Il segreto di Becque

Il segreto di Becque Il segreto di Becque Edmond Sée racconta, in un lìb'riecino recente, di aver incontrato l'ultima volta l'autore della Parisienne durante una serata mondana: c Era un vecchio ragazzo inebbriato, dalla gioia, e che si divertiva a roteare su sé stesso e a saltellare (con la camicia ohe gli b gonfiavi sotto il gilè, nn peno di bretella penzoloni, gli occhi brillanti, il volto scarlatto) trascinando poi in un valzer furibondo una ballerina bionda e fine, terrificata: la signora Bostand di prima del Cyrano... » e ci si può chiedere dinanzi a questa immagine inconsueta se — dopo l'avvenuta pubblicazione in sette volumi, presso l'editore Crès di Parigi, delle Oeuvre» complète» di Becque — non sia tempo di sbozzare i tratti di una.figura forse molto discussa, certo mal conosciuta, e innanzi tutto, di abolire la vecchia questione del teatro naturalista, che in realtà non esiste. Becque non venne al mondo, come vogliono i critici e gli storici della letteratura, per portare il realismo sul teatro, e «e ci fu mai uomo alieno da teorie fu proprio colui che protestava: « Le idee non contano, per un autore drammatico, ma soltanto ì caratteri. La sua funzione non è di discutere delle idee effimere, ma di dipingere dei caratr tori etorni. Un'opera di teatro è costituita da un'azione, da dei caratteri, dallo.stile e si riconosce soprattutto da ciò: che ha un principio, un nodo e una conclusione >.. Guardate ■Molière — egli diceva — i.e un autore drammatico, cioè < un uomo che ha per istinto, per. genio e per funzione il compito di rappresentare i propri simili ». Non chiedetegli delle idee: egli le vede attravèrso i caratteri, nel momento in cui diventano eccessive, e allora le mette in ridicolo; non domandategli un insegnamento morale, non un consiglio pratico, ma ammiratelo mentre trasporta nel mondo dell'arte dei caratteri che senza di lui resterebbero disseminati e sparsi fra gli elementi della natura. Le teorie sono inutili e confuse, fabbricate da un individuo allo scopo di spiegare la forma dell'ingegno che ha, o credo di avere, c Non vi sono che delle opere, e chi le scrive ne trova contemporaneamente la forinola». Che cosa fa Dumas? La malmaritata e la ragazza sedotta, la ragazza sedotta e la malmaritata: niente altro all'infuori di questa ossessione dell'uomo e della donna accoppiati, e che traduce — secondo il suo temperamento — in modo violento e astato. Meglio il superficiale — ma vario — Augier; e Sardou alfine, che è l'autore del < théàtre véritable, colui où les pièces spnt f aites pour les pièces 1, il Balzac teatrale, conquistatore e '.visionario. Le verruche di questa poetica sono immediatamente visibili, ma essa deriva dalle reazioni di un temperamen; to duro, nervoso, vibrante contro una società afflosciata e corrotta, piena di pretose ideologiche, amante dei simboli, e delle falsità stilizzato. Leone Daudet ha invano annotato, nella quarta serie dei suoi Saloni et journoux: € Becque era un falso orso ed ' un pessimista di cartone a : basta leggere, oltre le testimonianze più spassionato, i testi, per convincersi del contrario. Gli anni perduti a trascinarsi da un impiego all'altro: ferrovie, Cancelleria della Legion d'onore, uffici di un agente di cambio; a pas pare di salotto in salotto pur vivendo in miseria, a far accettare dei copioni senza percorrere dei chilometri c à plat ventre > in gara con Claretie e battagliando a lancia e spada con . Sarcey, diedero a Becque quelja cau etica amarezza che lo reqe celebre e temuto, ma preesisteva in lui una malinconia che nelle poche e belle e quasi del tutto ignote poesie fiorisce J'ai Técu tout enfant oppresse par les plaln [tes,Oppresse par les cria, dans des quartiere fétrolts,Pietas d'hommes arine» et da femmes en-reèlntèa,06 les Ilnges troués secnaient aux bords des / ftolts... Les baUes de l'emeute ont brlse mon ber-fceau.. le me sonvlens de ma Jeunesse, . Je manquals un per» de ralson. Mais J'étals rempll de tehdresse, J'étals un bon petit garcan... ■ Je regarde passer la comédie humaine, Et tous ces scélérats se dévorant eatre eux. Je n'al plus d'espérance et Je n'al plus deLe temps s'est écoulé sur les deuus [baine douioufreux;Je passe pour nn homme amer, brutal, [aftreux Je vis dans una pai* recuelUle et sereine Il trittico è completo : speranze giovanili — anche politiche (c Et j'attendais la Bépublique — Sana en attendre rien pour moi a): Becque rimase sempre a sinistra, sino a scatenare all'Odeon un tumulto per aver fatto, a proposito di Aristofane, l'elogio più alto del « governo di mediocri, dello screditato parlamentairsmo che in venticinque anni aveva rimesso in piedi la Francia » — constatazione brutale delle tare e delle piaghe sociali, rivolta mediante massime ed aforismi che sembrano colpi di rivoltella sparati a bruciapelo ; indi, sulla fine, l'ironia che tempera il sarcasmo e fa dell'odio il sale dello spirito. Se la vita, come egli scrisse, è un'opera d'arte molto difficile, di cui è già assai poter compiere alcune parti, Becque avrebbe motivo di essere contento della propria. Rifiutava di considerarsi artista un minuto dopo aver posata la penna, e biasimava di costoro i costumi, le pretose, i limiti mentali Robusto e sincero, a demo cratico col gusto di frequentare la società a preferiva le armi alle lettore, e la finanza alle.armi. Tempestò fino alla morto contro le cabale e le camorre teatrali, col dispetto di uu uomo ohe ha troppa coscienza della propria forza per non voler essere indipendente, ma si guardò tene dal figurare come una vittima, un misconosciuto. « Je vis sur les Corbeaux et sur la Parisienne — Artiste indépen dant, sincère et rigoreux », esclama va gloriandosi di aver scritto in buon francese, e spregiando i calamai fangosi di quattro pezzenti che lo avverammo. Sugli amatori del « f risso a nonveau > ed i psicologi che vanno a « Frendre des aura d'Hamlet dans les maisons publiquea a, giù epigrammi e scudisciato,' con la franca baldanza di uno scrittore virile al cospetto di creature deliquescenti e balbuzienti in cerca di un vocabolario. Questo Becque dal 1885 al 1899, che campa come può e sputa in faccia al bel mondo che l'accoglie per il sadico piacere di sentirsi oltraggiare, m'incanta. Fa all'amore coltivando soprattutto il desiderio e il ricordo, scrive dei versi satirici di una pittoresca truculenta, tiene la testa nella schiuma e i piedi nella fanghiglia, alterna il languore alla brutalità. E' un testimonio senza indulgenza del secolo che va in sfacelo, della carcassa sociale cne imputridisce, del tramonto di tutti gli ideali « ...Debout il n'est plus rien reste — Rien que l'arbre de la scierice — Et l'arbre de la liberto ». Perchè ricusargli il diritto dlegare alla berlina gli omuncoli é ciarlatani," di aprire il sipario sucompromessi scandalosi, i patteggiamenti osceni, le complicità rivoltantdei contemporanei? La generazione che aveva suscitato gli .entusiasmi dBecque è salita al potere: egli la vede all'opera, e conclude: t Cette farce républicaine — A trop duren'a plus de nom a; poi strizza l'occhio: c II matrimonio e la politica si somigliano : bisogna mettercisi presto a. Appartenendo alla razza deglspettatori, Becque tocca il fondo, nefare il bilancio : l'onore non ha più chdei professionisti, l'uomo che ha ricevuta una buona educazione vive con l'amante e va a morire dalla propria moglie, la vendetta è ancora la forma più sicura della giustizia, biso gna forse intendere per democrazia i vizi di alcuni alla portata di tuttidopo la prima volta l'uomo pensa alle grazie fisiche dell'amante, la donna alle qualità morali dell'uomo, la decisione è l'arte di esser crudele a tempo, la morale è forse la forma più crudele della cattiveria, gli economisti ci consigliano il risparmio: dietro di loro vengono i finanzieri per afferrarlo, non dobbiamo veder gli amicse intendiamo conservarli, l'elite fa parte della canaglia, la civiltà ci dà dei lumi, non delle virtù, è necessario ignorarsi per potersi sposare, altrimenti non vi sarebbero più matrimoni... Dissolvitore, dunque, e cinico. Maecco la sua giustificazione: Pendant que les forts et les sages, Comptent, tranquent et font leur prlz; Acceptent tous les esclavages, Acceptent tous les compromls; D'autres trop las pour tant de pelne. Et qui resteront des témolns Contemplent la mélée humaine, En rlant dans les petlts colns. Parfols des trlstesses les prennent; Ils s'arrctent et se sourlennent Des grands projets évanouls; Ce sont des falseurs de volume», Ils sont legers cornine des plumes Ils -sont profonda camme des putta.. Nostalgia dell'azione, esuberanza dvitalità che non trova da sfogarsi eallora si disperde e devia, ecco ciò che si scopre al fondo del temperamento di Becque, e nell'opera stessa riappare di colpo, come i fiumi che escono dalle sabbie. Il taglio rapido e preciso delle scene, le repliche secche ed aspre cominciano già a notarsi ' nell'Enfanprodigue e in Michel Pauper, ed iromanticismo sociale vi è soltanto più accusato e declamatorio che non neCorbeaux. Poiché questo preteso realista era un poeta, e un lettore d'oggi, attento e sottile, non può che ridere della pretesa obbiettività e impassibilità di Becque, la cui Parisienne è, a guardar bene, una apologiaUn freddo realista quest'uomo tenero e rude, questo ribelle che si eccitava al tragico spettacolo dato dellmarionette umane, dai Polichinetteso non — piuttosto — un idealista deluso e accorato, in rivolta? La via per conquistare il diritto di.sogghignare senza commuoversi troppo fu lunga per lui ed ingrata, e il pessimismo gli costò pena e fatica. Era partito giovane e ingenuo, con il suo bagaglio rivoluzionario di idee dequarantotto, e quando riuscì a piantare sulla breccia dell'arte nuova lsue due commedie — due bandiere — si ritrovò colpito a morte in ciò che aveva di più caro e nascosto: la fiducia nella utilità della lotta, ebbe la sensazione che il pubblico non meritava sacrifici, ma disprezzo. E allora sperperò il suo capitale di tenerezzadi passione, gettò le perle ai porciEra un poeta triste, vivace, sensuale, e si mise a scriver dei versi galanti da disgradare Verlaine per la musicalità equivoca ed evocatrice, lanciò delle satire politiche con delle strofe che mordevano sino all'osso le vittime; era un moralista che conosceva . gli uomini e li giudicava implacabilmente e raggrumò in poche fiale velenose le sue osservazioni, le sue diagnosi. Alla base di tutto, un rancore profondo verso la società che lo aveva deluso, imprigionato e lasciato inutilmente avvizzire e consumare fra dei fuochi d'artificio da salotto. Ah, non gli avevano permesso di « arrivare », di aver la sua parte al sole? Stoicamente, orgogliosamente, Becque conservò il suo segreto, fu buon diavolo, mise in epigrammi Dumas, Boissier, Hérédia, Bourget,;canzonò i decadenti e gli accademici, feoo sapere ohe mangiava e digeriva a meraviglia, incoraggiò i giovani : Antoine, Ancey ; difese la. e comédie rosse », diventò insomma una figura un po' comica e commovente: « le pere Becque ». Ma lasciò dei versdensi, tormentati e rabbiosi in cuc'è l'eco di un singhiozzo. arrigo cajumi.

Luoghi citati: Francia, Parigi