"Direttissimi,, in cielo

"Direttissimi,, in cielo "Direttissimi,, in cielo In 43 ore di volo il "Bellanca,, è giunto da New York in Sassonia (6900 km.) battendo per 1000 km. il record di distanza stabilito da Lindbergh Disceso a 150 Km. a sud=ovest di Berlino per mancanza di benzina, riprende il volo attraverso la pioggia fino a Cottbus, a 100 Km. dalla Capitale, e costretto nuovamente ad atterrare, spezza l'elica == I Berlinesi preparano oggi accoglienze trionfali a Chamberlin e al suo compagno milionario BERLINO, 6, notte. Due nomi acquistano oggidì d'un colpo l'aureola detta celebrità mondiale : Chamberlin e Cottbus; l'arditissimo aviatore americano che ha pilotato Miss Columbia da New York fino in Germania, e la cittadina dove ha dovuto forzatamente fermarsi il grande, uccello meccanico, dopo essersi una prima volta risollevato dal suolo momentaneamente toccato. Dall'oceano al continente Solo domani Chamberlin potrà fare il suo ingtesso trionfale a Berlino; stasera egli dorme profonda mente a Cottbus. Egli ha rifiutalo di abbandonare il suo Miss Columbia per compiere a bordo di un altro ve livolo l'ultimo pìccolo tratto che lo 'Separa da Berlino. Qui'égli giungerà in volo sulla stessa macchina con la quale ha varcato l'oceano, dopo che le saranno state apportate le non diffiicili riparazioni rese necessarie dall'attcrraggio alquanto brusco in Cottbus. Riassumiamo i dati del grande volo. Parlilo da New York alle 11 antimeridiane {ora nostra) di sabato, egli segue la costa americana fino alla Nuova Scozia, sorvola l'Atlantico in 24 ore circa, ed alle 9 di sera 'della domenica è avvistalo sulla costa meridionale dell'Inghilterra. Il volo dall'America in Europa è riuscito. Le ultime incertezze sulla méta precisa del viaggio si dileguano quando si apprende'che il Miss Columbia punta direttamente verso est sulla via di Berlino. Ma qui là for tuna, che finora ha assecondato l'ardimentoso Chamberlin, sembra abbandonarlo. A Berlino la radio ed i fogli volanti distribuiti durante la notte nelle piazze principali, diffon dono la notizia che il Miss Columbia è segnalalo alle quattro sul Reno, al di qua del confine occidentale della Germania. II pollo e le bottìglie di birra A Berlino i curiosi si erano dati convegno intorno al campo di aviazione di Tempelhol ed a migliaia hanno assiepato tutti gli accessi. La spianata era tenuta sgombra con la pili rigorosa severità dalla polizia a piedi ed a cavallo. Per deludere la vigilanza degli agenti che custodivano gli ingressi, furono messe in ope ra dai piti astuti le trovate piti originali. Parecchi affermarono di essere fratelli, nipoti e zii di piloti conosciuti nel campo dì aviazione. Fotografi ed operatori cinematografici erano affluiti da ogni parte. Qualcuno comparve con un pacchetto da consegnare in proprie mani a Chamberlin, appena fosse arrivato. Un rosticciere si presentò con due magnifici polli destinati al pilota. Un altro portava un magnifico mazzo di fiori, dicendo di essere incaricato da una nota ditta di reeapitarlo. Ma tutti questi fantasiosi tentativi si infrangevano dinanzi alla diffidenza degli agenti, che respingevano tutte le persone non munite della tessera sacramentale. Fra coloro che per ore ed ore attendevano il sospirato arrivo del Mis3 Columbia fu notato l'ambasciatore degli Stali Uniti. E' stato raccontato che Chamberlin poco prima di parlire da New York, disse che si recavano a bere un bicchiere di birra !Pi'Isen alla salute dei newuorkcsi, ap pena giunti. Rifacendosi a questo augurio dell'aviatore, i funzionari dell'Ambasciata americana portarono solennemente al campo di aviazione una bottiglia di birra. Essa rimase in fresco buona parte della giornata. Quando, verso l'alba% si facevano le previsioni più ottimiste circa il prossimo, arrivo i$ Ohamberlin^ un gruppo di aeroplani si levò dal campo di Tempelhof per volargli incontro. Ogni tipo di aeroplano in uso nella flotta aerea commerciale tedesca era rappresentato : un Dornier, Rohrbach, Yunkers, Albatros, ed un Fokker. A bordo di .uno di essi era come radiotelegrafista, lo stesso tecnico che adempì tale mansione a bordo.dello Zeppelin che si recò dalla Germania in America. Ad un certo punto si credette che fra gli altri aeroplani che erano apparsi all'orizzonte fosse il Miss Columbia. E l'orchestrina del campo di aviazione intonò musica americana. Ma era un falso allarme. Poco dopo l'Ambasciatore americano si allontanava dal campo. Rimaneva soltanto issata, su un altissimo pennone metallico, una piccola bandiera con i colori le striscie e le stelle degli Stati Uniti a testimoniare che Chamberlin, anche se non arrivava oggi a Tempelhof, era tuttavia vittorioso. A 150 Km. falla mèta Grazie ad un servizio di segnala- zione e di notizie quasi nullo, si dif-\fonde finalmente, dopo l'attesa, una ; informazione secondo la quale il Miss Columbia è statò costretto a posarsi a terra a non grande distanza dalla mèta. Esaurita la sua provvista dì benzina, il Miss Columbia è sceso in un campo presso Bischofsrode, a circa 150 chilometri a sudovest di Berlino, pochi minuti dopo le sei del mattino. L'atterraggio è avvenuto dunque dopo 43 ore di volo ininterrotto (dieci più di Lindbergh), e 6900 chilometri di percorso (Lindbergh ne fece 5835). L'aviatore ha scelto per la discesa un territorio boscoso, che male si presta ad attcrraggi imprevisti, un campo sul quale il Miss Columbia si posa lievemente. Le prime persone accorse trovano Chamberlin ed il suo compagno di viaggio Levine in piedi dinanzi all'apparecchio, che reca l'indicazione: «L. X. 237», e sul fianco: « 140 Columbia Air Craft Cor poration, New York». Chamberlin si rivolge subito ai sopraggiunti spiegando loro alla meglio che gli occorre di avere al più presto della benzina. Dopo un poco gli sono procurate, da alcuni automobilisti, due latte da 50 litri ciascu no. Chamberlin si fa intanto rilasciare e sottoscrivere da una ventina di persone un processo verbale del suo atterraggio. Egli stesso riempie] quindi il serbatoio, mentre l'altro passeggero, Levine, il milionario, si mostra assai nervoso e contrariato dalla forzata pausa. Un breve diàlogo in inglese si svolge tra qualcuno degli astanti e l'aviatore : — Come è andato il volo:- — Contro la mia aspettativa — risponde Chamberlin — ho avuto un vento propizio alle spalle. Ho potuto traversare l'oceano tra la Nuova Scozia e l'Irlanda in circa 24 ore ». Quindi egli racconta di avere avuto buon vento sorvolando l'Inghilterra, e il vento veniva da sud. La tra- versata della Manica fu "invece p_e^- — sima per il vento e per la pioggia violenta, che percuoteva l'apparecchio. , vi._.r..-..-. * ■ « Ho sofferto la fame e la sete » Sopra Boulogne-sur-Mer Chamberlin decise di proseguire in direzione nord-est. Con la carta e 'col compasso cercò di orientare il volo su Coblenza. Egli non sa se passò in realtà nel cielo di Coblenza; certo passò sopra Kassel alle 4,30. Quindi oolò presso, i contrafforti delle montagne dell'Hartz. Poco prima delle 5,30 siaccorse che il serbatoio della benzina era quasi vuotato e decise allora l'attcrraggio. Sorvolato un gruppo di laghetti, trovò tra due boschi una spianata che gli sembrò adatta. Qui infatti avvenne felicemente l'atterraggio. Gli aviatori hanno dunque avuto difficoltà di orientapienlo. Sulla loro caria il percorso sul territorio europeo è segnato in rosso : esso portava assai più a nord del percorso effettivamente seguilo, portava a Colonia e ad Hannover verso Berlino. \Chamberlin ha dunque deviato for ; temente verso il sud. a l ù o a ] Dopo avere vuotato nel serbatoio i cento litri di benzina fornitigli, eg.ìi estrae il portafogli e paga con biglietti da dieci dollari. — Durante il viaggio — egli dice — non abbiamo mangialo quasi nulla. Io ho sofferto la fame e la sete, ma ora dobbiamo affrettarci... Chamberlin distribuisce alcune strette di mano e firma un certo numero di cartoline postali presentategli dagli astanti, e affida loro un pacco di lettere dall'America, che debbono essere impostate. Chamberlin prega pure di spedire un telegramma a sua moglie, per rassicurarla sulla propria sorte. Altrettanto fa Levine. La ripresa del volo e l'accidente Sotto la pioggia insistente egli riprende il volo. Sono le 9.35. La partenza avviene magnìficamente. A Berlino, intanto, appresa la circostanza dell'atterraggio a Bischofsrod e la successiva ripresa del volo, si rinnova l'attesa; ma questa si risolveva ancora in una delusione. Di nuovo tutte le previsioni si mostravano fallaci. Un'ora od un'ora e mezza poteva occorrere al Miss Columbia per compiere l'ultimo breve balzo fino a Berlino; ma questo tempo è trascorso da un pezzo senza che il tanto atteso aeroplano grigio e giallo si profilasse sul cielo. Stanca della lunga stazione, la folla assembratasi presso Tempelhof si è andata assottigliando gradatamente. Nessuna notizia per alcune ore perveniva più al pubblico. Nemmeno i maggiori giornali esponevano notìzie alla propria sede, dove rarissimi curiosi stazionavano. Il pubblico si mostrava in complesso assai indifferente, giacché anche le molte migliaia di per sane addensatesi nella mattinata presso Tempelhof, sono ben poca cosa rispetto a ciò che può rappresentare in un giorno di festa la folla dell'enorme capitale dì 4 milioni di «mime. Poscia la spiegazione del nuovo ritardo toglie ogni speranza di potere salutare per oggi Chamberlin. Il Miss Columbia è fermo paralizzato a Cotibus, ad un centinaio di chilometri da Berlino, in direzione di sud-est. Come mai in quella direzione, cioè fuori strada, se Chamberlin intendeva di giungere alla capitale? Il tempo chiaro, che regnava stamane su Berlino, non fu che una breve parentesi luminosa. Stasera piove anche a Berlino, e se nella Germania occidentale Chamberlin aveva trovato la pioggia, anche nella seconda tappa del volo sul territorio tedesco fu grandemente ostacolato nell'orientamento dalla nuvolaglia. L'aeroplano, deviando di molto dalla direione prefissasi, si trovò sopra l'aerodromo di Cottbus: qui avvistato, fu segnalato a Tempelhof il suo passaggio. Mancarono poi, per un tratto, le notizie; cosicché si credeva che Chamberlin avesse proseguilo il volo, ciò che avrebbe potuto farlo cadere senza più combustibile in territorio polacco. In realtà, il combustibile era presto venuto a mancare e il Miss Columbia aveva dovuto nuovamente discendere al suolo in una località distante una diecina di chilometri da Cottbus. Erano le 11.30. Il terreno sul quale Chamberlin dovette discendere, era molle e paludoso, cosicché l'aeroplano capottava e l'elica rimaneva fratturata. Gli aviatori rimanevano fortunatamente incolumi ed in automobile vennero trasportati a Cottbus. Da Tempelhof, appena appresa la notizia del nuovo atterraggio forzato del Miss Columbia, partiva un grosso aeroplano trimotore, con a bordo un rappresentante del Governo,~il consigliere dell'Ambasciata degli Stati finiti, Pool, e due direttovi della Compagnia di aeronavigazione Lufthansa, A tavola In circa un'ora l'aeroplano di soccorso è a Cottbus. Qui Chamberlin e Levine si stanno rifocillando in una locanda. Appena il Borgomastro ed altri cittadini di Cottbus accorsero in. automobile sul luogo dell'atterraggio di Miss Columbia, le prime parole dei due americani furono per chiedere cibo e acqua'per lavarsi. Nella sala da pranzo dell'albergo dove sono stati condotti, i due transvolatori dell'Oceano sono stati circondati da una siepe di ammiratori. Entrambi appaiono relativamente freschi di forza, benché gli occhi cerchiati tradiscano le fatiche della lunga insonnia e della enorme tensione nervosa sopportata. Chamberlin è di aspetto gioviale, slanciato, biondo, con occhi azzurri. Il suo compagno per quanto più anziano, produce pure un'impressione di giovinezza. Essi sono assaliti dai presenti; ognuno vuole una stretta di mano o un autografo. Il Borgomastro prega Chamberlin di porre la sua firma nel libro d'oro della città di Cottbus. Egli firma colla sua chiara scrittura: « Clarence D. Chamberlin»; sotto di lui Hi compagno, tema. m.Ch*Hei A* vìne ». E sotto, la data del giorno che resterà memorabile negli annali » di Cottbus. A Chamberlin è domandato, se egli abbia avuto fin dal principioj l'intensione di dirigerH su Berlino. Egli risponde che tale fu infatti il suo proposito fin da principio; ma non volle tuttavia farne il nome, temendo che gli accadesse disgrazia,'come quando tentò la partenza per Parigi. Piuttosto che parlare, egli preferì agire. « Una volta giunti alla méta, allora è il momento di parlare! ». Levine, più stanco, sbadiglia, e alla. domanda se sia affranto, risponde: « Ho molto sonno, ho dormito soltanto due ore. Chamberlin non ha potuto chiudere occhio. E' stata un'impresa avventurosa ». A Chamberlin è recato un teledramma, che sua madre- ha inviato ali Ambasciatore degli Sitati Uniti a Berlino. L'aviatore è raggiante nel ricevere il saluto di sua madre. A Berlino sol Miss Columbia Ma i visitatori ufficiali venuti da Berlino sollecitano una decisione sul programma da seguire. Le proposte sono due; la prima che gli aviatori pernottino a Cottbus e volino domani sino a Berlino col proprio apparecchio, dopo le necessarie riparazioni; l'altra proposta è che essi salgano senz'altro a bordo dell'aeroplano che porta il rappresentante del Governo e, ospiti di questo, si presentino subito a Berlino. Finalmente si decide che Chamberlin non proseguirà il viaggio con altro apparecchio che non sia il Miss Columbia. Dopo riparata l'elica, la macchina riprenderà il volo interrotto fino alla méta prestabilita. La stanchezza prorompe - non appena cessato l'enorme sforzo di volontà e di nervi. Questa sera Chamberlin, evitando le accoglienze festose e rumorose detta capitale, si abbandona nella quiete di Cottbus alla gioia di un sonno riparatore, e se il sonno non sarà troppo profondo e pesante gli sorrideranno in sogno le immagini dell'apoteosi che Berlino gli riserba. Ma il più bel sogno Chamberlin lo ha già realizzato col trionfo della sua impresa che aggiunge, un nuovo alloro alla gloriosa serie dei trofei dell'aviazione del nuovo. mondo. ' LUIGI EMERY. Anche una volta la genialità italiana, il senso tutto italiano delle costruzioni solide, dei progetti lucidi e delle realizzazioni precise ha avuto un clamoroso trionfo. Mentre ci inchiniamo al valore, all'intrepida e sapiente volontà dei mirabili aviatori che hanno condotto il Columbia dall'America al centro d'Europa in un solo volo, non possiamo tacere l'orgoglio che ci deriva dal fatto che ideatore della macchina portentosa è stato un ingegnere italiano. 11 volo di Lindbergh fu veramente un prodigio di audacia: improvviso, agile, saettante e, diremmo fantastico: esso ha sbalordito il mondo come un impareggiabile esempio di puro eroismo, come un colpo d'aia che ha rapito veramente la fortuna agli Dei. Dopo Lindbergh, Chamberlin con rinnovato coraggio ritenta l'impresa. Ma qui un altro ordine di emozioni e di considerazioni ci cofc. pisce. L'aeroplano gigante progettato da Bellanca, pur nella prestigiosa baldanza dell'impresa, ci appare come qualcosa non certo di più meditato o calcolato, ma diremmo di più pratico. Ballo sport integrale siamo condotti verso il grande turismo, dal grande turismo intravediamo la possibilità di impensate e singolari comunicazioni aeree. Ci avviciniamo all'attuazione di scambi transoceani, ci che or non è molto appena sognavamo. " Tale senso di fiducia nell'avvenire dell'aviazione sorge non solo dal rald meravigliosamente compiuto, ma anche e specialmente dal coma cc^trultg i'apparjeccbjo, daUa »,