IL PERICOLO

IL PERICOLO IL PERICOLO H mare era immenso e possente, la donna piccola e vecchia. Essi ai sogguardavano l'un l'altro e mormoravano misteriosamente ; poi il vento si alzò ululando, sibilò fra la donna e fl mare, l'onda immane, tuonando, si rovesciò sul molo, si allargò sulle lastre e rifluì. Lontano, nel freddo grigiore, gli orli bianchi di spuma apparivano, balenavano incessantemente. La donna stava sulla riva, ricurva, fissando il mare. Non imprecava : con gestì pazienti si lisciava i capelli canuti che le svolazzavano sul volto, e guardava sempre laggiù dove l'acqua plumbea toccava il plumbeo cielo. Da quando — molto tèmpo addietro — aveva appreso a fare i primi passi attorno alla chiesa di quel villaggio di pesoatori, ogni giorno si recava colà. Dapprima vi andava ad attendere suo padre, poi suo marito, il figlio... il nipotino. Aspettare, sempre aspettare : destino della donna ! Ed ella per l'intera vita aveva atteso coloro che eran partiti sovente, e poi un giorno non eran tornati più. H mare raramente restituisce i suoi morti, alla riva ; e la riva aspetta buttavia, aspetta e aspetta, come le donne, e ; tende le sue braccia aperte. ***. Una seconda donna uscì di dietro la casa costiera, guardò verso la punta del molo, tutta tesa in avanti, quasi tentasse da creare un passaggio al suo sguardo attraverso l'atmosfera densa di salsedine. Dietro a quella ne giunse un'altra; e poi un'altra anoora. Ora stavano in quattro stilla riva del molo, colle labbra serrate, gli occhi socchiusi, il petto, ansante. Intanto dal villaggio giungevano altre donne ancora : ad una ad una, senza parlare; e i loro visi rozzi e arrossati quasi gettavan luce nell'infinito grigiore. Porticine basse si aprivano nelle case. Le donne ora giungevano a gruppi. Dietro ad esse, dei vecchi marinai camminavano lenti, con un dondolamento come di barche in acqua. Eran pochi, piccoli vecchi rugosi, che il mare aveva risparmiato. I loro occhi si eran scoloriti a forza di guardare nelle tempeste, la loro pelle si era fatta secca ed arida come una vela fuori uso; ad uno dei loro orecchi pendeva un cerchietto piccolissimo. Giunti sul molo, si calcarono fin sul collo il berrettone a maglia colla nappina, e sedettero sulle pietre. Le mani rugose si raggranchivano inattive, appoggiate alle ginocchia, quali alghe secche sulla riva ; e colle gengive sdentate essi stringevano forte la pipa dalla cannuccia corta, e l'attizzavano con precauzione, perchè il tabacco' durasse fino a sera. Parlavano di rado, e d'altro non discorrevano ohe del tempo, e intanto sputavano sovente, ma a terra, mai nel mare. — Oohè... oohè... I vecchi pescatori fissavano la grande distesa. Lontano lontano, fra due cavalloni, qualcosa compariva e scompariva. — Oohè... oohè... La prima paranza era sulla via del ritorno; poi ne apparve un'altra: sull'onde immani parevano uccelli svolazzanti che dal mare uscissero sull'orizzonte. Le vele emergevan dall'acqua ; e ai piedi di esse si muovevano delle fìgurette. piccine e oscure. Le corde dell'albero presero a sbattere su quello sfondo infinito come delle vene nere; il cielo si abbassò'sempre di più ; il vento infuriava, si gettava dal mare contro la terra, in raffiche violente che sapevano d'umidose di salsedine. Per la via costiera si avanzava un carrettiere, a lato del suo veicolo carico. La oriniera del cavallo sventolava; le' imprecazioni dell'uomo si perdettero nei vortici del vento. La strada rimase deserta per un momento. Poi passò un girovago, e si diresse alla volta del villaggio. Il vento sbatacchiava il suo mantello, egli strappò dal capo il berretto. Come se fosse in cerca di qualche rifugio, egli osservava le finestra delle case, e picchiava alle porte chiuse. Ma le case non rispondevano; tutto il paese era sul molo. Anche il girovago si diresse a quella volta sebbene nessuno badasse a lui. Tutti eran là, con lo sguardo trepidante, pieno di palpiti; muti, sospesi, guardavano le acque immense, per ogni dove. La tempesta non accennava ad acquetarsi; le onde si soverchiavano l'una con l'altra ; dinanzi al molo si impennavano furibonde, spruzzando un bianco polverio d'acqua contro le roccie, che emergevano dalla sebi urna, e poi sparivano a un tratto, come se la burrasca le avesse ingoiate, poi tosto tornavano fuori, simili a fantasmi che riprendono il loro respiro ; e come da nere bocche spalancate, dagli anfratti, usciva spandendosi intorno, l'acqua che avevano ingoiata. L'onda muggente si ritirava, ed spezzava in tm tremito. H mare, lontano, pareva marmoreo. — Oohè... oohè... Le grosse barche da pesca, laggiù, sbalestrate di qua e di là, fra l'onde infuriate, sparivano fra le montagne d'acque; poi tosto ricomparvero; e già si avvicinavano al molo. Seguì un silenzio. Le secche!... enormi falci aguzze, che si protendevano sotto l'acqua, e che la. mortebrandiva. La prima paranza era già prossima ad esse ; un'onda la prese di fianco, la sbattè; essa si impennò come un cavallo selvaggio, tutta pesando sulla poppa, poi si sommerse colla prua entro la valle scavata dalle onde. E l'acqua gorgogliò tutt'injtarno. — Donald 1 Una voce femminile urlò fra il rintronare della tempesta; nessuno se ne curò ; tuttavia la donna, quasi si fosse vergognata del suo grido, si turò la bocca colle mani. Lo scorso autunno, il padrj e il fratello erano affondati proprio in quel punto, sulle secche; l'acqua aveva formato come un verde cratere, ed essi vi erano •eomparri. La donna li aveva visti partire, li aveva attesi, e non li aveva mai più riveduti... — Donald — mormorò ella sottovoce; e il volto le divenne bianco come cera. Erano appena due giorni che si eran sposati, nella vecchia parrocchia. Tutta la riva fu un urlo; e il mare urlò in risposta. La paranza sormontò la schiuma, le sue vele si gonfiarono con sforzo, le gomene eran tese, tutta l'armatura dell'imbarcazione tremava. Sul ponte fradicio gli uomini urlavano come anime dannate. Donald, un grosso pescatole dal volto rosso, si buttò con tutto il corpo al timone, e anch'egli urlava. — Oohè... oohè... La prima paranza, ondeggiando, raggiunse il molo ; le suo vele schioccanti furono abbassate, l'ancora si conficcò nel mare. Più indietro ne procedevano altre due, una a fianco dell'altra, come sorelle ; e altre ancora- seguivano. Gli occhi dei pescatori, arrossati dal vento salso, parevano infiammate ferite ; i radi capelli scoloriti erano appiccicati alla fronte ; dai berretti di tela cerata l'acqua grondava loro sul collo. Il mare era perfido; ma la preda buona ; e l'aria, impregnata del lezzo di catrame, a un tratto odorò di pesoe. I mozzi rovistavano nel carico argenteo delle grosse ceste; e d'intorno svolazzavano i gabbiani dal becco ricurvo, sfiorando l'acqua. Sul molo il frastuono crebbe, i pescatori portarono le ceste alla riva, mentre i bimbi si arrampicarono sulle gomene, come ragni. Dappertutto un andirivieni affrettato. Solo i vecchietti restavano in ascolto. Essi erano diventati silenziosi e discreti. Ora c'erano i figliuoli, toccava a loro. A un tratto una donna pallida si fece innanzi ; ella guardava le /paranze arrivate, e con occhi spalancati e pieni di terrore contava ad alta voce quelli che sbarcavano spiccando un salto sulla riva Poi si mise a cantare, come per cullare un bimbo colla sua canzone. Gli uomini la spinsero da parte ; ma ella continuò a cantare, scuotendo il capo e mostrando i pugni al mare e alle secche pericolose. Dna volta una imbarcazione bella, forte, di ritorno dalla pesca, era passata sventuratamente vicino alle secche; vi era imbarcato il suo figliuolo; era il più piccino quello, l'ultimo che le rimaneva; si era sentito il suo grido fra la nebbia, ripetuto, angosciante. Egli chiamava la madre, e la madre aveva ben udito quell'urlo... Poi... al terzo giorno il mare aveva restituito il cadavere. La secca gli aveva spezzate le tempia; la bocca dischiusa mostrava tutti i piccoli denti ; anche gli occhi erano aperti, e guardavano così come fossero di vetro Una mano sola gli rimaneva, l'altra glie l'avevano portata via i pesci. La donna sedette sulla riva, e cantò, come per cullare un fanciullo. .— Oohè... oohè... L'ultima paranza passava ora in vicinanza delle secche; e quella vecchietta ohe era venuta per prima, rimase ultima sulla riva. — Angus, Angus — balbettò, mentre guardava i banchi con angoscia; il vecchio capo le dondolava or qua or là, come faceva la navicella laggiù, sul mare. Il girovago si avvicinò a lei : non parlò; ma anch'egli guardò la paranza. Dietro ad essi, lentamente, il molo tornava nel silenzio; la folla si avviava a gruppi verso il villaggio. Sui barconi abbandonati nulla più aveva vita fuorché le oscillanti lanterne agli alberi; e la loro luce stillava in mare tra i fianchi metallici delle imbarcazioni: quél raggio oscillava laggiù, or qua e or là, or si allungava or si restringeva, e ed increspava ancora, assecondando il movimento dell'acqua. 11 cielo scuro, come una tela bituminosa, piombava giù dalle altitudini, e sprofondava in mare. Il piccolo faro del molo aprì ad un tratto il suo unico occhio rosso, e guardò all'intorno i cavalloni impennati e la spuma che si faceva sanguigna là ove la luce la sfiorava. D vento sollevò la spuma e la gettò sulla riva immersa nel buio, come cenci svolazzanti. •** La sera era calata ; ed Angus, sulla paranza si trovava ancora laggiù, tra le secche. La vecchia congiunse le mani, e si mise a pregare, mentre il girovago la guardava con pietà. Ella sospirò, ed anch'egli sospirò. E così, senza sapere come, non si sentivano già più ignoti l'uno all'altro. — E' sempre così furioso il mare, quii — Sovente è così — disse la donna umilmente. — E' tuo figlio quello ohe «te là sopra? — E' mio nipote. Mio figlio non è tornato più; neppure mio padre è tornato, nè il nonno... L'uomo guardò con raccapriccio la distesa d'acqua, dove nel buio il battello non sa distingueva più. Allora s'avvide che aveva freddo ; e si accinse a partire. — Devo cercare un ricovero per la notte. Vengo di lontano. — Di lontano? — ripetè la donna con indifferenza, mentre guardava nelle tenebre, cercando. — Di lontano?... — Ma non poteva concepire come mai l'uomo che cammina sulla terra ferma possa venir di lontano. — Laggiù... laggiù... E chiarore del faro dinnanzi al molo mise in luce a un tratto la paranza; quel fascio scintillante inondò il ponte ; e gli uomini là' sopra pareva si muovessero tra le fiamme. Ma tosto tutto tornò nelle tenehre. — Eccoli di ritorno — marmerò la donnetta sottovoce. E si volse verso il girovago, come se, inconsciamente, gli volesse dare un poco di quel benessere che ora sentiva. — Dio li protegga — diaeo l'uomo ; e si serrò sul petto il mantello svolazzante. gzadveqnpdanppmde secanpca—mAsaVbidiintedo(3stneAlallacoCoToMneunalpediil cogldagllopostsptonequcoafdae dipodicoriinlempiComtoTobae Novetesusi safadizatusounsacatadeCagidididenenust« bui scsobeinleprCocimfecoe rammzaglti.suplA« GtaAllocopoqurasiogaseseGlbrnesinail tivlocoharadigitiptoinM•iiniLagrditesito — Nella nostra camera ci sono quattro angoli — mormorò la donna ; — e noi non si Lino che in due: Angus ed io. C'è posto anche per te. L'uomo tentennò il capo. — All'alba bisogna che io parta. Ora che la paranza del nipote avanzava sicura fra le acque del porto, la donna poteva pensare ad altro. — Dove vai, poi? — In città. — Nella grande città? — chiese la vecchietta con tale orrore come se quella parola significasse qualoosa di nemico, qualcosa che lascia un'impronta su coloro che hanno l'ardire di avvicinarsi ad essa. — Non si deve andar là — balbettò dopo una breve pausa. E nel suo povero cervello si presentò immantinente l'immagine di molte molte capanne gigantesche, e di una infinità di carri e di paranze e di lanterne ; nebbia, freddo e miseria; e brutte ragazze, e tutti i peccati dei quali aveva inteso parlare nella sua esistenza — Non è bene andarvi — ripetè caparbiamente ; e continuò a scuotere il capo. — Tu non ci sei mai stata, dunque? — Mai ! — ella rispose con sdegno ; — e nessuno ci fu mai della mia famiglia. L'uomo la guardò con Btupore: — Eppure la città è qui vicino. — Vicino? — E la donna fece un gesto come se avesse voluto colla sua mano allontanare quella vicinanza. — E... lui, anche lui non vi è stato mai? — chiese il girovago con dubbio, accennando laggiù dove, colle vele a brandelli, la barca 'vecchia e rovinata, dai fianchi appiattiti, procedeva verso il porto. — Mai, neppure lui — rispose la donna ruvidamente. D'intorno a loro, i bianchi cavalloni schiumosi eri gettavano sulla riva come per squarciarla. Laggiù verso le secche il mare mugghiava selvaggio. Lontano, nella notte, fischiava la sirena di una qualche nave che aveva smarrito la rotta, come se implorasse aiuto nel suo solitario pericolo, verso il porto che pra invisibile La donnetta, in quella, vola» uno sguardo ostile al viandante. — Non parlate ad Angus della città. Là non deve andare. Giammai lo permetterei. Lo sconosciuto non comprese affatto quel suo terrore: — E perchè mai non dovrei parlargliene? La donna si fece il segno della croce sul petto, e mormorò, coll'orrore di quel misterioso Ignoto: — Ah no, no. Nella città, troppo grande è il pericolo. CECILIA DE TORMAY. (Tradiirione dall'ungherese di Silvia Hho). lgdsgsdc

Persone citate: Silvia Hho