La morte di Luigi Luzzatti

La morte di Luigi Luzzatti La morte di Luigi Luzzatti Rema, 29, notte, sOggi 'fòlle ore 18,tó, nella sua a&ifa- *ezlone in via Veneto, a Roma, è morto ' l'Luigi Luzzatti, ministro di Stato. Nonostante che da qualche tempo la sua sditile risentisse degli anni e del lavoro indefesso, pure egli attendeva ancora con mirabile tenacia ai suol stu&S, e si interessava intensamente all'attività politica, portandovi il contributò della sua alta dottrina e della sua esperienza. Si può dire che soltanto in questi ulttrqf mesi egli apparisse piuU tosto stanco, ma la vigoria e la lucidità della ■mente erano tuttora intatte. Frequentava poco il Senato, ma nella sua, casa 'di via Veneto riceveva quotidianamente uomini politici, giornalisti, discepoli, umici, coi quali amava intrattenersi sulle questioni più gravi del giorno. L'illustre uomo . era da una decina di giorni costretto a tenere il letto, a causa di una forma influenzale, che dapprima non aveva destato net medici serie preoccupazioni; ma due o tre giorni or sono l'infermo accusò dei dolori; é visitato accuratamente gli fu riscontrata una complicazione renale. Da allora le condizioni di Luigi Luzzatti. data anche la tarda età, si andarono sempre più aggravando. Oggi nel pomeriggio entrò in agonia ed alle 18,45, assistito dai figli, dai nipoti e medici curanti, spirò. La notizia della morte è stata comunicata subito al Sovrano, ir. capo del Goperno, ai./presidenti delie due Camere. Nelle'prime ore della sera la notizia è stata appresa in tutti gli ambienti politici e giornalistici della capitale, destando vivo ■ cordoglio. Alla casa dell'estinto è cominciato un vero pellegrinaggio di personalità politiche, Olii funzionari' di Stato, giornalista e amici. Il registro apposto in portineria si è subito ricoperto di firme. Nulla è stato ancora deciso circa funerali, che saranno fatti a spese dello Siato. tol'cctatrtòlirtecinnteadcmlecscncelaedcCrnPgfilpspllnnnfrspcnrnnpgsgmiimnsdsvmmsegzzlmSmaesczztrmczzfgcpcMivpsSamvcnmsmsntlnpScompare con Luigi Luzzatti uno degli eletti tra quel robusto gruppo di uomini che si potrebbero chiamare gli (( enciclopedisti » del nostro glorioso Risorgimento. Vigorosi di figura, di anime/ e di cervello, pieni di fosforo e di cultura, avidi di tutto conoscere, di tutto leggere ed apprendere, perfettamente equilibrati e sereni, assorbivano la scienza, la applicavano alla vita e la traducevano in pratica con grazia e con armonia. Una grande fraternità legava i migliori di quella generazione a qualunque paese appartenessero. Erano italiani, francesi, belgi ed inglesi, e anziché contrastarsi sembrava si completassero in una fraterna opera* di elevamento del sapere e della vita nazionale. In giovanissima età, a 21, 32, 25 anni, avevano la mente matura di un uomo colto di quaranta, alla quale davano calore la duplice giovinezza del corpo e dell'anima purissima. Cosi è che sembravano essi quasi immortali, perchè più generazioni apprendevano le loro gesta ed insieme li vedevano sulla ribalta della vita politica e scientifica, ne udivano la calda parola, ne leggevano il pensiero sempre fresco agile pervaso di un entusiasmo giovanile. L'Italia era appena politicamente compiuta ed iniziava, fra l'ardore commosso delle generazioni che la avevano creata e che ancora parevano stupite del miracolo, la parte non meno difficile della sua vita, quella di creare gli italiani, di rendersi indipendente e dalle tradizioni passate e dal'servaggio finanziario, che già Luigi Luzzatti, nell'età in cui molti- frequentano ancora le scuole, appariva così maturo da venire prescelto da uomini del calibro di Quintino Sella, di Stefano Jacini, del Castagnola, del Bovio, del Minghetti, come segretario fidatissimo, perfezionatore delle opere, .consigliere sicuro. E cosi iniziava la sua vita pubblica, che continuò ininterrotta per un sessantennio, senza che la più leggera macchia ne abbia offuscato od attenuato i moventi nobilissimi a cui si inspirò ed a cui seppe sempre sacrificare le naturali tendenze di parte e la stessa propria persona. Onde, da lungo tempo, egli ormai viveva, al di fuori ed al disopra dei partiti, tra i sacerdoti tutelari della fiamma pura dell amore per l'Italia. Le date cronologiche della sua biogrr-Sa, di crii diamo sotto le tappe più importanti, bastano a dimostrare quanto vasta sia stata l'opera del Luzzatti iq tanti campi della vita economica e finanziaria italiana. E apparirà ancora più mirabile che quest'uomo, tra tanto incalzare di occupazioni e di preoccupazioni, abbia saputo, con severa disciplina del tempo e 'con ardore di scienziato, rinfrescare continuamente ed aggiornare la. sua coltura vastissima, ,rche abbracciava tanti rami dèi sa-lpere; dalv'4i*itto costituzionale aliai scienza delle Religioni, dalla mora *e alle dottrine più fini e sottili del l'economia e della finanza. Dovunque stampò l'impronta molto personale del suo pensiero: dall'inchiesta agraria alla legislazione che ne segui; dai provvedimenti bancari alle leggi finanziarie più importanti e fondamentali; da queste ai trattati di commerciò, dove egli portò sempre una nota di sereno equilibrio, senza mai lasciarsi trascinare dalle pressioni politiche degli interessati. Sicché, pur tutelando secondo la sua fede protezionista le industrie e l'agricoltura italiana, non esitò a fare opera di paciere a tempo opportuno, riuscendo nel 1898 a ricondurre nei limiti della cordialità i troncati rapporti commerciali con la Francia. E già, mentre la lotta imperversava tra le due nazioni latine, egli era stato, con lo ' Strihgher e con altri valorosi, alla testa di quel gruppo che, conscio della necessità di sostituire nuovi sbocchi a quelli che il nostro commercio aveva perduto, iniziava e conduceva felicemente a termine la politica — incominciata nel 1891 e troncata solo nel 19U dalla grande guerra — degli accordi commerciair'con le tre nazioni dell'Europa Centrale : Svizzera, Austria-Ungheria e Germania, fecondi di tanti beni econòmici e politici al nostro Paese. Versatissimo, anche secondo l'ingegno della sua razza, nelle materie finanziarie e monetarie,' egli, il quale invano aveva deprecato la fatale politica che aveva condotto ai disastri dèi quinquennio 1889-95, e che poi col Sminino aveva cooperato nell'opera di ridare all'Italia il credito, la banca ed una moneta sana, otteneva la piena soddisfazione di coronare il grande edificio, vedendo la nostra lira carta fare premio sul franco oro ed il bilancio dello Stato rafforzato al punto da segnare sostanziosi e reali avanzi, i quali gli permettevano infine di operare felicemente, fra l'invidia c l'ammirazione dell'estero, la conversione della rendita, che. segnò il punto culminante dello splendore economico del nostro Paese nel periodo prebellico. In quei giorni veramente la vita politica di Luigi Luzzatti parve raggiungere il suo apogeo, e compen sare con giusto e puro premio i lun ghi- anni trascorsi battendo tenacemente quella strada che il Gladstone, il Sella ed il Minghetti gli avevano insegnata, e che è còsi difficile a mantenere contro le naturali ma tenaci e salde ambizioni ed i desideri spesse volte tutt'altro che ingiusti delle popolazioni. Egli, che aveva assistito alle virtù educatrici del disavanzo — come argutamente le chiamava — potè poi sperimentare come ministro tutte le difficoltà di tenere saldo il pubblico bilancio quando le entrate affluiscono, le spese rimangono pienamente ordinate e gli avanzi da ripartire destano le competizioni fra coloro a vantaggio dei quali la*pioggia d'oro potrebbe ricadere. Qui è dove la saldezza degli uomini politici appare e si rafforza Specialmente in uno Stato povero come il nostro, dove i bisogni sono ancora numerosi,.incalzanti e giusti e dove quindi è più che mai necessaria una visione austera della necessità suprema di uno Stato finanziariamente solido per trovare la forza. di negare, di ritagliare, di continuare nella sacrosanta lésina, di ripartire con- saggia giustizia fra nu merosi postulanti quel poco che si cqncede. Ed in questo campo il Luz zatti, più volte accusato di debolezza, diede, invece sempre prova di una fermezza esemplare: tanto più pregevole in quanto egli sapeva anche essere lauto e magnifico allorché si trattava di dimostrare all'estero che l'Italia poteva spendere ogni qualvolta i supremi interessi nazionali e il decoro di grande Nazione lo richiedessero. Dopo quell'epoca, che egli amava chiamare « alcionica », la partecipaztone di Luigi Luzzatti alle fatiche ministeriali potè dirsi chiusa. Ma non meno viva e continua fu la influenza del suo pensiero e del suo vigile spirito sulla vita del nostro paese. Parco e succoso scrittore, i suoi, trafiletti sul « Corriere della Sera », sul « Sole », sui giornali di agricoltura, sulle riviste del risparmio erano frequenti. e seguiti con vigile attenzione, perchè sempre, con forma e con argomentazioni nuove, illustravano antichi insegnamenti, additavano vie battuite ma sempre dirette alla giusta mèta,. arn monivano, consigliavano. Spirito ottimista e sano come la sua persona ed il suo pensiero, egli non dubitò mal dell'avvenire dell I talia anche nei momenti più bùi: e la sua parola dal 1914 in poi rìsuonò sempre fiduciosa e rincoratrice per tulli noi, quando qualche mo- ,r lmentaneo scoraggiamento ci pren ai deva, E nell'esame •degli awenimer tcaipgdzdcdnnmnmrppptnisg1nsndto ti più imprevisti portava una notai cosi pacata, cosi serena, superiore alle passioni di parte, cosi piena-di indomato amore per il Paese, tatto ' per esso e sempre per esso che, leggendolo, ognuno di noi restava indotto ad un esame severo di coscienza, da cui sortiva sempre liberato dalle scorie della passione, del rancore, dell'odio. Qualità questa suprema, nei condottieri del pensiero, i quali dominano con mente sovrana gli avvenimenti giornalieri, scorgono la vi») maestra fra le fitte boscaglie, vedono l'alba della luce quando per lai massa tutto sembra oscurità e smarrimento. Questa grande superiorità morale e spirituale di Luigi Luzzatti ci rende più amara la sua repentina scomparsa. Ma la morte accresce ancor più l'alto rispetto che sempre sen- • timmo per Lui; e trasforma in un imperativo categorico quegli insegnamenti di alto patriottismo, di disinteressata politica, di- fiducia' nelle sorti definitive della Patria, che egli senti inalterate e tradusse in atto con una vita, la cui purezza splende come gemma preziosissima. Imitare Luigi Luzzatti nei limiti delle nostre forze, è dare opera alla' grandezza di questa Italia, che egli amò infinitamente al di sopra di ogni suo personale interesse. ATTILIO CARIATI. I suoi 86 anni di vita Luigi Luzzatti nacque a Venezia sei. 1841 di famiglia israelitica. SI laureò Ini legge, ma si diede all'irisegnamento, tenendo una cattedra dell'Istituto tecnico di Milano- Nel 1867 ottenne la cattedra di diritto costituzionale all'Università di Padova. Nello stesso anno fu incaricato dal Governo di rappre-" sentarlo all'Esposizione universale d| Parigi, dove assolse brillantemente l'onorifico incarico. Nel 1869 venne nominato segretario generale del Ministero d'Agricoltura e Commercio, il cui portafoglio era tenuto da Minghetti- In principio della XI Legislatura i collegi di Oderzo e di Piove elessero Luzzatti loro deputato alla Camera, ma non avendo egli raggiunto il trentesimo anno, età prescritta dal regolamento della Carniera, le sue elezioni vennero annullate nella seduta del 14 dicembre 1870. Rieletto subito dopo ad Oderzo egli si vide annullata anche questa seconda elezione, ma non per questo gli elettori tralasciarono il proposito di mandarlo al Parlamento: si ohe la terza elezione lo vide entrare finalmente alla Camera, essendo stato' anche superato il trentennio d'obbligo. Nelle Legislature XII. XIII e XIV Luigi Luzzatti continuò a rappresentare il coflftgio d'Oderzo. In seguito (u invece rappresentante di Padova e quindi di Treviso. Inlnterottamente egli fu dunque deputato dalla XI alla XXV Legislatura. Fu la prima volta al Governo come sottosegretario di Stato con Minghetti. indi più volte ministro delle Finanze con Di Rudinl, ministro delle Finanze e del Tesoro; con Giolitti, ministro dell'Agricoltura ; con Sennino, presidente del Consiglio dai 1910 al 1911 ed infine ministro del Tesoro con Nitti» Fu nominato senatore il 10 aprile 1921, e due anni or sono venne nominato ministro di Stato. Come è notò, egli è stato il promotore delle Banche popolari e fautore del movimento cooperativo dei Consorzi agi-ari delle bonifiche e delle case popolari. Scrittore elegante e profondo studioso, egli è autore di 34 Trattati internazionali. Tra la serie di votami da lui pubblicati, alcuni sono usciti recentemente; un altro era in corso di compilazione. Oltre che fra i finanzieri più noti di Europa, Luzzatti era anche annoverato tra 1 più i profondi costituzionalisti. Era anche oratore di singolare efficacia. Nel eam-. po strettamente letterario egli era noto come scrittore forbitissimo, e si ricordano di lui notevoli studi sui Fioretti di San Francesco e sui grandi Profeti delle religioni buddistiche. Ma dove il Luzzatti ebbe modo di dimostrare le sue grandi-qualità di finanziere, rendendo uri segnalato servizio al paese, fu nella grande operazione della conversione della Rendita dal 5 % al 3,75 % prima, e poi al 3.50 %, nel 1906, 60tto il Ministero Giolitti. L'avv. Tuninetti commissario dti Fatai dalla TripollfaoU Roma, 29. sera. L'Officio Slampo del P. N. F. comunica: « 11 Segretario generale del Partito, esaminata stamane l.a situazione dei Fasci coloniali della Tripolitania, sulla quale gli ha riferito il vice-segretario generale Mel=hiorri, ha accettato le di«Ntrtanl del delegato per quel fasci, avvocato Casacco, e ha nominato, d'accordo con S. E. Il Governatore De •*noc l'avv. D«»»v Tnnioetti commissario straordinario dei fasci della Tri-, pofltania ». [Stefana. - ^