SPINOZA

SPINOZA SPINOZA NNiuno può dirsi saggio, salvo che Dio: Dio e sofo, l'uomo è filosofo. Compito del filosofare è formarsi i concetti (dialettica)-e operare a norma di essi (etica). Fine dell'uomo dev'essere la conoscenza di Dio, alla quale ed conduce la meditazione del filòsofo. L'uomo non 'chiede alla filosofia là Boddisfazione d'una curiosità, eia pure elevata, ma vuole con. essa ottenere la pace e la beatitudine: compiacersi soltanto dell'immutabile e dell'infinito è sottrarsi a' tutti i mali della vita e godere di una costante felicità. Ora la sola filosofia ci può dar questo bene, facendoci conoscere tutte le cose come derivazioni, parti o manifestazioni di Dio, e quindi con' ducendoci alla contemplazione e al l'amore di Dio, come causa e sostanza di ogni cosa, come una vera realtà. Inadeguata è la conoscenza empirica, derivata dall'esperienza, con la_ quale ci rappresentiamo i vari oggetti come esistenti in sè; adeguata è la conoscenza razionale, che ci fa conoscere gli attributi di Dio, ossia le essenze universali ed eterne delle cose; e la intuitiva, che apprende tutte le cose particolari come esistenti ab aeterno e pienamente determinate nell'unica c.l infinita sostanza, in Dio. In questo amore intellettuale di Dio è il grado supremo della cognizione e insieme il fine ultimo e la felicità della vita. Tale dottrina professò Benedetto Spinoza, di cui l'umanità civile celebra, in questi giorni, il COL anniversario dalla morte. Egli accordò e fuse il fine teoretico col fine morale ed espose il suo sistema nel trattato intitolato Etica, e tale lo disse, perchè il fine dell'uomo, per lui, dev'essere la conoscenza di Dio, alla quale si coordina tutta la meditazione del fi losofo. Pochi seppero, come lo Spi noza, armonizzare così fedelmente le loro orioni con le loro idee ; pochi ebbero animo così retto e sincero, ed Una serenità filosofica pari alla sua. Scevro di passioni, fermo ed imperterrito, geloso della propria libertà e indipendenza, alieno da ambizioni e [vanità, sdegnoso di piaceri, amante dei vero'sovra ogni cosa, pronto ad ogni sacrifizio per esso: tale fu l'uomo, oggetto d'infami calunnie e ài implacabile odio. Modesto, affabile, disinteressato, sostenne bensì risoluto esser vero ciò ch'egli credeva. ^Nato da una famiglia ebrea, originaria del Portogallo, spiacque alla sinagoga per le sue opinioni, e all'età di 24 anni, venne da essa escluso, e i suol vecchi maestri gli scagliarono contro la scomunica, c Schammatha », per la quale non v'è remissione possibile. Gli era stato offerto un assegno annuo di mille fiorini, purché rimanesse israelita e visitasse di quando in quando la sinagoga: ma il filosofalo aveva rifiutato, e e lo avrebbe rifiutato — son sue parole — se anche fosK stato dieci volte maggiore, giacché non era un ipocrita, e cercava non denaro, ma la verità ». L'indipendenza del suo spirito gli fece rifiutare una cattedra di filosofia all'Università di Heidelberg. Compone in lingua spagnuola un'« Apologia para justificarse de su abdicacion de la Sinagoga », dolendosi che lo Stato ■i fosse alleato con una chiesa contro 4i lui. La protesta è perduta: essa è una prima sintesi di tutto il suo pensiero: critica biblica (per combattere le opinioni dei Rabbini), affermazioni filosofiche (implicite ed esplicite nella critica della tradizione delle sinagoghe), rivendicazione della libertà religiosa (e affermazione che lo Stato, quando aiuta le chiese nella loro intolleranza, ben lungi dal rafforzarsi, si debilita ed esautora): in questi tre concetti si riassumono la teoria della religione, la filosofia e la politica dello Spinoza, tre aspetti di un unico pensiero. Per l'ira collegata dei Rabbini e dei Teologi protestanti, non potò pubblicare che il Trattato teologico politico (Amsterdam, 1670): le altre opere, durante la sua vita, corsero manoscritte, ma lo Btesso anno della sua morte (1677) gli amici le pubblicarono, senza nome di stampatore, sotto il titolo di « Opere postume » ' (Etica, Trattato sulla correzione dell'intelletto, Trattato politico incompiuto, Corrispondenza, Grammatica ebraica). Morì a quarantaquattro anni (24 novembre 1632-21 febbraio 1677): fu sotterrato il 25 febbraio. I popolani che seguirono il suo convoglio, dicevano: « Sicuramente è salito al cielo»; in tutta la sua vita, aveva dato l'esem pio d'un eroe o d'un santo: nessuna tribolazione gli era mancata. Aveva già studiato il latino e la fisica quando concepì un vivissimo amore per la filosofia. Le opere del Cartesio decisero della sua orientazione speculativa, poiché con quell'indirizzo egli sperò di soddisfare la brama d'un sapere razionale; e invero tutte le conseguenze logiche del cartesianismo appaiono chiare in lui, come in nessun altro filosofo. La sua Ètica, quantunque per la forma geometrica di definizioni, di assiomi, di teoremi, di corollari, compariva una deduzione rigorosa, nell'intrinseco non è esente da contraddizioni. Le quali bensì vengono essenzialmente dal Panteismo, perchè questo vuole appunto identificare i contrari che, nell'identità violenta, poi divengono contraddittori. Lo tradizioni ebraico-cristiane fan si che lo SpinozaN par talvolta un grande spiritualista, e che ponga la libertà e immortalità dell'anima umana e la personalità stessa di Dio ma, quanto all'essenza del sistema, giunge necessariamente a tutt'altre conseguenze. Per la somiglianza delle dottrine," egli si congiunge strettamente ai Razionalisti e ai Panteisti delia Germania e del resto d'Europa. Ciò si vede non solo nell'Etica, sì, quanto alle conseguenze religiose, mo rali, giuridiche, nel Trattolo teolo gico politico. Vissuto in un paese d'ardente prò testantesimo, come l'Olanda, lo Spi noi* sentì tutta l'efficacia del pen siero libero da ogni autorità: ma poi eslaunnea'demriqunealIlape coSpsacodveraschleme lofesfpfasostledsodccunlocndcaduscazntancshLvCdvmmvsdagnnlap12inpSnpbNdptudhdgastrgauetu1vpssnmcdcdcgmmcocCvpngczbctpdcddgBtaltbtcsltdnIMdtrdsnnVssdl in conformità di Calvino, l'attribuì eccessivamente allo Stato, perchè il bisogno stesso d'autorità conduce ad esagerare lo Stato, quando si neghi la Chiesa docente. Lo Spinoza svolge una vera filosofia della religione, nella quale, con idee molto superiori a' suoi tempi, precorre la critica moderna. E con essa si connette strettamente la sua dottrina politica; arrivando, così, anche in questa, a quella unificazione a cui era giunto nella metafisica, e che era conforme allo spirito generale del secolo XVII. Il pensiero moderno è sulla via da lui aperta. Il perfezionamento dell'uomo e dello Stato vanno di pari passo per completarsi nell'ideale del filosofo. Lo Spinoza ha universalizzato la vita del saggio, ha creato un mondo concreto corrispondente a quel mondo ideale di spirito, che aveva sognato attraverso la sua metafisica. Come Aristotile nel delineare il ca rattere del magnanimo, Kant nel discorrere del dovere, più che un ideale hanno sott'occhio una persona, e di lei parlano efficacemente, e s'infiammano, perchè sentono quell'idea viva e signoreggiante nel loro petto, c.osì lo Spinoza nei descrivere la vera perfezione dell'intelletto, alla quale si sforza di pervenire, e nel tentare di proporre un modello, non ha dovuto far altro che copiare se stesso. Filosofia non è solo conoscenza dimostrata, è soprattutto vita umana ideale. Compito della filosofia è di condurci al sommo bene: amando Dio solo, diventiamo consciamente partdi Lui, parti della sua mente, e con ciò acquistiamo la massima virtùch'è già per sè la massima felicitàuna permanente realizzazione della nostra natura ideale umana. Quando lo Spinoza segue il suo declivio speculativo, immagina un savio che vive nella coscienza di Dio, nel pensiero della unione del nostro spirito con la causa eternamente efficiente; e vi ha di più, mantiene l'idea di questa unione come un postulato della scienza. uì il d hi ge e, ri oar a to me I. ui mo er Lo el to le aa ile di mva sì rsi di to ooanio ti on ù, à, la do eve ro la ha ta la • lo non so, o lettore (dice 11 nostro Fiorentino), se tu abbia lette le opere di Spinoza; io per me, del Vangelo In poi, non conosco libro da cui spiri pace tanto profonda e serena; 1 due ebrei, ebe vi si rivelano. Gesù o Spinoza, si rassomigliano assai. Sotto quella forma Ischeletrita e nudamente Reometrica dell'Elica, quanto tesoro di affetto si trova nascosto! >. t II regno di Dio è in voi », diceva Gesù. L'amore che Dio ci porta è in noi. E' l'amore stesso che noi portiamo a Dio. In esso consiste la beatitudine, che i Libri Santi chiamano la Gloria. La Beatitudine non è la ricompensa della virtù, ma la virtù stessa. E' per essenza che noi partecipiamo all'essenza di Dio. Che sarebbe entrare nel regno,' se non fonderci in Dio? L'apostolo Paolo insegna : « Noi viviamo in Dio, ci moviamo in Dio, siamo in Dio ». L'apostolo Giovanni scrive: • Noi siamo uno col Cristo, com'Egli è uno col Padre ». Poiché il Cristo è l'esempio eterno di quelli che vogliono partecipare alla .divinità. Egli stesso ci ha lasciato i comandamenti della Legge novella: cTu amerai il Signor Dio tuo con tutta la tua anima e con tutte le tue forze », e il secondo ch'è identico al primo: c Tu amerai il tuo prossimo come te stesso per l'amor di Dio ». E l'apoBtolo dice ancora: « Se tu non ami tuo fatello di cui vedi la faccia, come ameresti Dio che non vedi? ». Cosi la pratica non si distingue dalla fede ; la fede senza le opere è morta. « Io son nato, io son venuto al mondo, dice Gesù a Pilato, per ren der testimonianza della verità ». Il Cristo è stato testimone della verità, della verità che santifica, che rigenera, che redime. Noi meriteremo di esser chiamati suol discepoli, se an dremo verso di Lui con amore. Vagliare oggi al lume della rigorosa critica lo spinozismo è rendere uno de' contributi più cospicui alla storia della filosofia e alla vita del pensiero. G. M. FERRARI (della R. Università di Bologna) FBcpl'mnztrtrdmteduGdptiFde dtaleilmngdspstcCzmedrbcItsdcrccrmmppldmpgq

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