L'organizzazione scientifica del lavoro agricolo

L'organizzazione scientifica del lavoro agricolo L'organizzazione scientifica del lavoro agricolo yna storia di decenni accompagna l'attività di Federico Winslow Taylor, vissuto d,al 1856 al 1915, l'americano degli Stati Uniti, il quale con lunghi e pazienti rilievi tracciò insegnamenti preziosi sulla possibilità di dare al lavoro umano il massimo di efficienza, e creò quell'insieme di postulati che prendono nome di organizzazione, scientifica del lavoro. L'argomento- interessa l'industria, il commercio e l'agricoltura ai tutto il mondo civile. Dallo scorso mese di febbraio ha cominciato a funzionare a Ginevra, quale filiazione della Società delle Nazioni, e, per essa, dell' Officio internazionale del lavoro, un Istituto avente per compito di riunire e distribuì documenti relativi alla organizzazione scientifica del lavoro. Da noi esiste, con sede in Roma, un Ente nazionale: l'« ENIOS », creato dalla Confederazione generale fascista della industria, a fini analoghi. Giorni addietro si è riunita al Ministero dell'Economia Nazionale, sotto la presidenza dell'ori. Bastianini, la Commissione recentemente istituita per lo studio — cosi dice il comunicato alla stampa — di proposte preliminari per là disciplina della produzione agricola. Certo l'argomento, che ora ci occupa, vi avrà la dovuta parte. Nel maggio prossimo, in sede del tredicesimo Congresso internazionale di agricoltura, che sarà tenuto in Roma, sotto l'alto patronato di Sua Maestà il Re e gli auspici del Capo del Governo e del ministro dell'Economia nazionale, verrà, in posto d'onore, trattato il tema della organizzazione scientifica del lavoro agricolo. E' la prima volta, che gli studiosi di economia agraria sono chiamati in un Convegno internazionale, con solennità di propositi, ad affrontare Io studio del problema, il quale, se nell'industria e nel commercio ha dato esempi numerosi di felici soluzioni, in agricoltura invece è, nel più dei paesi, ancora ai primi passi. Da ciò la particolare importanza che il Congresso assume, e con la importanza la opportunità per noi italiani, quale mezzo di propaganda di buone idee, nel momento in cui Ja diminuzione dei prezzi di vendita dei prodotti richiede che ogni sforzo sia fatto al fine di ridare alla economia dille aziende agrarie il dovuto equilibrio. Le vie per giungere a questo non sono nè facili nè pronte L'agricoltore tende, anzitutto, alla revisione dei contratti agrari e 'di quelli di lavoro; ma la soluzione delle difficoltà presenti sarà" gran bene egli cerchi altresì nello spingere . la propria impresa a maggiori produzioni, elevando in pari tempo il lavoro umano a più alte funzioni. La somma degli atti, i quali abbiano condotto nella industria al conseguimento di simile effetto, si definisce con la parola, onnai entrata in uso, a più largo significato, di razionalizzazione dell' impresa, che non è soltanto una migliore organizzazione del lavoro dell'operaio; ma altresì il perfezionamento, in ogni loro parte, dei processi di produzione, macchinari ed impianti special nrsnte, e di smercio. Appare, al primo esame, la grande d Herenza che intercede fra le. condizioni, nelle quali si svolge il lavoro degli operai delle industrie, e quelle che sono proprie al lavoro nella agri coltura. Ambiente limitato e chiuso delle prime, fissità dell'operato al posto che gli è assegnato; specializzazione delle manualità alle quali egli attende; e non si tacciono talune conseguenze nocive che derivano dall'inquadramento del lavoro, se effettuato con -criteri eccessivi, cosi all'operaio come alla produzione. Si comprende come Taylor nelle industrie abbia avuto campo di condurre ì suoi studi e le sue sperimentazioni a completa efficienza, e di giungere al perfetto adattamento del lavoro alle fafloOtà psichiche del lavoratore; alla determinazione dei tempi minimi necessari per compiere speciali operazioni; alla creazione di quel sistema di salari, che non è il eot timo, e compensa con un supplemento l'operaio che rispetta i tempi minimi calcolati e così via. Un insieme di prescrizioni, vorremmo dire di dogmi, tratti da osservazioni rriinu ziose. cento volte rilevate e controltate, ridotte a numeri e a' formule, che richiedono, nell'interno di ogni stabilimento, la istituzione di un ufficio speciale e'd una cordiale cooperazione fra la direzione e gli operai, la quale derivi uàl convincimento, che l'una e gli altri abbiano, del comune interesse per il conseguimento del fine atteso. Non è da aggiungere fuale contributo al completamento di tali studi abbiano portato i fisiologi, sommo fra di. essi il Mosso. L'agricoltura è altra cosa! L'operaio dei campi, data l'ampiezza e variabilità dell'ambiente in cui vive, le sue abitudini, lo stesso suo spirito tradizionale da libere mosse, di rado può avvenire che sia aggetto facilmente adattabile ad osservazioni di ordine fisio-psicologico, le quali dieno luogo a norme aventi carattere prevalente nel determinare la organizzazione del lavoro come accade nell'industria. Ancora meno può ammettersi che ciò si verifichi nelle piccole aziende, condotte da coltivatori diretti o da mezzadri, dove l'interesse immediato del lavoratore nella produzione precede ogni altro stimolo, e dove la divisione e la specializzazione del lavoro non sono possibili. Per altro. daU'ammettere questo al lasciare che tutto passi secondo vecchi empirismi, il distacco è grande, e, se il pensiero di sottoporre il contadino a controlli fisiologici, in nanzi di disporlo al lavoro, fa sorridere, non è men vero che vi è, nella applicazione del lavoro umano alla produzione del suolo, largo campo a perfezionamenti. Alludesi anzitutto.al migliore ordì n amento dei lavori, . innumerevoli nella corte — dalla stalla, ai magaz¬ zini, alla casa — e nel campo, col distribuirli e condurli in modo da evitare le perdite che spesso avvengono con inutili spostamenti di persone o con mosse irrazionali, ma, ancora più, co] sostituire allo sforzo umano la energia bruta, azionante un congegno od una macchina. Non si dica che la sostituzione con duce al minore bisogno di opere e quindi alla disoccupazione e alla diminuzione dei salari. L'esperienza avverte l'effetto opposto. La elevazione dei salari e la inten sificazione nello impiego delle opere sono avvenute proprio in questo ultimo quarto di secolo colla introduzione, insieme con altri mezzi di intensificazione, delle macchine agrarie, a principiare da quell ■ da raccolto — falciatrici, mietitrici e rastrelli a cavallo — il che, in un primo tempo, fece strillare i bolscevichi di allora, benché un caposcuola del socialismo tedesco, il David, autore nutrito di studi di economia agraria, ammonisse del contrario. La realtà vinse alfine sugli artifici. Intensità di razionale lavoro di agricoltura reca nuova produzione e chiama a nuovo lavoro per provvedere alla raccolta ed alla manipolazione degli accresciuti prodotti, mentre la mano d'opera, che ancora rimanga, liberata da faticosi e immani sforzi, tende a dedicarsi utilmente a perfezionare il processo della produzione o a crearne altra collo estendere la coltura degli ortaggi e delle frutta, col più intenso allevamento dei bachi da seta, degli animali da cortile e così via. Limiti alla applicabilità del lavoro ' .ella agricoltura non ò facile segnare. Meccanizzare l'agricoltura, dovunque e fin dove sia possibile, sarà, agli effetti umanitari e a quelli economici, il primo e più grande compito della organizzazione scientifica del lavoro agricolo. Non si esclude che il tailorismo possa spingersi fin d'ora allo studio particolare dei movimenti che il contadino compie in ogni suo lavoro. Come Taylor studiò, a iti; no per attimo, in guai modo un operaio adopera la pala per cacciarla nel mucchio del materiale, sollevarla, spingerla, ritornarla vuota, può procedersi ad analizzare l'analogo lavoro, ad esempio di un contadino che vanghi o che zappi e trarne le logiche conseguenze per migliorarlo. Ma bisogna andare più innanzi ora che il motore elettrico e il motore ad essenza trovano larga ap plicazione nelle campagne. Dalla illuminazione dei casali e delle stalle, al sollevare acque colle pompe per uso potabile o di irrigazione, ad azionare montacarichi, a muovere trinciaforaggi, seghe e così via, quali e quante proficue applicazioni del: l'energia elettrica! Oggidì la macchina, che più profondamente, nelle grandi e nelle.medie, aziende, porta una vera rivoluzione nello ordinamento dei lavori, c spinge con moto rapido l'azienda alla razionalizzazione, è il trattore. con motore ad essenza. Apparso durante la guerra, perfezionatosi di più in più, acquista di anno in anno maggiore diffusione nel mondo, dai territori a coltivazione estensiva, come sono quelli a grano di gran parte dell'America del Nord o quelli delle Colonie dell'Africa settentrionale — nella Tripolitania si va felicemente introducendo — ai territori a coltivazione intensiva, di cui l'esempio è tipicamente dato dall'agricoltura in tutta la pianura padana. Il trattore, trascinando l'aratro, compie i lavori dèi terreno, senza interruzione alcuna nella giornata, lavorando, se occorra, anche di notte : fa agire mietitrici e falciatrici, presse da foraggi, pompe, trebbiatrici,' trascina carri su vie ordinarie. E' il motore pronto ad ogni uso; sicché, mentre con immenso vantaggio risparmia od elimina il bestiame da lavoro, toglie al contadino di dover essere, egli, il creatore di ogni più duro sforzo e lo eleva alla condizione di operaio che sorveglia e guida una macchina, donde la possibilità di giungere, pure in agricoltura, ad un ordinamento razionale del lavoro umano secondo i fini che sono indicati da tale denominazione. I teorici della organizzazione scientifica del lavoro nelle campagne chiedono che ogni agricoltore, oltre ai libri di contabilità (quanti li hanno?) con cui seguire il movimento delle spese e delle entrate, relativo ad ogni ramo della azienda, istituisca il diario dei lavori; un libro nel quale sieno annotati tutti i dati e i fatti che si riferiscono alla esecuzione dei lavori, nel tempo e nel modo. E ciò affinchè si possano trarre insegnamenti, a somiglianza di quanto si fa nell'industria, per dare al lavoro la voluta organizzazione. Dire questo è porre il consiglio, non risolvere quanto occorre per applicarlo. Neppure è da credere che ogni tenuta od ogni podere, possa divenire senz'altro un centro di sperimentazione, a rigore di scienza, come la materia richiede. Vi sono agricoltori, per fortuna, in Italia, che hanno la capacità e animo adatti a siffatte mansioni. Ma ciò non basta. Occorre che l'argomento sia meglio definito dagli Istituti agrari, Cattedre ambulanti e Scuole; ognuno di essi facendosene un compito per la attuazione, in via di esempio, di determinate ricerche nel podere di qualche diligente agricoltore o in quello della Scuola. Ivi solo sarà possibile giungere, per ogni specie di lavóro, alle anali si tailoristiene, sia pure applicabili a speciali casi, e gli insegnamenti non mancheranno. Per intanto gli agricoltori segua no la via ampia dplla meccanizzazione delle loro aziende. Con essa ridurranno i costi, e aumenteranno la produzione: il lavoro sarà elevato a funzioni più nobili e proficue e la or cianizza.zione scientifica di esso, meglio definita da oro *inn discussioni, apparirà, quafp deve esser1, base non trascurabile di nuovi progressi. Roma, Marzo 1927. GIOVANNI RAINERI Sena'ore del Regno. Il Giappone e la ratìfica per la Bessarabia Il viaggio In dalla del Sovrani romeni (Servizio speciale de • La Stampa •) Bucarest, 15, notte. Sul programma del viaggio in Italia dei Reali romeni si hanno i seguenti particolari. Re Ferdinando, la Regina Maria e la Principessa Ileana partiranno molto probabilmente il 23 marzo direttamente per Taormina. Solo dopo il soggiorno in Sicilia avrà luogo la progettata visita a Roma, nella quale sì uniranno ai Sovrani il presidente del Consiglio Averescu e il ministro degli Esteri Mitileneu. Fino a quando Re Ferdinando non sarà stato ricevuto dal Papa, la sua permanenza nella capitale italiana rivestirà carattere privato. Dopo il colloquio in Vaticano la famiglia reale romena sarà-considerata — in forma ufficiale — ospite dei Sovrani italiani. Re Alessandro e la Regina Maria dì Jugoslavia lasoieranno Bucarest per Parigi il giorno stesso della partenza dei Reali romeni. E' interessante notare che ieri il ministro del Giappone a Bucarest, Masohokoi, ha avuto col generale Averescu un lungo colloquio che viene spiegato con l'intenzione del Giappone di ratificare a sua volta — dopo l'Italia — il protocollo per la Bessarabia. Sebbene il protocollo sia ora già entrato in vigore, la firma del Giappone, come è noto, è l'unica non ancora apposta. Sempre più chiaro diventa il contributo portato al rafforzamento della posizione di Averescu dal successo in politica estera assicuratogli dal gesto dell'Italia, mentre al tempo stesso è da notare che in politica interna il vecchio uomo di Stato ha dato prova di somma attività. L'intero gruppo facente capo al ministro dèi culti, Goldishe. ha ormai definitivamente aderito sen za riserve al partito nazionale popolare di Averescu, motivando la sua decisione appunto coi successi (e la ratifica italiana del protocollo della Bessarabia viene considerato il maggiore) riportati" dal presidente del Consiglio nella politica estera come nell'interna. Il ministro Goldish ha messo a disposizione il portafoglio finora tenuto in qualità di rappresentante di un partito membro della coalizione, ma Averescu. vivamente ringraziandolo,"-non ha accettato le dimissioni. Senza dubbio lo squilibrio che fino a poco tempo fa era regnato tra il parjjto di Averescu e il partito nazionale liberale (sul quale si basava e si basa la potenza di Bratianu) si è'molto attenuato. Per il 20 corrente è attesa a Costanza una flottiglia francese al comando deU'ammiiraglio Bouilly, composta di un mcròclatore. due cacciatorpediniere, dùfi torpediniere e un sommergibile. La flot*'7lia si tratterrà a Costanza tre giorni. Un monumento a Mussolini Bucarest, 15, notte. Nell'odierna seduta della Camera il deputato Popp ha proposto che sia eretto a Chisinau. capitale della Bessarabia, un monumento all'on. Mussolini, in segno della riconoscenza del popolo rumeno. [Stefani).

Persone citate: Bastianini, Federico Winslow Taylor, Mussolini, Popp, Principessa Ileana, Re Alessandro, Re Ferdinando