L'invito di Coolidge per il disarmo

L'invito di Coolidge per il disarmo L'invito di Coolidge per il disarmo La nota al quaì d'Orsay (Servizio spedale de • La Stampa ■) Parigi, u, notte. Briand ha ricevuto nel pomeriggio l'ambasciatore degli Stati Uniti che gli ha consegnato una nuova nota del Governo americano in cui questi informa il Gabinetto francese della sua intenzione di dar seguito al progetto di conferenza per la limitazione degli armamenti navali con la collaborazione dell'Inghilterra e del Giappone, che hanno dato il loro assenso a tale progetto. Il Governo americano — in questa nota di due pagine — dichiara che non intende controllare in nulla la Conferenza generale del disarmo convocata dalla Società delle Nazioni La Conferenza navale, a tre avrebbe però luogo -a -Ginevra. Il Governo francese è pregato di 'farvisi rappresentare sotto una forma qualsiasi, data l'importanza di realizzare, nell'interesse stesso del disarmo generale, un accordo preventivo fra le grandi potenze navali. La nuova nota americana si astiene dal commentare le riserve di ordine giuridico o tecnico fatte dalle potenze circa il primo memorandum del Presidente Coolidge. Essa si limita a registrare l'acquiescenza dell'Inghilterra e del Giappone al principio della progettata conferenza navale. Ogni potenza avrebbe ampia facoltà di portarvi quel programma che sembrasse utile allo sviluppo dei negoziati e, se possibile, alla conclusione dell'accordo desiderato dall'America. Quale sarà l'atteggiamento del Governo francese in presenza di questo invito di farsi rappresentare da un'«osservatore » ad una Conferenza da esso ritenuta inopportuna e difficilmente conciliabile con le prerogative della Società delle Nazioni? Il Consiglio dei Ministri di domani esaminerà la nota americana e senza dubbio determinerà la risposta da trasmettere a Washington. E! fuori dubbio che questa risposta sarà cordialissima ed esprimerà la buona volontà del Governo francese di assecondare, per quanto è in suo potere, l'intenzione del presidente Coolidge di affrontare al più presto possibile la discussione decrli armamentì navali. Ma sembra difficile che il Governo francese modifichi il punto di vista formulato nella sua prima risposta al Governo americano. Dichiarazioni di Bridgeman Londra, 14, notte. (Parlando alla Cernerà sul bilancio della Marina, il imnnisixo Bridgeman dichiarava stasera che l'AiniairagJiato dà il benvenuto alila progettata Conferenza per il disarmo navale, ma che le- altre Nazioni devono tenere conto delle particolari difficolta inglesi. «Non posso terminare il mìo discorso — ha detto il ministro della Marina — senza accennare in poche parole al punto di vista dei!\\minoragliato intorno all'Invito che il Presidente Coolidge ha fatto alle Potenze che parteciparono all'accordo di Washington perchè intervengano ad un'altra Conferenza che dovrà studiare una ulteriore limitazione degli armamenti. I nostri critici sono venuti pretendendo molto spesso che l'Ammiragliato desidera incoraggiare la gara nelle costruzioni navali e che quindi si opporrebbe a nuove riduzioni delle forze navali. Nessuna prova può essere addotta a sostegno di questa tesi. Io ho ripetuto molte volte che da parte nostra non esiste la menoma obbiezione ad una nuova Conferenza. Noi le diamo anzi il benvenuto, osservando però che dobbiamo invitare le altre Nazioni a tenero conto delle nostre speciali difficoltà, nella stessa guisa in cui noi senza dubbio rispetteremo e considereremo le difficolta loro. Esistono, nei riguardi della nostra Marina, circostanze speciali che la differenziano interamente da quella di molti altri Paesi {vivi applausi), n nostro dovere è di man tenere una flotta la cui forza navale sia pari a quella di ogni altra Potenza; nonché di provvedere ragionevoli salvaguardie in favore delle nostre comunicazioni mercantili. Questo, secon do noi, è un 6acro dovere che spetta al la flotta, e noi dell Ammiragliato ab bramo il desiderio di assolverlo. Io ritengo che ogni deviazione da questa moderatissima politica non sarebbe giammai tollerata dall'attuale Camera dei Comuni {avviatisi). « L'obbligo Che abbiano, noi continueremo ad assolverlo, e qualora la Camera dei Comuni esigesse che noi abbandonassimo la formula suesposta, io dal canto mio non potrei addossarmi più oltre la responsabilità di occupare questo posto (applausi). Detto però questo, io non voglio avanzare il più lontano argomento contro la Cpnferenya. Sono certo che essa potrà avere successo alla sola condizione che tutte le Potenze partecipanti usino a vicende la massima franchezza (ap piami). Io spero anche che tanto la Francia quanto l'Italia 6iano in grado di. riprendere in considerazione la loro attitudine e, riassicurate intorno alla buona volontà ed al buon senso che rnaniteste,rar>jnjo i partecipanti alla Confcrenza. le due nazioni suddette si trovino, dopo tutto, in grado di inter venirvi- La presenza della Francia e dell'Italia renderebbe assai più soddisfacente la Conferenza che si prepara In pari tempo. 6e la Francia e l'Italia (par ragioni che non voglio discuterei ritenessero piuttosto difficile il loro intervento io sarei ugualmente d'avviso che da un franco scambio di vedute tra le altre tre grandi potenze navali non possa derivare se non del bene » (applausi ministeriali). Illustrando il ruovo bilancio della Marina, il ministro ha posto in risalto la circostanza che le nuove costruzioni navali inglesi rappresentano una pura e semplice continuazione del programma che fu votato nel 1925- Due sciagure minerarie.In Germania Otto morti (Servizio speciale de • La Stampa. •) Berlino, 14, notte La giornata di domenica è stata] iuna giornata luttuosa per i lavoratori delle miniere. Due sciagure mortali sono da registrare. La più grave è accaduta nella miniera Kleophas, presso Beuthen. Un caposquadra e cinque uomini che lavoravano a spegnere un incendio sotterraneo vennero sopraffatti da un fumo asfissiante. Ulta squadra di soccorso che cercò di trarli in salvo non potè ritirare che sei cadaveri. Nella miniera Radbod nella Renania, da una impalcatura precipitare no in fonda ad un peno di 90 metri D controllo delle armi a Ginevra Ginevra 14. notte. Ora che i grandi tenori della politica internazionale sono partiti, entrano in funzione gli organi che preparano il lavoro delle prossime riunioni, e anzitutto il « Comitato del Consiglio ». Non è facile dire che cosa sia realmente tale organismo. E', se cosi è lecito esprimersi, il Consiglio che volontàriamente, si spoglia della sua veste diplomatica per indossare quella ben più modesta di corpo tecnico. Gli argomenti ad esso affidati sono esaminati puramente da un punto di vista peritale. I risultati di tale esame vengono riesaminati dal Consiglio propriamente detto, sotto il punto di vista politico. Questa-procedura permette ad alcuni titolari di seggi, di Cederli ai loro sostituti. Stresemann ha così ceduto la presidenza all'on. Groeppert, Briand è sostituito da Paul Boncour-, Chamberlain da lord Robert Cecil. L'Italia invece è sempre rappresentata dall'on. Scialoj a. L'oggetto principale all'odierno ordine del giorno è l'esame di un rapporto redatto, per incarico del Presidente, da De Brouckère (Belgio), lor Cecil (Inghilterra), Titulescu (Romania) relativamente all'azione preventiva prevista dall'articolo 11 del Patto di caso di minaccia di conflitto internazionale. Oltre al Comitato del Consiglio, si è riunita la Commissione speciale incaricata di preparare un progetto di convenzione per il controllo della fabbricazione privata delle armi e delle munizioni, progetto che dovrà essere discusso in una conferenza -generale che si deve riunire ai più tardi nel prossimo ottobre. In tale Commissione l'Italia è rappresentata dal generale De Marinis, e di essa fa parte anche Fon. Gibbon, rappresentante degli Stati Uniti che ha avuto dal suo governo, come, è noto, anche l'incarico, di prendere contatto coi delegati dell'Inghilterra e dol Giappone per i negoziati promossi da Washington relativamente ad un perfezionamento del disarmo navale. A questo proposito nei corridoi corre insistente la voce che l'Inghilterra e il Giappone, ma speoialmente il Giappone, interporranno i loro buoni uffici presso l'Italia e la Francia allo scopo di ottenere che queste due Nazioni ritirino le riserve fatte a proposito della iniziativa di Wàshington e partecipino ai lavori ufficialmente e non soltanto con degli « osservatori ». Per il controllo della fabbricazione privata delle armi e munizioni era stato redatto un progetto di convenzione che prevedeva anche disposizioni per la pubblicazione delle cifre relative alla fabbricazione statale delle armi e munizioni, ciò che evidentemente costituisca un vero e proprio controllo anche sulla-produzione- degli arsenali. 'Quando il presidente apre la discussione -generale, il rappresentante degli Stati Uniti dichiara che il suo governo ritiene che nes sun controllo possa essere efficiente se non si estenda anche sulla'fabbricazione statale. Su quésto concetto egli è poi ritornato una seconda volta, 'precisandolo nel senso che, qualora non venissero mantenute le disposizioni re lative alla pubblicazione delle cifre per la produzione statale, egli non potrebbe partecipare alla discussione. Dal canto suo il generale De Marinis ha rifatto la storia del progetto per precisare che II mandato che il Consiglio ha dato alla Commissione è proprio quello di studiare la possibilità e la modalità di un controllo (controllo nazionale) sulla fabbricazione privata delle armi e munizioni e soltanto su quella In una controreplica, egli ha detto testualmente, con forza: a Io faccio una questione di competenza, ma con la mia solita franchezza, debbo aggiungere che non intendo affatto celare dietro una questione giuridica riserve di altra natura e debbo dire con molta precisione che, in linea di principio, il governo del mio paese è contrario a qualsiasi forma di controllo sulla produzione statale delle armi e munizioni ». Paul Boncour dal canto suo si è mostrato impaziente. Da due anni esiste una convenzione per il controllo internazionale del commercio delle armi e delle munizioni, ma — tranne la Francia — nessuna delle potenze che l'hanno firmata ha provveduto a ratificarla. Adesso si vuole compilarne un'altra. Il suo paese andrà molto guardingo nel ratificare la seconda per non correre il rischio di trovarsi solo. La via d'uscita è stata trovata dall'on. De Brouckère. il quale ha proposto di procedere con una certa lentezza nei lavori, in modo da renderli paralleli a quelli della Commissione preparatoria della Conferenza del disarmo, che deve riunirsi fra breve e fhe potrà così agire in stretta collaborazione con l'attuale. Su proposta di lord Robert Cecil, si elepee quindi una Commissione di sett-p membri incaricato di ricevere tutte le osservatìoth che i vari governi intendono fare sul prosretto e, tenendo conto di e.«se. di perfezionarne il testo attuale Onesta Commissione (nello qunle l'I ♦alia f" rappresentata dal generale De Mnrinis) deve ultimare i suoi lavori prima che si riunisca la Commissione preparatoria della Conferenza generale ner il disarmo.