Giornali e giornalisti

Giornali e giornalisti Giornali e giornalisti dopo la deliberazione del Direttorio fascista Roma, 3, notte. Le deliberazioni ieri adottate dal Direttorio nazionale del partito fascista, con le difettive in esse indicate, sono sottolineate nei commenti dei giornali, che si compiacciono particolarmente delle decisioni prese in merito al problema della stampa. Il Lavoro d'Italia scrive: « 11 comunicato del Foglio d'ordini precisa un punto fermo, che è in rispondenza a tutta la politica interna del regime. Si è sempre detto che non tutti gli italiani devono avere la tessera e il distintivo col fa scio littorio; e che a ogni modo vi è una serie infinita di attività in cui ciascuno potrà dare il suo contributo all'opera di grandezza nazionale. Perchè tale criterio non doveva essere seguito nel campo giornalistico? Perchè non si doveva costituire una élite di giornali contrassegnati dal littorio, élite in cui 1« responsabilità e i doveri superano i privilegi, rispetto a quei giornali la cui fortuna fu dovuta essenzialmente al fiuto di adattabilità verso ogni nuovo momento, verso ogni nuovo padrone? ». Anzianità e controllo A parere del giornale, l'anzianità non dovrebbe andare oltre quella del popolo d'Italia. Quanto alle fonti di vita che devono alimentare i giornali riconosciuti dal partito, l'organo delle Corporazioni osserva': '■ "■' '" • "■:"'' * - « Il controllo economico deve essere esercitato con la massima severità, poiché 1 asservimento a questo o quel determinato gruppo capitalistico ha costituito forse la ragione principale della decadenza del costume giornalistico. Le fonti di vita devono essere limpide. Se vi sono deficit, devono essere colmati alla luce del sole, e non ricorrendo a forze oscure, sempre pronte ad aiutare per asservire» . Anche il Tevere si dice soddisfatto che, con la distinzione promossa dal Direttorio, 6ia stata distribuita « una carta d'identità», e stabilito l'ordine, dove prima erano la confusione e l'equivoco. La Tribuna, passando in rassegna le varie deliberazioni, scrive: « L'attività del fascismo è ora diretta al coordinamento e all'inquactramento di tutte le forze nazionali, allo scopo di potenziare tutte le energie, eliminare tutti gli sperperi, evitare tutte le duplicazioni, imprimere a tutte le svariate forme di attività nazionale un'unità di spirito e una convergenza ai sforzi: dimodoché ciascuna di esse compita il suo ufficio senza residui passivi; e quindi si ottenga da tutta la vita produttiva nazionale, in tutti i campi, il massimo rendimento consentito. E' la politica iiropria di un grande paese, scarso ancora di mezzi, ma potente di volontà; politica ohe 60lo una grande forza rivoluzionaria, cioè una granite forza spirituale come il Fascismo, può realizzare ». A chiarimento delle deliberazioni prese dal Direttorio nazionale, l'Informatore della stampa dice di avere raccolto negli ambienti fascisti questi precisamenti : « La dizione adoperata dal comunicato del Direttorio nei riguardi 'dei giornalisti tesserati e fedeli al regime, va chiarita nel senso che non basta possedere la tessera per essere un fascista fedele e convinto, ma bisognerà dare prove inequivocabili della propria assoluta fedeltà al regime, indipendentemente dalla tessera, la quale pur presupponendo preliminarmente fedeltà al regime spesse volte serve a mascherare in qualcuno pensieri e azioni contrastanti con le direttive del regime. Si nasicura intanto che il segretario generale del Partito si dedici era sollecitamente alla traduzione in atto delle deliberazioni del Direttorio; mentre da parte sua il Direttorio nazionale dei Sindacati giornalisti provvedera alla revisione dell'inquadramento effettuato dai Sindacati regionali, quindi alla compilazione definitiva degli elenchi dei giornalisti i fascisti e dell'albo professionale dei giornali j 6t( cne esclusi dall'Inquadramento, abbiano tutti i requisiti morali o politici per poter far , a a a o o parti degli albi medesimi. E* probabile che. in occasione della classificazione dei giornali In due distìnte categorie, possa presentarsi la recessifà di sopprimerne qualcuno in qualche provincia ». ; La stampa fascista all'estero A sua volta l'Agenzia La Recentissima informa che la Segreteria generale dei Fasci all'estero annunzia la completa riorganizzazione dei servizi giornalistici. Secondo le grandi linee della riforma in parola, nessun organo potrà assumere la denominazione di organo fascista se non sarà emanazione diretta e controllata della delegazione del partito. La Segreteria annunzia anche la sconfessione di molti giornali, limitando per oggi, perchè l'esame non è ancora compiuto, la scorfessjone a quasi tutti i giornali che, sotto la denominazione di fascisti, vedono la luce in Francia. Intanto l'on. Amicucci, segretario generale del Sindacato nazionale fascista dei giornalisti, ha inviato a S. E. Turati, segretario generale del P. N. F., il seguente telegramma: « Sindacato nazionale fascista giornalisti accoglie con vivissimo compiacimento deliberazione Direttorio nazionale partito. .sul problema della stampa, assicurando E V. che direttive segnate Foglio d'ordini saranno, nell'inquadramento sindacale giornalisti italiani, seguite con assoluta disciplina, interpretate con fede fascista • L , L'arte fascista in un articolo di A. Mussolini In un articolo sulla rivista Imperium, Arnaldo Mussolini si occupa della possibilità di un'art? fascista; e dopo aver rilevato che i filosofi non hanno mai divertito il genere umano, aggiunge: « La moltitudine non è adagiata 6Ui ragionamenti dei soft, i quali 60no encomiabili quando torturano lo spirito, e lo piegano alla immanenza e alla percezione divina, ma non giovano mai, quando devono concretare un loro piano di rinascita spirituale. Solo la filosofia della storia potrebbe aprire una parentesi nel mondo ispido dei filosofi. L'arte invece, nella profonda espressione della parola scritta e parlata, nella pittura, nella musica, nella scultura, nella plastica, è subito aderente alla mentalità della folla. In essa un popolo si specchia, adagia e ricrea il suo spirito; si esalta con le 6ue canzoni, freme coi suoi eroi. Ogni epeca ha avuto i suoi cultori. Le gesta di una razza hanno trovato i loro antesignani e i loro interpreti nel mondo dell'arte. Le epoche buie sono caratterizzate dal silenzio e dalla mancanza degli artisti. Sono cose vecchie, ed è inutile ripeterle. Solamente torna di nuovo in ecena l'interrogativo: l'epoca fa6ci6ta ha o avrà la sua arte? Io rispondo senza incertezze, in senso affermativo ». L'articolista espone poi. le. condizioni favorevoli al sorgere della .nuova arte; econtinua: ..•,-.••>• . ~ ■-. I « L'arte nuòva del fascismo sarà tradizionalista o futurista'? Nè l'una nè l'altra. Certamente avrà, nella sua circolazione, nelle, sue arterie, elementi nuovi, quali la concezione del coraggio, dell'eroismo, della violenza, delle forma/ioni in ordine di marcia, e abbandonerà i segni decadenti della rinuncia, del piccolo mondo, degli angoletti solitari e della fraternità universale. Invece delle arcate sinuose, avremo steli altissimi, che sfideranno le stelle ». Dopo aver confermato il suo ottimismo, Arnaldo Mussolini così conclude: « I giovani di solido ingegno, ohe si guardano ringhiosi', cerchino di non esaurire il loro fosforo a dir male dei loro amica, e specialmente dei fascisti. In fondo i fascisti si sono battuti due volte; hanno profuso tesori di volontà, di ingegno e di energia: non si può pretendere che dopo il capolavoro dell'azione, sia pronto il capolavoro del pensiero e dell'arte. Il respiro e la ricognizione sono sempre necessari ». La rivista « Il diritto del lavoro » • e un discorso dell'on. Bottai Oggi si è tenuta una seconda riunione dei capi delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro, per uno scambio di idee sulla « carta del lavoro ». Le organizzazioni verso la metà del mese presenteranno al Ministero le risposte ai vari quesiti, ognuna per proprio conto, in maniera da fare risaltare le singole esigenze dei vari rami dell'attività produttiva. Oggi, pure nella sede del Ministero delle Corporazioni, sotto la presidenza dell'on. Bottai, in rappresentanza del Capo del Governo, ministro delle Corporazioni, è stata tenuta l'annunziata prima riunione di collaboratori e di aderenti alla nuova rivista II diritto del lavoro, promossa dal Ministero stesso. Sono intervenuti i cultori delle discipline giuridiche, numerosi avvocati, magistrati e pubblicisti, nonché la Direzione della, rivista al completo, nelle persone del prof. Guidi e dei comm. Costamagna, Miceli e Miglioranzi. Moltissime erano etate le adesioni da ogni parte d'Italia; e prima tra esse quella del ministro Rocco, che aveva scusato il mancato intervento, dovuto al fatto della contemporanea discussione del bilancio della Giustizia dinanzi alla Camera. L'on. Bottai ha pronunciato un discorso, tratteggiando il significato rivoluzionario, e nel medesimo tempo realìstico, della grande riforma compiuta nel sistema giuridico nazionale dal Fascismo, mediante la legislazione sui rapporti collettivi del lavoro. Egli ha posto in rilievo il profondo contrasto tra la concezione organica del diritto fascista e quella individuai 'Ustica del diritto privato e pubblico; quindi ha comunicato l'approvazione del Duce al programma della rivista, soggiungendo che si augurava altre riunioni, per stringere sempre più i contatti tra il Governo nazionale e le energie intellettuali del paese, le quali non debbono più rimanere appartate dall'immenso travaglio della- società moderna, e dal lavoro di ricostruzione che sta compiendo il Fascismo. Ha enunziato infine il programma della rivista, su cui hanno preso la parola vari oratori, tra i quali l'on. D'Alessio e l'aw. Turano. L'on. D'Alessio ha espresso, a nome dei convenuti, il compiacimento per l'iniziativa della pubblicazione, che colma un vuoto nel campo del diritto. Ha pregato l'on. Bottai di rendersi interprete presso il Capo del Governo della gratitudine che sentono gli uomini di scienza per quanto egli ha saputo realizzare, rompendo le vecchie dighe che hanno sempre divìso il mondo del pensiero da quello del 1-voro. L'aw Turano ha messo in rilievo l'importanza della parte penale della legge 3 aprile 1926, consigliandone la trattazione accurata sulla rivista.

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