Il pittore dei quadretti

Il pittore dei quadretti Il pittore dei quadretti Il tappezziere Barello, abitante In via Dorarlo, 3, conobbe il Bruneri nel 1916, a Mondovl. Era soldato con lui al 34.o reggimento fanteria. Furono insieme nei mesi di luglio, agosto e settembre. Il Bruneri era allora tipografo del reggimento. Si ritrovavano alla sera in un caffè, insieme ad altri camerati, ma il soldato-tipografo era piuttosto chiuso di carattere. Della famiglia sua non parlava mal, non beveva, appariva insomma un uomo serio, distinto e colto. Le ore di libertà le occupava a leggere e studiare. U tappezziere lo rivide solamente nel 1910 la prima volta, in corso Cairoti. Si trovava su un tram, e tanto insistè a chiamarlo, fin che scese. Vestiva elegantemente. Dimostrò molta contentezza di ritrovarlo e subito gli chiese... un prestito di 400 lire. Da quel giorno lo rivide ancora ima volta o due, poi 10 perdette di vista, insieme alle 400 lire. Per molte tempo non senti più parlare di lui; finché ritrovò i suoi tratti nelle fotografie pubblicate dai giornali. La barba lo disorientava un po' avendolo conosciute sempre raso; tuttavia era riuscito a riconoscerlo ugualmente. Come si vede, anche in quell'occasione il Bruneri al dimostrò 11 Bruneri, cioè un uomo mellifluo, che sapeva ispirare simpatia, amicizia, finché non riusciva a corbellare il prossimo. Le informazioni che si raccolgono su quest'uomo sono tutt'altro che buone. Ieri, narrando di un confronto chiesto dal centurione Gozzo, della Milizia nazionale, avevamo accennato a tre acquerelli, firmati G. Concila, che lo stesso capitano Gozzo aveva acquistato a Bologna, al Circolo degli ufficiali, da un povero diavolo i cui connotati, presi cosi all'ingrosso, assomigliavano a quelli del ricoverato di Collegno. Il ricoverato, dopo aver guardato 1 Quadretti, ha risposto : « Credo di aver veduto queste pitture o a Verona o a Padova; devono essere di mio padre ». Ebbene 11 sig. Castagna,, uno dei tosti che nei giorni scorsi si recò a Collegno a riconoscere il ricoverato, ol informa a questo proposito che l'uomo che il signor Gozzo conobbe a Boiogna non è, a pater suo, 11 ricoverato di Collegno, ma un altro G. canella, che ebbe re&idenza a Venezia, e che anzi egli -crede veneziano. 11 sig. Castagna lo ha personalmente conosciuto a Venezia, dove egli era Agente di assicurazione, nel periodo precedente la guerra; anzi, da lui acquistò acquerelli firmati appunto G. Cartella. Tali dipinti si trovano ancora nello studio del Castagna, in via Pietro Mlcca, 20. Il pittore era più vecchio di 15 a 20 anni del ricoverato ed era conosciutls6imo a Venezia, dove st recava in uffici ed esercizi per vendere 1 suoi lavori. A Venezia, quadretti del Canella se ne devono trovare a centinaia, e certamente — cosi assicura il sig. Castagna — tutti i veneziani ricordano ancora la sua caratteristica figura. Venezia era una piazza molto sfruttata per lui, e 11 sig. Castagna (il quale ebbe perfino impiegata nel suo ufficio una figlia del vecchio pittore) ne arguisce che per cercare di smerciare la sua produzione 11 pittore Intraprendesse dei viaggi. Se il capitano Gozzo lo .ncontrò a Bologna, ridotto in miserabili condizioni, non lo si deve attribuire al tatto che egli avesse fatto la guerra, ma che In conseguenza della guerra avesse dovuto allontanarsi da Venezia. 11 G. Canella non dipingeva che ad acquerello tutti 1 suol soggetti. Il sig. Castagna ha concluso che il pittore da lui conosciuto a Venezia non va in alcun modo confuso con il ricoverato di Collegno, come ha potuto lui stesso constatare avendo avuto occasione (come, a suo tempo, abbiamo narrato in cronaca) di essere mesjo a confronto con lo stesso scono- sciut0- Ques,a olrcostwwa. come il let toro può constatare, è di una impor- lenza capitale, poiché impedisce possa nascere un equivoco di persona che in un pruno momento poteva essere prò spettato . , « „ , La signora Canella fiduciosa Abbiamo riveduta ieri sera in signo ra Gluna canella. Essa, nonostante a vesse appr€90 dal giornali come la po slzione del ricoverato apparisse saos sa, ci si è mostrata come al solito tranqmlla e fiduciosa. La signora spera sempre ohe, nonostante tutto, alla fine di tante dure prove, debba trionfare la sua convinzione e cioè: venga ri conosciuto nell'uomo di Collegno suo marito. Ella continua a ricevere da Ve rona e da Padova telegrammi e lettere di persone che conobbero Intimamente il prof. Canella, le quali si offrono di venire a riconoscerlo. Tutte queste de mende essa le passa all'autorità giu diziaria, perchè vengano scelte dai ma glstrati gli individui che devono venire a deporre, e quindi devono, essere direttamente invitati. — In tal modo — ci dice la signora — i testi non sono veduti da me, e quindi non si può pensare che vengano in alcun molo suggestionati o influenzati. Anch'Io desidero che le prove risultino chiare, convincenti. L'at tendente di mio marito, dopo il confronto, è venuto a trovarmi e la sua spontanea e franca dichiarazione mi ha veramente commossa. Quell'uomo semplice mi ha detto: • Stia tranquilla, signora, il mio capitano l'ho riconosciuto subito; l'avrei Identificalo in mezzo a mille, abbiamo vissuto troppo tempo insieme perchè avessi potuto sbagliarmi ». E la signora ci dice che appunto quelli che lo avvicinarono negli ultimi tempi e cioè lo videro più ingrassato, sono i più idonei ad un riconoscimento. Essa quindi desidera che vengano uffici ali che furono con lui in Macedonia. Ci comunica poi che, a mezzo della Magistratura, ha ricevute due lettere del marito (essa continua a chiamarlo cosi) il quale la conforta a sopportare con rassegnazione le nuove prove alle quali il destino li ha votati. Parlando delle lettere ritrovate presso il Vitrotti e die appunto provengono dallo sconosciuto di Collegno, la 6ignora ci dice tranquillamente che bisognerà controllare la calligrafia e il contenuto di esse prima di pronunciarei. Essa, insomma, attende serena e ' sicura il responso della Magistratura/ nè nulla di quanto avviene può smuoverla dal suo convincimento, come del resto lo prova questo telegramma che 11 corrispondente Ae\YOb3erver di Londra ha da lei sollecitato per il suo giornale: t Appena l'ho riconosciuto non ne ho mai dubitato e non ne dubiterò mai, tanto più dopo aver vissuto otto giorni in vita intima con mio marito. E' il fisico che me lo dice ma soprattutto è la sua personalità morale e intellettuale. Sono incrollabile é pronta a lottare sino alla vittoria. — Giulia Concila Il parerò dal prof, Audenino n prof. E. Audenino un chiaro cultore di psichiatria, occupandosi sul < Corriere Subalpine » del • caso Canella » accenna alle varie forme di amnesia (completa, parziale, lacunare, retrograda e anterogràda) e dice che le amnesie ed 1 mutamenti di personalità non durano oltre un certo limite di mesi, non oltre 1-2 anni. Se la durata è maggiore ne soffrono 1 processi psichici specialmente 1 più elevati ed il ripristino del patrimonio mnemonico e delia primitiva personalità non avviene più completo. « Il caso Canella — dice U prof. Audenino — avrebbe dovuto costituire un'eccezione a tutto quanto si conosce al riguardo. Dal fatto d'armi dei 20 novembre 1916 a Monastlr alla fine del febbraio 1927 sono decorsi quasi 11 anni. Dove è stato, cosa ha fatto il prof. Canella in tale lungo periodo di tempo ? E' stato disperso. Si sa solo che è stato trovato nella primavera del X'jìC al cimitero in atteggiamento di ladro. E' vero che vi sono ancora nella Russia soviettista dei soldati italiani : mi diceva il corrispondente di uno del nostri giornali, che sono pochi e già identificati e che sono individui che non vogliono metterei in rapporto con le autorità consolari italiane E' verosimile ohe se il prof. GaneMa fosse stato in qualche ospedale od istituto straniero non sarebbe stato riconosciuto come italiano e non ne sarebbe stato avvisato il rappresentante d'Italia prosslmlore? « Sono al riguardo da avanzare due ipotesi: 1 disturbi psichici del prof. Canella durano da cdr^a 10-11 anni ed altera non è possibile un ripristino ora cosi improvviso e cosi completo delle sue facoltà psichiche da permettergli di scrivere le lettere sentimentali e manierate dirette alla povera signora. E 6e la reintegrazione psichica'non è avvenuta completa, i ricordi antichi dovrebbero essere quelli meno coinvolti dalla tempes'a psichica: ed allora nei professore veneto, pur parlante l'italiano dovrebbe essere rimasto almeno l'inflessione del dialetto veneto chi» non è cancellabile da nessuna malattia. Ora ciò non è avvenuto nel caso Canella. O (seconda ipotesi) si è trattato di una amnesia retrograda, installatasi molto tempo dopo o di alternativa delle due personalità, ed allora prima d'ora il prof. Canella doveva ricordarsi del suol e dal suo focolare domestico. « Ed ancora : quale è la malattia mentale di cui sarebbe stato colpito l'ormai famojo professore di Verona? Finora nessuno - a quanto leggesi nel giornali — l'he detto. Ora in molte tesi d'osservazione non è 6tata possibile inquadrare la di lui forma clinica? Un maestro di psichiatria insegnava che ogni qualvolta non è possibile venire alla diagnosi cllnica di un psicopatico, il primo pensiero che deve correre olila mente dell'alienista, è quello d'una simulazione. Per queste ragioni e per le altre esposte sommariamente in questo articolo abbiamo sempre creduto — quando nessuno apertamente ne parlava — ohe il caso Canella fosse uno splendido caso degno d'Interesse e di studio per la abilità e la tenacia della simulazione In Due casi di sostituzione Il reduce d'Abba Carlma — Il falso Queir a. Roma, 19, notte. U signor Pietrino Sora narra sul Giornale d'Italia alcuni casi di sostituzione che ten possono ricollegarsi all'ormai famoso caso di Collegno. La campagna dell'Eritrea diede origine ad alcune scene curiose ohe 1 giornali del tempo (1903) non mancarono di registrare. Campo di azione fu Bordello in Lombardia- Colui che dopo sette anni di silenzio (poiché fu dato per disperso dopo la battaglia di Abba Gai-ima) affrontò l'incontro con la propria moglie, 1 fratelli, le cognate e i genltorli rispondeva al nome di Barazzi. Fu accolto, riconosciuto e festeggiato da tutto il paese- L'eroe trovo la propria moglie, rimasta semi-vedova a 17 anni, più bella e più piacente del passato. Ma dopo due mesi un colpo terribile si abbatté sugli sposi, sui parenti, sul paese. Il Barazzi non è più Barazzi I ET un sosia, un simulatore ricercato dalla giustizia e riconosciuto dai carabinieri. Con (biglietto di viaggio gratuito egli è quindi trasportato a Milano dove finisce per confessare. L'infelice sposina non si dà pace, ne trova conforte neppure nel bimbo venuto alla luce nel termine preciso sta bilito dalla legge... dell'incontro. Un eltro esempio di riapparizlone e di sostituzione che risaie al secolo scorso. Certo Martino Guerra, valdostano, in seguito ad un litigio col suocero, abbandonava la famìglia ed il paese privando i suoi di notizie» Passarono cosi mesi e anni. Solo dopo 'due lustri il Martino Guerra affronta l'ira e la gioia delie sorelle e dei fratelli, chiedendo perdono delle ansie che in tutti aveva per lungo tempo provocato e manifesta altresì il desiderio di rap pacificarsi collo suocero e colla moglie Questa è folle dalla gioia e lo suocero che molto lo amava, lo accoglie a braccia aperte, tanta è la gioia che invade anche lui. Tutti notano che i J-ieui anni passati, che sembravano ai famigliari un secolo, lo hanno di poco mutato. Ha conservato lo stesso modo di camminare, di vestire e perfino lo stesso difetto di pronuncia che faceva sorridere lietamente 1 parenti. Riprende cura dei poderi di proprietà sua e dei suocero e oltre alla coltivazione intensiva del campi, cura anche... la prosperità domestica. In cinque anni, 4 figliuoli t Ma un brutto giorno vi è chi insinua che quello non è 11 vero Martino Guerra. E' l'affermazione di un valdostano di un paese accanto, reduce dal Brasile. Le discussioni si prolungano all'infinito, ma ecco apparire il vero Martino Guerra. La lotta tra 1 due Guerre è accanita perchè si tratta di salvarsi dalla forca, ma la moglie nell'ultimo Martino riapparso avevi scorto quel lampeggiare degli occhi che nessun altro poteva possedere e io riconosce. Il falso Guerra è finalmente confuso e viene impiccato. Ma 11 vero Martino 6 ritenuto dai giudici causa di ogni mate, poiché allontanai! desi insalutato ospite aveva dimostra tq poco affetto alla famiglia e viene condannato a perdonare alla moglie ed a riconoscere come proprii i quattro figli che la moglie aveva avuto col sostituto Ma chi era il falso Guerra? Un amico intimo del Guerre e suo compagno di lavoro in una fazenda al Brasile, rassomigliante talmente a Guerra vero che perfino fi capo squadra non riusciva a distinguerli se non col nome. Il falso Martino si eTà sentito raccontare mille volte perfino le cose più intime nonché 1 nomi delle sorelle e dei parenti, e le barzellette che tanto divertivano gli ascoltatori. Aveva pensato cosi di Sostituirsi al vero Martino e ne aveva studiato tutte te caratteristiche speciali, perfino gesti. glatmoppcMnCdaMsssfvtlabRcvdstgtGllntlètrIAtbrlpsusdrtcvrpvlzèGpbmctesmvUna dichiarazione dell'Uoione femminile nazionale La signora Treves-Treves, presidente dell'Unione femminile nazionale, ette si curò di trovare un posto alla Camilla Ghidini, amante del Bruneri, ci scrive una lettera, spiegando che l'Unione nel ìftdu procurò di collocare la donna «in seguito all'interessamento del direttore delle Carceri, che la riteneva un'infelice degna di commiserazione e capace di redimersi con un onesto lavoro. E queste notizie infoi mative vennero comunicate alla signora che l'assunse in servizio. Peraltro, nel luglio del 1926 la stessa Ghidini desiderò emanciparsi dalla tutela che l'Unione poteva esercitare su lei, comunicando per lettera ohe declinava gli impegni contratti, in occasione di un nuovo collocamento a servizio, dovendosi recare a Brescia, sua città natale, ove le sarebbe stato più facile ottenere il ricovero in un ospedale, come richiedevano le sue condizioni di salute ». Nè Bruneri, nè Canella.., na an altro Non fosse altro che a titolo di curiosità riferiamo il parere del signor Emilio Marzano, commerciante di Torino. Questi è venuto a dichiararci che il ricoverato di Collegno sarebbe stato riconosciuto In una fotografia dal signor Morosino, uffiolale esattorlale di Chlavazza (Biella) per un tal Giovanni Nicodano fu Antonio di 58 o 53 anni, già ex-tenente degli Alpini. Diamo la notizia per dimostrare come molti casi di rassomiglianza possano avvenire. La lettera da noi pubblicata a tìtolo di cronaca, a firma Ernesto Moneta, la quale specificava che il Mario Bruneri aveva vissuto fino a dieci giorni or 6ono a Parigi dove lo scrivente assicurava di averlo incontrato, risulta priva di ogni fondamento. Il nostro corrispondente parlgtno, recatosi al n. 15 della via Richelleu, recapito indicato dal Moneta nella sua lettera, non ne trovò traccia. Si tratta evldentemente di qualcuno che ha voluto divertirsi ad ingarbugliare la matassa inviando una notizia sotto falso nome, nella persuasione di fare chissà quale gustoso scherzo.