Il lla per dimostrare che il ricoverato di ColEegno è il suo congiunto Recentemelte abbiamo accennato al

Il lla per dimostrare che il ricoverato di ColEegno è il suo congiunto Recentemelte abbiamo accennato al Il lla per dimostrare che il ricoverato di ColEegno è il suo congiunto Recentemelte abbiamo accennato al Recentemelte abbiamo accennato ala tesi sostenuta dalla famiglia Canela di fronte alla Magistratura inquirente per dimostrare che il ricoverato 1 Collegno non è Mario Jìruneri, ma l prof. Giulio Canella. La tesi si basa essenzialmente su due fotografie diverse — che uoi pubblicammo a suo tempo—e sulla circostanza di due diverj « pratiche.» ohe riguardano l'internamento dell'individuo da quattro mesi conteso, ieri il comm. Francesco Canella, padre dalla signora Giulia, ha, col patrocinio degli avvocati La Perna e Fiorian, presentato al Procuratore del Re il seguente memoriale, che diamo quasi per intero: Situazione inaudita lll.mo Sig. Procuratore del He. — Come capo della famiglia alla quale appartiene il professore Giulio Cancela, ufficiale del R. Esercito, disperso e minorato di guerra, demente ai Manicomio di Collegno, credo di poter essere ammesso al diritto di rivolgere stanze rispettose alla S. V. lll.m-a. ■ La P. S. ha segnalato a cotesto onorevole Ullicio che a CoMcgao, sotto apparenze del prof. Giulio Canella, dissimula la propria identità tale Mario Brunerl ricercalo per delitti commessi e per condanne riportate. Su fondamento della denunzia della P. S. cotesto onorevole Ufficio procede da tempo ad accertamenti dai quali sono enuti discjstl S famigliari del prof. Canella, delie tragiche vicende delle indagini, non hanno, come se non li riguardasse, altre notizie che quelle frammentarie pubblicate dai giornali, E da queste si apprende che si e proceduto a ricognizioni e confronti a dozzine — troppi in apparenza ma incancludemti in realtà per ju quiete del magistrato se ud essi si t creduto necessario aggiungere perizie d'ogni natura, da quella sulle perizie serie come quella dalle impronte digitali, arile più empiriche e meno concludenti come la calligrafica ed anche la grafologica. Posso temere, — mi rifiuto di credere — che Ja prova fin qui assuma possa siffattamente essere permeala dall'errore e dall'equivoco da permei tea<e che il prof. Giulio Canella sia consegnato al carcere in luogo e vece di Mario Bruneri. Mi permetto però di affermare, lll.mo Signor Procuratore del Re, che la prova, tal quale appare, non è fin qui riuscita, che a prò porre alle coscienze non solo in Italia, na in tutto il mondo, una situazione singolare ed inaudita: da una par te una- intiera famiglia — la mia — orgogliosa di una tradizione secolare di probità, ti pretende » tutta compatta e solidale, fervida di una certezza inestinguibile, ed iiisopprimibide, pretende di dare, la casa, la donna, i figlioli, tutta se stessa, l'onore, ad un malandrino; dall'altra parte, un'altra famiglia, quella del Bruneri, fornisce giorno per giorno t mezzi, spietata mente ostinata, perchè il magistrato al più presto, possi alle carceri, tri espiazione, il suo congiunto e mette armi nelle mani del bambino perchè ferisca il padre. L'errore nella realtà Sull'unanimità di questi ultimi si costruisce il mito del miaohile simulatore, placido signore di ogni dia bolica finzione — invincibile ed irri ducibile — balzalo inopinatamente dalle scorie della squallida vita di un uomo di cosi graoile intelligenza e di cosi fragile volontà da non essere riu scito in cinquanta anni di complicati sforzi ad elevarla di un palmo dalle vane e volgari truffe e dalle varie Ghidini per conchiuderia, povero diavolo, con 11 furto di un vasetto sulle tombe nei cimiteri. Non basta una rassomiglianza, anche ini pressi on ante per suscitare si tuazioni fuori di ogni norma che non possono affiancarsi nè contenersi se nonché nella Irrealltà di una messa in scena artificiosa. Egli è che -nella realtà si è inserito l'errore: i fatti subirono una automatica sofisticazione: conviene ed e urgente ricomporre : fatti nella realtà. Supplico per questo la S. V. Ill.iua, che conduce la ricerca con tante amore di verità e giustizia, perchè si compiaccia di considerare se non sia necessario che la Indagine non abbia suo inizio dal giorno in cui il comunicato della P. S. alla Stefani offese tanti sentimenti e tante d-igni tà, ma si estenda a ritroso nel tempo a chiarire gli avvenimenti dal giorno in cui al cimitero di Torino, Mario Bruneri fu tratto in arresto, 10 marzo 1926. L'uomo fu accompagnato fin presso al cimitero dalla Ghidiaii — fu al cimitero sorpreso con la cosa rubate — fu fotografato alla P. S. La fotografia fu pubblicata nel bollettino delie ricerche n. 105 del 6 maggio 1926 con le seguenti indicazioni: « Identf« licore sconosciuto arrestato nel cimili tero di Torino il 10 marzo 1926 perei che in possesso di un vaso di rame ■« da lui rubato da una tomba — alle« nato venne ricoverato nel Manico« mio di Collegno», dove trovasi tuttoc ra- non volle dichiarare le proprie «generalità. Connotati: età apparente ■ anni 45-50, statura alta, corporatura . robusta, testa alta curva, capelli Usci, n viso ovale, fronte ampia, occhi ce« rotei baffi ' brizzolati, orecchie granii di ovali, barba lunga a pizzo. — To« rino, 3 maggio 1926. — 11 questore ». Lo stesso 10 marzo un uomo entra nel Manicomio di Collegllo ed è presentato con la seguente dichtaraziioric medica: « A richiesta dell'autorità di < P. S. ho visitato un individuo dal- • l'apparente età di anni 45 (non fu « possibile meglio identificarlo). Risulte ta che oggi commetteva atti pazzo« schi sulla pubblica via. Presenta « sintomi di alienazione mentale con • propositi di suicidio. Dato quanto > sopra, ritenendolo pericolo»» « se «1 «« ri« veunante feBjuril fastauncePrdemunabbrtoedgilenulacofusetoCoallecoOguvepesabaquddosirineneDriprdinAgrmgrdimtobrtrnesenistscpemciuol'ridiPca6 uoroi npuceCficofiritiBtitotosoinpscbfoscsggccpadteurasqnrmcdvmmCrdMaf1li il ricoverato di ColEegno a a i , e — e e e o o , u . a o . e i e i, e a a e o ni e i, ti aa a i a e i e aò a, r — e ta e i n a e a o ri te è i ua ri e n di u ti e e ae ni n e a a u: : o a a, se ne ui ni i o o o rsal te ol26 tfirme eoorie e a i, eno». ra eic di al- fu loa on to «1 «agar,neguconecessaro« ricovero d'urgenza nel R. Manicomio. — /l medico: F.to: Dottor « G. Bjei ». « Amieto! Amleto! L'ordine della Questura per il ricovero al Manicomio parla anch'esso di uno sconosciuto dell'apparente età di anni 45, che è scanalalo quale demente pericoloso a sè ed agli altri, e si riferisce al certificato medico del dottor Bjei Casimiro per ciò che concerne la urgenza del suo internamento. Al personale del Manicomio — dice il memoriale — fu affermato, e sarà facile accertarlo, che il demente era stato fermato in piazza Castello o in una via vicina. Il nuovo ospite fu ricevuto dal dott. prof. Giulio. BelliniPresentava le stigmati caratteristiche del randagio, attonito anche fisicamente: malato con l'espressione duno stato depresso — discinto neglabiti disordinati, con la camicia a brandelli, cosi lacera e sporca che fu tosto distrutta; la barba piena, lunga ed incolta. — Fu sottoposto alle energiche abluzioni ed alla sommaria toeletta, conia si usa al Manicomio per nuovi arrivati; i capelli furono rasila barba fu acconciata a punta. 11 ricoverato si rifiutò di prendere cibo e fu nutrito a forza, Dopo circa un mese dal suo internamento fu fotografato dal dottor Ferio, nel Manicomio dCollegno, e la fotografia fu trasmessa alla R. Questura di Torino, il 17 aprile 1926; era segnata con il N. 44,170. Su certe note a lapis scritte dal ricoverato si legge : « 2. maggio 1926 — Oggi ho fatto una scoperta su di meguardandomi (dopo la pulizia) in un vetro della finestra, per ravviarmi capelli e barba, ebbi una improvvisa sensazione, quella di aver posseduto unbarba più lunga, più ben disposta; queste sensazione si è aggiunta quelldi avere subito sfregio... dove? quando? Ahimè, ahimè III... Non mi è possibile di raccogliere nella mia memoria nulla, o non sarà questa sensazione un parto della mia immaginazione? Ch'io sia allucinato? no, no... MiDio, mio Dio, la mia ragiono si smarrisce dinanzi a convinzioni, ad impressioni che mi assalgono e che, poidinanzi all'evidenza del fatti risultano a me stesso irreali... Amleto.Amleto ! Risulta che il ricoverato dal suo ingresso al Manicomio ad oggi ha aumentato il suo peso di oltre 20 chilogrammi. L'uomo arrestato al Cimiterdi Torino è Mario Bruneri; lo afferma la Ghidini, che lo ha accompagnato verso il Cimitero e lo ha lasciato breve distanza. Più tardi l'Ufficio centrale della Polizia scientifica a Romne riconoscerà le impronte digitali: senza dubbio Mario Bruneri. Le due fotografie L'uomo ricoverato il 10 marzo al Manicomio di Collegno è Mario BruneriI documenti ufficiali con i quali stato presentato al Manicomio lo escludono. Le informazioni raccolte lper là dal personale lo indicano come fermato in un punto centrale dellcittà. Il suo aspetto denunziava un uomo sfinito dalla stanchezza e dall'inedia; la fotografia di Mario Bruneri presa dalla P. S. designa un uomdi imponente struttura, e la nota dellP. S. che illustra la fotografia pubblcata nel bollettino delle ricerche, de6 maggio 1920, N. 105, lo descrive comuomo di alta statura e di corporaturrobusta. Rilevo subito che quando a Veroni famigliari e conoscenti del prof. Canella ebbero sott'occhio in fotografipubblicata nel detto bollettino delle rcerche, che {• quella dell'arrestato aCimitero, ossia di Mario Bruneri. si rifiutarono di riconoscere in essa il lorcongiunlo. Quando giunse a Verona la fotografia presa nel Manicomio dal dott. .Ferio del randagio di piazza Castello tuti e tosto la riconobbero. Per contro quando 1 famigliari dBruneri videro la fotocrrafia del bolletino, tosto riconobbero il loro congiunto: quando videro la fotografia del dotor Ferio tutti si rifiutarono di ricono soere Mario Bruneri. 1* due fotografiin verità presentano fra di loro dellprofonde dissimiglianze tanto da su scitare a prima vista senz'altro il dubbio da non doversi considerare comfotografie dello stesso soggetto. Conosciamo l'aspetto pietoso con il qualsi è presentato al Manicomio di Collgno l'internato; sappiamo che la foto grafia al Manicomio è stata presa dopcirca un mese di degenza nella casa dcura, dopo che l'uomo era stato sottoposto al taglio ed ebbe la lunca barbaccorciata e regolata: La fotografidella P. S. ossia di Mario Bruneri mete in vista sotto l'apertura della giaccuna camicia ben distesa che pare strata: un colletto rivoltato, molle, nosgualcito e che non pare sudicio daquale esce una cravatta nera con unodo regolare e disposta con cura: cura, garbo ed ordine propri! di un umo che non ha perduto il senso dellcompostezza e della proprietà. Due uomini diversi Come si ò potuto conciliare la beldisposizione del colletto e della crvatta in buone condizioni con la cmicia a brandelli che formava il som mario abbigliamento del ricoverato dCollegno? Ancora: la fotofrrafla 44.1reca una barba a «punta ben diversda quella della fotografia ufficiale dMario Brunerl: ora se l'una e l'altravessero avuto lo stesso originale lfotografia ufficiale presa nel 3 marz102(1 avrebbe dovuto dare al Brunela barba del randagio nelle condizionin cui si b presentato al Manicomio I gr i i r a e à a n e i i a u a ; i , e i a — ; n ana a a nso rm, a.. nuoo raa na è sessomarzo2,ossa,pena,ncota e lunga, tanto che fu accorciata con un'abbondante... potatura. E se questi segni- esteriori imponenti non si rilevano in entrambe le fotografie, anche i vari lineamenti del volto, l'espressio ne dello sguardo, la configurazione complessiva delle flsonomie che invano si dicono deformati da effetti di luce — rappresentano altrettanti eie menti di prova per stabilire con asso luta certezza che due uomini hanno posato dinanzi a due diversi obblel tivi. L'obbiezione che si può muovere a questa constatazione è la seguente e non è preoccupante: Se due furono gli originali cosi dissimili come risultano le fotografie, come mai un solo individuo, quello di Collegno, racchiude in sè linee di somiglianza comuni, in modo che uno e scambiato nei molteplici riconoscimenti con l'altro? La risposta è semplice : le fotografie sono state prese oltre un anno la: dieci anni di smarrimento, di cammino senza mète, senza tregua, senza ristoro, di sofferenze e di digiuni hanno scarnito i tratti del randagio e hanno messo in rilievo le linee fondamentali di dissiniiglianza che esistono fra lui e il Bruner!; il quale Bruneri se pure ebbe una vita avventurosa e dura non risulta che si sia lasciato mancare il tetto e il nutrimento unto che fu arrestato in condizioni ìisiche di evidente prosperità — un anno di pace, di cure e di sana e regolare alimentazione hanno ricostituite le note della impressionante rassomiglianza. Si è rilevato che il demente di Collegno è ingrassato di circa venti chili; ora viene spontanea la domanda: si è chiesto ad. alcuno dei molti che hanno avvicinato tino a pochi mesi e a pochi giorni dal suo arresto il Bruneri e lo hanno riconosciuto, se non siano stati impressionati dal rilevante impingutmento? o non è vero forse die nell'ingrassato di Collegno non hanno riveduto che le forme e le misure a loro note, proprie del Bruneri anche prima del marzo 1926? sdcvcpeqbbocsuggqndmugvaSsppiaddcssddsfLstepgIrfsnqddbVtmDue « pratiche » Del resto, la fotografia presa dal dott. Ferio ha già una sua piccola storia. Fu trasmessa dalla Questura di Torino alle Questure, od a qualcne Questura dei Hegno, evidentemente allo scopo di farne riconoscere l'originale. Per fare riconoscere forse io stesso sconosciuto, riprodotto sul bollettino delle ricerche dei li maggio 1926, n. 150? — Non si potrà da alcuno questo con serietà sostenere, perché I pla dissimiglianza — per lo meno e|Usenza dubbio apparentemente fra le; èdue fotografie, — anziché agevolare, ] Ravrebbe intralciato le ricerche, inge- fnerando perplessità e confusione. Dun- dca? è eà oa n leo a il e a a aa ial io aetdi tnt o e e u be oe eo o di oa a ta in al n uoa la aa m di 70 sa di ra a zo ri ni Io que, il documento fu diramato per fare lricerche di un altro: dell'altro scono-1 sdsciutol A questo punto il memoriale accenna alle difficoltà incontrate dalla famiglia Canella per venire in possesso di una delle' fotografie segnate col N. 44170 e alle dichiarazioni rilasciate alla famiglia da testi, circa i loro confronti ed i loro interrogatorii. Richiama poi l'attenzione del Procuratore del Re sulla seguente circostanza: Il 27 febbraio 1020. l'on. Guarienti ed il sig. notaio De Resi, entrambi di Verona, nel mattino, si recarono alla Questura di Torino e furono introdotti nel. l'ufficio del sig. commissario Benvenuti, il quale fece loro vedere la pratica concernente II ricoverato di Collegno. La pratica conteneva tre o quattro lettere della Questura di Verona ed un telegramma della stessa, con il quale si annunziava l'arrivo del maresciallo fotografo Colombo, e nulla più. Più tardi, nel pomeriggio dello stesso giorno, la stessa pratica fu richiamata dei c'ipo.g-nbinptto. il quale ricevette i sigg. on. Guarienti e notaio De Besl in assenza del Questore. Nel successivo 23 febbraio l'on. Guarenti si recò con il sig. Dolt. Meneghetti di Verona dal sisr. Qufstore comm. Chiaravalloti. n Questore richiese la pratica e gli venne portato un fasclcoloo che conteneva la nota cartolina con la firma Beppino, un portafogli, una lettera datata da Costantinopoli senza firma ed un manoscritto che si ritenne inconcludente. Due incartamenti, quindi «due pratiche », prova tangibile di due distinte operazioni di polizia; due pratiche, le quali a distanza di oltre undici mesi dalle operazioni stavano ad individuare — in aeeenza di ogni altro mezzo di identificazione e di differenziazione — due arrestati. Le registrazioni del Manicomio escludono che il io marzo due dementì venissero ricoverati. Solamente alcuni giorni dopo uno sconosciuto fu internato a Collegno e vi è tuttora. E' tozzo, mal congegnato e deforme: quello non e ne Canella nè Bruneri. Due le pratiche che alla P. S di Torino contraddistinguono i fermi di due sconosciuti e dementi il p-iorno 10 marzo 1926. due le fotografie che ritraggono i lineamenti di due uomini diversi, due gli uomini fermati (uno Indro al cimitero, uno maniaco per le vie della città), due ricerche diramate dalla P. S. per riconoscere due sconosciuti. Uno di essi si trova a! Manicomio di Collegno, e l'altro? n memoriale, dopo aver accennato alla possibilità che uno dei due arrestati, e cioè il Bruneri, sia riuscito ad ecclissarsi, non sia passato alle carceri nè entrato al Manicomio, conclude: Il problema si semplifica: l'uomo di Collegno è il professore Canella o deve rimanere perennemente confinato nel limbo degli sconosciuti? Basterà, lll.mo Sig. Procuratore del Re, che Voi diate ia parola a coloro che amano lo smemorato infelice — e che per lui hanno cosi lungamente sofferto l GSMclcetrtdcedvessqsds