Il disaccordo sul disarmo navale farà naufragare i lavori di Ginevra?

Il disaccordo sul disarmo navale farà naufragare i lavori di Ginevra? Il disaccordo sul disarmo navale farà naufragare i lavori di Ginevra? rvzospecaeea«ampa» „.-w-i , Ginevra, 11, none. E Stata la giornata di oggi una alarnata decisiva por la conferenza del disarmo? (Decisiva, Intendiamo, nel senso ohe la riunione della Conferenza appaia ormai poco probabile o ad ogni modo non possibile per il prossimo autunno come era stato deliberato dall'Assemblea e dal Consiglio della Società delle Nazioni?). Ancora non si può dire; ma è corto clie oggi è stata una delle giornate piiì■•dimoili per i lavori della Conferenza preparatoria. Alla base della vertenza era sempre il dissidio franco-inglese, ma non è privo di signilicato notare come il vicolo cieco si sia avuto propri" a "proposito del disarmo navale, il terna che più di ogni altro interessa l'Inghilterra. Lo dichiarazioni di Lord Cedi Oggi Lord Robert Ceoll ha avuto un gesto col quale pareva volesse far slsalirà a Washington la responsabilità della Impotenza in cui viene a trovarsi la Conferenza ginevrina. Naturalmente U delegato degli Stati Uniti, Gibson, si è fatto un dovere di scagionare il suo paese. Ma frattanto — se non ufficialmente — nei corridoi si parla molto di un prossimo rinvio, Quando si sono iniziati 1 lavori, tutti i delegati a gara hanno dichiarato ohe avrebbero seduto magari tre mesi ma non si sa rebbero separati senza prima avere pre- parato un.<\ schema di convenzione per il disarmò; quando si avviarono l lavori e le prime difficoltà, apparvero, si credette di poterle superare col sistema della doppia lettura; oggi si dico che la seconda lettura sarà (orse opportuno rinviarla a luglio o a novembre. Vedremo nel prossimi giorni quale sorte avrà questo tentativo di rendere Impossibile la guerra attraverso alla limitazione degli armamenti. Frattanto, ecco la cronaoa della giornata. La seduta si apre in un'atmosfera di ansiosa attesa. La Commissione deve riprendere la discussione del capitolo relativo" agli armamenti navali. Orbe be, si è saputo che 11 Governo brltan ntoo non può accettare la proposta presentata a titolo di compromesso dalla Delegazione francese relativamente al tonnellaggio delle navi da guerra e che d'altra parte la Delegazione italiana non ba dissimulato che questa proposta le sembra troppo audace sulla via, del compromesso. Fra l'attenzione generale Lord Cecll ha fatto anzitutto alcuna dichiarazianl che egli crede daranno soddisfazione alla Commissione. Per gli armamenti aerei, e cioè per 1 quattro punti che sono stati tenuti in sospeso II Governo britannico h pronto, egli dice, ad accettare sotto certe riserve, che tengono conto delle condizioni speciali, della Gran Brettagna, le proposte francesi. Per quanto concerne gli effettivi navali il Governo britannico ò pronto a comprenderli'In una limitazione a condizione che, come por gli effettivi aerei, questa limitazione consideri la cifra globale senza far distinzione fra ufficiali e uomini di truppa. Il Governo britannico ha dunque fatto un grande sforzo per giungere ad un accordo. Per quanto concerne gli armamenti navali, ritiene che la convenzione di Washington relativa alla limitazione delle grandi unità navali, sia, stata efficace e .soddisfacente», Il Governo britannico j»on potrribbe accettare nessuna misura elio potesse portare pregiudizio a questa convenzione, o negarla alla vigilia della Conferenza convocata dal presidente Coolidgel oul risultati potrebbero essere molto importanti e servire di base alla futura Conferenza del disarmo. Il Governo britannico ha esaminato con molta cura la proposta francese relativa al tonnellaggio navale. Il risultato di questo esame ha dimostrato che questa proposta che non limita le piccole unità e i sottomarini, nò la loro potenza d'azione, non dà quel minimo di sicurezza navale che è indispensabile e non limita la corsa agli armamenti. U Governo britannico, cosciente, della grave responsabilità che pesa su . di esso, ha. il vivo rincrescimento di non accettare la proposta francese. La tesi italiana e la replica francete Il generale De Marlnls (Italia) dice che. anche il Governo italiano ha esaminato molto seriamente la proposta francese. Gli rincresce di non poterla accettare soprattutto a causa della distinzione fra lo forze destinate al ter ritorto metropolitano e quelle destina te alla difesa delle Colonie, il generala De Marini s illustra poi brevemente la tesi navale dell'Italia, i.a flotta di un paese deve essere considerata nella sua totalità e ogni libertà deve ossero lasciata al paese di impiegarla come meglio intende agli scopi ohe ritiene più utili. L'Italia vuole possedere un tonnellaggio globale equivalente a quello di' qualsiasi altra Potenza continentale in Europa. Per il resto, essa 6 favorevole alla riduzione degli armamenti navali. Il generale. De Marini» presenta una proposta secondo la quale ogni Potenza firmataria dalla convenzione potrebbe ripartire il complesso del tonnellaggio assegnatole come meglio le conviene, a condizione di far conoscere almeno sei mesi prima alla Società dello Nazioni le caratteristiche delle navi da guerra che essa vuole mettere in costruzione. Cosi, constata 11 delegalo Italiano, ogni elemento di sorpresa sarebbe allontanato. Ma l'Italia non potrebbe andare più In là nel suol impegni relativi agli armamenti navali. L'on. Paul Boncour ringrazia Lord Cecll di avere attenuato in certa misura ciò che la risposta del Governo bri tannico ha di increscioso sul .punto fondamentale degli armamenti navali. MI rincresco, dice egli in sostanza, ohe la proposta della Francia dì natura cosi profondamente transazionale,, non abbia potuto essera accettata dal Governo britannico. La Francia non po teva e non può accettare altro elio la fissazione del tonnellaggio globale delle navi da guerra. Questa decisione nasce anzitutto dal fatto ohe è Impossibile accettare del-limiti per lo varie categorie perchè è ingiusto portare in materia navale delle regole che non esistono per le altre formo di armamento. Perchè Infatti far subire ad alcuni Stati delle limitazioni che non sono contemplate por gli armamenti terrestri? Un'altra ragione ohe motiva l'attitudine della Francia deriva dagli accordi di Washington, Questi hanno limitato il tonnellaggio e l'artiglieria delle navi maggiori. Ora continuano a legarci ed hanno creato per noi una situazione di cui non è possibile non tener conto. Certo nessuno penserà di rifiutare ad alcune grandi Potenze marittime 11 diritto di discutere nuovamente fra loro' limitazioni più precise, conformemente ai loro interessi particolari. Perciò la riunione progettata dal presidente Coolidge (e alla quale la Francia ha il gran rincrescimento di non poter partecipare) ha un posto- a parte fra i lavori preparatori alla Conferenza generale del disarmo. Ma, contrariamente a ciò che ha detto Lord Cecil, non sono le decisioni di questa Conferenza ristretta che debbono applicarsi alla Conferenza generale del disarmo, ma bensì le clausole esaminate dai lavori preparatori di Ginevra. L'on. Paul Boncour finisce esortando le grandi Potenze marittimo a pensare che gli attuali delegati riuniti a Ginevra fanno .loro con le proposto suddette una situazione di privilegio, polche nessuna nazlo ne continentale può avere una slcurez za paragonabile a quella che le propo ste francesi darebbero alle grandi Po tenze marittime. Il delegato degli Stati Uniti, Gibson, precisa le condizioni nelle quali il presidènte coolidge ha convocato !a nuova Conferenza per 11 disarmo marittimo. Uno dopo l'altro i rappresentanti delle piccole Potenze prendono la parola per dichiararsi d'accordo con la tesi francese, per modo che Lord Robert Cecil ha l'impressione di trovarsi un po' isolato e sente il bisogno di convocare 1 giornalisti per spiegare loro la sua tesi e la. sua attitudine. Naturalmente, nel colloquio coi giornalisti la durezza dell'attitudine inglese In seno alla Conferenza è di molto attenuata. Dopo questa gTOssa battaglia, le discussioni avvenute nel pomeriggio acquistano un'importanza assolutamente trascurabile. Che cosa importa ormai di sapere se sia possibile limitare il calibro dei cannoni sulle navi da guerra; se convenga limitare il diametro delle torpedini o se invece convenga limitare il diametro dei lanciasiluri? Ciò che preme di sapere è se le grandi Potenze, a cominciare dall'Inghilterra intendano o no prendere degli impegni relativamente alla limitazione effettiva delle loro forze* navali, e questo lo potremo sapere soltanto fra qualche giorno. eglSdmemnDl2scddzrmicmsgltcscvristrfnnvdtzmemza6vsmicvaucmdarcèdpdltspnBCdputedalvcvtscvPdt

Persone citate: Coolidge, De Marlnls, Gibson, Lord Cecil, Paul Boncour, Robert Cecil, Robert Ceoll