La celebrazione torinese della festa del lavoro

La celebrazione torinese della festa del lavoro La celebrazione torinese della festa del lavoro Un corteo dr 70*000 persone sfila disciplinatamente o e , a i i a e e à — a i a e o e i i i e e u Una smagliante serenità di cielo e la più- limpida e calda giornata primaverile ieri. Cosi la cerimonia celebrativa della festa del lavoro, nella natività di Roma, ha avuto la più bella e gioconda cornice tra uno sventolio di innumerevoli bandiere. Il Parco del Valentino appare come un immenso giardino. Sul corso Massimo d'Azeglio cominciano a radunarsi, ancor prima delle 8,30, nel punto indicato dalle gerarchie fasciste, gruppi di pèrsone che prenderanno parie al corteo. Gagliardetti, bandiere, gtumgoilo isolatamente ed il viale comincia ad animarsi. Sull'angolo del Corso Vittorio . Emanuele un folto assembramento indica che i metallurgici sono ar-. rivati assai per tempo sul luogo derj convegno. Da via Pio V, da via Berthollet, via Galdiari, ecc., sempre nuove persone sboccano ininterrottamente sul coreo Massimo d'Azeglio. I nuo-: vi arrivati salutano festosamente quelli che li hanno' preceduti, l'allegria si comunica e si espande in questa bella mattinata primaverile. E sotto il viale', distanziati gli uni dagli altri, vicino a singoli cartelli, si radunano i diversi sindacati: gli intellettuali,- i giornalisti, i medici, i bancari, gli impiegati. Fra i singoli gruppi, le camicie nere ed i gagliardetti mettono vivaci note di colo-re. Alile 9 Coreo Massimo d'Azeglio è in pieno movimento. Alcuni sindacati incolonnati risalgono il viale per collocarsi nel posto già precedentemente fissato per il corteo; Quei borghesi disciplinati, manovrano con magnifica precisione come se fossero altrettanti soldati. Di tanto in tanto una folata di vento porta le note dell'inno Giovinezza che qualche musica passando lascia dietro di sè come una soia. Il movimento si propaga. I capi di ogni gruppo comunicano gli ordini. Da Corso Vittorio l'affluire dei sindacati conti-, mia ininterrottamente. Ne giungono dal Ponte - Umberto ma la maggior parte arrivano dalla parte, opposta. Giù, giù fin da corso Vinzaglio,' dove si sono- raccolti aliri sindacati, le colonne risalgono verso corso Massimo D'Azeglio. Rapide automobili sulle quali si ' trovano dirigenti, solcano il viale, si fermano per recaire un ordine, proseguono, scompaiono. Sotto le alberate una folla mista di donne, uomini e bimbi, attende già lo sfilare del corteo ed assiste intanto curiosamente a tutto quel movimento di preparazione. Più numerosa essa si fa in piazza Carlo Felice davanti alla stazione, dove cordoni di carabinieri e guardie municipali si adoprano per tener sgombro il passaggio. , Datile vie che sboccano sul corso, giungono nuovi gruppi, altre bandieI re, altri gagliardetti, e di tanto in ' tanto musiche le quali aiutano i partecipanti a marciare militarmente. La folla non aspetta che il passaggio del , a;corteo per riversarsi nella sua scia e seguirlo. Mai come quest'anno Torino n ha° veduto cosi numerosi partecipanti - alla festa del lavoro. e o o. a o , e , i, -1 signora Castelfranchi e chiudono queei;Ja^^nK2SJÌ^f^J.£^S[ÌS- II corteo sì muove Alle 10 precise, dal fantastico ammassamento si staccano i primi scaglioni. Senza uno squillo di tromba, senza i soliti e stentorei ordini gridati ad alta voce, la colossale macchina umana si è messa in moto, con una precisione matematica. Un piccolo gruppo apre il corteo: un gruppo di vecchie camice rosse che guadagnano strada per non impedire lo svelto cammino della massa. La musica della « Garavini » accompagna i gloriosi reduci fin-presso alla stazione di Porta Nuova e quindi ritorna ad attendere la colonna dei Sindacati della quale ai mettono poi alla testa. Seguono quindi i garibaldini, le As seriazioni Nazionali del Pubblico im piego, guidati dal comm. Coniglione Stella. E' questa una delle colonne più imponenti. Il gagliardetto federale apre il cammino al resto della colonna ordinata dal oav. pozzo e dal cav, Lembo. Seguono le Associazioni N'azionali del pubblico Impiego, rAssociazione dei Ferrovieri fascisti guidato dal cav. Garrasso e i Postelegrafonici, l'Associazione-dei rivenditori dei generi di Privativa con la Segretaria provincale a ¬ ti della Federazione autonoma fasci sta delle Comunità artigiane d'Italia Le Comunità Gli artieri sono fatti segno a Vivia¬ aj siimi applausi da parte del pubblico, -i Specialmente notati i cartelli che por,\M? xf unzioni delle diverse comua' fra 1 5uaJl 6?inca c'uell° della a a l -| -|cò. In testa alla colonna sono i dirigeno [ti la Segreteria piemontese: il vicee ;segr. regionale e segr. torinese Mae] rio Intaglietta, il segretario aimminl Federazione di squisita fattura arti stica rilevante in fondo d'oro il segno delle organizzazioni che sapientemente amalgama la Corona ferrea — simbolo immortale dell'Italia monarchica — con lo scalpello, il martello e la sgorbia — segni eterni del lavoro itali e i i a o e , a e l , . d l ose ae io, i , i a l i i e e e . i n 6trativo Arturo Ruggiero, il capo ufficio statistica e propganda cav. Silvio MaIreneo. Il gagliardetto della Federazione è portato da un artigiano orafo in camicia nera con i segni del valore. Incolonnate in formazione ternaria vengono quindi le diverse comunità. Numerosissima quella dei barbieri e parrucchieri agli ordini del capo regionale Giuseppe Rissane. Quindi la comunità degli orafi, argentieri, intagliatori di piatire preziose con a capo 11 cav. Pietro Lissolo ed. il comitato direttivo. Compatta la comunità dei Fotografi, organizzata dal capo regionale oav. Enrie Giuseppe. E via, via, la comunità dei Pittori Decoratori, agli ordini del capo regionale Banello Michele; la Comunità dei verniciatori e nichel-latori, col capo regionale Chiapparti Ettore; la Comunità degli artieri del mobile, col capo regionale Merlotti Ercole; la Comunità degli artieri stampatori, col loro rappresentante Frassinella ; la Comunità dei piccoli mugnai col capo regionale dott. Zuccaro Luigi; la Comunità della plastica dentaria col capo regionale Galleani Attilio ; la Comunità degli arredatori ed addobbatori, col capo regionale Rojetto Eugenio ; la Comunità degli artieri dell'abbigliamento e dei sarti, col capo regionale Caldone Nicola ; le Comunità degli artieri del ferro e del bronzo, coi loro rappresentanti Zerbini Attilio ed aw. Aldo Poggio; ed in seguito tutte le altre Comunità costituite nella regione pie montese. I Sindacati La seconda parte della interminabile sfidata e ohe comprende i Sindacati viene aperta dalla musica • Garavini », seguita dal gagliardetto dell'Ufficio Provinciale dà Sindacati Attorno al gagliardetto marciano su doppia fila il segretario generale dei Sindacati provinciali prof. Del Giudice non il cav. Lembo e il cav. Buccino, il dottor Capponi, il cav. Corvetto, capo dellUfflcio Stampa e il.ragioniere Toaraldo. Questo grappo tiene dietro un fitto stuolo di gagliardetti seguito dai Sindacati. Il SnodacAt» «sgl! TntéHfattuaf!, fci assenza del comm. Gorgolmi, è guidato dail'ing. Bernocco. Il Sindacato autori e scrittori dal prof. Pero : quello degli avvocati e procuratori, tra la file del quale sì notano le più eminenti figure del Foro torinese, sono agli ordini dell'avv.. Maccari; un fitto stuolo di medici liberi professionisti è guidato dal prof ». Per cival ; il Sindacato . j l o o à l i ilitcleprsBqafnèmlasdlrshmmtuvdml«izvcslatpdspflnppdiidfplsdtcpsorlsntsivzvRubrgsqfddsmzdvth1vsucmddcsscdamcllldnmmzltopp1rggnlrici ragionieri ha a capo il ragioniere Sadetti ; quello degli ingegneri e farmacisti il dottor Bergesio; ring. Melis è alla lesta del Sindacato degli architetti e il dottor Milone dei dottori in Scienze commerciali e il geometra Spadavecchia dei geometri. Il Sindacato dei giornalisti, del quale, in assenza del dottor Bertuetti, è a capo Michela Intaglietta, è rappresentato-dal conte Spetta, dal dottor Cima, dal redattore capo del Momento Mazzanelli, un folto gruppo di giornalisti che rappresentano tutto il giornalismo torinese — notiamo Gigi Michelotti. condirettore della Stampa, Mafflo Maftii direttore dela Gazzetta del Popolo, il gr. uff. Nardini-Sailadini, il dott. Cara no della Stefani, Vincenzo Pennino e molti redattori, collaboratori e corrispondenti di quotidiani. Seguono i giornalisti il Sindacato delle arti plastiche e fra i componenti di questo, numericamente assai compatto e brillante per notorietà di nomi vediamo i pittori Guai-lotti, Bosia, Cibrario, Giorgis e molti altri. Il Sindacato dei bancari è guidato dall'ispettore Fauraco. L'Associazione Nazionale Sindoale fra Ditte e Commissionari di Borsa ha alla testa il dott. Bazzani ; conduce il Sindacato degli addetti al commercio, l'ispettore aw. Vallone e quello della Carta e Stampa il signor Giovanni Masera. Segue, con in testa la musica della Fiat e,guidato dall'ispettore provinciale Celso Riva il Sindacato degli impiegati ed operai metallurgici, che è uno dei più numerosi (oltre settemila) e quindi sfila, interminabile e imponente quello dell'Alimentazione e della Pesca con a capo l'ispettore provinciale cav. Voltolina. Il sindacato dei Ferrotranvieri e degli addetti ai Pubblici servizi ed ai trasporti è inquadrato dal centurione Luigi Rosso. E viene quindi, gairrulo e cinguettante, fresco di vestiti primaverili indossati da numerosissime sartine torinesi il Sindacato dell'abbigliamento, dell'ammobigliamento e degli edili, con a capo il ragioniere Soriano. La folta massa degli operai organizzati delle Industrie chimiche e tessili, che è nel corteo agri ordini dell'ispettore Arrighi è inframmezzata dalle schiere deFe tessitrici della Provincia di Torino, nei loro caratteristici costumini da lavoro: grembiulini neri e cuflio-ttine di rete rossa. Il Sindacato dei Rivenditori ambulanti, numerosissimo e disciplinatissimò, è guidato dall'instancabile cav. La Cava e chiudano quindi la meravigliosa colonna i tranvieri e i garzoni macellai nel loro gaio e pulito camiciotto turchino. La sfilata per corso Massimo D'Azeglio, corso Vittorio Emanuele, via Roma e piazza Castello dura circa due ore e si svolge fra due ali fitte di popolo che ne segnano il percorso. Da ogni balcone pende e si agita una bandiera da ogni balcone scoppiano applausi e grida d'evviva. L'imponentissimo corteo, fra i concenti delle musiche raggiunge piazza Castello. Davanti alla Prefettura Sono le 10,30. La pittoresca fiumana traversata la spianata in direzione del Palazzo Reale, gira il Palazzo Madama e la prima formazione, composta dei garibaldini in camicia rossa e dei reduci delle vecchie battaglie, va a prendere posto sotto i balconi della Prefettura. Tutte le finestre, anche qui, sono imbandierate. La folla accorre da tutte le vie e la ala al passaggio, trattenuta da carabinieri della compagnia interna al comando del capitano Miozzi e del tenente Anguissolà e da allievi carabinieri comandati dal capitano Giordana, mentre tutto il servizio d'ordine è diretto dal commissario cav. Labbro, della sezione Dora Po, coadiuvato dai commissari Sidotti, Guerriera, Nicucci e dal vice-commissario Mondino. Fin dalle 9,30 sulla piazza avevano cominciato ad affluire,le Associazioni e gli Enti che non dovevano partecipare al corteo. I primi ad inoltrarsi sono gli avanguardisti Fiat; giungono poi, in formazioni alternate, vari plotoni della milizia, le madri e vedove dei caduti, i Circoli.rionali fascisti in, camicia nera, la Società Dante Alighieri, la Federazione del commercianti, e via via tutti gli altri Sodalizi destinati a far scorta d'onore ai sindacati. Tutti sventolano i loro vessilli e gagliardetti. Sotto la tettoria del Regio appare una nota carattertstlea: sono una cinquantina di agricoltori che si allineano militarmente, tenendo ciascuno spiegato e poggiato al piede un gagliardetto verde. E' il simbolo della terra e insieme della primavera che trionfa sulla piazza in una gloria superba di sole; ed è anche il tacito saluto gentile della campagna ai lavoratori della città. Alla Prefettura convengono intanto a gruppi, senza ordine prestabilito, le autorità e le principali personalità fasciste di Torino e della provincia. Nel salone al primo piano esse sono ricevute dal prefetto marchese De Vita, che fa gli onori di casa insieme co! suo capo di gabinetto cav. Lo Monaco, con l'aw. Rivera capo dell'Ufficio stampa della provincia, col cav. utr. Rossi e gli altri funzionari. Notiamo fra gli intervenuti: il podestà ammiraglio Di Sambuy, i vice-podestà ing. Alessandro Orsi e Buffa di Perrero, col segretario generale del Municipio Rrand'uff.~Fubini ed il comm. Gualco: il colonnello conte Di Robilant segretario della Federazione provinciale fascista, coi membri del Direttorio federale avv. Bardanzellu, prof. Collino, marchese Srarampi, maestro Blanc, oav. uff. Valentino; cav. Couvert e generale Di San Marzano in rappresentanza del Fascio di Torino; il Consiglio di disciplina del Fascio nelle persone del generale ' Oasareto, dei conte Beria d'Argentina, del conte Fossati, colonnello D'Aloisio, conte Radicati di Brozolo, conte Della Chiesa. Mano a mano vediamo poi ancora avanzarsi: S. E. Casoli primo presi; dente della Corte d'Appello, il procuratore generale avv. Torella, l'avvocato generale comm. Crosta Curii, il gr. uff. Martinengo presidente del Tribunale, il sostituto procuratore del He avv. Bruno; il generale Petltti di Ho. reto comandante la I armata col suo capo di S..M. generale Asinari di Bernezzo, il comandante .della Divisione gen. Biancardi, il generale Perol comandante la l.a zona della milizia, il generale Sasso comandante l'Accademia, il colonnello Olisetti, il colonnello Balocco per la Scuola di guerra, il colonnello Tacchini comandante presidio aeronautico, il colonnello Bo-. lognesi comandante il 19.0 stormo d'a-^viazione.il colonnello Spelta, il gene-!trale Bertele il gen. Rho per gli ufficiali in congedo; e il «Nastro Azzurro », l'on. Bagnasco, il questore comm. Chiaravalloti. il prof. Pochet. tino rettore dell'Università, il prof. Renda provveditore agli studi, il gr. uff. Anselmi commissario straordinario alla Provincia, l'aw. comm. Ugo Codogni, il gr. uff. Ferracinì e i si cpvscnntendente d. fta«iza CatanaraTìi#tilato tenerne. Di Majo giunto In oar- rozzalla e trasportato a br««!Ja. tra i i) rispetto generale, nelle sala, il Marchese Ottavio «Thaon di Revel ed prof. Canepe per il Comitato regionale dell'Opera nazionale « Balilla », il rag comm. Bonadè Bottino per le comunità artigiane, il signor Gasp&rri per il Dopolavoro, il comm. Gemelli dell'Istituto nazionale delle Assicurazioni, il conte Paolo Thaon di Revel segretario della Federazione agricoltori, ù comm. Zavattaro della Cattedra ambulante d'agricoltura, il gr. uff. Donvlto e il comm. Goretta per la Federazione provinciale commercianti ed altri. In rappresentanza del Fascio femminile sono presenti anche la marchesa di Brichanteau e la signora Chiappo. La pittoresca radunata Quando le autorità e le notabilità,, quasi tutte anch'e=se in camicia nera, attratte dallo squillo delle prime fanfare si allacciano alla lunga balconata del palazzo, la piazza sottostante è già affollata e va sempre più animandosi. Il corteo, scendendo verso la parte bassa della piazza, giunto all'angolo del palazzo della prefettura, si snoda .formando una diagonale In direzione del monumento al « Cavaliere », poi taglia ancora ad angoloretto, la piazza. I Sindacati si addossano sul fronte del Teatro Regio: ei ha cosi come una gigantesca, zeta umari-a, che dura per circa un'ora-emezzo, quanto cioè la imponente stilata impiega ad esaurirsi. Tratto trattouna banda musicale esce dal corteo e va a prendere posizione nel mezzo della piazza. Vi 6ono; fra le altre, la musica dei tranvieri, quella dei metallurgici, quella in divisa kaki della « Fiat », quella della Casa Benefica. Gli inni si alternano alle grida di esaltazione all'Italia, al Re, al Capo del Governo. *, . 'L* vasta spianata presenta ora un colpo d'occhio magnifico. Il corteo che sembra non abbia più fine, ha ormai lammasaato a ridotto del « Regio » tutta una moltitudine. L'apparire delle prime donne nella sfidata; è salutato da coloro che - già erano giunti, da schiette e vivaci espressioni di simpatia. Tutte le categorie passano nel flotto a getto continuo che la via Roma nilversa in piazza ' Castello; tutte le professioni, tutti i mestieri. Ecco 1 portalettere in divisa, ecco il gruppo dei garzoni macellai In. bicicletta, ecco i venditori e le venditrici ambulanti, il cui Sindacato conta la bellezza di duemila inscritti; ecco i tranvieri; 1 ferrovieri, i tesserati del pubblico impiego, gli intellettuali, i giornalisti e la moltitudine degli operai dell'indusTj-ia. Ecco infine le figure più note degli organizzatori, fra i quali sono tipi caratteristici che la folla operala comincia ad individuare, facendo essi pure segno a calde manifestazioni di simpatia. La sfilata procede nel più grande ordine. La piazza ormai nereggia. I Sindacati, passando, rivorti alle gerarchie che stanno sulla balconata, salutano romanamente: dall'alto si risponde con lo stesso saluto. Le camicie nere rivolgono il loro omaggio affettuoso anche al piccolo gruppo dellesuperstiti camice rosse, giunte in parte in automobile, e che assistono con la vecchia e gloriosa bandiera del Comizio veterani del 1848-1870 e con l'alto vessillo loro donato dalla compianta Regina Margherita. C'è, fra essi, pure un tamburino sardo, naturalmente bianco per antichissimo pelo. E', dei resto, tuta una siepe di bandiere è gagliardetti, impossibile ad enumerar^ si. Alla nota di festosa poesia che questi simboli del lavoro rinnovato dif-fondono nella piazza, sembra rispondere dai margini di questa la folla dei cittadini che, anch'essa, è venuta sempre aumentando. Quante sono le migliaia di persone presentì T Si azzardano delle cifre. Si parla dV'mojw diecine di migliaia. Certo lo spettacolo, veduto dalla balconata, è magnifico.; Ad un certo purito, con gli intellettuali arriva il prof. Del Giudice, che ha voluto fare tutto il percorso del corteo. Egli sale e prende a sua volteposto sulla balconata accanto al colonnello Di RobHant ' che contempla 10 spettacolo della piazza con senso di visibile compiacimento. Le musiche suonano ora contemporaneamente. E' un'orchestrazione improvvisa che accresce il sentimento giulivo da cui la moltitudine è pervasa. Poi la musica della « Fiat » attacca l'Inno Imperiale del m.o Blanc, che suscita grandi acclamazioni. Il maestro Bdanc, che è sulla balconata, appare visibilmente soddisfatto. I discorsi. A mezzogiorno la sfilata non è ancora'finita. Allora il prof. Del Giudice ordina che i Sindacati scendano a passo acceleralo, sciogliendo la formazoine di marcia. La folla si stringe compatta verso la ringhiera da cui gli oratori dovranno parlare. Si fa un silenzio alto, assoluto. Il colonnello Di Robilant, ergendo l'alta persona, fissa un istante ie folla, poi con voce forte e chiara, reca 11 sav luto del Partito fascista. Egli dice: « Camerati, lavoratori ; il 21 aprile di quest'anno non è soltanto il giorno consacrato alla festa del lavoro» ma segna una data che rimarrà memorabile nella storia della nostra nazione, perchè in essa viene emanata la Carta del lavoro. Questo documento, veramente nuovo, che mette gli operai e i datori di lavoro nella compagine della Nazione operante, si impone all'attenzione di tutto il mondo. 11 fascismo, inquadrato nelle sue meravigliose organizzazioni, in questa giornata radiosa agita per tutta Italia i suoi gagliardetti accanto a quelli dei sindacati. Questo è il Littorio! I fascisti di Torino e della sua provincia vi salutano, o camerati lavoratori, e nel nome del Duce che innalza la sua gigantesca figura sul mondo intero, si uniscono a voi in una affermazione di volontà, di fede, di certezza ». Appena il colonnello di Robilant ha finito di pronunciare il suo discorso, si leva dalla l'olla una acclamazione altissima. Quando finalmente si può ristabilire il silenzio, è la volta del prof. Riccardo Del Giudice. Il capo dei Sindacati torinesi, cosi si esprime: ■ « Lavoratori fascisti, La celebrazione della festa del lavoro, per volontà di Benito Mussolini, Duce del fascismo, che è l'Italia, si compie nel giorno sacro alle origini di Roma, madre immortale e inesausta di civiltà e di grandezza. Non è' questa una coincidenza forzata, nè tanto meno retorica, perchè essa esprime la spiritualità nuova, la passione nuova con le quali il fascismo pone il problema del lavoro e ne intende le necessità. « Come agli antichi padri nostri dopo la guerra era premio e conforto il santo lavoro dei campi, così ai lavo¬ . . , ^°f' "ali.anì novellamente creati dal !ta5?^Jil.-1?v.oro si **Lla non Plù come una condanna dura, ma come la più divina forza che l'uomo abbia per vincere la natura e aggiogare l'avvenire (applausi). Identificare la feste del lavoro con le origini della .nostra storia significa, o lavoratori dell'Industria di Torino, affermare per i secoli che la storia nostra è storia di popolo, è storia dèi lavoro. Ma u lavoro e 11 popolo non, sarebbero degni#S£^«S ISttraSi0^^ *a Mio Staro, e come tale va d^cipU i ivrta. «.gelata e garantita (applauso.Quali siano le garanzie cbe al lavoro \& f'-ato U fascismo, voi già sapete perchè mai nessuna rivoluziona avvinse l'animo del popolo come quella fascista. Soltanto io bo il dovere oggi dt annunciarvi la promulgazione della'