Il processo Pietravalle

Il processo Pietravalle Il processo Pietravalle « a a è e , e a o e o e o a a o e l oa e. go, oiei a e ti L'imputato mandato fuori dell'aula perchè oltraggia un commissario Roma, 4, notte. Stamane è continuata la sfilata dei testimoni ai processo Pietravalle. Primo a deporre è il colonnello Domenico Pietravalle, fratello dell'ucciso. Dice che apprese la sventura mentre etra a Palermo, parti subito per Napoli, dove giunse il 30 giugno, ma non gli fu consentito di vedere subito il fratello, date le sue condizioni di salute. Fu la mattina del 2 luglio che potè vederlo. Lo salutò con lo sguardo per evitare che il fratello parlasse e si emozionasse. — Nella giornata — egli soggiunge — apprendemmo dai medici che ogni speranza di salvarlo era perduta. Allora cercammo affannosamente di sapere il nome dell'assassino ed 11 movente del delitto. Mio fratello disse allora al nipote Paolo: «Guarda là, al casino». 11 casino è una villetta di sua proprietà. L'infermo aveva qualche momento di lucidità e tentava di aiutarci nelle ricerche; ma non offri nessun elemento specìfico. Quello che intese una cameriera A domanda del Presidente il teste dichiara che, appena interrogato in istruttoria, disse che egli non aveva nesstm fatto specifico contro alcuno. Quando lesse la deposizione Miranda si sorprese molto, perchè molto tardivamente si ricordava d'intervenire dn favore di uno sciagurato. Ciò gli fece una pessima impressione. Avv. Pistoiesi: — E' una rispettabilissima persona. Avv. Caprice: — E' un mentitore I Sorge a questo punto un incidente tra gli avvocati delle parti, subito se dato dal Presidente. Su circostanze di secondaria importanza depongono i testi Raffaele Gargano, Giuseppe Piccoli, Francesco Contaldo, e Roberto Livichlni. Il maresciallo Arcangelo Caputo viene richia malo per fornire alcune delucidazioni sulle prime indagini da lui eseguite; quindi sale sulla -pedana il brigadiere dei carabinieri Renato Di Martino. Questi interrogò la cameriera della fi glia dell'on. Pietravalle, la quale gli disse che secondo lei l'on. Pietravalle doveva sapere chi era l'uccisore. Disse che la mattina del ferimento l'on. Pietravalle era preoccupato, tanto che i figli gli consigliarono di armarsi di rivoltella. , . La cameriera gli disse poi che quan do l'on. Pietravalle fu portato ferito a casa, affermò: « Dopo avergli fatto tanto pene e avergli dato tanti denari mi ha ucciso ». La cameriera senti del rumori e ere dendo che sopravvenissero i suoi padroni si allontanò in fretta. Il teste cercò di rivedere la cameriera, ma non ci riuscì; allora riferì tutto ai suoi superiori. 11 Presidente osserva al teste che la cameriera interrogata dichiarò di non avere detto precisamente quanto egli riferisce, ma il teste conferma quanto ha deposta Al mattino il deputato era tranquillo li' richiamato il figlio dell'on. Pietra vaile, ing. Paolo, il quale smentisce la circostanza riferita dal teste precedome, circa il consiglio dato al padre, la mattina del ferimento, di armarsi di rivoltella. Afferma invece che suo padre era tranquillissimo, tanto è vero ulie" uscì per largii un regalo. Anche il teste Di Martirio è richiamato e dice die il colloquio avvenne alle 4 del mattino, mentre il cadavere era in ^lf'teste colonnello Pietravalle, egli pure richiamato, a domanda dell'avv. Gaprice dice che il villino era in territorio di Bagnoli del Trigno. Afferma inoltre che l'on. Pietravalle, subito dopo il ferimento, accennò al suo vii lino perchè a Bagnoli del Trigno si trovava un gruppo comunista a lui ostile. 11 teste suggerì che si facessero delle indagini a Bagnoli perchè 11 colpo poteva essere partito da quella località L'ultimo teste della mattina è certo Gaetano Esposito. Si trovava nellti < 'i^™ dove fu colpito l'on. Pietraval u-,nlazza ao e J ,.S .innnnwBTB il fo l- le. ma non potrebbe r«conoscere 1 io aìritore perche non lo vide bene, iwe&so i-ia confronto col Falanga non lo ncoaI nribhe L'udienza è rinviata al pomea-j SKJJJS1 se 1"^}°' ripresa del,.udlenza poméridiari .. a ma 11 o ate e. o li lì a * tl le i. ni ela re eti a er ro, ia re alle so uvi le la gne ami eelto ste nte npvo iito e. O one no lle mmia orosi no zzo al calla rana e chiamato il commissario Gaggianò il quale raccolse la confessione deFalanga. Non appena il Faianga..vede il commissario balza in piedi e gli lancia volgari invettive, sputandogli contro li Presidente, dato il contegno dell'imputato, ne ordina l'allontanamento dall'aula. Lo sciopero degli Infermieri 11 teste Mario Barbareschi depone su circostanze di scarso rilievo. Segue Guido Tagliaferro, amministratore dell'Ospedale Incurabili e dice che ognvolta cine il Falanga veniva dimesso si avvertiva la pubblica sicurezza. Presidente: — Conosce gli infermile ri Cali e Ferrante? Teste- — Sì, «'ano bravi ragazzi e non ebbero mai da me gravi punizioni ■ punizioni che non sarebbero dipese dah'on. Pietravalle. L'onorevole era uomo molto probo e retto ; anzi, a questo proposito, debbo dire che molto mstupì la voce messa in giro sull'esistenza di un figlio naturale, perche se un figlio naturale ci fosse stato io ne avreavuto sentore. L'on. Pietravalle era buono e curava molto gli interessi de gli infermieri. Quando ci fu lo sciope ro degli infermieri, chi affrontò glscioperanti non fu l'on. Pietravalle, che era assente, ma il marchese Rossi. Lo sciopero fu vinto perchè il marchesRossi fece intervenire i soldati di sanità i quali sostituirono ottimamentgli scioperanti. L'on. Pietravalle venne dopo, arringò gli infermieri, li fecrientrare in servizio e ottenne anchper essi dei miglioramenti. All'amministratore degli incurabili srivolgono quindi varie domande sufunzionamento dei-servizi, sui rapporttra il direttore generale e i direttorsui poteri del Consiglio di amministrazione ecc. Poi viene chiamato alla pedana il commissario di Pubblica Scurezza cav. Caggiano, il quale ricordcome dopo la morte dell'on. Pietravallla Polizia seguisse varie piste; essperò, una dopo l'altra, furono tutte abbandonate, perchè non si trovò alcuelemento preciso a carico degli Indvidui sui quali si erano elevati sospettLe cose stavano a questo punto quandsi venne a sapere che certo Cagrottera stato avvicinato un giorno, nepressi dell'Ospedale, da uno sconosciuto, il quale gli aveva chiesto dche parte fosse solito uscire 1 on. Pietravalle. Lo sconosciuto si era subitallontanato pronunziando parole mnacciose all'indirizzo del deputato. Naturalmente la Polizia si mise senza indugio alla ricerca dello sconosciutoche fu identificato nel vigilato specialFalanga, già detenuto per altri motivIl Falanga fu interrogato e fu sottoposto a confronti; e alla fine confessdi essere stato l'autore del ferimento. U Falanga non in seviziato — La confessione — dice il commissario — fu spontanea. Respingo sdegnosamente l'accusa di avere usato sevizie all'imputato. Il Falanga era deresto In condizioni tali che non sarebbero state necessarie delle sevizie: sarebbe bastato un solilo per gettarlo terra. Il racconto del Falanga fu deseguente tenore: un giorno, essendegli esasperatissimo per essere statdimesso dall'Ospedale, Incontrò l'infermiere Cali, il quale gli disse: « E' statquel... dell'on. Pietravalle. Non fa mabene a nessuno quello 11 ». Il Cali glaveva dato anche un appuntamentper l'indomani, appuntamento al qual n a e e e o i ; . i e e i o e e a i e e , i o o e iel n li v. ra o i si ui ro loto «ì^A^it^A^l^S Lal Ferrante; e lo Invitò, anche a nome di quest'ultimo, a pundeare con quello l o o so oea- ael de nnelto su ue elni o le e ose ra ue: mi nun rei ra de pe gli he Lo ese sante ence he si ui rti ri, rapeSida lle sse abun ditti. do tta nei no da ieito miNainto, ale vi. tossò . isdesedel ebsa a del do ato erato mai gli l'on. Pietravalle. li Cali ed il Ferrante furono cosi arrestati. Presidente: — E" vero che li teste assistette all'interrogatorio cui fu sottoposto il Falanga da parte del Giudice istruttore? Teste : — Lo nego recisamente. Presidente: — Eppure il Falanga lo asserisce. Teste : — E* una menzogna. Presidente: — Quali motivi avevano il Cali ed il Ferrante di odiare l'on. Pietravalle ? Teste: — Non mi risulta che vi fossero motivi seri e precisi, all'infuori dell'astio che sovente qualcuno nutre verso i superiori troppo energici. Presidente: — Che cosa può dire sul carattere del Cali e del Ferrante? Teste: — Entrambi hanno precedenti penali trascurabili. Il Cali è un ipercritico e il Ferrante è un po' violento specie con la moglie. Avv. Loffredo della Difesa Ferrante: — Conosce il teste 1 motivi del risentimento del Ferrante verso la moglie? Teste: — So che 11 Ferrante ne è gelosissimo, dubitando della sua fedeltà. Si domanda al teste se il giorno del ferimento l'on. Pietravalle, nel recarsi a casa dall'Ospedale, segui la solita strada. Teste: — No, effettivamente ne se gul un'altra. Presidente : — Quante strade esistono per andare dall'Ospedale alla abitazione dell'on. Pietravalle? Teste: — Ve ne sono due. 11 teste è congedato e si richiama il Falanga, al quale il Presidente dà comunicazione delle deposizioni rese. L'udienza è tolta alle 21. La condanna dell'uccisore di Magliano Alfieri Cuneo, 4, notte. Il processo contro, il mereiaio ambulante Del Santo, di Magliano Altieri, rinviato a giudizio dei nostri giurati per avere ucciso nel dicembre dello scorso anno l'ex-couibattente Massuc co, è finito questa sera. L'udienza di stamane si è iniziata con l'arringa dell'on. Soleri, patrono della P. C. che dopo aver rievocata la nobile figura dell'ucciso passò ad esaminare le risultanze di causa, conchiudendo per la colpevolezza del Del Santo. All'oratore di P. C. segui Tavv. Cerutti di Alba, primo difensore del Del Santo, che controbattendo le affermazioni dell'oratore di P. Cv conchiuse.la sua tesi chiedendo per il Del Santo il beneficio della legittima difesa. Al primo oratore di difesa seguì l'avv. Properzi, rappresentante della legge, il quale sostenne non doversi concedere all'un putato che il beneficio delle attenuanti generiche. Nel pomeriggio parlò per circa due ore l'avv. Baravalle di Torino, ultimo difensore del Del Santo, che conchiuse chiedendo ai giurati un verdetto sereno ed equanime. Alle 17 il presidente dichiara chiuso il dibattimento. Alle 18 il pubblico è nuovamente ammesso nell'aula per la lettura del verdetto. I giurati hanno negato che il Del Santo abbia agito in condizioni di legittima difesa e tanto meno che le sue intenzioni fossero solo quelle di. ferire anziché di uccidere. Gli hanno invece accordato il beneficio della semi-ubbriachezza e della provocazione semplice. - In esito a questo verdetto il presidente avv. Lastrucci ha condannato il Del Santo ad anni 5, mesi 6 e giorni 25 di reclusione, all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, alle spese processuali, al danni verso la Parte Civile da liquidarsi in separata sede, nonché al pagamento di una provvisionale di lire 5000 alla vedova dell'ucciso. La condanna di un avvocato curatore di fallimenti a Milano Milano, 4, notte. Si è ripreso ossi il processo contro l'avv. Aristide Caporali per una serie di malversazioni da lui compiute, secondo l'imputazione, nella sua qualità di curatore del fallimento della Società Anonima Sonica Lombarda e del fallimento di Antonietta Barra. Per il primo fallinipnto l'avv. Caporali si sarebbe impossessato di 98.375 lire, somma che doveva essere restituita al fallito. In quanto al fallimento Barra egli avrebbe venduto a suo profitto oggetti del fallimento, appropriandosi la somma riscossa e determinando inoltre certe Pierteresa e Antonietta Chiola a proporre fraudoìentemente, nello stesso fallimento Barra, crediti inesistenti. L'uliinia imputazione a carico dell'avv Caporali è quella di emissione di cheques a vuoto per l'importo di 6.400 lire L'avv. Caporali si è -44feso oggi dicendo che per il primo fatto egli è realmente debitore verso il fallito, ma di sole 43.000 lire, mentre per il secondo ha affermato di aver concluso, dopo presentato il rendiconto, un accordo regolando il suo debito in cambiali; e la Barra dichiarò che queste cambiali alla scadenza non furono pagate. Per gli assegni a vuoto l'avv. Caporali ha detto di averli emessi con la data posteriore, ma poi fu arrestato e non po té più fare, i depositi presso le Ban che. 11 Pubblico Ministero ha chiesto la sua condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione e lire MO di multa: e dopo le arringhe defensionali, il Tribunale ha emesso sentenza di condanna per un'unica malversazione continuata, alla pena complessiva dj 4 anni di reclusione, del quali 6 mesi condonati Rapinatori per cambiar mestiere Novara> 4, notte. Lavoravano a Villadossola quali operai certi Emilio Gomina fu Cesare di anni 20 ed Antonio Benini di anni 23, il quale invitava il compagno a licenziarsi per unirsi a lui allo scopo di dedicarsi Insieme a migliore professione. Si accordavano quindi per compiere delle rapine. Armatisi di rivoltelle e coprendosi il viso con del fazzoletti, nello scorso settembre, lungo la linea ferroviaria Domodossola-Bevra, nei pressi del ponte sul Toce, aggredirono il negoziante Stefano Dell'Orsi portandogli via il portafogli contenente 10U0 lire, dandosi poscia alla fuga; e poi certo Tito Preioniasportandogli il portafogli contenente 460 lire, e infine certo Clemente Vadi che tuttavìa gridando, riuscì a metterlin fuga. I malviventi venivano due giorni dopo arrestati ma il Benini riu sciva ad evadere dalle carceri di Do modossola rendendosi irreperibile. IGomina è stato giudicato alla Corte d'Assise, difeso dall'avv. Bolongaro. In base al verdetto del giurati il Presidente comm. Manieri condannò il Go mina, a cui furono concesse le atte nuanti, a 7 anni, mesi 5 e giorni 7L. 600 di multa e un anno di vigilanzaCancelliere Bariosco. gblalslMGcsdnduvqptaccrsuGgltcsvaciseqldpaarsslvdsmrdntmpmsnL'adolescente omicida condannato Tortona, 4, notte. Nelle ore pomeridiane di una dome mica dell'estate se osa, sul piazzale del Municipio del Comune di Carezzano Maggiore un nugolo di ragazzi — come d'abitudine — giuocavano a rincorrerei quando per un futile motivo 11 tredicenne luciano Torre sferrò un calcio al hasso ventre del coetaneo Lorenzo Canegallo che, dopo 48 ore moriva avendo riportata la lacerazione dell'intestino. Rinviato a giudizio il Torre, difeso dall'avv cav, Migliettavenne condannato a 3 armi di detenzione da econtarsi In una Casa di Correzione e ai danni verso la Parte Civile rappresentata dall'on. Brezzi e dalntoI l'aw. Alberto Caotù. Il Tonre ha In aleI iprposto appello.