La Cina di domani nel programma di Canton

La Cina di domani nel programma di Canton La Cina di domani nel programma di Canton Chen dichiara: «All'interno distruggere il feudalesimo e all'estero liberarci dall'imperialismo straniero» - E intanto gli eserciti procedono a grandi giornate alla conquista del Nord La. nota-protesta inglese per i fatti di Nanking trasmessa a Washington e Tokio. (Servizio speciale della "Stampa,,) Parigi, 4 mattino. Quali finalità,si prefigga il Governo cantonese il ministro degli Esteri Eugenio Chen lo ha chiarito all'inviato speciale del Petit Parlsien. Egli ha detto : La nostra rivoluzione del 1911, che doveva dare al paese un regime democratico, non ha condotto se non ad una tirannide, mascherata di liberalismo, e ad una anarchìa militare. Il presidente Yuan-Chi-Kai ed i suoi successori, come il maresciallo Ciang-Tso-Lin ed i suoi rivali, hanno mantenuto una Cina medioevale. Noi vogliamo trarnela fuori. Ci occorre dunque: all'interno distruggere il feudalismo e all'estero liberarci dall'imperialismo straniero. Come potremmo essere uno Stalo moderno se da Mukden a Pechino il maresciallo esercita i comandi a suo beneplacito, mentre i suoi luogotenenti ristabiliscono la barbarle nelle Provincie che essi occupano? Come potremmo rimodernare la nostra nazione se noi non ne siamo i proprietari? ». Il salotto e i mobili I pilastri della ricostruzione E Chen, prendendo una poltrona la collocò davanti a sè, poi, battendo sullo schienale, prosegui: . « Gli stranieri ci dicono: rifate questo salotto secondò il vostro gusto, installatelo ■ secondo la moda che volete, ma non toccate i mobili che sono nostri. Voi siete nel vostro appartamento, ma noi conserviamo le sedie e le poltrone per sedercisi ». E, respingendo la' poltrona dimostrativa, proseguì: « Noi non vogliamo la occidentalizzazione detta Cina. Questo fenomeno di una civiltà tre volle millenaria non intendiamo abolirlo. Noi siamo dei contemporanei di Babilonia. Le civiltà della Persia è della Siria sono morte, mentre noi viviamo e continueremo a vivere. I nazionalisti di oggi desiderano adattare il loro paese alle condizio ni sociali della vita moderna, pur conservandogli il suo carattere ed il suo valore spirituale. La nostra rivoluzione non è dunque comunista. Nell'opera di ricostruzione, che abbiamo intrapreso, noi contiamo di utilizzare i vecchi solidi pilastri del passato. Ma, presi tutti insieme, essi non potrebbero sorreggere il monumento ingrandito. Noi ne aggiungiamo due: il contadino e l'operaio. Il produttore e il costruttore saranno i due appoggi essenziali del nuovo regime. I cinesi hanno per molto tempo considerato i lavoratori della terra o delle officine come bestie da soma. Nell'azione di emancipazione operaia e rurale noi non ci ispiriamo soltanto alla Russia, ma anche alla Francia, all'Inghilterra, all'America, nazioni moderne, che hanno costituito un codice del lavoro e hanno posto il proletariato nella vita polìtica. Forse che questo è comunismo? SI, i comunisti collaboreranno col Kuomintang. Essi hanno dei punti di contatto nella parte negativa del loro programma. Gli uni e gli altri vogliono distruggere il vecchio edificio. Ma noi siamo ancora nel periodo della demolizione. Sulle mura da abbattersi le nostre piccozze possono colpire insieme. Più tardi poi si vedrà. Io non ho paura del comunismo rosso. Se si trapiantasse da noi il paese reagirebbe. Tuttavia noi potremo, in una certa misura, utilizzare i suoi metodi. Il bolscevismo mi interessa in questo, che esso è stato il primo che abbia sercalo di migliorare le sorti delle classi povere, non per fini di parità o di giustizia, ma per puro spirito scientifico ». Ad una domanda poi su quello che i sudisti faranno quando governeranno la Cina ed in qual modo tratterranno gli stranieri, il ministro Chen ha risposto : < / capitali e le industrie di tutti i paesi d'Europa e d'America saranno qui sempre i benvenuti. Il Governo nazionalista proteggerà tutte le imprese economiche, che non abbiano pensieri nascosti di azione politica. Dunque tutti gli stranieri conserveranno i loro affari, colle stesso facilitazioni e le stesse garanzie di prima. Non bisogna che essi abbiano a tal riguardo nessuna inquietudine ». Se i comunisti prevalessero Ma se Chen mostra di non- preoccuparsi molto dell'azione che -1 comunisti svolgono a Sciangai e altrove, essa impensierisce non poco il Temps, il quale osserva che tutti gli interessi della crisi cinese risiedono in questo momento nell'opposizione dichiarata fra Chang-Kai-Shek, il «uale vuole eliminare gli estremisti dal Governo sudista e romperla cogli agenti soviettistlci, che falsano il movimento- nazionale, ed t partigiani di Borodin, 1 qua- li intendono togliere a Chang-Kai-Shekl i e a . a e o n a il suo comando. Il generalissimo sudista sembra aver con sè i generali e gli ufficiali, ma non è certo che possa contare sui soldati e sulla,massa popolare, fra la quale la propaganda bolscevica viene esercitata attivamente. Se avrà il ■ sopravvento, la situazione in Estremo Oriente si rischiarerà; ma se rimanesse vinto iin questa lotta del nazionalismo cinese contro la rivoluzione bolscevica, vi sarebbe da temere qualsiasi eventualità. E il Temps conclude : « E' Questa una eventualità che deve prendersi in considerazione, per non lasciarsi sorprendere da eventi che esigerebbero una chiara applicazione della solidarietà del mondo civilizzato di fronte al disordine ed all'anarchia. Per il momento, non sembra esservi altra politica all'infuori di quella che può facilitare, nella misura del possibile, ti compito di quegli elementi cinesi che, in buona fede, si. sforzano di spianare le vie ad un accordo che. garantisca i diritti e gli interessi di tutti, allontanando la minaccia di una tragica avventura, che non servirebbe se non ai disegni di Mosca contro il mondo civilizzato e contro lo stesso nazionalismo cinese. Questa politica è quel la seguila sinora anche dalla Francia, la quale", come ha dichiarato di recente Briand alla Commissione degli Esteri della Càmera, non uscirà dalla sua neutralità che per difendere i suoi connazionali, qualora fossero attaccati ò nei loro beni o nelle loro persone ». Sta di fatto che, fino ad ora, le persone ed i beni francesi a Sciangai non hanno sofferto dall'occupazione cantonese e che gli interessi commerciali francesi hanno piuttosto la tendenza a beneficiare che non a patire dal seguito della xenofobia dei nazionalisti cinesi, la quale sembra puntare preferibilmente contro americani ed inglesi. Ciononostante, il Governo francese ha impartito ai suoi rappresentanti in Cina le più ampie e più precise istruzioni per cooperare coi rappresentanti inglese, giapponese ed americano, tede sco, italiano e belga, in tutte le misure di precauzione suscettibili di garantire i sudditi rispettivi contro qualsiasi tentativo di violenza. cl I rinforzi inglesi a Sciangai L'atteggiamento francese in Cina è anche lumeggiato dai rilievi alla decisione annunciata dal War Office di rinforzare il Corpo di spedizione inglese in modo che le forze inglesi a Sciangai ammontino a 22.000 uomini. Il Temps svolge alcune considerazioni sul pericolo di prendere precauzioni militari prima che tra Londra, Washington e Tokio sia stato realizzato l'accordo sui passi da compiersi a Canton. L'organo repubblicano teme che gli elementi estremisti, che si mostrano particolarmente attivi nei circoli dirigenti sudisti, ne prendano pretesto per sviluppare maggiormente la propaganda rivoluzionaria, colla quale sì sforzano di eccitare le masse cinesi contro gli stranieri e soprattutto contro gli inglesi. Ed aggiunge: « Se non può esservi alcun dubbio sul diritti dei Governi interessati di esigere piene ed intere riparazioni delle violenze e dei danni subiti dai loro connazionali a Nanking, per l'opera delle truppe regolari sudiste, occorre però di sapere quali metodi siano più adatti per ottenere soddisfazione sena che ne risultino nuove complicazioni dal punto di vista internazionale. E più di qualsiasi altro Governo quello della Gran Bretagna non può discostarsi da questo punto del problema, poichà se ha commesso degli errori nella politica che ha seguilo nei riguardi della Cina nessuno ha il diritto dì dubitare della sua volontà per ottenere un regolamento soddisfacente, allontanando la minaccia di qualsiasi conflitto armato ». La marcia su Pechino La nota Inglese Londra, 4, mattino. Mandano da Sciangai all'Agenzia Reuterz « Telegrammi da Pechino mettono in evidenza l'inquietudine crescente fra i cinesi e gli stranieri residenti nel nord della Cina, i quali temono che la resistenza delle truppe nordiste scompaia davanti alla marcia vittoriosa delle forze nazionaliste. Corre voce che una parte delle truppe del generale Cian-TsoLin abbia concluso un accorda- segreto coi sudisti, secondo cui, a un dato momento, questa frazione dell'esercito di Cian-Tso-Lin passerebbe ai sudisti. Molti cinesi delle classi ricche si preparano a rifugiarsi nel Giappone e nella concessione internazionale di Sciangai. «1 comandanti delle guarnigioni straniere 'di ^echino e di Tlentsin hanno avuto dei coBe-rai a proposito kl delle misure da prendere di comune ue a ole. e a l ue ne n ildi a. vi e iidi ai, ae nol a, nea nò rn oli a iiei. ha ione unaè edi na i. ni ni ao ne ali o osì si nul ile o a re ù noE lo oa, ri rdì enno a oeeli pa oe oen lbssi nni n to accordo per la protezione degli stranieri nella loro regione e per il mantenimento delle comunicazioni. Si conferma ufficialmente l'occupazióne avvenuta, da parte delle truppe.sudiste, di Pong-Pu, il principale campo di concentrazione delle forze dèlio Sciantung, località a circa 160 chilometri a nord-ovest di Nanking. Non soltanto i nazionalisti partiti! dai Nanking avanzano lungo la ferrovia da Tientsin a Pukeu, ma progrediscono verso il nord su altri due punti, cioè a dire: da Auking nella direzione dèlia catena dei laghi che va a finire a Luchow-Fu e da CenKiang lungo il gran canale che va verso Kaoi-Cou. « Notizie provenienti da tutti I lati confermano l'impressione secondo cui i dissensi fra l'ala sinistra e la estrema destra del Kuomintag minacciano di degenerare in una crisi aperta. Renchè il generale CiangKai-Shek non abbia ancora preso dei provvedimenti contro il potere crescente della Confederazione del lavoro, si crede nei circoli locali' che sia stato lui ad emanare le- misure rigorose contro i lavoratori di Hankow il 30 marzo, cioè a dire \o Émj giumento della sezione -delia Confederazione generale dei làvòrb^'jft corpi di guardia. Come seguitò et è avuto l'assalto della sede della Cori, federazione da parte degli operài Durante questo assalto 8 furono- u<S cisi e 70 feriti ».- 1 corrispondente da Scianeàì '4et* VObserver riferisce che, mentre il gènerale Chang-Kai-Shek afferma che" entro breve avrà radunato attorno al Sciangai 30 mila uomini, il mare* sciatto Ciang-Tsp-Lin sta implorando l'aiuto delle Legazioni estero contro la minaccia cantonese. ■ I collaboratori diplomatici di rfaS» sti giornali domenicali sono concor. di nell'affermare che l'invio di nuovi e ingenti rinforzi militari britannici in Cina sia la conseguenza naturale delle richiesta di riparazioni, • • che entro i prossimi giorni verranno avanzate al governo nazionalista cinese, in seguito agli avvenimenti .'di Nanking. Si prevede un tentativo 4i resistenza da parte delle autorità cinesi, che il Governo di Londra intende sgominare fin da ora annunziando l'invio dei rinforzi. La nota di Londra, nella quale; verranno elencate le riparazioni' richieste, è stata già redatta e" trasmessa ai governi di Washingtoint!ì(| di Tokio e il collaboratore diplomatico del Sunday Times riferisce a questo riguardo che negli ambienti ufficiali di Londra si esprime la .fiducia che l'unanimità verrà raggiunta fra le tre potenze, di guisa 'chti ' le richieste di riparazioni potranno essere presentate al ministro cantonese Chen, sotto forma di nota col. lettiva dell'Inghilterra, degli Statili, nili e del Giappone. E soggiunge lo stesso osservatore!! « Ma sia o no raggiunta tate unanimità, il governo inglese è fermamente deciso a non lasciare impuniti gli oltraggi di Nanking, per quanto il Gabinetto abbia rinunziato all'idea di presentare le sue domande sotto forma di ultimatum u. II corrispondente diplomatico dell'06ser»er riferisce inoltre che l'invio di nuove truppe in Estremo Oriente non significa in alcun caso un cambiamento della politica inglese nei riguardi della Cina. Da buona fonte si apprende che una distinzione viene futta negli ambienti responsabili fra il problema speciale di Nanking e il problema generale del modus vivendi con. la Cina. Scrive il collaboratore ftèl. l'O&seruer: « L'episodio ai Nanking S considerato come una interruzione della attività diplomatica, ma una interruzione di carattere così grave dei obbligare il Governo inglese ad esigere riparazioni ». I tentativi di una azione combinata anglo-americano-nipponica notì hanno dato tuttavia risultati conerà, ti fino a questo momento e la stampai insiste con vigoro sulla esigenza di un'énerfrica. aziono comune. " - Agricoltori o Indastrlali a per migliorare te bachicoltara " Inula, 4. mattino. Presso la Scuola Agraria BonsIgnori s Remadello si « tenuto tori un convegno di bachicoltura promosso dall'Ente Serico Nazionale. ' Intorvennoro numerosi agricoltori e industriali di Lombardia e del Veneto. Sul sistemi di allevamento del bachi, sulla produzione della seta, sulla coltivazione del gelso e sul altre questioni riferiscono il comm Gorlo, il prof. Tihertini di Brescia direttore deUa Cattedra di agricoltura, il prof. Castelli e Ferrari di-Milano. Prelezioni luminose mostrarono le questioni pratiche, dlscnsse con grande competenza dal molti convenuti.

Persone citate: Borodin, Briand, Canton Chen, Castelli, Cian, Ciang, Eugenio Chen, Petit