" Onorate l'altissimo Poeta"

" Onorate l'altissimo Poeta" " Onorate l'altissimo Poeta" Mantova inaugura oggi il monumento a Virgilio AUGURIO P' il natale di Roma. Quest'anno l'Itali» lo celebra guardando a Mantova che festeggia Virgilio. Difficile pensare un modo di celebrazione più r'egno. E ciò, .diciamo romanamente, sia fausto felice fortunato. I)a qualche tempo, diradate certe nebbie che offuscavano gli occhi e i pensieri, la figura di Virgilio è riappaia nella giusta luce; proprio come apparve il suo Enea nel tempio di' Cartagine sciogliendosi la nube che lof. nascondeva. Ma l'apparire dell'eròi».,fu sventura fatale per la gran regina: per l'Italia è augurio lieto, alta fortuna amare, sentire e cono^ere Bempre meglio il suo vate. Egli vien primo in questo trionfo ■ ■U» insomma è di tutti i grandi Bcrit•'•irì latini: ragione di compiacenza \i9t coloro — eravamo^ radi, sì ; era in ,manipolo sparso quel che ora è legione — che non dubitarono nè mutarono mai nel giudizio di quegli immortali. Onde accade di sorridere al vedere che alcuni dei maggiori tra tasi, come numi riammessi in Olimpo, sembra portino ancora i segni delrenglio immeritato. Un po' di caligine ròta intorno alle loro fronti: Chi ve l'addensò, è in colpa se quelle stentano a rivelarsi e a tornare libere ; e (abiette. Mezzo secolo visse l'uomo destinato a non morire nei secoli, e alla seconda metà della vita appartiene tutta l'opera sua. Finì un po' dopo i trent'anni le Bucoliche, verso i quaranta *e Georgiche, a1 cinquanta l'Eneide, .non però che fosse ancora secondo il ino concetto finita. Non fa dunque ?'':Vjeraviglia, in una natura come quel che l'arte appaia nelle tre parti alla stessa altezza. Ma v'è di più che, pur avendo i diversi poemi i lor diversi caratteri, un filo d'oro corre per tutta e li lega, respira in fondo a tutti presente la medesima anima. Errarono, errano grammatici e critici, quando, presi a lettera certi tratti poetici, suppongono sol per ciò tentativi giovanili di epopea. Tanto varrebbe prender sul serio che Apollo scendesse a tirargli le orecchie ammonendo: Pastore, non più su delle pecore. Ma certo è che taluni caratteri si annunziano fino dai primi carmi, taluni riappariscono fino all'ultimo. Sì, il .flauto campestre par che già tenti sommesso qualche clangore di tromba; la tromba ri velerà talvolta in dolcezze di flauto: per l'alto aere puro s'incontrano e non si offendono aquile e colombe. Sotto l'aratro che stride si scoprono a un tratto grandi scheletri di legionari : in mezzo a contadini che riposano gioiosi balzano ravvivati i due rubesti adolescenti che allattò la lupa. Son fermo a credere che tra i motivi della poesia di Virgilio, due primeggino, e sono, per dirli con parole virgiliane, il divinum rut e la maxima Roma. Perchè esso è dominato da due amori, la bontà umana e la prodezza eroica, la semplicità e la magnificenza. E come più le due ispirazioni si accostano, e quasi i due motivi s'intrecciano, ivi più intero è Virgilio. Il simile si può dire dell'arte sua, di quella eleganza virgiliana'tanto celebrata, e che veramente è singolare e suprema, non poro sempre intesa bene da tutti. A me ne rende immagine quell' albero dove rampolla immortale, cioè rinnovabile sempre, il ramo d'oro che ogni vivo visitatore dell'oltremondo deve portare in tributo a Proserpina, quasi un raggio di sole alla regina dell'ombra. Entro quell'albero felice è un continuo lampeggiamento aureo tra il verde: schietti sono i rami e luminosi. Così in Virgilio vanno insieme e fanno fcufctf-uno Ja proprietà e la bellezza, l'espressione che dice e la perfezione che sublima. Egli venne al suo momento. Nato sette anni prima del futuro Augusto, distinse subito tra tutti quel giovinetto, ebbe fede in lui, sinceramente gli si addisse. Nè dal suo canto l'erede e vindice del divo Giulio tardò ad accorgersi del poeta che doveva essere tra le sue maggiori glorie e fortune. Alessandro Magno potè farsi scolpire oa Lisippo e dipingere da Apelle, ma guanto a poesia gli -toccò invidiare achille e contentarsi di Cherilo. Non oti grandezza d'uomo nè potenza di mpero che valga a suscitare un poete. Augusto n'ebbe più d'uno e più di due: ma Virgilio e Orazio furono i suoi, splendidi araldi, e Virgilio per, occellenza consacrò insieme la gente fiulia e la romanità tutta quanta, vate nazionale e retaggio del mondo lavile. Del tanto che sapeva e sentirà che ricordava e inventava, compose quella vasta e varia armonia di poema, tutto pieno di Roma, l'unico che Roma potesse desiderare ed .accogliere. Rlatone crea la repubblica ideale, Cicerone chiama l'ideale ad, abitare tra i sette colli. Il trovato di Virgilio, il suo concetto è semplice e grande, analogo nella composizione -del poema a quello che ebbe quando volle mostrare a Enea presso il Lete la sua remota discendenza. Ivi diede ai venturi le figure e le forme che avrebbero vestite un giorno, e per tutta l'Eneide presagisce e riverbera nella leggenda e nell'invenzione la grande storia. Uno scrittore francese da non molto rimpianto, dopo aver citato nn passo di Virgili", là dove Enea rivede tra i mirti eterni Didone, e prima la intravede oscura, a quel modo che talvolta vediamo eì e no tra le nuvole lssspbsvbvaDgSdldfelsclposlsgSnqecetiglevemnssagsricbbliaivaffictpspis la luna novella, esclama: c Felice ehi sente un brivido ai miracoli di questa poesia I Versi come questi ce ne sarà «1 mondo un migliaio, e se li perdessero, la terra ne verrebbe men bella ». Non contraddico. Ma chi ha, se non altre fortune, quella di provare i brividi della grande poesia, sa bene quanti altri sono in Virgilio i versi che non cedono a quelli davanti ai quali tanta ammirazione si acoese. Del resto, sui casi di Didone pianse già Aurelio Agostino; e poiché da S. Agostino ad Anatole France la distanza è .grande (guardo solo a quella di tempo), ciò porterebbe a considerare come perenne e invitto eia il fascino di quell'arte. Fascino sacro e salutare. Il mattino della poesia italiana, mattino che non poteva essere superato da nessun meriggio, fu in compagnia di Virgilio. Virgiliano fu l'artefice che ritemprò e inaugurò la poetica dei tempi nostri. E l'Italia, ogni volta che davvero sente ò risente sè stessa, cerca con desiderio devoto l'antico suo vate. Del volume di Virgilio pochi luoghi sono così celebri come il saluto alla gran madre di ubertà e di valore. Salve magna parent frugum Saturnia tellus, magna virumf Con una di quelle transizioni sue così spontanee e potenti, il poeta che insegna l'agricoltura o meglio l'amore dei campi' e l'utile del coltivarli, confonde a uir tratto e abbraccia la terra italiana/ in quanto è produttrice di grani e genitrice di prodi. Passa di lode in lode, e le consacra tutte : dalle messi e dai vigneti, dai pascoli e dagli alveari, ai mari e ai laghi, alle città e alle rocche, alle miniere, e a quella miniera nostra più delle altre genuina e inesausta, gli eroi. Dopo venti secoli l'antica madre gode ancora del\ saluto del suo poeta e ha fatto onore alla parola di lui. Sia nella pace come è stato nella guerra. Il culto di Virgilio, il tributo stesso che gli si vuol rendere di amo re e di onore, obbligano il popolo italiano a volersi meglio armonizzare con lui: nel genio, sarebbe desiderabile; nella misura e nella intera probità, è doveroso. Tra un continuo maledire alla retorica infinite retoriche imperversano: sotto falsi nomi aspetti di critica e d'arte, e di molte altre belle cose, tra presunzioni che annaspano e buone intenzioni che traviano, è spesso un guazzabuglio di idee, è sempre un diluvio di frasi che<viziano ancora ,(e peggio se non ce ne accorgiamo) la vita. Virgilio è quella fonte che spande di parlar sì largo fiume; ma che parlare è il suol e in che pensosi e verecondi silenzi si maturava 1 a che nobili ispirazioni e propositi rispondeva! Mantova, la madre cara non mai dimenticata da lui che ne fece per sempre poetico il nome, poesia accresciuta ancora dai moderni eroismi, pone oggi un monumento a Virgilio. Con ciò scioglie un suo voto, e apre il triennio che precorre alla celebrazione due volte millenaria della nascita del poeta. Le belle glorie che vivono perenni non attraversano la via. a nessuna novità, ma ben possono insegnare in parte il segreto per cui l'opera d'arte nasce e non muore.'E intorno alte opere di Virgilio, suo monumento vero- e incomparabile, continueranno gli studi, che forse-nessuna età intermise del tutto, e che tutti i dotti paesi alimentarono. Siano discrete le mani, devoti e delicati .gli spìriti che si accosteranno alle pagine sacre, vestite di bellezza e piene di musica. Ma sopra tutto la consuetudine col poeta faccia sì che i nostri costumi si risentano di quelle prerogative che animano l'arte sua e atteggiano la sua figura. Quanti nutrono fiducia che il popolo italiano perseveri virtuosamente e felicemente per la degna via, intendono bene la salubrità-e l'altezza di quest'augurio, che l'ammirazione di Virgilio sia professata in Italia con anima sempre più consapevole della grandezza di lui e meno disforme da'quel suo divino equilibrio di parole e pen-;GIUSEPPE ALBINI b d

Persone citate: Alessandro Magno, Anatole France, Aurelio Agostino, Cicerone, Pastore, Virgili

Luoghi citati: Italia, Mantova, Roma