La Jugoslavia e l'Albania

La Jugoslavia e l'Albania La Jugoslavia e l'Albania OoBsUtazioni d'un inviato ìngtoiS(Sorvuio spettalo de • La Stampa •) Londre, 3i, nòtte. L'inviato del Daily Mail a Tira* na, l'accreditato corrispondente viaggiante Jeffries, è huon teaiimonè che naturalmonte non esiste n^ppur l'ombra di truppe italiane in Albania. I militari jugoslavi nei presBi del confine chiedono con ansietà ai viaggiatori provenienti dall'Albania quanti distaccamenti italiani abbiano visto* e dove. Queste lant&Btiche ' dicerie sono diffuse specialmente nel Montenegro e, passando di bocca in bocca, vengono amplificate sino al punto da far credere che l'Albania si trovi occupata da 65 mila soldati italiani. « In tale circostanza — aggiunge il corrispondente — certi comitagi, più o meno segreti,, hanno potuto lanciare una specie di appello nazionale ai montanari affinchè si aggreghino ad una grande crociata slava per respingere i -presunti invasori. L'intera scena balcanica è zeppa di capi che stanno sfruttando un'ignoranza da essi in buona parte condivisa. Molti movimenti di trup pe, nonché riparazioni stradali e trasporti di munizioni e di cannoni si sono svolti tra Dibra e Struga, nella zona a settentrione! del lago Ocrida. A (male scopo? Per una semplice riorganizzazione primaverile dell'esercito jugoslavo, o per allestire la difesa contro le immaginarie forte italiane? Ovvero per appoggiare quai che azione clandestina contro l'Albania? Con tutta probabilità, secon do le occulte speranze di certuni, la vera ragione è l'ultima » Il corrispondente osserva che le 50 miglia di montagne tra la frontiera e Tirana costituiscono una barriera quasi insormontabile sotto il minto di vista europeo, ma sotto quello dei comitagi la zona b penetrabile a sui Scienza : «Un largo numero di 'ouestl emissari — termina il corrispon dente — ricevettero qualche tempo addietro dai loro caporioni l'avviso di tenersi pronti ». 1 I comunisti jugoslavi confermano la preparazione militare Nulla risulta a Roma del passo attribuito a Chamberlain — Commenti romani. Roma, 31, notte. Non v'è ormai dubbio che l'idea di una inchiesta internazionale ai con' fini albanesi sta avviandosi rapida mente al tramonto. Il fatto non sorprende questi circoli politici, dove si osserva che, dopo averla proposta, il Governo jugoslavo ha esitato a spingerla verso una immediata realizza zione. 1 partiti di opposizione, e non solo questi, lo hanno favorito in questa esitazione, affermando l'intollerabilità della richiesta. Intanto il tempo è passato; e a- Londra è anche a Parigi ai riconosce ora la verità elamentare : una inchiesta tardiva, data la facilita estrema di mutare nei Paesi balcanici la taccia dello cose, -non avrebbe più alcuna utilità pratica. Rimane pertanto dimostrato che l'inchiesta, prima proposta, e poi quasi ritirata dalla Jugoslavia, che l'Italia aveva subito accettato, ponendo solo due condizioni, che fosse fatta subito seriamente, e si esten desse a tutti, e non solo a una parte dei fatti denunciati, non ha avuto la sua realizzazione; e Che quindi la denuncia italiana, all'infuori di quel le verbali fatte a qualche migliaio di chilometri dai luoghi ai quali essa sttamddcddsTlGtaanltisttrcttaTctglrspetngsijcmrbeMtecdddsndra«mmzzCderciecfineSnSpsc3dftg iS °°" "* "n"° " suasive smentite Nulla risulta a Roma del passo attribuito dal Time* a Chamberlain, t) quale, secondo il foglio ! indine*», avrebbe formalmente proposto a Roma e a Parigi la soluzione dell'incidente italo-jugoslavo mercè negoziati diratti, con la condizioni preliminare che la Jugoslavia ratifichi il gruppo di accordi denominati « convenzione di Nettuno ». e che l'Italia, del tanto suo. formuli una interpretazione nel Trattato di Tirana, la quale stabi lisca che il Trattato non obbliga il Governo italiano a mantenere ai potere ad ogni costo l'attuale Govèrno albanese. Commentando la propósta attribuita a Chamberlain, la Tribuna osserva « Per quello ohe riguarda l'Italia A la cosiddetta interpretazione del Trattato di Tirana, dobbiamo dire che ogni interpretazione 6arebbe superflua. Il te sto parla chiaro nella sua limpidità. 01 tre al testo poi esiste una lettera aKjfiun tiva dei ministro d'Italia a Tirana, di retta al segretario Generale della Società delle Nazioni, ohe è ceno un'mterpretaatone e un commento- «1 Trattato «tesso. Detto questo, domandiamo al Times dove ha visto nel testo del Trattato, o nella lettera menzionata, che-11 Governo d<i Roma abbia garantito la forzata permanenza di ATwned ?.ogu al potere. Nel Trattalo si parla del lo sfatti ouo territoriale, pollttco, etu ridico dell'Albania { 11 che etgninca semplicemente — e di questo il Titti** può prendere atto nella maniera meno equivoca possibile — che l'Italia intende garantire la libertà della Nazio ne Albanese nei suoi attuali confini, c garantire l'indipendenza assòluta della sua forma di Governo ». Alla documentazione della stampa inglese sulla preparazione bellica jugoslava, il Tever.e aggiunge quella che indirettamente forniscono i comunisti jugoslavi, di cui il giornale riferisco questa dichiarazione, pubblicata iXìU'Hiimnnité « Noi dichiariamo che la Monarchia e la cricca militarista Jugoslava.— lo Mano bianca — preparano da lungo tempo un intervento armato in Albania e una guerra contro l'Italia. Dopo la crisi del Gabinetto Uzunovic, provocata dal Trattato di Tirana, e le dimissioni di Nincic, è stato costituito, al di fuori del Parlamento, su richiesta di Ré Alessandro, un Governo moiiaw.htòo, che non si distinguo in nulla dal Governo di Mussolini...» (Salvo che nella statn ra e nella dignità — Noia del T«net*) «La partecipazione al Gabinetto di due ministri scolti al di fuori del Parlamento, tra i personaggi dell'organizza zione della Mano bianca, la designa' zionc di un generale al portatogli delle Comunicazioni, furono una risposta della Jugoslavia al Trattato di Tirana, e significano che Belgrado è pronta a risolvere il conflitto con una guerra ». La dichiarazione continua poi e si conclude con U solito appello anti imperialista ai popoli balcanici: Ma — nota il giornale — è «igniti estivo assai e prezioso anche il fatto che le accuse comuniste coincidono perfettamente con le accuse che la stampa inglese e italiana non comunista han no pubblicato » 29 condanne a morte e 1698 ami di-ergastolo al ribelli (Servizio spedalo do • La Stampa ») Vienna, 31, notte. La » Neue Frale Presse » riceve da Scutari di Albania: « 11 giornale « Lirla Komcctare » an nunzi» che il Tribunato di guerra di Scutari ha pronunziato, noi processi per 1 moti rivoluzionari del novembre scorso, contro Ahmed Zogu, quindici condanne a morte, e ha condannato 321 imputati a complessivi 1598 anni di ergastolo. Altre 14 condanne capitali furono pronunziate in contumacia contro 14 imputati, che riuscirono a fuggire all'estero». cgdcamqnnrmmsd«sctat

Persone citate: Ahmed Zogu, Chamberlain, Dibra, Frale, Jeffries, Mussolini, Nazio, Ré Alessandro