L'ingente crack del finanziere astigiano

L'ingente crack del finanziere astigiano L'ingente crack del finanziere astigiano Una fantastica rete di affari i ] Una serie interminabAle e complicata di operazioni non tutte chiare e cristalline, caratterizzano la vicenda fallimentare dell'affarista astigiano dott. Prospero Pescarmona, i cui creditori sono stati riuniti ieri per la prima adunanza nell'aula della I Sezione del Tribunale. Come arrivò al dissesta Del dissesto che ha colpito il dott Pescarmona si è già discorso succintamente nei giorni passati. Nei 1&54 egli aveva acquistato la totalità delle azioni della Banca Agricola Commerciale di Chivasso, mentre questa era già in pieno dissesto, in quanto le perdite da essa subite per ragioni varie formavano uu delicit che superava il capitale sociale. Per quanto edotto di questo fatto, il Pescarmona concluse l'operazione e riscattò il pacchetto delle azioni che però non pagò in contanti, ma bensì con efletti cuuibiari che alle diverse scadenze non vennero estintL In tal modo egli si impadronì della Banca, la cui unica attività tangibile e realizzabile — il portafoglio — egli trasferi tosto ad una fittizia sede di Asti della Banca stessa e quindi in realtà a se stesso. Ma nelle mani del Pescarmona la Banca non risollevò le sue sorti, che anzi — attraverso ad una congerie di operazioni e di traffici — essa andò dritta verso il fallimento, dichiarato il 6 maggio scorso dal nostro Tribunale civile. Gli accertamenti compiuti dal curatore prof. rag. Nino Serazzi, nel primo periodo della procedura, posero in luce delle emergenze gravi a carico del Pescarmona, si che il Tribunale — in seguito ad un esposto del curatore stesso — dichiarava il 15 maggio il fallimento in proprio del dott. Pescarmona, retrodatando la cessazione dei pagamenti al massimo consentito dalla legge e cioè al 15 maggio 1924. Quasi contemporaneamente, in seguito a denuncie di singoli creditori che lamentavano di essere stati raggirati dal Pescarmona nella trattazione jii cospicui altari, costui veniva colpito da mandato di cattura ed arrestato a Milano. A curatore del suo fallimento il Tribunale nominava ancora il prof. Serazzi ed a giudice delegato il cav. Casoli, date le connessiti di questo dissesto con quello delia Banca Agricola Commerciale di Chivasso. La prima adunanza dei creditori è riuscita affollatissima: molte delle ditte e delle aziende danneggiate erano assistite e rappresentate da legali del nostro e di altri Fori, tra cui gli on. Bertacchi, Villabruna, Baracco eli avv. Secreto, Fea, Calandra, ecc Aperta la seduta, il giudice cav. Casoli ha dato ia parola al curatore prof. Serazzi che ha intrapreso subito la lettura delia sua relazione. Chivaeso-Tdrino e Asti « 'La dichiarazione di fallimento del dott. Prospero Pescarmona — premette il curatore nella sua relazione — rappresenta l'inevitabile epilogo, non la causa come da taluni è stato affermato, del dissesto di quelle piccole Banche e pseudo Banche sulle quali il Pescarmona faticosamente reggeva in suo giro finanziario. Ad essere precisi i dissesti veramente connessi al fallimento Pescarmona si riducono, essenzialmente a tre, ed i loro effetti sono già stati scontati da tempo dall'opinione pubblica: 1) quello del Credilo Agricolo Commerciale di Chivasso che aveva chiuso gli sportelli già da oltre due anni; 2) quello della Cassa Sconto di Torino che non ha mai avuto un depositante e che altro non era che un'azienda personale del Pescarmona; 3) finalmente quello della Cassa Agricola di S. Secondo in Asti, che in sostanza si trovava in condizioni analoghe alla Cassa Sconto di Torino •. E dopo avere avvertito che nessuna grave ripercussione nel mercato finanziario ha avuto sinora la chiusura definitiva di queste Banche, gestite e rappresentate ormai soltanto da semplici impiegati o da comparse, il curatore passa ad elencare gii atti che denotavano la difficilissima situazione patrimoniale e finanziaria del fallito ed il suo stato di cessazione dei pagamenti. La teoria dei precetti da cui il Pescarmona venne colpito per obbligazioni insoddisfatte — e tutte per importi ingenti — si Inizia coi 16 agosto 1922 per arrestarsi al marzo di questo anno, mentre numerosi altri protesti e precetti furono elevati contro la Cassa Sconto e la Cassa Agricola S. Secondo per effetti insoluti od assegni emessi a vuoto. Le indagini finora esperite hanno assodato che l'attività commerciale dei Pescarmona dal 1919 ad oggi si compose essenzialmente di due traffici. 11 primo, riguarda l'acquisto e la vendita di poderi, case coloniche, ville, terreni da bonificare, terreni minerari, terreni fabbricabili ed altri immobili. Questo traffico era puramente speculativo, giacché non risulta che il Pescarmona si curasse effettivamente delle gestioni agricole, delle bonifiche 0 degli sfruttamenti minerari. Anzi la amministrazione di tali beni lasciò sempre grandemente a desiderare clic, in taluni casi, le proprietà erano affatto abbandonate. Il Pescarmona rivendeva gli immobili e nelle stesse condizioni in cui li aveva acquistati, talvolta spezzettandoli, preoccupandosi solamente di realizzare un sovraprezzo. Dai dati provvisori finora raccolti risulta che l'entità di questo commercio superò la cifra di 10 milioni. La complessa rete « L'altra serie di operazioni commerciali del Pescarmona — continua il curatore — ha caratteri tecnici e natura giuridica diversa, ma economicamente ò collegata al traffico già descritto. Si tratta di numerose e svariate operazioni bancarie, dalla modesta e normale operazione di sconto di cambiali, alla creazione di Buoni fruttiferi, da operazioni regolari di conto corrente bancario, emissione di cheque, alla creazione di cambiali di finanziamento, ad operazioni di riporto e di pegno, per giungere addirittura al rilievo di Banche; il tutto allo scopo di sorreggere finanziariamente le accennate speculazioni immobiliari ». Il dottor Pescarmona, preso dalla smania di accaparrare terreni, poderi e ville, prende interessenze e partecipazioni in numerose banche col l'evi, dente intenzione di farsi finanziare. Così, nel giro di pochissimi anni, lo vediamo: a) amministratore e forte azionista della Banca dell'Italia Centrale per l'Agricoltura e Commercio (fallita); b) amministratore delegato della Banca Apricela Commerciale di Chi vesso; c) interessato'nella Cassa Ku rale di Prestiti di Montegrosso d'Asti; d) rilevatario della Cassa Sconto di Torino; e) consolidatario della Cassa Agricola S. Secondo -l'Asti); f) compratore di tutte o di gran parte delle azioni della Banca dell , alia Settentrionale dove fa nominare amministratori due suoi fidi: il Rev. Don Fondo e l'avv. Labriola; g) rilevatario di uri certo numero delle filiali del Credito Agricolo Provinciale di Alessandria; ti) sottoscrittore di un forte stock di azioni della Banca Popolare Italiana. Prende attraverso quest'ultima un'ingerenza nellf Banca Litoranea di Viareggio e tra .a perfino il rilievo della Binca Bergamasca ed entra in importanti e complessi rapporti d'affari colla Banca delle Seterie Italiane e colla Banca «Alessandro IH di Alessandria. 1 Sbitta ques' « sua ' Cairn-osa ricerca ebhectcrvècgdlgspdpaAabbcfmmzidNfdppcpclapenntcponirtsGbgspdmclstaasAigmd a e o i o a a . a e continua Intramettenza in aziende bancarie — osserva il prof. Serazzi — ha uno scopo preciso e personale, e non è verosimile che tendesse alla creazione di un trust bancario. Un tal proposito non poteva essere una cosa seria ed onesta. A questo punto il curatore nella sua relazione si domanda: — Che dine di lui che osava di servirsi della sua Gassa Sconto, che non è mai stata che un'insegna di banca, per emettere per centinaia di migliaia di lire e talvolta per milioni di buoni fruttiferi, titoli bancari delicatissimi, la cui emissione è prerogativa delie vere banche e che prosuppone un capitale integro, dei depositi banicani, ed un'organizzazione dei credito perfetto? che dire dell'operazione relativa al collocamento od al deposito in pegno di titoli della S. A. Velluti di Zoagli che poi faceva annullare come titoli smarriti o rubati? E che dire infine di certe cambiali cosi dette ipotecarie che egli faceva circolare in grande stile come se fossero titoli di primissimo ordine, mentre provenivano da società anonime dissestate, oppure dalle sue attizie ditte bancarie? Episodi significativi Inquadrata cosi l'attività del fallito, il curatore espone taluni degli episodi più significativi di questa vicenda. Nel 1923 il Pescarmona acquistava un forte numero di azioni della Banca dell'Italia Centrale per l'agricoltura per la somma di 500 mila lire, allo scopo di crearsi un'ingerenza nella Banca stessa al Une di ottenere poi appoggi finanziari. E rilasciava delle cambiali che venivano scontate dall'istituto medesimo. Ma le cambiali andarono a buon fine solo in piccola parte, onde la banca iniziò gli atti esecutivi contro il Pescarmona ottenendo un'iscrizione ipotecaria sul beni di questi per 482 mila lire. Nel frattempo il Pescarmona veniva denunciato dal direttore della stessa banca per emissione di assegni a vuoto per oltre 100 mila lire. Il Pescarmona venne arrestato, ma dopo qualche mese, in seguito all'intervento dei famigliari, la vertenza venne transatta mediante rilascio di cambiali a firma della signora Sacco Erlna e del signor D. Guasco Bruno. Parte di questo cambiali sono ancora da pagare. Contro gli amministratori della Banca il Pescarmona, in questi ultimi tempi, ha poi intentata causa. Analogamente avvenne 11 rilievo delle azioni della Banca di Chivasso, mentre contrastata appare un'altra operazione conclusa dal Pescarmona col Credito Agricolo provinciale di Alessandrìa che cedette a lui alcune sue filiali del Monferrato. Ad un certo punto 1 depositanti si ribellarono a questo trapasso, ed iniziarono atti contro la banca e contro il Pescarmona Per evitare guai, il Credito Agr. Prov. intervenne per rimborsare i creditori di queste filiali, costringendo il Pescarmona a sistemare il debito derivante da queste operazioni mediante cessione di vari immobili e di altre attività. Gli episodi riferiti dal curatore sono ancora numerosi e attorno ad essi si dovrà" indagare nel corso della procedura. Per ora emerge dal loro esame che il Pescarmona si valse per lunghi anni delle due firme bancarie Cassa Sconto e Cassa Agricola S. Secondo per crearsi un capitale fittizio che gli permettesse di affrontare le esigenze finanziarie dei suoi traffici. Passando a valutare lo stato apparente della massa, il prof. Serazzi nota che le attività certe finora rintracciate sono rappresentate dai seguenti immobili posseduti dal Pescarmona: un castello in regione Balange.ro di S. Marzanotto d'Asti; terreno in re gione Valpiano, podere in regione San Luigi di San Damiano, podere in regione Reisl di Cortemiglia, tenuta Arbus in prov. di Cagliari per un valore complessivo di L. 935.000. A questi immobili dovrebbero aggiungersi altri beni che non figurano regolarmente intestati al fallito e che sono oggetto di contestazioni: tenuta in regione Montenero, provincia di Livorno, in pieno abbandono da tempo e non totalmente pagata; tenuta di Soiana acquistata per 750 mila lire e non pagata; tenuta detta il Granaio, in piombino, acquistata e non pagata, ecc. L'attivo certo, secondo i rilievi e gli accertamenti del curatore potrebbe ascendere complessivamente a 1.600.000 lire. 12 milioni di passivo La massa passiva per contro si presenta con una serie i dati che dovranno essere controllati in sede di verifica di crediti, perchè manca ogni contabilità al riguardo. Il totale dei crediti privilegiati assommerebbe a •i.168.582 lire e quello dei credili crurografari a 8.148.71)6 lire. E' da notare però che se si dovesse accettare la situazione di l'atto esistente tra il Pescarmona e la Banca Popolare Italiana, il passivo si ridurrebbe della somma di L. 2.200.000 per i debiti ipotecari che la Banca Popolare si è assunta di pagare in proprio, per cui il passivo privilegiato si ridurrebbe a L800.000 lire circa e quello complessivo a circa 10 milioni. Ma date le molte controversie in corso (il Pescarmona quando venne dichiarato fallito era impegnato in una ventina di liti civili e numerose altre dovranno essere iniziate dal curatore) non è possibile fare delle previsioni attendibili su quanto possa spettare sia ai creditori privilegiati, sia ai creditori chirografari. 11 fallito in tutto questo tempo non ha fatto pervenire alcun memoriale circa la sua situazione patrimoniale, per cui le cifre esposte potrebbero anche modificarsi in seguito alle sue rivelazioni. Su questa relazione del prof. Serazzi si è imperniata una breve discussione. Dopo osservazioni dell'avv. Secreto, parlò l'avv. Delvecchio di Milano, patrono del Pescarmona e rappresentante di alcuni creditori, il quale combattendo le ragioni ed i dati esposti dal curatore, sostenne che tra il fallimento della Banca di Chivasso e quello in proprio del Pescarmona vi è un inscindibile contrasto di interessi per cui sarebbe opportuno che le due curatele fossero tenute distinte ed affidate non alla stessa persona. L'avv. Delvecchio chiese perciò che i convenuti esprimessero per appello nominale il loro parere circa la conferma a curatore definitivo del prof. Serazzi. L'istanza venne accolta dal giudice delegato che fece procedere all'appello nominale: 12 creditori presenti, ma rappresentanti un importo di credili minimo espressero pareri contrari e 7 creditori tra cui tutti i maggiori, si dichiararono favorevoli alla conferma. Alla nomina del curatore doiinitivo dovrà procedere ora il Tribunale. La delegazione di sorveglianza ò riuscita così composta: Michele Montaldo, banchiere di Dogliani, dott. Luigi Milane, on. Daniele Berlòcchi, rag. Lorenzo Manzone per la Banca delle Seterie di Milano, avv. Alessandro Secreto. Il dott. Pescarmona che, come si sa, venne arrestato a Milano è già stato tradotto a Torino. Ma egli non ha chiesto di assistere all'adunanza dei suoi creditori. L'istruttoria sui fatti penali che sono emersi a suo carico vipne intanto proseguita per parte del sostituto Procuratore del Re. cav. Cottafavi e del consigliere istruttore commendatore Mussi Isnardi. trfnvsuaiDmadbrneDcsldaddAsgastNargFgcndpavpsltelsalnnrrzslccnbecgsstttbirdltdoLT