L'indagine dei Magistrati

L'indagine dei Magistrati CflomodaneduepersonaUtà L'indagine dei Magistrati Come avevamo già preannunci ato il Piocuratore del Re gr. ufi. ColQnnetti., che in questa complicatissima e romanzesca vicenda dell'uomo dalle due personalità, sta procedendo ad una paziente indagine, coadiuvato dal Procuratore aggiunto comm. Bruno e dal giudice istruttore Contagila, Ita sospelo nella giornata di ieri i confronti che saranno ripresi appena giungeranno alcune persone le quali conobbero personalmente 11 prof. Giulio Ca"ell<i. Intanto si 6ta raccogliendo tutto il materiale per la perizia calligrafica, la miale sarà fatta su scritti de] prof, caneHa laecdali prima della sua partenza nw U fronte macedone, su lettere de torio Bruneri e sugli scritti, 1 famosi < quaderni • ohe il ricoverato di coi legno ha vergato durante l'anno del suo iBernamento. Già la signore Cartella, la quale persiste nella sua convinzione, ha consegnato al giudice la « cartella » di una prolusione che U marito scrisse nel 1912 » Verona. L autorità giudiziaria ha ordinato di cercare presso i congiunti del Mario Bruneri e presso la Camilla Ghidini le lettere che costui ebbe a scrivere, onde farne eventualmente oggetto di, perizia. calligrafica. L'avvocato prof. EW» 9 Pavv. Farinelli, patroni delle signora Canella, hanno deliberato di disinteressarsi della nomina del secondo perito, il quale sarà quindi nominato d'ufficio dal magistrato inquirente. Intanto ritorno dalle due personalità contìnue a mantenersi tranquillo e trascorre 11 suo tempo a leggere ed a scrivere. Sembra che sia atteso a.Torino l'attendente che il capitano Canella ebbe con se in guerra per due a«ni consecutivi. Del resto altre persone hanno scritto o telegrafato alla signora Canella, offrendosi di venire a Tonno per un eventuale riconoscimento del ricoverato. Fra costoro c'è anche il bi dello della scuola in cui il prof. Canella era direttore. Riguardo ai confronti, l'ingegnere Ugo Mastellone di Roma, dove è funzionario al Ministero dei Larvori Pubblici, scrive al collega Corvetto in questi termini: , ^ , • Credo che potrei dare qualche elemento — venendo a Torino — per il riconoscimento, o meno, del prof. Casella. Sono stato collega ed amico dei tenente Canella ai primi mesi della guerra, alla 9.a compagnia del 57.o reggimento fanteria a M- Bernitte e al, trove nella zona Alpi di Fassa. Lo ricordo molto bene. Devo avere anche un gruppo fotografico. € Ti prego di comunicare quanto sopra a chi di ragione. Ove richiesto, potrai dire che il capitano Ugo Mastellone, già compagno del Canella, è pronto a venire a Torino per contribuire alla soluzione del mistero, il mio recapito a Roma è: via Firenze, 15 (presso famiglia De Nava), oppure presso il Ministero dei Lavori Pubblici). Ciò che dice il prof. Rivano L'inviato speciale del Popolo di Bona a Torino dice: ■ Nella sede principale del Manico mio di Torino ho avuto la fortuna di discorrere lungamente col dott. prof. Federico Rlvano, direttore del Manicomio, ottenendo dichiarazioni e impres stani la cui importanza non ha biso gno di essere lumeggiata. Il prof. Ri vano, premesso che egli ha ragione di lodare altamente e senza alcuna riserva l'opera alacre della Pubblica Sicurezza, si richiama anzitutto al capitale punto di partenza dell'Imbrogliata avventura, come a quello che, con molta leggerezza, è stato dimenticato da quanti amano formarsi un'opinione intorno al caso curiosissimo e bizzarro. 11 punto di partenza è questo: fino al 28 febbraio 1927, giorno In cui l'uomo di Collegno fu dimesso dal manicomio col nome e con i diritti del prof. Canella, tutto e tutti, senA esitazioni e riserve, hanno testimoniato, dichiarato, giurato trattarsi appunto del vaio roso soldato disperso in Macedonia dieci anni or sono ; nessuno venne a parlare nè di Bruneri nò di altro che non fosse il prof. Canella. E si che la fotografia dell'uomo misterioso era stata pubblicata, col pieno esplicito consenso dell'interessato, su giornali, non soltanto diffusi in tutta Italia, ma specialmente a Torino e Milano dove appunto vivono coloro che In maniera cosi tardiva ed improvvisa sono venuti a contendere alla famiglia Canella la grande gioia dell'inatteso ritrovamento. Giudizio inoppugnabile della gigantesca avventura è nessun'altro che questo. La pietà dei parenti del Bruneri per 11 loro congiunto ricercato dalla Polizia, con l'essere rispettabile come è, non cessa di apparire 6trana e tardiva: non meno strana e tardiva ap pare la premura dell'anonimo che sol fio il primo sospetto nelle orecchie della Polizia. Se costui era certo, come diceva di aver riconosciuto nella fotografia le sembianze del Bruneri, perchè non si sarebbe fatto vivo prima vale a dire quando ancora lo scono soluto non si chiamava nè Bruneri nè Canella? Avevo un ammalato senza nome — aggiunge il prof. Rivano — vennero in dieci persone a dargli il nome di Canella, nome per di più che lo smemorato accettava. E che dovevo fare io ?« Le quali cose — prosegue il giornalista — il prof. Rivano dice meglio che io non dica, senza calore polemico, pacatamente, obbiettivamente, con la tranquillità e la sicurezza di aver fatto quello che chiunque avrebbe fatto nei panni suoi. Inoltre, il sospetto che lo smemorato potesse avere interesse ad eludere eventuali ricerche di parenti o di poliziotti non nacque e non poteva nascere in nessun modo nell'animo del direttore del Manicomio. A prescindere dal fatto che lo smemorato stesso sol lecito la pubblicazione della sua foto grafia sui giornali, c'è da osservare che egli usci più volte accompagnato da un Infermiere per le vie di Torino E più innanzi il giornalista scrive • Alcuni hanno affermato che 1 con fronti ed i riconoscimenti, diciamo cosi canelliani, siano stati compiuti in forma puerile e approssimativamente. Un giornale ha perfino scherzato sui suggerimenti che sono stati fatti allp .sme morato» per ridargli qua e là la memoria di un nome o di un dato o di un episodio. Mostratagli, ad esempio, la fotografìa del padre di Canella a vrebbe suggerito allo smemorato la pri ma sillaba della parola padre : • Pa. Da, pa > in modo da fargli facilmente nominare l'Intera parola; euggerimen ti furono dati con ogni cautela e d'ai tra parte lo smemorato sapeva sceglie ie una fotografia di persona conosciu ta dal Canella fra dozzine di fotografie di sconosciuti ; individuava i parenti e conoscenti fra diecine di persone ignote e estranee. Le imbroccava tutte inaomma e questo prima di essere di Emesso dal Manicomio. dnsorruna — conclude il redattore del ìPodoIo di Roma. — osservo io al prof: Rivano: per lei lo smemoratoaSt'qn^la fredda, severa obbiettività del mio interlocutore, quali che siano l« deduzioni che io posso trarre dalla sua risposta, diventa impenetrabile: «Per me a questo punto — egli dice L_ lo smemorato è tornato senza no me. La Polizia e la Magistratura han no occhio vigile e intelletto sicuro Io non conosco tutti gli elementi mio vi di cui parlano i giornali. Perche lo possa dare un nome allo smemorato bisogna che il verdetto delle autorità melo suggerisca. Io lo chiamerò col Home ohe esse sole potranno dargl; f «jft daranno i.