L'uomo di Collegno dignitoso e imperturbabile

L'uomo di Collegno dignitoso e imperturbabile L'uomo di Collegno dignitoso e imperturbabile Una sorella del Bruneri conferma il riconoscimento A Collegllo leni c'è stato riposo. Ilprimo attore, cioè il ricoverato, ha po-tato quindi respirare a suo agio, e rin-1 rancarsi, dopo il serrato duello di mer-coledì, rileggendo la Divina Commedias che egli non abbandona mai tanto perf darsi un'aria... professorale L'indivi-duo 6 troppo intelligente per non com-prendere che le cose vanno male perlui, ma dal suo volto non traspare l'in-terno turbamento Negli interrogatori e confronti delgiorni scorei egli ha vi6to volta pervolta comparirsi davanti le persone chelo avvicinarono durante la latitanza ericostruire così sotto i suoi occhi quelpassato che egli avrebbe voluto perKrfi cancellfre daUa sua rrJemXSono vPTiini Ha rinvìi i cimi nnrirhiSniTcasa SlSSSiSS ff%Pegna, sono venuti da Milano, e epe-cialmente don Luigi Re, il sacerdote^,^]ie^Ma1c,lliamarl0HM1^ietti> èrZV£™Va,v,G0h'dHV a ricordar^ una pas-stono che egli non vuol più ricono-scerc; insomma giorno per giorno, meseper mese, anno per anno egli si è vistonsorgere il passito con tutte le sue ma-lefatte che ancor oggi lo accusano. Della sua nuova incarnazione nelprof. Giulio Canella egli non è inveceriuscito a provare la consistenza. Ec-cettuata la moglie ed i fratelli ed al-eirai vecchi conoscenti o commilitoniche hanno ravvisato im lui •- sebbenenon di primo acchito — 11 dispersonella battaglia di Monastlr, non gli è stato possibile, nonostante più d'uà ausilio involontario e le affannose ricerche fatte dovunque, trovare un dato flt fatto positivo dar opporre a quelli dei suoi avversari. L'unica difesa che ogiH presenta alle stringenti argomenta• zioni è il tenebroso mistero che abbraccia dieci lunghi anni. Le tracce del < randagio > che viene dalla Macedonia, sbandierate in un primo momento come una vittoria, rischiano anch'esse di naufragare con la scoperta fatta appunto in questi giorni del misterioso mendicante avvistato a Viareggio. Tutte le supposizioni fatte vacillano .dalla base. «Coma forra epa non crolla > n ricoverato continua ciononostante a recitare la parte che egli si è imposta. Aspetta cioè con... cristiana rasselonaziooe la fine dell'inchiesta alla quale è sottoposto e per dar prova della sua tranquillità d'animo, scrive- giornalmente alla signora Canella esortan-.dola ad essere serena e fiduciosa nellaAviatoria finale Le sue lettere sono tsj farcite di squarci filosofici, quasi egii ni preoccupi di convincere sempre più la signora (e non ve ne è proprio bisogno) che egli è effettivamente il marito. Di tratto in .tratto egli riporta in queste epistole la, sua frase preferita per indicare che non retrocederà di un passo nel suo atteggiamento: « come torre che non crolla » e firma sempre tuo Giulio Canella, come pure in tal modo firma le lettere che invia ai due giovanetti: i figli del defunto capitano. Un marito ed un padre firmerebbe nel primo caso il « tuo Giulio » e nel secondo : « il vostro papà », ma il ricoverato di Collegno ci tiene invererà vergare per esteso il nome e cognome, al cu ale si è attaccato come l'edera all'olmo. .jJSc olla moglie.paria di filosofia nonostante il tragico momento in cui ei trova, ai figli commenta addirittura la « Divina Commedia •, il 6tio dada di questi giorni. Egli depone il libro soltanto per consumare i pasti, o per far quattro parole con gli ageniti che hanno... cura di lui, oppure per godersi ima passeggiatina in giardino, ieri efTli non si è preso questo svago; spirava un'aria fredda ed ha preferito compiere l'esercizio podistico camminando nella stanza. Alla sera egli, che non ha mutate abitudini, si corica per tempo e doAte tranquillamente mentre gli agenti' «agtiano. Se gli avviene di svegliarsi durante la notte, allora subito riprende la « Divina Commedia » c si mette a leggere un canto. Dante gli serve per tutti gli usi, anche come sonnifero. Risentito oontro II benefattore Dna traccia del suo disappunto dopo il drammatico confronto con don Luigi Ite la si trova in un accorato accenno nella lettera alla moglie e in un'altra epistola che egli ha inviata aH'Autorità per lamentarsi di isn teste di quale, dimenticando l'abito di sacerdote, 6i è permesso di uscire da quella che era la sua linea di condotta di testimone per rivolgergli parole offensive 1 La lettera, come al solito, è improntata al pili grande rispetto per il magistrato e per Ja giustizia che egli rappresentali! tmifco alla Procura del Re continuano a giungere lettere di persone che quale ultima ratio propugnano lo immediato taglio della barba del rico-" verato. Quella, a loro giudizio, rappresenta, come i capelli per sansone, tut- Il la sua forza. Tolta la barba cadvebboro la rassomiglianza, e quel certo aspetto imponente ohe nell'iudiividuo di Collegno fa ravvisare a molti il prof. Giulio Canella. 'In mezzo a tanti contrasti te. Magistratura prosegue serena il suo lavoro di indagine e. di controllo appurando, come risulta dal procedimento dell'inchiesta, tutte le circostanze, anche le più secondarie, da una parte e dall'altra. Abbiamo chiesto ieri se la proposta avanzata dalla signora Giulia Canella di procedere ad una specie dd confronto collettivo di tutti i famigliari Canella e quelli Brumeri in presenza del ricoverato di Collegno sarebbe stata accettata. Ci è stato risposto dd no ; primo perchè lo cosa uscirebbe dàlie linee di proced-ufra, poi perchè qualunque fosse l'esito di un tale esame, la questione rimarrebbe insoluta. Vi è una perizia somatica e questa è affidata al prof. Carrara potrà esservi una perizia psichiatrica ma basta. I legali della signora Giulia Canella desiderano appunto quest'ultima perizia par dimostrare che non si tratta di' simulazione. Essi dicono che in questo eccezionale , affare si è un po' abusato di questa parola e chiedono se anche quella dell'età può dirsi una simulazione. L'uomo di Collegno non dimostra di certo i tì anno che ha il Mario Bruneri ma addirittura più di 50, ciò che appunto concorderebbe o por meglio dire si avvicinerebbe di più alla età di Giulio canella tenuto calcolo dei patimenti sofferti io prigionia. Essi sembrano decisi a non sollecitale più la. venuta di nuovi testimoni, ma attendono che ila Magistratura al pronunce. In tararla dal Bracieri Se la signora Giulia Canella ed ! euoi congiunti si dimostrano teremovi bili nella loro tesi, altrettanto si può dire dei Bruneri. La sorella, signorina Maria, alla quale abbiamo avuto occasione di parlare Ieri sera, ripeteva col massimo convincimento: Ma è lui I L'abbiamo riconosciuto Ibi modo più che sicuro I Ed essa ci spiegava che se al primo momento osservando le fotografìe aveva potuto affacciare qualche dubbio e rimanere indecisa vedendolo tanto Invecchiato, ogni incertézza scomparve non appena fu in sua presenza. La barba, anche un po' grigia, non bastava a mascherare d tratti del suo volto e soprattutto l'espressione del suo sguardo. „_ A nort» doma»» ia t*&*>r?\j. Brucai ci ba detto « averto veduto l'uè- l < tana volta tre o quattro anni addietro; -j alloca non aveva ancora i capelli irri-, bianca ti. non aveva barba, ma la fac- ola era la 6tessa. Essa ci narra poi in a1 qual modo il manoscritto fosse venur i to in loro possesso e poi fosse scompar-'so. La prima volta (ed essa non rdcor-.da l'epoca) l'avevano consegnato alla r,sua mamma. Vi era unito un biglietto - scritto dal Marcio il quale annunciava icome al solito 11 suo suicidio. Poco l dopo invece arrivò un ragazzetto a dor mandare o dei denari o rinvolto; la e sorella, arrivata in quel frattempo a e C8sat restituì senza esitazione il pacl ?°-riA„eecon^a,v?ltaJ1° P?rM» inv*fe r LI L^ne. ed i famigliari, temendo X $&*^&&m^fLJl&»gZ i aella runa compromettente, data la vi- % - fff ™ «Jg» iWc2TSai c& e f^ Vnuto f°MPariere <*i avvitine V obTl^ «°x£ Sondati daVTorX - n0> p^^.^ cne mch<ì qu€lla vol. - u dopo a pacoo 6aTebbe venuto quale Cuno a cercar denaro. Essi intendeo vano non vi fossero più legami di sor-, ti fra loro e il Mario Bruneri. i ... ., l| Hianiti» coreografia e Avevano indovinato. Pochi giorni do- po si presento una donna, nella qua- le, dai connotati forniti, credettero i ravvisare la Ghidini, la quale, saputo e che-i Bruneri non erano più li, prese o,l'involto e lo portò via Da quel mo¬ è à o i e l a a - nvento di famoso manoscritto di cui tanto si è parlato in questi giorni, scomparve dalla circolazione. Abbiamo domandato alla sorella del Bruneri se ella ritenesse che i tentativi di suicidio del fratello fossero simulati, e cioè fatti allo scopo di impietosire i parenti o gli amici sulla sua sorte, ma ella ci ha risposto di no. — La sera che tentò buttarsi nel cortile, rimase 6alvo per miracolo perchè si era impigliato in un ferro sottostante,- non era una commedia quella e nemmeno quando si gettò nel .Po — ci dice la signorina. — E come spiega allora adesso la sua simulazione? La signorina Maria Bruneri allarga le braccia e non risponde. Le rivolgiamo un'ultima domanda: — Ohe pensa di un possibile confronto fra il ricoverato, i famigliari del prof. Giulio Canella e loro? — Quello di cui hanno pariate i giornali T — SI- — Questa esposi ztone coreografica ainon possiamo accettarla. Sarebbe una .osa vana e starei per dire ridicola. i ù a i n a a i E" inutile voler chiudere gli occhi alla luce del sole e negare quello che è chiaro, evidente per tutti: cioè che il ricoverato è purtroppo mio fratello, in qnella riunione ci troveremmo tutti iti una equivoca situazione. Il primo a riderne, fra eè — pensia mo noi — sarebbe proprio lui, Mario Bruneri. Esperimenti fotografici L'affaire CaneHa^Bruneri sembra • es sere inesauribile. E' un continuo ap ■porto di nuovi elementi che sorgono giorno per giorno e che vanno ingrossando sempre più il dossier dell'autorità giudiziaria. Possiamo però esserne lieti. L'« affarei va sempre più semplificandosi, va sempre più chiaramente sboccando nella sua soluzione naturale ed unica: quella della simulazione, quella che stabilisce essere r uomo L dì Collegno non altri che il Bruneri. Il nuovo elemento venuto in luce ieri è dato dalle fotografìe degli eroi della romanzesca avventura. L'esame delle fotografìe, come si ricorda, era già stato fatto a Roma, dalla scuola di Polizia scientifica, con particolare riguardo alla lamia delle orecchie, e 6} era senza ombra di equivoco pronunciato per la tesi Bruneri. Ora le fotografie prendono ancora, per cosi dire, la parola, con la loro sicurezza di dati positivi ed inoppugnabili ; e tale parola viene a confermare in pieno di primo responso. Cosa tanto più interessante ed importante, in quanto lo stesso risultato è raggiunto per altra via, e ad opera di un privato, spinte solo dal desiderio della luce e dall'amore della verità. Ieri è giunte da Verona il commissario csv. Grand inetti, capogabinetto di quella Questura, appositamente inviato dal Questore di Verona per conferire col Procuratore del Re gx. uff. Colonnetti, che diriige l'incimesta, e per consegmairgil l'importante documento in parola. E' questo uno 6tudio compilato dal prof. Tommasoli, insegnante di disegno- a Verona è pittore. 11 Tommasoli è slato compagno di studi del Camelia e poi collega di lui nell'insegnamento alla scuola normale veronese. Fu grande amico del Canella. e lo conobbe assai bene, sia nsicanionto che moralmente. Prima della guerra il Tommasoli, che è anche ottimo fotografo, fece un « gruppo » fotografico della lamlglia Canella, Ini cui la figura del professore campeggiava con grande evidenza. Quando l'uomo di Collegno, riconosciuto per il professore veronese, si recò a Descnzano, il Tommasoli prese un'altra fotograna al presunto Canella, attorniato dalla « sua » famiglia. Si verificarono due fortunate combinazioni: Lo, che la nuova fotografia è riuscita nitida e bella come la prima; 2.0, che l'uomo di Oollegno era ritratto nella stessa posizione in cui figurava il prof. Canella nella fotografia di armi fa. Divertili 41 linee Quando scoppiò Io « scandalo > il prof. Tommasoli valle farsi una sua convinzione, in base ai suoi due documenti fotografici. Esegui gli ingraindimenti fotografici della testa dell'autentioo prò*. Canella e di quella del presunto Canella, e quindi li pose ad un confronto razionale. Eigli inquadrò le due immagini in una serie di linee orizzontati e verticali, cioè disegnò su di esse un uguale reticolato di linee, in modo da dividere le due fotografie in tanti quadretti di identiche dimensioni. Poi osservò come e dove cadevano tali linee, rispettivamente sui due volti. E fu qui. allora, che riscontrò grandi, evidenti differenze. E' intuitivo che, se le due teste fossero state' eguali, le linee sarebbero cadute in modo uguale su di esse; questo invece non si verificò, ragione per cui resaminatore venne a concludere con la diversità delle due teste. Come abbiamo detto, parecchie furono le differenze constatate; noi ne ricorderemo qui una delle più tipiche, quella che si riferisce alla fronte. Segnate sulle due fotografie due linee orizzontali alla radice del naso, oiòè press'a poco all'altezza delle sopracciglia, le duo linee superiori caddero, neUe due immagini, -in posizioni ben diverse. Mentre nella fotograna del vero prof, fjmeiin tale linea eolcarva la fronte solo poco più al di sopra della metà della fronte stessa. neHa fotografìa dell'uomo dd Oollegno la linea toccava il cuoio capelluto, cioè la radice dei capelli. In altre parole, la fronte dell'uomo di Collegno veniva ad essere assai più bassa di quelle dal prof. Canella. • Come si vede, questo della fronte fu un punto asmi controverso della questione. Fu uno scoglio duro, ed In alcuni casi anche insormontabile, per molti di coloro che conobbero il prof. Canella. Ci furono di quelli disposti a rioonoBcere nel ricoverato il prof. CaneHa, ma «b« davanti a ojoeSa ironie taaaa rimasero pmHuual a aridàrMota c negarono il riconoscimento. L'ultimo esempio lo si è avuto ieri l'altro: la signora Milanesi, cugina del prof. Canella, venuta appositamente e di sua spontanea iniziativa pel riconoscimento, se ne ritornò delusa e contrariata, proprio a causa di quella fronte... Lo studio del prof. Tommasoli viene a ribadire in modo definitivo, perchè quasi scientifico, questo essenziale particolare: avere, cioè, l'uomo di Collegno, la fronte assai più bassa del prof. Canella. Ogni equivoco in proposito è da escludersi. Si noti, infatti, che il professore veronese, già prima della guerra, aveva tendenza alla calvizie frontale. Adunque, con l'endaire del tempo, i capelli avrebbero dovuto, dictemó cosi ritirarsi man mano, a profitto di una fronte sempre più ampia. Inammissibile è il caso inverso, cioè che i capelli crescessero ad.invadere la fronte stessa. A meno che non si voglia pensare a qualche pomata ITli Z* rXCOlOS £1 Lo studiò del prof. Tommasoli, com Pilato con grande cura e genialità, e corredato dei documenti fotografici, è stato accolto con molto Interesse dal Procuratore del Re, che lo ha allegato all'incartamento. Da notare ancora ohe il Tommasoli, fotografo, disegnatore e pittore, è uomo bene adatto a tale studio, avendo egli pratica e conoscenza di fiaonomte, per le sue stesse ragioni professionali. Lettera a parlila La lettera del viaggiatore di commercio Stefano Pivetta, il" quale, come abbiamo ieri riferito, dichiara di avere appreso recentemente da una certa « Gina •, amante dd Mario Bruneri, che costui si troverebbe in Francia, è stata ieri oggetto d'esame da parte del Procuratore del Re aggiunte comm. Bruno. .Dalle indagini svolte qui a Torino è emerso che effettivamente il Pivetta fu nella nostra città, nelle epoche da lui indicate, e cioè posteriormente al lungo periodo che egli trascorse qui come maresciallo addetto al 49.o fanteria, n comm. Bruno ha disposto che il Pivetta venga ancora interrogato e che egli poi ad ogni modo venga a Torino per essere posto a confronto con l'uomo di Collegno. Una circostanza da lui essema, e cioè che l'autentico Bruneri presenta una cicatrice alla guancia destra, sotto 10 zigomo, cotacide però esattamente con i rilievi fatti in questi ultimi giorni dai medica e dai magistrati: l'uomo di Collegno presenta infatti una cicatrice — derivata verosimilmente da una ferita d'arma da taglio — allo zigomo destro. Questo fatto toglierebbe quindi importanza alle rivelazioni del Pivetta ed indurrebbe a ritenere che il Bruner! da lui conosciuto sia precisamente il ricoverato di Collegno. Nessun altro provivedimento è stato preso ieri dai magistrati, i quali hanno atteso a coordinare i molti e svariati elementi di cui sono venuti in -possesso jn questi giorni: dichiarazioni, risultati d'indagini e di accertamenti. Un lavoro ■ complesso al quale va aggiunto quello non semplice dello spoglio della sequela di lettere die continuano a pervenire quotictianamenfe alla Procura del Re da parte di anonimi e di non anonimi : tutti, in questo affare, sentono il bisogno di suggerire qualcosa, di fare qualche rivelazione, di prospettare qualche ipotesi da cui si dovrebbero ricavare gli elementi risolutivi Nel pomeriggio di ieri intanto si è avuta la presentazione della prima perizia ordinata con le forme del Codice di procedura dell'autorità giudiziaria; si tratta della perizia stesa dall'avvocato Michele Lessona- il quale, come pubblicammo, fu incaricato dal giudice istruttore cav. Cornagli a di sondare la cultura e le attitudini musicali dell'uomo di Collegno. L'aw. Lessona sottopose ad alcuni esperimenti il ricoverato, invitandolo a,-, riconoscere note e combinazioni melodiche che.egli stesso andava eseguendo al pianoforte. Tutto ciò che il perito potè osservare e dedurre dal suo esperimento è stato riferito al magistrato in una diffusa relazione che non può essere nota, però, sino all'espletamento della procedura. Tra qualche giorno verranno anche presentate dai periti calligrafi le conclusioni per l'esame grafico da essi compiuto, e dal prof. Carrara i rilievi ottenuti attraverso l'esame somatico del ricoverato.