Quattro secoli di storia sabauda al Castello del Valentino

Quattro secoli di storia sabauda al Castello del Valentino Quattro secoli di storia sabauda al Castello del Valentino Dice il bando (e cosi ci sia concesso per l'occasione di sostituire la burocratica parola « circolare »), dice il bando firmato dal presidente della Commissione d'ordinamento della Mostra Stòrica Sabauda, conte Barbavara di Gravallona: « Fra le varie manifestazioni indette pel 1928 in Torino, per iniziativa di S. A. R. il Duca d'Aosta, in occasione del IV Cementino della nascita di Emanuele Filiberto e del X Anniversario deUa Vittoria, un posto di cospicua importanza spetta alla Mostra Storica Sabauda, che verrà degnamente organizzata e gelosamente custodita nelle storiche sale del castello del Valentino. La Mostra, mercè un copioso materiale illustrativo e documentarlo (ritratti di auguste ed illustri personalità, alberi genealogici, stemmi, figurazioni grafiche e plastiche di eventi militari e civili e di altre circostanze memorabili, bandiere, armi, uniformi, costumi, emblemi, monete, libri, pubblicazioni periodiche, manoscritti, ecc.), ha per iscopo di rievocare le grandi figure dei Principi dell'Augusta Casa, che crearono per i primi uno Stato Nazionale, e attraverso vari secoli di gloriosa attività, di prudenti attese, di tempestive audacie, di sagace antiveggenza, di eroismi e di sacrifici, seppero — svolgendo un'azione provvidenziale ed utilizzando con raro intuito tutti i valori intellettuali e morali, • i mèzzi materiali ed economici — condurre l'Italia alla sua unificazione ed all'attuale grandezza. Dal razionale ordinamento dei cimeli e documenti, emèrgerà luminosamente, che alla vir tu dei Principi corrisposero costante mente la disciplina operosa ed i sacrifici delle Città e dei Comuni fedelissimi, della forte nobiltà e del popolo tutto, che mantennero immutata la loro devozione alla Dinastia anche nei tempi più difficili e procellosi, mai cedendo alle blandizie o minacele dello straniero ». ° I regni e l'ambiente Programma vastissimo, attraente . Uuant'altii mai difficile ad attuarsi, panche insieme con la più sottile e varia conoscenza di tutto ciò che può contribuire a far rivivere quattro secoli di storia — da Emanuele Filiberto ad oggi — piemontese e quindi italiana, civile e militare, presuppone un criterio sagace e severissimo di scelta fra l'immensa copia di materiale che, in questo campo allo studioso si offre tentatore, una quasi spietata forza di resistere alle lusinghe della curiosità, dell'aneddoto, del pettegolezzo storico, e infine un concetto razionale di ordinamento unito ad un personale gusto di ambientazione; nè ci voleva meno del nome del Barbavara, conoscitore profondo dei più minuti particolari della nostra secolare vicenda regionale, frugatore instancabile di archivi, di biblioteche, di gallerie e collezioni pubbliche e private, per dare affidamento di buona riuscita in cosi ardua impresa. E innanzi a tutto — come il Barbavara cortesemente ci ha chiarito — una questione d'indole generale. Quattordici regni ed una reggenza abbraccia la storia della monarchia, sabauda dal vincitore di San Ouintino al Re Soldato di Vittorio Veneto; regni di importanza diversissima, alcuni dei quali aprirono e conchiusero il loro ciclo modesto negli angusti confini, della terra e dello spirito piemontesi senza risonanze internazionali, ed altri invece, come quelli di Vittorio Amedeo li o di Carlo Emanuele III, per fatalità di circostanze o per audace iniziativa di chi ne reggeva le sorti, fieramente e fortunosamente si inserirono nella gara delle supremazie militari e nel turbine delle competizioni politiche dell'Europa intera, talvolta anche di codeste guerre e di questi intrighi divenendo arbitri od iniziatori. Escludere dalla Mostra storica i cicli provinciali, i periodi minori e languenti, o tutti accoglierli, graduando le proporzioni, per quel tanto che ciascuno di essi ha di vitale e d'interessante nella tradizione e nella rievocazione? Prevalse 11 secondo concetto come il più giusto. Che lo spirito patrio, l'eroismo dei fatti, la genialità delle Imprese, la voce della razza sono talora indipendenti dalla tristezza dei tempi, e la meravigliosa guerra combattuta sulle Alpi e poi sulle Langhe fra il 1792 e l'armistizio di Cherasco (pensiamo agli epici episodi della Saccarella e di Cosseria, a uomini come Enrico Costa di Beauregard o il Del Carretto), e la difesa delle costo di Sardegna nel '93, basterebbero ad esaltare il regno di Vittorio Amedeo III e a cancellare il ricordo, se fosse necessario, della triste sera del 27 aprile '96. Tutti' 1 regni saranno quindi documentati, tranne quello dell'infelice Carlo Emanuele IV, che coincide con xifi. periodo in cui il Piemonte.^ come Stato, non esistette sulla carta d'Europa; e ad evitare che la Mostra, pure mantenendosi > Sabauda », abbia a rivestire carattere troppo regionale, la illustrazione non si fermerà al 1P61cioè alla proclamazione del Regno d'Italia, ma si estenderà — per quanto riguarda almeno la rievocazione del fasti militari — fino alla vigilia della grande guera, comprendendo cosi — a cura del generale Barattieri di SPietro, ordinatore della sezione militare della Mostra Storica Sabauda — anche le campagne del '66 e del '70e quelle guerre coloniali che, se non furono sempre fortunate, mai poterono, o per incapacità di capi o per disgrazia di circostanze, minimamente offuscare il valore italiano, che anzi nella sventura, rifulse di luce anche più splendida ed eroica. Una visione suggestiva Come presentare ora al visitatore la Immensa opera di materiale illustrativo? Offrirlo, allo sguardo nella sua semplice e un po' troppo severa apparenza documentatrlce, o valersene per ricreare suggestivamente tutta una vita d'altri tempi, avvolgendoloper dir cosi, della sua atmosfera storica? La genialità degli organizzatornon poteva lasciar durare il dubbioNoi dunque, al Castello del Valentino passeremo l'anno venturo di sala in sala cosi come, quando si legge, con la fantasia si passa da secolo a secolo, vedendo l'ambiente che dà colore e realtà allo cose, ai fatti, alle persone; e ogni regno rivivrà nel suo stile ed arte e storia, immaginazione a cronaca si completeranno a vicen a i e da. Le vaste aule, oggi ancora nude, cedute dalla Scuola d'ingegneria, si rivestiranno di stoffe, di tende, d'arazzi, ed 1 preziosi cimeli saranno cu siediti in mobfli perfettamente intonati al tempo cui i documenti si riferiscono, evitando con la massima cura l'anacronismo, ingentilendo, per quanto è possibile il carattere austero dell'Esposizione. Così, polche nel Cinque cento -le vetrine non erano ancora In usò, quanto si riferirà al regno della Testa di Ferro verrà rinchiuso in semplici casse di vetro senza stile, posate su cofani del sec. XVI, oppure in qualche grande cornice dell'epoca, e gli armadietti vetrati, le mensole aggraziate, le cantoniere dorate e dipinte, 1 paraventi, faranno Invece la loro comparsa quando si tratterà di presentare oggetti, ninnoli, carte, stampe medaglie, pizzi, monete concementi quei periodi in cui il barocco e il rococò facevano fastosi o leggiadri o le zlosl ambienti e costumi. Ne manche rà, pare, come scrigno originale a certi bibelots appartenuti a principesse sabaude, qualche stupenda portantina, Le voci del tempo Archiivi, biblioteche, musei, gallerie, società, associazioni, enti pubblici a privati, antiche famiglie di quella no biltà che tanta parte prese alla seco lare vicenda politica, militare e civile del vecchio Piemonte, saranno i volonterosi contribuenti cui la'Commis sione ordinatrice farà appello per offri re al visitatore della Mostra un'idea sintetica e rappresentativa deUe mol teplicl attività per le quali la Dinastia Sabauda seppe affermarsi in Europa e perseguire, con costante fermezza e chiara visione, il benessere del suo popolo, la liberazione dei suoi Stati, l'unificazione della Nazione. Un apposite catalogo in cui gli oggetti saranno scrupolosamente descritti (dd essi si darà pure un cènno storico con l'indicazione del nome del consegnatario) servirà di guida utilissima; e non sol tanto tutte le garanzie verranno date riguardo la sicurezza, la conservazio ne e la restituzione del cimeli, ma an che la loro proprietà artistica sarà tutelata con la proibizione di riprodurll con qualsiasi mezzo senza una speciale autorizzazione dell'espositore. Cosi attraverso quadri, stampe, ritratti, ino liete, medaglie, uniformi, armi, emblemi, quattro secoli di gloria piemontese e italiana parleranno alle generazioni d'oggi. Naturalmente — per lo speciale carattere della celebrazione contenaria — il maggior sviluppo sarà dato al regno di Emanuele Filiberto. Dalle lontanati ze del passato si profilerà la carriera militare, e rivivrà l'epopea del Principe avventuroso partito a cercar la fortuna della patria in terra straniera. Opere di guerra ed opere di pace si alterneranno allo sguardo del visitatore; l'eroismo dei Piemontesi nelle leggendarie difese di Cuneo e di Nizza troverà riscontro nella fondazione di Istituti di pietà, nedl'incremento concusso alla Compagnia di S. Paolo, nei restauri delle chiese, neUa riforma del pubblici servizi, nell'ordinamento delle finanze dello Stato, nella redenzione del contadini dàlia servitù della gleba, nell'impulso magnifico dato all'agricoltura, alle industrie, al*- commercio, all'arte della stampa, aUa cultura e allo studio universitario; accanto ai piani di fortezze, alle insegne vittoriose riportate dalla baltaglia di Lepanto, noi troveremo i documenti riflettenti la fondazione dell'ordine cavalleresco e religioso dei Ss. Maurizio e Lazzaro, del Monte di Pietà e dell'Albergo di Virtù, e quelli illustranti il richiamo dei maestri tessitori dalle Fiandre per l'industria della lana, della seta, delle telerie, dei panni, e lo sviluppo fornito all'estrazione e lavorazione del metalli, alla produzione del «aponi, all'arte vetraria, alla fabbrica della carta: — in una parola, tutto ciò che fece di questo grande sovrano 11 maggior condottiero del suo tempo, il più abile diplomatico, 11 più ace politico, il più accorto ed ardito amministratore. La bella rievocazione Verrà poscia lì regno di Carlo Emanuele I con l'illustrazione delle campagne per l'acquisto del Saluzzese e del Monferrato, della rinascita artistica e specialmente architettonica del Piemonte, delle relazioni del Duca con S. Carlo Borromeo, S. Francesco di Sales. col Tasso, col Tassoni, col Chiabrera e il Cavalier Marino; il regno di Vittorio Amedeo I, memorabile, fra l'altro, per le provvidenze di stato e municipali durante la terribile pestilenza* del 1630, durante la quale emersero i nomi del medico Fiocchetto e del sindaco Bellezia; la reggenza di Madama Cristina col suo mecenatismo artistico-religioso; il regno di Carlo Emanuele II che si Identifica con l'espansione dello stupendo barocco piemontese per opera del due Castellamonte e del Guarind; quello di Vittorio Amedeo II, a dar gloria al quale basta ricordare l'assedio d'Ivrea, la fcattaglia di Torino e l'attività di Filippo juvara; il regno di Carlo Emanuele III con i combattimenti dell'Assaetta e la difesa di Alessandria e Cuneo; quelli di Vittorio Amedeo III (fondazione deU'Accademia deUe Scienze, della So «età d'Agricoltura, della Biblioteca dell'Università); di Vittorio Emanuele I. che vide il riordinamento dell'esercito e degli stùdi mllatari e la fondazione dell'Arma dei Reali Carabinieri: di Carlo Felice, cui risale il risorgimento della Accademia di pittura e scultura, 11 pensionato pei giovani artisti a Roma, la fondazione del Museo Egiziano; di Carlo Alberto, con la prima epopea del Risorgimento, ed infine di Vittorio Emanuele II. Col 1861 finirà l'illustrazione dell'opera civile e politica della Dinastia Sabauda, ma, come s'è detto, a cura del generale Barat tierl di S. Pietro, la rievocazione dei fasti delle .armi nostra sarà condotta Ano all'anno fatale 1915, che segna la fine di un mondo e l'inizio di un'era novella. Quattro secoli di storia, dunque, quattro secoli di gloria; e accanto alle audaci imprese, gli amori e le cortesie: perchè sempre là dove il fato d'Italia nappare la forza procede insieme con la gentilezza, la ferrea lealtà con il sogno dell'arte. Come in una bella favola ariostesca. gvedtdvzcutpftsidlrtfiadsclcmmddpplpplccntgnqbgrsinItlplnpvsudcmdss