La politica di pace dell'Italia

La politica di pace dell'Italia La politica di pace dell'Italia Recisa smentita alle tendenziose voci straniere di preparativi bellici in riferimento a speciali situazioni nei Balcani - « Politica di pacifiche intése, nessuna iniziativa nè - diretta nè indiretta per turbare la pace in qualsiasi punto d'Europa ». Preparativi militari jugoslavi nelle informazioni ad un giornale romano Roma, 18, notte. . "L'Agenzia Stefani comunica: « Circolano su taluni giornali stranieri le solite notizie di preparativi bellici dell'Italia in riferimento a speciali situazioni della penisola balcanica. Tali notizie-sono totalmente prive di fondamento e appartengono al genere allarmistico e antifascista. La verità è che l'Italia — e lo ha universalmente dimostrato — segue una politica di pacifiche intese, e non intende prendere, nè prenderà iniziative dirette o indirette per turbare la pace in qualsiasi punto d'Europa. Chi afferma il contrario, o non è informato, o è in mala fede ». Ciò che trapela a Belgrado Il Giornale d'Italia riceve da Belgrado la seguente corrispondenza che denuncia strani preparativi militari da parte della Jugoslavia: a Nonostante il silenzio della stampa — scrive il corrispondente — nonostante il riserbo che le autorità si sforzano di mantenere, sono in corso in tutto il paese e specialmente negli organi direttivi della capitale, preparazioni militari tali da destare preoccupazioni negli ambienti più seri. Le notizie ormai trapelano e corrono su tutte le bocche, specialmente in provincia, perchè le misure di cui credo finalmente doveroso parlare riguardano anche le popolazioni civili e coinvolgono già oggi cospicui interessi di quelle di frontiera. Da elementi raccolti in questi ultimi tempi ed attinti a fonte indubitabile, mi consta in modo sicuro che lo Stato Maggiore, sotto la direzione personale del Re, è in via di attuare tutto un vasto piano che non esito a chiamare di mobilitazione, con preparativi straordinari che tra l'altro hanno un evidente carattere di urgenza. «Si tratta di provvedimenti che non possono considerarsi tra quelli normali per il riordinamento delie forze armate secondo programmi di consueto sviluppo o di progressivo rinnovamento. Tutto lascia credere invece che siano misure dirette a porre l'esercito su piede di guerra, e a porvelo con fretta non dissimulata, come se si trattasse di dovére affrontare una grande prova a breve ecadenza. Sono in grado infatti di potervi confermare la voce — già dia tempo divulgata dopo la crisi ministeriale e l'instaurazione del presente governo di tinta militare — che sono in corso preparativi di mobilitazione lungo le frontiere dell'Albania. Non solo, ma posso aggiungere che effettivamente sono stati diramati dallo Stato Maggiore centrale precisi ordini sulle direttive di impiego delle forze sulle varie frontiere. Le forze principali dell'esercito jugoslavo debbono schierarsi alle frontiere albanese e italiana. Per la frontiera bulgara è presa in considerazione una forte copertura, mentre, gli stessi ordini dispongono di prendere misure di sicurezza copi alla frontiera greca come a quella ungherese. Da qualche settimana, presso gli uffici degli Stati Maggiori sia al «entro che nei vari comandi si sta effettuando un lavoro intensivo con orario raddoppiato. Non 6 un mistero per nessuno che Re Alessandro vi interviene personalmente, seguendo e controllando l'opera dei suoi alti collaììoratori. così come egli ha già provveduto alla costituzione di un gabinetto militare presso la Corte. Riforme e lavori strategici n Primi effetti di questa intensa attività degli ambienti militari sono una vasta rete di riforme che si stanno attuando in tutto l'esercito, e che possiamo riassumere cosi: « a) passaggio di parte dei crediti stabiliti in bilancio per i vari dicasteri al bilancio del Ministero della Guerra; . b) provvedimenti di svecchiamento e di sostituzione in quasi tutti i comandi di brigata ed in molti comandi di divisione; - c) reclutamento di numerosi allievi per le Accademie militari e disposizioni per una prevista accelerazione dei corse per l'inizio di cors' straordinari; d) vivace propaganda in tutti glambienti militari, tra l'ufficialità e anche la truppa sulla inevitabilità di una prossima guerra; - e) organizzazione propagandistica, da parte delle autorità militari in, provinola, per il reclutamento di cumitagda impiegarsi sia in una eventuale azione in Albania, sia anche — in un primo'tempo — in un altro possibile conflitto come copertura bella frontiera italiana. «Anche più visibili ad un osservatore sono i lavori e le opere piodisposte di carattere strategico, bellico o logistico che si stanno attuando nel campo pratico. Va rilevato innanzitutto, l'esteso programma per la sistemazione delle comunicazionferroviarie e stradali, con tutti globiettivi utili a favorire una mobilitazione. Di queste metteremo per oggl in rilievo: l.o) l'assai caratteristico riordinamento, a puro carattere militare, delle ferrovie (alla cui amministrazione come è noto presiede un generale specializzato delTesercito). Si tratta di un riordinamento evidentemente preso in vista di un possibile conflitto con l'Italia. Per effettuare i trasportverso le nostre frontiere si stanno per esempio raddoppiando linee dPcarso reddito e di limitatissimo traffico civile, che in condizioni normali non richiederebbero per nulla IftBiU costosi provvedimenti. Si è raddoppiato tra l'altro il binario del tratto Karag-Sinia-Belgrado-Zagabria; - 2.o) si sono intensificati i lavori della grande strada strategica Belgrado-Kraguievaz-Kossovo; il piano per attuare in questa primavera il riattamento delle strale lungo la frontiera albanese è già pronto. In qualche zona anzi i lavori sono già stati iniziati con misure di .carattere di necessità. Si requisiscono infatti le popolazioni locali per adibirle al sollecito sviluppo del programma. Analogamente, si sono già ottenuti i fondi per riorganizzare la rete stradale in Slovenia. Non si può fare a meno di vedere, nella requisizione della popolazione civile, l'urgenza che l'autorità militare dà a questi lavqri. Misure per la mobilitazione «Infine, vi è un altro gruppo di provvedimenti di più spiccate caratteristiche, vale a dire quelli per accelerare e disporre tutto quanto sia utile ad una improvvisa mobilitazione. In questo senso si stanno effettuando le misure seguenti: l.o) intensificazione dei lavori nell'arsenale di Kraguievaz e nei polverifici dello Stato. In questi stabilimenti lo Stato ha triplicato il numero degli operai e si segue notte e giorno un orario continuato. L'amministrazione centrale sta continuamente sollecitando i fornitori di materiale bellico già ordinato. Sono in grado di arsicurare che lo Stato ha chiesto V anticipazione della fornitura di mitragliatrici belghe, nonché del munizionamento pure ordinato in Belgio per fucili e mitragliatrici. Sono in corso larghi acquisti di materiale di attendamento e di equipaggiamento, oltre che numerose ordinazioni di stoffa in fabbriche nazionali ed estere. Trattative con ditte estere per l'acquisto di materiale bellico si susseguono attivamente, specie per forniture di automobili blindate e.| di aeromezzi; - 2.o) intanto, lungo le frontiere — a parte la ricostruzione stradale — è evidente una intensa attività strategica. Sono in atto (e si eseguiscono anche questi con premura) numerosi lavori di rafforzamento lungo la frontiera albanese, mentre continue ricognizioni di carattere logistico sogliono eseguirsi anche alla frontiera italiana. « Avendo potuto controllare tutto questo, che fornisce abbondante materiale di osservazione e di preoccupazione anche negli ambienti politici belgradesi, ritengo ormai necessario trasmettervi a titolo informativo le principali indicazioni, allo scopo di richiamare su di esso l'attenzione della nostra opinione pubblica e non solo di essa. E' evidente che il programma in attuazione da parte del governo jugoslavo (che non è altro che un Gabinetto militare alla diretta dipendenza del Po'* mostra elementi significativi che van no meditati e ponderati nell'interesse generale non solo della penisola balcanica, ma della pace europea». Lungheria e la Piccola Intesa Una nota dal « Poster Lloyd » (Servizio speciale de • La Stampa ») Budapest, 18, notte. Sempre sul tema dei rapporti fra Budapest e Roma o circa l'aUanmc lanciato da alcuni giornali in vista dell'imminente incontro Bethlen-Mussolini, il Pester Lloyd oggi scrive che tutte le volte che la politica- ungherese si è accinta ad assumere nel campo internazionale una qualsiasi attitudine, si ò ripetuto 6empre lo stesso spettacolo. Ad un segno dato da un invisibile direttore di orchestra, certa stampa dell'Europa (Occidentale ha lanciato dello accuse contro l'Ungheria e' subilodie sulla tomba della Piccola Intesa. o e peci al monte la cecoslovacca, le ha fatto eco. Questa volta il Pester Lloyd definisce gli artìcoli del genero o melodie sulla tomba dea Piccoa Intesa. Il direttore di orchestra — aggiunge il giornale — è invisibile, ma non ignoto; tutti sanno che si tratta del dott. Benes ». Però, il Pester Lloyd rion vuole affatto credere clic la Piccola Intesa sia morta sul serio. A suo giudizio, la politica magiara non deve neppure interessarsi dell'esistenza o meno di tale alleanza e deve seguo ^ la via consigliata dal leale desiderio di inttndersi con i vicini nel campo politico .come in quello economico. Su questa via nel passato l'Ungheria non è riuscita ad attirarsi il buon volere degli Stati della Piccola Intesa; però è riuscita ad accattivarsi le simpatie e la fiducia della pubblica opinione di tutte lo grandi nazióni del mondo. Gli sforzi dell'Ungheria per la sua rinascita avranno il benevolo appoggio dd due grandi potenze: Inghilterra e Italia. «Per il momento — scrive il giornale — basta al nostro amor proprio che Londra e Roma capiscano quello che a Praga' e a Bucarest àncora non vogliono capire ». I! rlawicinamento bulgaro-jugoslavo o un discorso di Rt Boris (Servizio speciale de «La Stampa») Sofia, 18, notte. Nel presentare le credenziali a Re Boris, il nuovo Ministro jugoslavo Luba Nesic, ha pronunziato un discorso, a cui viene dato rilievo, vista l'insistenza con la quale da tempo si parla di un ravvicinamento bulgaro - jugoslavo. Nesic si è detto lieto di collaborare alla grande opera, mirante alla difesa dei lue popoli balcanici. Pur dicendosi uonscio degli ostacoli che si oppongono a^Ia realizzazione della intesa, il nuovo Ministro ha osservato conte il lavoro aik compiuto sia notevole. Del resto, a iena egli ha trovato appoggi, i quali gli lasciano bene sperare. Infine, Nesic- si è detto animato dalla fiducia ch# da parte bulgara vi siano sentimenti analoghi. Nella 6ua risposta. Re BoHs ha manifestato il suo compiacimento di .vedére in Nesio il rappresentante di una generazione, che vuole ravvicinare Jugoslavia e Bulgaria. ■ Eguale desiderio — egli ha detto — re.ma anche n Sofia. Io spero cho con buona volontà da ambedue lo parti si •riuscirà a superare le difficoltà che ancora esistono, realizzando il rlavvicdnamento in forma utile per tutu »'. I problemi politici tedeschi Un incidente in Alta Slesia — Streeemann e la Renania —»l negoziati oommerolall con la Francia e la Cèco-Slovacchia. Berlino, 18, notte. Dalle miniere di Laurahiitte, nell'Alta Slesia polacca, sono stati licenziati 250 minatori che appartengono ai sindacati tedeschi e mandano i loro figli alle scuole della minoranza tedesca. Essi intendono ricorrere contro tale provvedimento, alla Commissione mista arbitrale. Riferendo queste informazioni, la Taegliche Rundschau esclama : « Ecco la risposta polacca alle decisioni prese a Ginevra! ». Lo stesso giornale domanda quale peso si possa quindi dare. alle dichiarazioni concilianti fatte da Zaleski appena tornato a Varsavia, e mette in dubbio la fondatezza dell'ottimismo che Tommaso Mann, uno dei maggiori letterati tedeschi viven ti, apostolo della conciliazione europea, ha mostrato in discorsi pronunziati in questi giorni a Varsavia, Alla Commissione degli Esteri del Reichstag è terminata oggi la discussione intorno alla relazione presentata da Stresemann sulla situazione internazionale dopo Ginevra. Si tratta di una seduta segreta e perciò non è dato di conoscerne i partico lari. Democratici e nazionalisti polemizzano intorno al contegno che i diversi partiti della coalizione governativa avrebbero tenuto di fronte a Stresemann, sia alla Commissione degli Esteri, sia in seno al Consiglio dei Ministri dell'altro giorno. I nazionalisti tengono a fare sapere, pur osservando il dovuto riserbo, che — come dice la Kreutz Zeitung — essi non hanno affatto rinunziato al diritto di crf.ica. L'autorevole organo popolare renano Koelnische Zeitung, ritornando sulla approvazione della condotta di Stresemann da parte del Gabinetto dice che essa deve fare comprendere all'estero come la Germania persegua seriamente lo scopo della, conciliazione, il quale esce confermato dalla prova di solidità data dalla nuova coalizione governativa A far maturare la questione dello sgombro della Renani a giovano soprattutto — ammonisce un altro or gano della Germania occidentale, la Franfcfver(èr..Zeftunflf — non le parò le altisonanti, ma la-dimostrazione di una politica di serietà e di solidarietà in pieno adempimento agli ultimi obblighi inerenti al disarmo ed alle relazioni con la Polonia. Oltreché con la Polonia, la Germania ha in corso, com'è noto, costanti negoziati còmmercia.1i con la Francia e con la Czeco-Slovacchia. Colla Delegazione czeco-slovacca sono stati ripresi ieri a Berlino i negoziati per il trattato di commercio, la cui prima fase si chiuse nel mese di febbraio a Praga. 11 nuovo piano di trai tative deve durare circa un mese e mezzo. Nei negoziati ufficiali doVran no essere discusse le tariffe doganali, alcune questioni di importazioni e di esportazioni ed il regime speciale del traffico nelle zone di confine, e si fisserà il testj della parte gene rate del trattato commerciale. Parallelamente sa svolgeranno delle conferenze tra industriali dei due paesi. Quanto alle trattative con la Francia, le informazioni da Parigi confermano che esse sono bene avviate. La firma del protocollo ohe fissa i punti fondamentali del futuro trattato ne è un pegno importante, ed ò accolta con soddisfazione. E' vero che i viticultori tedeschi risentiranno un danno notevole dalla intensificata concorrenza francese, ma essi po tranno essere compensati con un'opportuna politica di crediti, mentre ò da ritenere che, come contro partita alle agevolazioni fatte alle importazioni agricole francesi, si otterranno corrispondenti vantaggi per le esportazioni industriali tedesche." L. E. L'ausilio anglo-italiano alla Conferenza degli Ambasciatori Londra, 18 notte. L'informatore diplomatico del Daily Tetegraph scrive: « Quando, nel mese venturo, 1 ministri degli Esteri della Piccola Intesa si riuniranno a Presbourg, il rappreseti tante serbo solleverà certamente la que stione del trattato italo-albanese e quella della.tendenza ad un riavvicinamento italo-ungherese. Se lunedi prossimo la Conferenza degli Ambasciatori dovrà, come si prevede a Londra, esaminare la questione della Commissione di controllo in Ungheria, è probabile che prevarrà il punto di vista anglo-italiano che considera ingiusta la pernia nenza della Commissione, sebbene questa non sia l'opinione serba, nò quella cecoslovacca ». gj Il giornale aggiunge che è probabile una prossima visita dei Sovrani di Romania a Roma, assiemò al Primo Ministro Averescn. Verso la ripresa delle relazioni russo-svizzere ? Berlino, 18 notte. La funzione di mediatrice tra la .Russia e la Svizzera 'cbe; com'è iioto, hanno troncato ogni reciproco rapporto in seguito all'assassinio di Worowsky) ò attribuita coq una certa insistenza alla Germania. Certo, questa vedrebbe volentieri il governo dei Sovieli cessare dal tenersi rigorosamente in disparte dai colloquii internazionali di Ginevra. Ma alle notizie assai vaghe corse circa tali -propositi ni mediazione, dà ora qualche maggiore informazione il corrispondente berlinese della National Zeitung di Basilea. Egli afferma che sono avviati contatti tra la Legazione svizzera e l'Ambasciata dei So vieti a Berlino. Le smentite, special mento da parto della Svizzera, significherebbero, più che altro, il de siderio di mantenere segreti tali contatti.

Persone citate: Alessandro Vi, Benes, Kreutz, Luba Nesic, Mussolini, Nesic, Re Boris, Tommaso Mann, Zaleski