sui Débats — fare le spese di un'intesa contro la Russia. Esiste, se non presso i ministri, presso qualche giornalista inglese e francese, una tendenza a pregare Stresemann ad intendersi collTiighilterra e con noi, per domare il bolscevismo. Noi non abbiamo bisogno del concorso tedesco, né vogliamo chiederlo. Sarebbe pericoloso, anche nel caso .inverosimile nel momento attuale, di un conflitto armato. Nulla sarebbe più inquietante per i nostri amici dell'Europa centrale, come per noi stessi, di un intervento militare tedesco sotto una forma qualsiasi negli affari russi. E' inutile insisterà ora, perchè l'ipotesi non è presa in considerazione che dagli avventurieri. Per il momento noi consideriamo soltanto, e siamo in diritto di chiederlo che, in conformità dei trattati, la Ger mania si tenga tranquilla ». Il » Temps », che non «aria mai senza avere bene misurato la portata di quanto dice, osserva: « Stresemann ha certamente potuto rendersi conto a quest'ora che non si tratta per la Germania — come del resto per le altre potenze — di entra re o di non entrare in un blocco anti sovietico; e ciò per la buona ragione che non si pensa a formare un tale blocco, e che non vi è nessuna coali zione che stia organizzandosi contro i Sùvieti, e che tutte le Potenze restano assolutamente libere di dare alle loro relazioni con Mosca il carattere che esse ritengono meglio convenire ai loro interessi. Nessuno in Europa pensa a fare la guerra all'Unione sovietica; ma tutti hanno il desiderio di difendere l'ordine e la pace, ciò che è il primo dovere dei Governi e dei popoli coscienti delle loro respon sabilità verso se stessi e verso gli altri ». Accordarsi con la Germania, per paura di doverle fare delle concessioni: ecco, da parto della Francia, un bel paradosso politico I... Ma il desiderio dell'Inghilterra, di accordarsi con la Francia per farle fare delle concessioni alla Germania, non è un paradosso meno bello. Fra tanti strappi alla logica, Doriot sa benissimo che troverà un buco, attraverso il quale cavarsela. 0. P.