La catena di delitti del seviziatore delle bambine

La catena di delitti del seviziatore delle bambine La catena di delitti del seviziatore delle bambine Il questore di Roma dice: «E' l'ignobile individuo che la Po- ^ Hzia cercava» - U plauso di Mussolini ai funzionari i . e e . i -, . a . e — . - e al e ti, , a i ie u i, a, a lni ael no a 5, r e bee lo a nel gi e e ere na il re o é ial er lel to sti era he o va o, oae, oi oie la i) to na p ifl etca na, il il to ce elmaen en io ve sta sepeenteo: teisbe uaerato he nte he are do ora taRoma, il notteNuove gravissime circostanze che integrano le prove innumerevoli di colpevolezza addensate sulla persona dei Gino Glrollmoni, in merito alla sene di delitti da lui compiuti contro le povere bambine, vengono oggi aila luce. Il primo di tali elementi consiste in un nuovo raggio di luce gettato dal brigadiere Giampaoli nella sua fosca vita, allorchè 'egli non ancora raffinato ed agiato dimorava nei pressi di Monte Mario, facendo l'agricoltore. Una lezione a «von di «ohutfi Si è stabilito che già dal 1916 il mostro cercava di adescare le bambino con dolciumi e lusinghe. Per una strana coincidenza colui che è stato In grado di fornire alla Polizia questi nuovi elementi è proprio il fratello del brigadiere cui spetta il merito precipuo dell'operazione giudiziaria Vincenzo Giampaoli ha narrato come nell'estate ftlO, trovandosi un pomeriggio in casa di un amico in via Giordano Bruno, nel quartiere Trionfale, ebbe modo di assistere ad una scena e di partecipare ad una vicenda che si ricollegano strettamente alla catena di delitti al quali finalmente la Polizia ha posto' fine con l'an-esto del Girolimoni. Da una finestra della casa di via Giordano Bruno, ricorda il Giampaoli, si dominava completamente la parte posteriore della chiesa di San Giuseppe con l'altura della Balduina, su cui parecchi anni dopo doveva essere uccisa la povera Rosina Pelli. In un prato della località si aggiravano, quel giorno, giocando numerose bambine. Il Vincenzo Giampaoli, stando- alla finestra, notò dapprima un individuo in atteggiamento fortemente sospetto, sdraiato sull'erba vicino à dutf bambine di cai cercava di cattivarsi la confidenza con dei dolciumi tratti da una capaoe bu sta di carta. u Il Giampaoli, preoccupato e turbato da quanto aveva veduto, discese in istrada ed incontrato un suo amico, certo Salvatore Ntoolucci, — che può confermare tale circostanza, — si avviava di corsa verso l'altura, riuscendo poco dopo a sorprendere accanto alle due bambine lo stiano individuo, che aveva con sè una grande quantttji di cioccolato. Dopo avergli sommiiiì strato una lezSone a suon di ceffoni, 1 due vollero condurre lo sconosciuto u viva forza' alla più vicina Stazione al carabinieri. Il giovinastro, quasi, piangendo, cominciò ad implorare pietà ai due accorsi'dichiarando di essere un soldato in licenza e pregandoli di non rovinarlo. Ma i duo, senza lasciarsi commuovere, continuarono a trascinarlo verso l'abitato, lungo un sentiero della Balduina. Senonchè ad un tratto lo sconosciuto, nel passare vicino ad un cespuglio, riuscì a svincolarsi dalla strétta e, profittando di un momento di perplessità del suoi custo di, afferrò una bicicletta nascosta nel la siepe e si allontanò velocemente. Prima la fotografi» e pel il ratto Oggi, il Giampaoli, vedendo la foto grana del Girolimoni, ha dichiarato senza esitare di riconoscere perfettamente nell'arrestato l'individuo che egli aveva sorpreso 11 anni fa alla Bai duina, e che evidentemente fin da quell'epoca cominciava ad abbandonarsi ,àl suo bestiale pervertimento. 11 sottosegretario agli Interni, on Suardo, ha presentato'ad. Capo del (inverno Il questore di Roma, comm. Angolucci, insieme col comm. Cesareo del Commissariato di Borgo, il com missario Piccino e il brigadiere Giani paoli, che st sono distinti nella scoperta e nell'arresto del Girolimoni. Era presente al ' colloquio anche il capo della Polizia, gr. uff. Bocchini. L'on, Mussolini, che aveva ripetutamente incitato la Polizia a perseverare nelle indagini, ha espresso al gr. ud. Bocchini e agli altri funzionari il suo vi vo compiacimento ed il suo plauso «Un segreto tarrlbila» Il questore, comm. Angeluccl, interrogato dai giornalisti sull'eventualità che il Girolimoni potesse avere dei complici, ha dichiarato: « Allo stato presente delle indagln una ipotesi simile è assurda'ed è da scartare senz'altro. Riguardo all'arresto, o al a fermo », di Armando Cinti debbo dire che costui è semp'icemente un mediatore clic era in rapporti di affari col Girolimoni, e che 6arà molto probabilmente rilasciato oggi o doma ni. Lo si pregherà, s'Intende, di mei tersi a disposizione di tutti 1 funzio nari di P. S. che desidereranno avere da lui ulteriori informazioni sull'uo ino che ha avuto la sventura di conoscere ». Riguardo poi alla lederà ehe sarebbe stala sequestrata all'Ufficio postale di distribuzione della corrispondenza, lettera in cui una donna, a quanto si dice, amante del Glrolinnni, rimproverava al mediatore di averla messa a parte di un segreto terribile e lo scongiurava di non fare il nome di lei — il comm. Angeluccl ha affermato che nè egli, nò i suol dipendenti non sanno nulla. Ha aggiunto però che non è impossibile che-questa lettera, la quale qualora esistesse rappresenterebbe un'altra gravissima prova a carico del Girolimoni, sia nelle mani del giudice istruttore, comm. Marciano, « -Le prove e gli indizi che abbiamo raccolto — ha concluso il questore — sono più che sufficienti per affermare che II Girolimoni è l'individuo ignobile cui la Polizia romana ha dato la caccia per anni, sicura di riuscire un giorno a catturarlo ». La famiglia del Cinti, che è stato « fermato » dalla P. S., interrogata anche dai giornalisti, ha vivacemente protestato l'innocenza del proprio congiunto. Intanto si è proceduto a un al piro ■ fermo », in persona di tale Ce sare Reggiani, anch'egli med latore dcause, che ha avuto rapporti col GirolsnlNbpdcibpViemlu a a o ò i n ò o , 1 u l i n n i n n o e a i ra o n, ne ci o rà ei n a ei e di o a i o re o oble a, si osa lo ei to on he a, n a ni rmo — re ola un to nte nal Ce dl, ro- limoni. Tanto il Reggiani ette li Cinti saranno rilasciati non appena avrart» no fornito all'Autorità di P. S. le de* lucidazioni desideretc. Nascosto eoa aita bimba la n «Mttnj Si attende Intanto a Roma un cara» biniere, che deve riferire su un importantissimo particolare della vita! del Girolimoni durante la' guerra, a carabiniere, a Casarza; passando nel« ie vicinanze di quel cimitero, al imbattè in un ragazzo di 12 anni, eba piangeva. — Che fai qui? — gli domando. Vattene subito, che al spara. il bravo milite tentò di allontanala) i! ragazzetto. Da notarsi che Cataria, era sotto il fuoco delle artiglieria nemiche. Ma 11 ragazzo ribattè:' — Non me ne vado se non ritornai la mia sorellina. E dove è tua sorella? Se l'è presa un soldato a l'ha por» tata dentro il cimitero. Immediatamente il carabiniere entra nei cimitero, e ' in un angolo scorsa un bersagliere — era 11 Gino Girolimoni — ed una bambina che, spaventata e., tremante, si lamentava pietosamente. Alla vista del carabiniere il Girolimoni si dava subito aila tuga. La bimba che presentava tracce di Contusioni, veniva trasportata all'Ospedale Militare. E' noto che il Girolimoni si fermo con la sua ultima vittima in una osteria in via GIraud. Tale Alessia Mariani, che si trovava nell'osteria, dopo aver raccontato come si svolse la scena, aggiunse che vide il Girolimoni in piazza dell'Orologio all'ufficio delle carte di identità. Corse allora in Questura, ma l'uomo quando essa ritorna con gli egenti, era già scomparso. Un rioonoioimanto Quindi la donna ha aggiunto: — Qualche giorno fa mi trovavo in casa di una signora, al corso Vittorio Emanuele, a lavorare, quando si presentarono alcuni agenti che mi dissero di andare con loro e mi portarono, al commissariato di Borgo, ivi fui fat. ta entrare In una stanza ove si trovava un gran numero di vestiti. lo chiesi se era uno spogliatolo degli agenti, ma non mi si rispose e mi fecero vedere molte fotografie. Le riconobbi subito: erano quelle del Girolimoni. In seguito mi dissero: « Riconoscete qupsto? », e mi mostrarono nn cappello marron. Risposi che non mi pareva. Si accese la luce e 11 sangue mi jjelò nelle vene; era il cappello marron che egli portava nel giorno del rapimento dell'ultima bambina. Di II a poco fui ammessa alla presenza del Girolimoni. E' inutile che io dica l'impressione di disgusto e ripugnanza che provai. Ebbi un moto Istintivo; egli mi fissò e mi disse presso a poco cosi: « Guardatemi bene e, se avete una coscienza, non emettete falsi giudizi». Le 'sue parole non mi turbarono minimamente; lo avevo riconosciuto e ben riconosoiuto. Infatti, quando gli di che lo avevo visto in via Crescenzio» e che egli aveva allora accelerato la marcia dell'automobile, restò turbato o non- rispose più nulla. L'Alessia Mariani ha riconosciuto 11 Girolimoni nonostante che egli non portasse più i baffi. Un vecchio e immondo satiro sottratto alla giustizia della folla Milano, 11, notte. . Una scenata che avrebbe potuto ,avéf# serie conseguenze : senza l'intervento dei carabinieri si è avuta ieri verno sera in un cascinale in viale Certosa ove un vecchio sessantenne, tale Carlo Butti fu Antonio, ortolano, abitante in viale Certosa 3, è slato sorpreso mentre adescava una bimba Il Butti ha già una cattiva riputazione essendo già stato altre volte accusato di reati del genere. Ma ad accrescere lo sdegno dei terrazzani coltro di lui ha contribuito la scoperta chedue bambine pure decenni erano da lui state attratte nei campi e fatte segno a prepotenze. I contadini avevano giurato di sorvegliarlo e di « fargli la pelle ». Ieri verso sera il Butti fu sorpreso, come si è accennato, mentre stava per compiere una nuova infamia, ma, 6C0per-' to, fu preso e bastonato. Ai primi accorsi altri se ne aggiunsero e l'indignazione pubblica avrebbe fatto giustizia sommaria se, avvertito nel frattempo, 11 maresciallo Pallottinl non' fosse giunto in tempo p«r sottrarre lo eóìaguraio all'ira, soprattutto delle dome. Un altro bruto a Faenza Faenza, il, notte. Da qualche giorno erano pervenute al Comando della Legiono del carabi-, uieri alcune voci chv accusavano certo Anastasio Sorgerti! di ignoti di 43 anni, di professione bracciante, ammogliato con tre figli, di avere commesso atti innominabili su una bambina, di 11 anni figlia di un ortolano, certo Buizacca, abitante nei dintorni della città. Con grande cautela, data la delicatezza della grave accusa, il Comando della Legione approfondi le. indagini- e potè appurare che i fatti sussistevano, veramente. Il Sorgenti lavorava nell'orto del Bulzacca come giornaliero e aveva tanta confidenza con la famiglia di costui che nelle giornate invernali e nei momenti di grande lavoro approfittava della ospitalità per rimanere colà anche la notte. Fu appunto in una notte dell'inverno scorso che U Sorgenti commise il delitto minacciando la ragazza e tappandole la bocca* con le mani perche non gridasse. Lo sciagurato in un primo tempo negò la colpa imputatagli, ma durante un drammatico confronto dovette amméttere la sua responsabilità, già provata altrimenti, e fu tratto in arresto. La popolazione indignata gli ha fatto una violenta dimostrazione di ostilità.

Luoghi citati: Casarza, Faenza, Milano, Roma