Dichiarazioni di Chamberlain al Parlamento sull'Egitto e sull'Albania

Dichiarazioni di Chamberlain al Parlamento sull'Egitto e sull'Albania Dichiarazioni di Chamberlain al Parlamento sull'Egitto e sull'Albania Il « non possumus » del Cairo ■« Il Trattato di Tirana Londra, 1 notte. Questa sera alla Camera dei Comuni Chamberlain ha fatto importanti dichiarazioni relative ai dissensi sorti in questi ultimi giorni tra il Governo inglese e quello egiziano. Il ministro degli Esteri ha affermato che già da qualche tempo l'esercito egiziano aveva attratto l'attenzione di vari gruppi politici in Egitto, che chiedevano che esso venisse aumentato in uomini ed armamenti allo scopo di convertirlo in uno strumento a disposizione non del paese, ma di un partito polìtico: quello nazionalista. « Il Governo inglese — ha dichiarato Chamberlain — non può rimanere indifferente dinanzi a tali esigenza poiché la difesa del canale di Suez rimane uno dei vitali interessi dell'Inghilterra, e la protezione degli stranieri una delle sue obbligazioni di guisa che l'Inghilterra non può permettere che queste due missioni vengano complicate dalla presenza di forze praticamente ostili, come diverrebbe l'esercito egiziano qualora si lasciasse libero il giuoco delle influenze sovversive. Le domande della Commissione parlamentare della guerra al Cairo mirano a porre il partito al potere in grado di esercitare a suo proprio vantaggio un influsso politico sull'esercito. In seguito a colloqui col Governo inglese, l'Alto commissario britannico rimise una nota al governo del Cairo nella quale era dichiarato che l'intera questione interessava in uguale misura l'Inghilterra e l'Egitto e doveva quindi essere oggetto di un accordo comune, il quale — secondo Londra — potrebbe essere contemplato in tale guisa da soddisfare gli interessi dei due paesi. Siamo pronti ad intavolare negoziati a questo scopo, ma fintantoché un accordo non venga raggiunto dobbiamo insistere sul mantenimento di quelle salvaguardie che la passata esperienza ha dimostrato essere indispensabili. « Al tempo stesso il Governo è stato informato che degli sforzi venivano compiuti in Egitto per fomentarvi 'delle agitazioni politiche. Poiché tali agitazioni in passato hanno condotto a pericolosi eccessi, il Governo inglese ha deciso di inviare tre corazzate nelle acque egiziane, nella speranza che la loro presenza eserciti un effetto moderatore sugli elementi egiziani costituenti il massimo pericolo per la vita e gli interessi delle colonie straniere ». Conversazioni sono attualmente intavolate fra Lord Lloyd ed il Governo di Sarwath Pascià, di guisa che non è desiderabile che venga detto di più di quanto il ministro ha creduto di poter dire stasera. Si apprende d'altra parte che le tre corazzate inviate da Malta hanno gettato l'ancora dinanzi ad Alessandria, senza suscitare soverchia impressione in.seno a quella popolazione. Circa la nota britannica, nessun comunicato ufficiale è ancor diramato, ma dai resoconti della stampa egiziana ispirata da quel governo si apprende peraltro che la nota consiste di nove paragrafi. Nei primi tre .vengono precisate le amichevoli intenzioni dell'Inghilterra verso l'Egitto; il quarto paragrafo riassume i colloqui avvenuti fra Lord Lloyd e Sarwat Pascià: il sesto esprime la speranza di una amichevole sistemazione delle difficoltà sorte fin qui e denunciate nel paragrafo precedente; e nei successivi pa¬ ragrafi il governo di Londra esprime l'opinione di voler cooperare col Governo egiziano nella riforma dell'esercito. Il Governo inglese afferma di essere pronto a ridurre il servizio militare in Egitto e a migliorare gli armamenti dell'esercito egiziano. Dal canto suo tuttavia il governo del Cairo è richiesto di rinnovare il contratto per almeno tre anni col nuovo Sirdar, colla facoltà riconosciuta a quest'ultimo di sottoporre le raccomandazioni a Re Fuad direttamente senza l'intervento del ministro della Guerra egiziano e di nominare un alto ufficiale inglese quale direttore generale dei distretti costieri e di frontiera. Si mantiene il massimo riserbo sulle decisioni prese dal Gabinetto egiziano, ma corre insistente la voce che la replica del Cairo sarà estremamente cortese, ma si riassumerà in un « non possumus » riaffermando che l'esercito egiziano è materia di amministrazione interna nella quale il Governo inglese non ha alcun diritto di intervenire. Al tempo stesso la Nota egiziana esprime la speranza che un accordo possa venire presto concluso mediante negoziati diretti fra Londra ed il Cairo. Alla Camera dei Comuni, in sede di interrogazione, l'ex^sottosegretario agli Esteri del Gabinetto laburista, on. Ponsonby, ha interpellato stasera Chamberlain per sapere « se esista un'intesa tacita o esplicita tra l'Inghilterra e l'Italia in base alla quale il Governo inglese si sia impegnato ad assicurare al Governo italiano il suo appoggio nelle richieste politiche, economiche o diplomatiche dell'Italia ». Chamberlain ha replicato dichiarando che non esiste alcun impegno tacito od esplicito di appoggiare le domande dell'Italia, eccettuati i casi previsti dagli accordi che sono già stati sottoposti all'approvazione della Camera. Il neo-deputato laburista Mosley, genero di lord Curzon, è intervenuto per chiedere al ministro degli Esteri se nell'ultimo colloquio da lui avuto con l'on. Mussolini fosse stata discussa la questione albanese, e se il ministro si fosse impegnato allora ad appoggiare il progetto dell'Italia definito « trattato di Tirana ». .Chamberlain ha replicato: « La questione albanese fu menzionata di passaggio in quella occasione. Mussolini dichiarò allora, come ha sempre dichiarato, che la politica dell'Italia non minaccia in alcun modo la integrità e l'indipendenza dell'Albania ». Alla domanda di Mosley : « Ha Ella approvato una tale dichiarazione », l'on. Chamberlain ha risposto : « Sì, ho pienamente approvata (applausi dei conservatori) la dichiarazione secondo la quale si proponeva di mantenere intatta l'indipendenza e l'integrità dell'Albania ». L'on. Mosley ha ribattuto: « Crede Ella che il trattato di Tirana mantenga l'integrità dell'Albania? ». Chamberlain gli ha risposto con queste parole : « Una questione come questa può essere difficilmente trattata in sede di interrogazione. Non conviene avanzarla senza avermene avvertito. Non mi spetta' di fare osservazioni sul trattalo di Tirana, ma se mi si chiede se sia stato informato dei termini del trattato prima della sua firma, rispondo di no ».