Stresemann presiede in tedesco

Stresemann presiede in tedesco Stresemann presiede in tedesco il Consiglio della Società delle Nazioni (Tranquillo inizio di sessione == Un annoso dibattito tra Romania e Ungheria == Le sedute ufficiali e il laborioso lavoro extra=ufficiale == La Cina presente e la Cina che non compare (Dal ti u • t i- t) In vis to) Ginevra, 7, notte. Le questioni scottanti, che giacciono sotto la cenere di questa quarantaquattresima sessione del Consiglio della Società delle Nazioni, non hanno oggi ancora latto la loro apparizione; ma qua e là, fra il grigio della lunga e monotona seduta xifftciale, non è mancata qualche rossa brace. Il Consiglio si è riunito stamane, alte 11, in seduta privata, sotto la presidenza di Stresemann, il quale, dopo una lunga tenzone se dovesse preferire la lingua francese o l'inglese, ha sceìto la tedesca, e dirige i dibattiti nella sua favella natale, che il suo interprete personale traduce in inglese, e quello ufficiale in francese. La seduta privata è servita per determinare i particolari dell'ordine del giorno dei lavori, e prendere alcuni provvedimenti di indole interna e amministrativa, principale di tutte la ratifica della nomina del marchese Paolucci de' Calboli-Barone a vicesegretario generale della Società delle Nazioni, in sostituzione di S. E. Attolico.. J/jpim « Signor Brand, f. mettetevi più di tre quarti», Dopo di che, 11 pubblico e i giornalisti sono stati ammessi nella grande sala vetrata della riunione; e hanno trovato il Consiglio già insediato, e due fotografi affaccendati intorno alle loro macchine. Uno di questi, per nulla commosso dal luogo e dai presenti, ha gridato: — Signor Briand, mettetevi più di tre quarti 1 E il ministro francese, che un feroce raffreddore sembra aver privato della sua facondia « serenità, si è affrettato a obbedire all'ordine, e 6i è lasciato ' mettere in pesa. Niente dunque di solenne, in questo inizio di Consiglio. Nessun discorso di benvenuto & Stresemann, che per la prima volta lo presiedeva, nessuna emozione e nessuna attesa. Tutti avevano l'aria di prendere la cerimonia un po' sottogamba, con la sopportazione propria dei veterani di queste corvées internazionali a lungo metraggio. # Il Consiglio si svolge tranquillamente. Lj. città, di Danzica aveva chiesto che la Società delle Nazioni si assumesse il pagamento delle spese relative all'arto commissariato locale; ma su rapporto del cileno ViUegas, e su parere contrario della Commissione di controllo, il Consiglio decide di pronunziarsi negaiivamente. Danzica è in crisi finanziaria: se la sbrighi da sé. La stessa città libera domandava norme per il transito e l'immagazzinamenJ. -> di materiale da guerra nel proprio territorio; e il Consiglio ne ha devoluto.Ja emanazione alla Commissione perma;Asrite per le questioni militari, autorizzando però provvisoriamente l'alto commissario a prendere i provvedimenti opportuni. L'olandese Van Trootswyk presenta quindi il rapporto della Commissione permanente dei mandati circa la decima sessione, rapporto che viene adottato senza osservazioni. ; I protestatari non avranno voce Il Consiglio esamina quindi la questione dell'audizione, da parte dedla Società delle Nazioni, dei firmatari di petizioni contro le Potenze mandatane. A questo proposito la Commissione permanente dei mandati aveva- democraticamente, e urtandosi contro il parere di tutte le Potenze consultate, sostenuto il principio che a Ginevra dovessero avere voce anche i protestatari cittadini delle nazioni sottoposte a mandato. Il relatore prima, e il Consiglio poi, si sono opposti alla modifica della procedura attuale, e hanno respinto il riconoscimento di una tesi che, se favoriva chi era o si riteneva oppresso, andava contro gli interessi delle Potenze mandatane; e tale decisione, venendo dopo la campagna accanita condotta dalla Commissione dei mandati, è un curioso esempio di abbandono di quei principii democratici ed egalitari, a cui tanto sovente Ginevra dice di ispirarsi. Su rapporto del giapponese visconte Ishji, il Consiglio ha quindi dato il. suo benestare ai lavori del Comitato per l'igiene. Sennonché il rappresentante della Columbia, Urrutia, dopo essersi felicitato a sua volta col conte Ishji, ha rilevato come nell'elenco dei delegati della Conferenza circa la mortalità infantile, che si terrà in giugno a Montevideo, non figurasse neppure l'ombra di un perito dell'America Latina, constatazione alquanto singolare. Chamberlain si levò per farsi campione dell'estensione della partecipazione delle donne al Comitato di igiene, nel quale «figura un solo rappresentante dell'altro sesso, e senza diritto di voto. Il capo del Foreign Office, che sembrava più rigido e assorto del solito, e che parlava con la correttezza di un uomo che non lascia mai il monocolo, e non può quindi muovere i muscoli facciali, trovò un alleato nel vivo, roseo e petulante Benes, .che, passato dal seggio presidenziale a un seggio di estrema destra, alzò il capo, e parlò con l'aria interrorativa e l'espressione volubile che 10 distinguono. Le osservazioni di Urrutia, Chamberlain e Benes, rinviate al Comitato di igiene, 11 Consiglio decide infine, ancora su rapporto del visconte Ishji, di comunicare agli Stati membri della Società delle Nazioni i due memorandum del Governo norvegese relativi all'elezione dei membri non permanenti del Consiglio, col sistema del voto unico preferenziale e della rappresentanza proporzionale. | Freschi o riposati? E la seduta meridiana ebbe così termine, senza la menoma scintilla. Stresemann non ò certo un presidente che sappia animare una discussione. Non interviene mai, ed è evidentemerte preoccupato di far osservare scrupolosamente la procedura. Briand, ridotto al silenzio dal raffreddore, non apre bocca. . Zaleski (la cui autorità e importanza vengono accresciute dal conflitto anglo-russo e dalla particolare postetene del suo paese) conversava coi vicini. Il visconte Ishji non batteva ciglio: e quando parlava, sembrava che la sua voce uscisse dal bronzo di un idoletto. Il cinese Cin, uno dei delegati più maliziosi o vi- «■••li-i <\:'. ■■li i P'mi-II.'I I : —-# i S|V>rfirin qualche uscita che faccia vibrare la pal¬ lida atmosfera della sala, si accontentava' di ammiccare qua e là, con dei mezzi sorrisi piuttosto ironici. Cosicché il solo che riuscì a scuotere dal torpore protagonisti e spettatori, fu Scialoja, il quale osservò che sarebbe stato bene che il Consiglio sedesse d'ora innanzi una sola volta al giorno, dichiarando che egli si rimet. teva alla decisione dei coUeghi sulla scelta del tempo, perchè al mattino si è più freschi, e al pomeriggio più riposati. La testa a palla di Titulescu, che i capelli rivestono come una cuffia, scattò di colpo, per approvare la proposta italiana, dato che la Romania è 'sempre prontaxa fare qualunque cosa per l'Italia; e Stresemann, dopo aver giuocato a sua volta sul bisticcio dei « freschi » o « riposati », tolse la seduta, dichiarando che il Consiglio avrebbe preso privatamente una deliberazione al riguardo. Il romeno Titulescu, che aveva contribuito a svegliare i dormienti al mattino, fu il primo attore della seduta pomeridiana, che ebbe ben altro interesse e maggiore portata. Era all'ordine del giorno la questione della espropriazione, dà parte del Governo romeno, dei beni degli optanti ungheresi nella Transilvania annessa alla Romania in seguito al trattato del Trianon. Una ben « vexatà quaestio » Si tratta di un dibattito che si trascina da anni, e che più precisamente risale al 30 luglio 1921, data in cui la legge di riforma agraria romena espropriava, senza distinzione tra connazionali e stranieri, le terre dei latifondisti, per distribuirle ai contadini, in base a criteri di giustizia sociale, con lo scopo di evitare sovvertimenti politici di carattere bolscevico. Soli a non accettare questa legge furono coloro che, con l'annessione della Transilvania alla Romania, avevano optato per la cittadinanza ungherese, pretendendo essi, sulla base dell'art. 63 del Trattato del Trianon, che lo loro proprietà fossero inalienabili e garantite in modo assoluto dal trattato in parola. Questi si rivolsero alla Conferenza degli Ambasciatori, che si dichiarò incompetente. Fallito il teiitativo di intesa diretta, si indirizzarono alla Società delle Nazioni. Il Consiglio della Lega invitò le due parti in causa a ricorrere alla Corte .dèli'Aja; poi, non essendo stata accolta tale proposta, procurò che i delegati ungheresi e romeni si riunissero a Brusselle, nel maggio del 1923, 6otto la presidenza del relatore sulla questione davanti alla Società delle Nazioni. Il convegno di Brusselle portò a un accòrdo provvisorio; ma il Governo ungherese si affrettò a sconfessare i propri delegati per abuso' di potere; quindi tutto ritornò in alto mare; o meglio, il Governo romeno considerò, dopo l'incidente di Brusselle, la questione come esaurita e sepolta; mentre il Governo ungherese si appellava invece al Tribunale arbitrale misto romeno-ungherese, che l'articolo 239 del Trattato del Trianon ha istituito a Parigi. Ma poiché Bukarest rifiutava di riconoscere la competenza di questo tribunale si ritornò a Ginevra. L'oratoria di Titulescu Così oggi, al principio. della seduta pomeridiana, dal volto schiacciato e camuso di Titulescu uscirono le prime parole d'una arringa da grande giurista, che doveva per quasi due ore ravvivare l'attenzione generale. Agitandosi a tratti sulla sua poltrona, come spinto da lina molla, e avanzando verso i due rappresentanti ungheresi le sue lunghe mani esangui, Titulescu, con voce tagliente o insinuante, con tutte le arti di un avvocato principe che parli in Cassazione, ripigliò la questione della espropriazione dall'origine, e ne tracciò ascoltatissimo la cronistoria. Noi non diremo i suoi patetici accenti, allorché espresse le necessità politiche e sociali che determinarono la riforma agraria, né le scherzose, ma insieme veramente terribili rievocazioni delle trattative di Brusselle, descritte con una ironia fredda e sarcastica, che faceva arrossire come un ragazzo il portavoce ungherese Gaizago, .il quale, a fianco del suo ministro degli Esteri Waljo, sembrava un alunno che ascoltasse i rimproveri del maestro. Quella di Titulescu più che una arringa fu veramente una requisitoria, documentata con cifre, nomi e particolari minimi, ed intesa a dimostrare che quando i Romeni e. gli stranieri tutti — tra cui alcuni Italiani, Francesi e Inglesi — si erano piegati alle esigenze della legge di riforma agraria, era veramente singolare che pochi feudatari ungheresi volessero sottrarvisi. Il discorso di Titulescu avrebbe guadagnato da una maggiore concisione; ma a ogni modo fu di quelli che lasciano senza fiato gli ascoltatori: tanto che Stresemann rinunciò a farlo tradurre in inglese; e fece sospendere la seduta per il rituale tè. Si conclude procrastinando ancora Alla ripresa, il rappresentmte ungherese" Gaizago, un curioso tipo tranquillo e prelatizio, cominciò con una voce sottile e lenta, e con una esasperante flemma, a rodere la rete delle argomentazioni onde Titulescu aveva avvolto il Consiglio. Ma la sua fu fatica sprecata. Le parole cadevano nella sala a una a una come gocce d'acqua in un lago; e nessuno se ne dava per inteso. Piano piano cominciò l'esodo, che accompagna gli oratori che non sanno farsi ascoltare; e quasi nessuno segui la line del contrattacco di Gaizago, pienamente mancato. Titulescu si concesse il lusso di ribattere brevemente al suo fiacco avversario. Per troncare un dialogo che minacciava di diventare interminabile, o magari di degenerare in una qualunque bega giudiziaria, si deliberò di costituire una Commissione, presieduta da Chamberlain e composta dai delegati cileno e cinese, per risolvere la faccenda. Senonchè Chamberlain fece immediatamente osservare che la molteplicità delle proprie occupazioni non gli consentiva di studiare con la dovuta attenzione il complicatissimo problema delle espropriazioni romene nei brevi giorni dell'attuale sessione; e ne proponeva quindi l'aggiornamento a giugno. Stresemann dichiarò che la Commissione stessa avrebbe determinato la data delle proprie deliberazioni, le quali difficilmente avrebbero però potuto essere compiute urima della sessione di giugno del Consiglio della Società delle Nazioni. E troncando così l'ardente dibattito romeno-ungherese col sistema della .procrastinazione, cosi caro alla procedura della Lega, rinviò la seduta a domani, alle 10,15. Colloquio 5cialoja=Briand La lunga e snervante giornata si chiuderebbe su questo brillante esito di oratoria, se non sopravvenisse la parte non ufficiale della cronaca ginevrina: cioè quella che inerita l'attenzione più viva. Stamane, prima del Consiglio, il senatore Scialoja ha fatto una breve visita, all'Hotel.des Bergues, a Briand, visita a cui nei circoli italiani si attribuisce un semplice valore di cortesia; ma che dai circoli tedeschi viene messa in relazione con la questione della Sarre. TI senatore Scialoja, come tutti sanno, è relatore al Consiglio sulla questione della Sarre; e il colloquio di stamane con Briand non sarebbe estraneo a tale circo* stanza. Le intenzioni proclamate da alcuni ambienti berlinesi, che sembrano decisi a richiedere la messa sul tavolo ginevrino dello sgombro renano, contrastano con le dichiarazioni di Stresemann, già trasmessevi; ma però non sono fatte per contribuire al miglioramento dei rapporti francotedeschi. Ad ogni modo, la Germania presentemente sembra occuparsi più della Polonia che della. Francia. Il colloquio Stresemann-Zalesky, per risolvere la controversia delle trattative commerciali, è stabilito per domani; e l'ambasciatore tedesco a Varsavia, von Rauscher, è giunto stasera a Ginevra, per partecipare allei conversazioni. Cina pechinese e Cina cantonese Da parte loro, gli Inglesi continuano a dire, anche a chi non vuole sentire, che la loro penetrazione in Polonia non è rivolta né contro la Germania nè contro la Russia. Dei Sovieti nessuna traccia finora a Ginevra; ma invece i Cinesi si sono improvvisamente svegliati. 11 rappresentante della Cina nel Consiglio della Società delle Nazioni, signor Ciu, ha fatto le dichiarazioni seguenti: « Numerosi giornalisti mi hanno chiesto se io esporrò la situazione internazionale in Cina davanti al Consiglio. Qualcuno ha anche pensato che la Cina solleverebbe improvvisamente tale questione. Io vi posso assicurare che nessuna iniziativa di tal genere verrà presa. Ho ricevuto dal dottor Wellington Koo, il 18'febbraio scorso, l'ordine di notificare al Segretariato Generale della Lega che il Governo cinese si riserva il diritto di rispondere al « memorandum » britannico, che è stalo consegnato a Ginevra il giorno 8 febbraio. Il testo autenticò del « memorandum » britannico è stato lungo la Transiberiana, lo non so se attualmente esso sia giunto o no a Pechino. Fino al momento attuale non ho ricevuto istruzioni dal dottor Koo. Desidero inoltre aggiungere che il nostro atteggiamento è conciliativo. Noi non abbiamo altro da chiedere che il rispetto assoluto della nostra sovranità e l'integrità del nostro territorio ». Il Comitato Centrale dei nazionalisti cinesi, per bocca del suo delegato a Mosca, Sciao-Li-Tze, informa di avere deciso quanto segue nei riguardi della Società delle Nazioni: « l.o) di non inviare nessun osservatore a Ginevra: — Sciangài di qui a qualche tempo cadrà nelle mani dei nazionalisti: m tale momento gli Inglesi chiederanno di negoziare pacificamente; quindi non c'è nessun bisogno di far del chiasso a Ginevra ; « 2.o) nel caso in cui il signor Ciu intervenisse in nome del Governo di Pechino, i nazionalisti non diranno una parola; ma nessuna autorizzazione ufficiale sarà data dal partito nazionalista a chi intendesse parlare in nomo del Governo nazionale ». Il delegato senza comunicazioni e senza fondi Quest'ultimo capoverso è tanto più curioso, in-quanto qui è voce corrente che non solo il signor Ciu — come, del resio, egli stesso ammette — sia del tutto privo di^ comunicazioni con il Governo di Pechino; ma che fra l'altro questo gli lascerebbe mancare i fondi necessari alla sua missione. La Cina insomma è divisa a Ginevra in due tronconi, come a casa propria. Non mancano coloro che invocano l'applicazione nei suoi riguardi dell'articolo. 19 del Patto, il quale dice: « L'Assemblea può, quando lo ritenga opportuno, invitare i membri della Società delle Nazioni a procedere a un nuovo esame dei trattati divenuti non applicabili, come pure delle situazioni intemazionali che possono mettere in pericolo la pace mondiale ». Ciascuno vede come l'articolo 19 parli dell'Assemblea; e sa che la prossima sessione ordinaria dell'Assemblea si aprirà soltanto a settembre. Tutti possono apprendere dalle dichiarazioni sopra riferite come i Cantonesi — seguaci anche in ciò dei Russi — non vogliano sentir parlare del « chiasso » di Ginevra. Potremmo sbagliarci; ma dopo la odierna presa di posizioni, ci riteniamo autorizzati a credere che sulle rive del Lemano rimarrà soltanto il malizioso e scettico signor Ciu, a passeggiare malinconicament?, in attesa, dei quattrini che Pechino non pensa a mandargli. I Cantonesi e i loro alleati di Mosca son troppo accorti per cadere fra le braccia ginevrine. ARRIGO CAJUMI. «Inizio tranquillo e soddisfacente» si giudica a Berlino Berlino, 7, notte. Prima questione del Consiglio della Società felle Nazioni, la cui presidenza, nella tornata odierna, è tenuta dalla Germania: la presi lenza è tenuta in tedesco Tale è iil fatto di valore simbolico, che per primo si presenta Jla mente del pubblicò tedPsco. che assisi* da lont ino alla rappresentazione solenne di Oinevra. Ciò basta perchè 'a riunione attuale ■segni una data memorabile. A parte questa sua importanza tr -mate, che a nrirna sedimi ha«is> na sola n nreeentare agli ocebi di tutti, poco più clic pronostici e impressioni generiche possono dare I testimoni pròssimi del lavoro ufficiale ed extra "f icia.le. che a Ginevra si viei» svolgendo, l'ssi con6igliaco prudentemente di non aspettarsi grandi cose dalla riunione ginevrina. Pro- gressi positivi nelle relazioni franco-tedesche | non si avranno per ora. Un'altra sensazione ovvia, che è stata fatto piuttosto da pubblicisti francesi, ed è qui accolta come una verità, colla riserva del solito orano salis necessario a condirla è quella espressa nella formula : — la via da Parigi a Berlino passa per Varsavia. • La pace commerciate sulla Vistela — dice xrn altre parole la democratica Montag Morgen — è il presupposto della liberazione della Kenania. Il trattato commerciale germanopolacco è diventato il perno dell'intesa fran':o-tedesca •. Ma a questo proposito l'inviato del Bernner Tageblatt a Ginevra avverte che. nei colloquu tra Stresemann e Zalesky, il problema delle relazioni commerciali, nei suoi particolari più ardui e completi, non potrà che venire in discussione, se non alla metà della riunione. Taluni avevano detto che Chamberlain fosse venuto a Ginevra coll'intenzione di servirsi della 4uestione dello sgrombro della Renante per esercitare mia pressione sulla Germania, e indurla alla conciliazione con la Polonia. Da fonte autorizzata è stato assicurato all'inviato del Berliner Tageblatt che tale interpretazione degli intendimenti inglesi è del tutto erronea. Nei colloqui che Stresemann ha avuto, Ria nel primo Riorno, con Briand e Chamberlaan, furono toccati i vari punti dell'ordine del eterno della sessione attuale, e le grosse questioni che interessano direttamente le Potenze 11 Locamo. Ma, naturalmente, 6i osserva in proposito a Ginevra il massimo riserbo. E' oerto che della questione della Renania si è parlato; ma non è da ritenere che si debba giungere a risoluzioni durante la presènte sessione. Anche della Sarre si è parlato,, tra 1 tre ministri degli Esteri. Quanto al dissidio 'edesco polacca circa le scuole dell'Alta Slesia, pare che si sia affacciata l'idea di ricórrere al parere del Tribunale internazionale dell'Aia. L'inizio della sessione è giudicate In generale tranquillo e soddisfacente. Conferenza a Londra tra industriali inglesi e francesi (Servizio speciale della « Stampa ») Londra, 7, notte. In una sala del Princes Hotel, qua a Lontra, è cominciato oggi, tra i rappresentanti fella Federazione delle industrie francesi e anelli della Federazione delle industrie inglesi, una conferenza analoga a quella del novembre scorso, tra industriali inglesi e tedeschi. La rappresentanza britannica e la delazione francese sono ambedue composte Ji quindici mèmbri; la prima soito'la presilenza di sir Max Muspratt, e la seconda del signor Uu Chemin. Le discussioni si chiuderanno domani. La seduta odierna è stata aaerta da sir Max Muspratt. cori ini breve discorso di benvenuto ai delegati francesi, in nome dei quali rispondeva il Signor Ou Che■mn. La conferenza quindi iniziò la discussione degli oggetti all'ordine del giorno. Il arimo concerneva il trattamento ".cale dei residenti delle società britanniche in Fran eia. nonché il trattamento dei residenti delie società commerciali francesi in Inghilterra. Più particolarmente fu trattato il punto che concerne la doppia tassazione; e da ultimo ni redatto un abbòzzo di crdine del giorno, he dovrà essere confermato dalla seduta ni ternani. 11 secondo oggetto fu quello della nomenclatura e della classificazione doganas. 11 dibattito su questo tema si lece molto yarticolareggiato e vennero proposti ordini del Giorno, la cui compilazione definitiva avrà 'uogo domani. Sui problemi dell'organizzazione della produzione e su quelli relativi agli accordi industriali Internazionali, la Conferenza, dopo scambi di dati statistici sulla produzione in lustriate Su questo terreno l'accordo non fu. nè immediato, né completo; ma un certo grado di intesa sì delineava, allorché la riunione veniva aggiornata a domani. La Conferenza, nella sua giornata finale, dovrà confermare le deliberazioni prese oggi, I delegati francesi sono stati convitati stasera da sir Max Muxpratt a pranzo intimo al ■ Savole Hotel •. Era presente anche l'Ambasciatore di Francia. Le impressioni di Paul Claudel sui funerali del Mikado Rispetto e purezza Parigi, 7 notte. 1 lettori 6uno slati a suo tempo informati minuzicsaniente delle fasi dei funerali ael Mikado, celebrati con tanta solennità a 'lo-, kio, il 7 febbraio u. s. Hnu impressione particolarmente interessante di quella imponente cerimonia, ci c data dall'ex-auibasciaiore ai Francia a Tokio, Piul Claudel, che-, come è ben ncto, oltre a essere abile diplomatico, è un letterato, uno scrittole de' più geniali. t Le mie impressioni — egli ha detto all'inb annue ani — sono di due specie: la prima è l'ordine e la dignità perfette che hanno caratterizzalo tutta la cerimonia. E' cosa unica vedere nu ufficio religioso al quale partecipano due milioni di persone, e in cui ognuno, dall'Imperatore sino al più umile dei 'suoi sudditi, adempie la parte che gli spetta con una dignità e un sentimento che hanno destato l'ammirazione di tutti gli spettatori europei. La mia seconda impressione è l'idea di purezza, che ha dominuco dal principio alla fine quella cerimonia, così grandiosa nella sua semplicità, accresciuta ancora dalla oscurità glaciale e della neve che copriva la terra. Quelle costruzioni in legno schietto, quella seta bianca, quei grandi fuochi accesi, che avevano l'aspetto di essere alimentati dalla neve, ispiravano nell'anima una impressione indescrivibile ai maestà. Ancora più che in ogni altra occasione, ho ponilo constatare come la caratteristica dell'anima giapponese fosse il rispetto; ma che onche l'idea della purezza era particolare di quel paese. Infatti la morale e la liturgia nazionale non sono che una serie di purificazioni-.. ». -e- Leningrado frettolosamente fortificata? Varsavia, 7, notte. I giornali pubblicano una notizia da Riga, che riferiamo con esplicita riserva, secondo cui Leningrado verrebbe frettolosamente fortificata. Sulle colline dei dintorni dell'ex-capitale, sarebbero state postate artiglierie. Tali misure di precauzione si spiegherebbero con l'eventualità di un conflitto anglo-russo, e col fatto che la flotta russa del Baltico da sola non basterebbe a difendere Leningrado da un assalto della flnttn hr;tfirmira. Le superstizioni pagane della banda dei cannibali Vienna, 7, notte. Gli zingari di Kassau hanno commesso le note stragi, oltreché per cannibalismo; per motivi di superstizione, pagani nel senso vero della parola, questi mostri umani cominciano col credere che I bambini dai capelli molto biondi portano fortuna; e che mangiarne il cuore ancor caldo assicura il successo per tutta la vita. Tale fu la ragione - ha deposto uno degli arrestati — per cui fu ammazzato il tredicenne studente ginnasiale Odezo, il cui cuore se lo sarebbe riservalo il capobanda, Filko. Avendo la gendarmeria trovati molti semi di stramonio sulla fossa nella quale era stata sepolta una vittima, gli zlngtiri hanno spiegato che. spargendo questi semi, essi ritengono di allontanare lo spiriio dell'individuo immolato. Altra concezione della banda è che. per non essere secserti dalla gendarmeria, bisogna portare addosso per un anno la camicia che l'individuo aveva indosso quando fu commesso il delitto. Questa volta, l'antica e non troppo igienica misura di precauzione ha giovato poco. L'indigpazioDo dei cittadini di Kassau ha j indotto le poli'.ia n. stabilire intorno alle car i ceri tino spedale servizio di ordine, per evi1 tare tentativi di giustizia sommaria.