I rapporti italo-jugoslavi e l'Europa

I rapporti italo-jugoslavi e l'Europa I rapporti italo-jugoslavi e l'Europa L'Albania, la Francia e l'Italia III tendenzioso articolo dal «Tamps» Parigi, 29, notte. Nemmeno la minaccia sospesa sul; la testa delle migliaia di francesi che risiedono in Cina, nemmeno l'urgenza del problema della conservaalone del proprio patrimonio coloniale in Estremo' Oriente, hanno il dono di distogliere certi circoli fran; cesi dalToccuparsi con insistenza di quanto avviene sulle sponde dell'Adriatico. Al contrario, quanto più le divergenze di tattica circa la soluzione dell'imbroglio cinese rinfocolano i malumori parigini contro 1 Inghilterra (che dall'epoca dell avvento <li Chamberlain sembravano sopitu tanto più questi malumori cercano sfogo sui teatri secondari, dove gu interessi francesi non sono, per confessione della, stessa stampa nazionalista, se non mediani, lontani e discutibili. L'amichevole collaborazione anglo-italiana, che tanto utilmente viene affermandosi dallo scacchiere continentale via via sino a quello del vicino e lontano Oriente ai fini della salvezza dell'ordine e della civiltà europea, fa ai circoli di cui sopra l'effetto di un pugno in un occhio. Riepilogo anglo-italiano li ti RpgIl lem-pi, il quale negli articoli di fondo ostenta di mantenersi costantemente imparziale e moderato, pubblica circa, questa collaborazione, esaminata in funzione dei recenti avvenimenti.italo-jugOBlavi, uno sfogo collerico di Jacques Bardoux, rivelante ancora una volta la pertinace impermeabilità di certi diplomatici della vecchia scuola alla realtà del tempi nuovi. « La caduta del Gabinetto labourista — scrive l'iracondo autorevole, collaboratore dell'organo repubblicano, il quale passa a Parigi per uno specialista di cose inglesi - e >Vavvento, di una maggioranza conservatrice non hanno portato modificazioni nella cooperazione anglo-italiana Mai le sue manifestazioni sono state .più numerose che non da 18 mesi a questai parte. 16 ottobre 1925 : partecipazione italiana al patto di Locarne), partecipazione sollecitata e consigliata chen?one la Consulta al di sopra dedQuai d'Oreay sullo etesso rango del Foragn Office come garante ed arbitra,. — 5 Dir cernine «25: Incorporazione! delle frontiere tripolitane dell'oasi di Kufra e del luoghi santi di Giarabub in marcine dell'Egitto. — 29 Dicembre 1925: Condegno di Rapallo ed esame cordiale delle rivendicazioni Italiane m Altri ra ed in Asia. — il Gennaio 1926: Concessione al debitore italiano di una percentuale di riduzione, e di oondiziotìi di pagamento eccezionalmente generose -16 Aprile 1926: Conclusione df uh trattato che allarga e riavvic^ na l'Eritrea ed il SomaUland a spese riln'ÀWssmia. - 7 Agosto, me-. Firma ael K itaìo-spagnuolo salutata dalla stamDa inglese come un lieto slorzo Mr nSdiflcire 1' equilibrio, mediterraneo ^d assicurare l'isolamento franca _ 5o Settembre me: Convegno di Livorno; nel corso del quale sur Austenaiamberlain dà anticipatamente fi suo consenso al trattato itesei che sarà firmato il 21 novembre e sottoimla anticipatamente la sua gravità, richiamando Sh adenti britanni ri cfae avevano ritardato la sua nego z azione - «9 Dicembre 1926 (in piena tensone franco-italiana): Conclusione!coll'approvazione britannica del natto italo-tedesco che, se 6 diverso a Valleanza offensiva e "difensiva proi osta da Mussolini e respinta da Stre ^mannT apparisce, tuttavia, ravvicinato Raccordo spàgnuolo come una [eolica aUa costruzione blsmarkiana lei 1887 - 20 Gennaio 1927 :. Accordo anglSttaliano per la deltoitazione dello sfere di influenza sulla 'riva araoa del Mar Bosso e certificato civico soleimelnente consegnato al Fascismo da Churchill, davanti alla stampa riunita, in nome dell'evangelo costituzionale del'conservatori inglesi ». Il patto di Tirana Sin qui niente che ogni semplice lettore di giornali non sappia già da gran tempo. Ma lo scopo di -questa enumerazione di episodi diplomatici in cui il Bardoux vede gli anelli di una complicità anglo-italiana è — come di leggeri si intende — quello di arrivare-all'episodio principepatto di Tirana. .Come negare - leggiamo neU articolo ospitalo dal ^P'^fVl trattato del 27 novembre.JKff crei coi te sue clausole indecise e generali nello stesso tempo, tra il presidente albanese ed il Dube italiano una solioa- rispetto "dell'integrità.^territoriale economica albanese, dopo che il peri colò sarà stato constatato ed 11 mandato accordato dalla Società delle Nazioni T La doppia forma data daU accordo di Livorno, alla legittima penetratone dell'Italia in Albania - disso..azione balcanica e protettorato poliazione uà. mancare di. provocare una doppia serie di proteste peritose per la pace europea: proteste sèrbe tanto più vivaci in quanto levento sorprendeva in piena crisi «1 in K disarmo lo Stato a cui in passato le Potenze avevano offerto una narte dell'Albania in cambio di Fiume; protestei albanesi tanto più violente In guanto Ahmed Zogu è più. sospetto e Sm«aliana più energica E sono | 'vossichTW e ifNeue Freie Presse che il 17 marzo danno i particolari più circostanziati sull'impopolarità e sull'impotenza -del (presidente Ài.mea Zogu e sulle cause e sullmv Kortanza dell'insurrezione mussulmanaAcattolica.. I metodi dell'anteguerra portanoci loro giusti frutti: 1 frutti dell'anteguerra ». Concezione da Ballplatz Le insistenze di questi critici, più o meno ispirati od autorizzati, nel dipingere a foschi . colori le conseKueióze del patto di Tirana e nel guardare con lenti d'ingrandimento le reazioni psicologiche e politiche da esco determinate nei vari tabinetti balcanici sono da annoverare tra i dirizzoni più sciagurati che i politici francesi abbiano preso da molti anni in qua. Se, fortunatamente, menti- più illuminate non andassero, al contrario, segnalando (come il Seydoux dalle colonne del Petit Parisien, Pertinax da quelle faìl'Echo de Paris y Bainville da .queL le della Liberti, lTJllmann da quelle del Petit Bleu, ecc.) l'interesse vitale che ha la Francia, a non contrariare la naturale espansione dell'attività italiana in Albania (territorio suscettibile di diventare una valvola preziosa per mitigare la pressione italiana nel Mediterraneo occidentale) potremmo dire che l'invocazione della testimonianza della Nette Freie Presse da parte di Jacques Bardoux è indice di un'insanità di giudizio singolare. Certi politici francesi hanno già per co.ntò loro in troppo alta misura il malvezzo di risuscitare nei riguardi dell'Italia le vecchie concezioni tattiche care alla Ballplatz, senza che ci sia bisogno di metterle addirittura sotto la marca di fabbrica della Nette Freie Presse. Il grande merito della diplomazia1 inglese consiste nell'avere compreso che, in fatto di politica balcanica, la sola grande Potenza continentale che abbia interessi legittimi da far valere è l'Italia. In luogo di rimproverare ad Austen Chamberlain la sua chiaroveggenza, i sedicenti moderatori dell'opinione pubblica* francese farebbero meglio ad ispirarsene e a non pretendere di regolare da Parigi l'assetto definitivo dell'equilibrio balcanico, in antitesi coi bisogni e le aspirazioni di Boma. Le condizioni certo non liete dell'Europa di oggi, i pericoli che minacciano da ogni parte la potenza mondiale europea, comandano, a meno di un totale accecamento, di non contrastare, in omaggio a tradizioni ormai superate, il ragionevole consolidamento politico, economico e strategico di uno Stato che. di omelia potenza è uno dei fattori più promettenti. Molti francesi di buona fede, ripetiamo, lo hanno capito; molti ancora no. Questi ultimi perdono il sonno attorno alla tela aggrovigliata di una « Locamo balcanica » che, sotto l'apparenza di intensificare la cultura dell'olivo, minaccia di mantenere in permanenza sul fianco sinistro dell'Italia una atmosfera di convulsioni telluriche. Ed è di qui che il pericolo trae il suo maggiore alimento. C. P.