Il nuovo spirito internazionale della politica estera nella relazione dell'on. Andrea Torre di Andrea Torre

Il nuovo spirito internazionale della politica estera nella relazione dell'on. Andrea Torre Il nuovo spirito internazionale della politica estera nella relazione dell'on. Andrea Torre « Fare della pace uno strumento ed un mezzo per espandere l'autorità e l'influenza dell'Italia » Roma,. 29, notte. Si è riunita oggi nel pomeriggio a Montecitorio la Giunta generale del bilancio, sotto la presidenza dell'on. Andrea Torre. La Giunta ha esaminata e approvata la relazione del Presidente allo stato di previsione del bilancio degli Esteri ed ai progetti del Capo del Governo sull'ordinamento della carriera diplomatica e consolare, sui cancellieri di legazione, sull'ammissione di nuovi elementi nella carriera consolare e sull'assunzione di impieghi da parte di cittadini italiani all'estero. Trasformazione e rinnovamento Nella sua relazione Ton. Torre, premessi alcuni rilievi ' generici sulla va- llclddndspreventivi dovrebbe essere fatta con maggiore cura, in modo da essere confermata con la massima esattezza possibile dai consuntivi, esamina brevemente i singoli dati del preventivo attuate, confrontandoli col consuntivo 1925-26 e dando conto dei mutamenti. Poi aggiunge :. « Nelle relazioni ai cinque bilanci precedenti mettemmo in" luce i bisogni dell'amministrazione degli Esteri ed indicammo quelli che, a nostro avviso, erano i mezzi migliori per il riordinamento tecnico e pel risanamento di spirito, di organi e di funzioni del dicastero.' Il Governo Fascista ha operato in esso, in cinque anni, una trasformazione dei meccanismi e della vita amministrativa e politica, e la trasformazione ed il rinnovamento continuano ancora oggi. Negli organi dell'amministrazione centrale, e negli organi politici, amministrativi e scolastici all'estero si cerca di dare una nuova impronta, un nuovo modo di agire alle persone, alle rappresentanze, agli istituti. E' il nuovo modo di agire che deve rivelare esplicitamente e caratteristicamente lo spirito della nuova Italia, la volontà che essa ha di portare in ogni parte del mondo i segni della sua coscienza di grande potenza e iniziatrice di una civiltà più ordinata, più armonica, più unitaria. E' questa la nota essenziale che domina nella politica del Governo nazionale ». La preparazione diplomatica e consolare L'on. Torre passa poi ad occuparsi dell'ordinamento della carriera diplomatica e consolare, notando che già altre volte, nella Relazione al Bilancio degli Esteri, negli anni scorsi, egli ebbe ad occuparsi della carriera diplomatica e consolare, per sostenere la necessità di meglio disciplinare la ammissioni nella carriera, i rapporti tra le due categorie, la preparazione di coltura .e di esperienza, dei funzionari.,] E scrive: • La sostanza delle questioni diplomatiche è oggi più che mai in continuo mutamento, in continue neoformazioni, che richiedono conoscenza sperimentate, oltreché di problemi generali, di problemi particolari e specifici, n funzionario , consolare, d'altra parte, non può essere soltanto un semplice tutelatare giuridico degli interessi nazionali all'estero, ma deve essere um promotore di iniziative ed un organizzatore sociale e politico delle comunità nazionali. Deve essere, cioè, sostanzialmente un uomo politico; e intendiamo per uomo politico colui che sa regolare la propria azione e guidare l'azione degli altri, non sicxltanto dal punto di vista adi. diritto formale, ma anche nel campo totale della realtà civile, con la coscienza di ciò che comporta la propria nazionalità in riguardo ala nazionalità in mezz» a cui egli lavora. Non si tratta quindi di contnapporre due tipi di rappresentanza, di cui ciascuna segna una corrente separata dall'altra, stobene di coordinare e sussidiare due specie di opere, che non hanno soltanto il fine .ultimo comune, ma. anche fini particolari, che continuamente si intrecciano pure nei mezzi che si adoperano e si sussidiano e ai integrano a vicenda ». . • « Bisogna pertanto preparare — prosegue il relatore — convenientemente, e cioè in modo diverso da quello fatto sinora, i rappresentanti 'della nazione all'estero. Essi dovranno rappresentare appunto il nuovo spirito italiano, tanto differente dal vecchio, e non potranno 'rappresentarlo se non avendo la coscienza intera del nuovo compito, dolila nuova missione di inàziatiwa, di civiltà del loro paese. Nuovi compiti nuova anima. La vecchia coltura di erudizione, di conoscenze empiriche di materie e di fatti, senza idee direttive, senza l'idea direttiva italiana, è poca cosa. Occorre esògene, una nuova coltura, . governata dall'idea direttiva della potenza, della civiltà, del diritto dellla nuova Italia Occorre perciò riformare i programmi di esame per la ammissione in carriera. Naturalmente la riforma dei programmi deve essere fondata sulla riforma dell'insegnamento e postula cioè quella preparazione organica, sistematica, di cui il Collegio consolare dovrebbe essere il laboratorio ed il seminario ». lutazione della spesa, che nei bilancifc~ ecC La soppressione del Segretariato del Ministero • L'on. Torre rileva poi ohe il disegno di legge contempla anche alcuni provvedimenti concementi gli aiti funziomari del» Ministano e le attribuzioni del segretario generale. Di questa carica il relatore propone la sospensione, perchè le 'relative funzioni rientrano nelle attritouaioni specifiche del Sottosegretario di Stato, il quale, non avendo ufficio direttivo di ordine politico (nel quale solo il ministro è responsabile), compie il doppio ufficio di cooperare col ministro all'esecuzione delle direttive del capo del dicastero e d'altra parte trattare e coordinare appunto gli affari del ministero. Il segretario generale sarebbe pertanto un duplicato, sotto certi aspetti, del sottosegretario di Stato, rispetto al quale non .potrebbe avere autonomia di azione e del quale .pertanto dovrebbe ripetere le iunznoni. Un'autonomia del segretario generale, non sarebbe giustificabile in diritto nè praticabile in fatto e la duplicazione delle funzioni non potrebbe d'altro verso risolverai se non in un intralcio all'opera del sottosegretario di Stato. Nessuna delle due cose risponde ad un'utilità e l'uria e l'altra "creano equivoci o producono impedimenti all'agilità ed alla disciplina Interna del dicastero. Coltura e scuole italiane all'estero Una'parte notevole della ■ relazione dell'on.1 Torre è poi dedicata all'ordì namentò delle scuole italiane all'este ro, che dal fascismo hanno avuto un Impulso confortante, ed all'opera benemerita dell'Associazione nazionale dei l,nu66ionari all'estero e della «Dante A- lighieri »: Successivamente, il relatore loda la deliberazione del Capo del Governo di intensificare negli, istituti di coltura italiana all'estero lo studio del latino, di estendervi l'insegnamento della 6toria alla nuova èra, inaugurata dalla Marcia su Roma, e introditrre nell'insegnamento delle scienze* giuridiche i principii dello Stato cornerà tivo. « Il latino — scrive l'on. Torre — deve conoscersi non soltanto per ap prendere una diversa forma di espressione, che é rimasta tipica nella 6toria delle lingue, me per servire di mezzo ad un'evocazione esteriore del mondo antico, ben6l per Tàcostruire dentro di se il processo di rappresentazione che fcRoma aveva della sua coscienza del suo diritto imperiale, della sua forza civilizzatrice. La lingua è un veicolo, non un fine a se stesso. Il latino deve essere appreso come mezzo e forma per intuire il senso dell'energia e della grandezza romana. ] La Marcia su Roma e Io .Stato corporativo «La conoscenza' dell'avvenimento che si riassume nella Marcia su Roma non deve essere intesa come- annotazione di -cronaca di un-fatto esteriore, sibbene come apprendimento del significato che la Marcia,volle avere ed ebbe nella nuova storia d'Italia. La Marcia fu un epilogo • ed un cominciamento. Chiude cioè il periodo della reazione violenta compiuta in assenza dei poteri dello Stato contro la bolscevizzazione delle masse. La reazione fascista in quel primo periodo volle dire la vittoria dello spirito, del riordinamento e della riorganizzazione nazionale contro il dissolvimento, operato per mezzo di. continui anarchici moti, non guidati da. un'idea positiva, non orientati da uia principio di ricostruzione unitaria delle forze nazionali. Era una rivoluzioni} senza luce di spirito, una rivoluzione di materia bruta, una decomposizione sociale, politica e morale. La Marcia su Roma annullò tale caos ed im tale senso fu un epilogo. E fu anche un epilogo della prima fase del movimento fascista, in quanto.il fascismo cessò da allora di essere fuori e contro lo Stato.. Divenne esso slesso potere legale e Stato, e cominciò da quel momento l'opera di ricostruzione che : si assomma e si esprime nella seconda fase, nell'edificio dello Stato corporativo. « Lo Stato corporativo deve essere pertanto spiegatomeli» 6ua essenza alle nuove generazióni. Esso significa -la nuova società e il nuovo spirito pollti-co che vi presiede. Esso è la ^negazione dell'ideologia individualista e dell'i- deologia socialista ' È'-la negazione del principi! dèi 'liberàlisnio 'e déll'ètettoraliamo meccanico e atomico; è, dal la to positivo, una ricomposizione di rapporti economici, sociali, politici e ideali; una ricomposizione di rapporti in cui si crea una nuova libertà più concreta, un nuovo diritto più giusto, una nuova anima nazionale -veramente unitaria, che domina per ogni verso le classi e gli interessi particolari, i sentimenti dissolvitori e le antitesi egoiste. La corporazione <3li Stato — come scrivemmo altra volta-— si propone di armonizzare insieme : la materia economica e l'ingegno inventivo e dirigente; l'economia e la politica, la produzione materiale e lo spirito; il diritto e il dovere; il popolo e lo Stato. E' il pòpolo che si fa Stato, è lo Stato che diventa popolo, n provvedimento del ministro va inteso sotto questo aspetto. Cosi la coltura non è più mera erudizione e descrizione, ma è sostanza di spirito e di vita ». Il Collegio consolare - L'emigrazione Importante è anche .Tesarne che il relatore dedica a questo punto ai nuovo istituendo Collegio consolare- « Il Collegio consolare, che l'on. Mussolini vuole istituire a Roma, dovrà essere, se noi-rabbiamo bene inteso (poiché ancora non c pronto il disegno di legge) quel laboratorio e seminario, o qualche cosa di tìimile, che noi-più volte invocammo nelle nostre relazioni al bilancio degli Esteri negli ultimi sei anni, e nella relazione al bilancio della P. I. del 1924. Ma sia quello che noi pensammo o altro differente, è fatto importante che il Governo fascista creda necessaria la fondazióne di un nuovo istituto, di coltura, che sia fuori delle Università e sia non soltanto il completamento e l'integrazione della coltura universitaria, bensì anche un istituto di coltura specificatamente professionale per Ja carriera diplomatica e consolare, per la carriera amministrativa e per la carriera giudiziaria ». L'ultima parte della relazione dell'on. Torre è dedicata alla politica emigratoria- del Governo fascista, n relatore tratta diffusamente il problema' della -preparazione e dell'assistenza degli emi. grami all'interno (corsi professionali •per emigranti, case per emigranti) e all'estero. Analizza i dati relativi al movimento emigratorio nel 1926, dati ohe segnalano una diminuzione nell'emigrazione continentale «ed un breve aumento in quella transoceanica Esamina minuziosamente le possibilità attuali dell'emigrazione italiana, illustrando le condizioni del mercato del lavoro nei vari paesi (Stati Uniti, Australia, Argentina e Francia), non dimenticando di accennare alla possibilità di colonizzazione italiana nei nostri possedimenti africani, - e soprattutto in Tripolitania Infine Ton. Torre riassume le linee essenziali dei nuovi accordi di emigrazione e di lavoro stipulati od in corso di stipulazione con la Svizzera, la Germania, ecc., soffermandosi sulla recente Convenzione intemazionale in materia di riparazione degli infortuni sul lavoro e sulla partecipazione dell'Italia alla legislazione internazionale del lavoro ». x Conclusioni L'on. Torre cosi conclude: «Che si desume dall'opera politica ed amministrativa del Capo dèi fascismo, come ministro degli Esteri? Nell'azione della politica internazionale egli si è ispirato al criterio di compiere ogni atto in modo da' aumentare la potenza ed il prestigio della nazione; non vi vere per la pace ma di fare delia pace uno strumento ed un mezzo per espan dere l'autorità e l'influenza dell'Italia. Politica autonoma, non nel senso politico di isolamento, bensì di politica di accordi, in cui non l'Italia si adatta ai fatti compiuti dagli altri, ma adatta fatti ed avvenimenti al proprio disegno di grande potenza, che non spregia o offende i diritti degli altri, pur considerandoli in funzione dei proprii diritti acquisiti o dei diritti maggiori e più vesti, che deve accjalsire per necessità etniche e politiche e per la giustizia internazionale. La giustizia non è un dato di fatto a cui bisogna rendere omaggio, ma una potenza tu formazione, la quale esige ohe tanto si attribuisca ad una nazione quanto essa più merita per capacità di accrescerei, connessa con la capacità di incivilire- L'Italia non 6égue oggi una politica inglese o francese od altra,qualsiasi, ma 1» politica nazionale italiana. A Locarno garantisce il patto franco-tedesco. La garanzia è per due delle più grandi potenze dèi mondo. « A Tirana — ecce. l'altro estremo — garantisce lo stata, quo albanese. La garanzia è per una piccola Potenza ancora debole, per. uno Stato in formazione. Nell'uà caso e nelTaltro l'{talia è contro i possibili arbitrii, contro le possibili prepotenze. La linea è sempre una. Riconosce il Governo dei So vieti, scomunicato da aitati, ma riconosce il diritto dellla Romania alila Beesarabiai rispetta cioè 1 diritti dei popoli a darsi il Governo che vogliono, ma per una ragione analoga riconosce 1 diritti nazionali contro-i diritti od i pre¬ tesi diritti imperiali. E' sempre la stessa linea, tracciata con lo etesso spirito giuridico; guidata dallo 6tesso spirito politico. Fa accordi numerosi con Potenze non sempre in fondo concordi tra loro, perchè vuole eliminare, quanto è possìbile, eventuali cause di attriti e di conflitti e vuole risolvere le controversie pacificamente e dà alimento cosi alla tranqui'llità ed all'equilibrio intemazionale; ma reclama per sè, come fondo sostanziale della sua politica un('espansione, che renda possibile la vita aula popolazione italiana sempre crescente e reclama quelle materie prime di cui altri sono ricchi In sovrabbondanza, e di cui l'Italia ha bisogno per lo sviluppo delle sue industrie e delle sue ricchezze, ma prima di tutto per 1 bisogni alimentari della sua popolazione. Parla in nome del diritto, non dell'appetito di rapacità e di strapotere, ed è un diritto evidente per un popolo che sa accrescersi nel numero, nella civiltà- e nella forza dd un'idea dirigente, dd un'idea capace di nuove forme di organizzazione civile e politica nel mondo. Anche in questo è nella stessa linea, come in ogni altro atteg¬ giamento ed opera perchè tutto dò è conseguibile, se gli altri intendono e vogliono, per vie pacifiche e mediante accordi intemazionali • E, intanto, organizza lo Stato mediante la corporazione di forma nuova, ila più grande e sostanziale iniziativa che, dopo la rivoluzione fascista, stai stata fatta nel sistema sociale e politico. E' lo Stato-Corporazione in servigio dèmo Stato-Nazione. E con questa idea direttiva permea rarnmlnistrazdone dello spirito politico nazionale. L'amministrazione dello Stato non può essere più una mera tecnica funzionale, che possa asservirsi a tutte la più diverse e contradditorie idee poUtiobe, bensì deve essere lo strumento autonomo, come tecnica, ma ubbidiente, come funzione finale, all'idea politica direttiva defilo Stato-Nazione. Le forme ohe al sono avute simorà o iene si vanno facendo sono nell'ordine di quest'idea e di questo impulsa Noi possiamo salutare, con superba e ferma fede l'Italia, che si ricompone nel suo assetto, si riordina nel suoi modi di vita e dirige e guida se et «sa con lai sicura coscienza della sua potenza- ».

Persone citate: Andrea Torre, Mussolini