E ritornato Gianduja

E ritornato Gianduja E ritornato Gianduja L'arrvoeemaschere sotto la neve - Festose accoglienze, lungo il percorso - L'entrata al villaggio coloniale -1 ricevimenti in Municipio e in Prefettura. Finalmente, dopo tanta attesa, Gianduia e tornato a Torino ed ha preso possesso del villaggio coloniale che sorge per sua iniziativa e creazione in piazza Carlo Alberto. Ad un anno di disianza è tornato fra noi, arzillo e lieto come sempre, col suo naso bravamente ros60 di salute.- Si vede che l'aria ed il vino di colonia gli hanno tatto bene. Egli è stato accolto solennemente da popolo e autorità ieri alle 15, in piazza San Martino. Come e perchè, provenendo dall'Oriente, Gianduia sia arrivato dalle parti della Barriera di Francia è una cosa che non sapremmo dire e che egli ci spiegherà forse nelle sue memorie. Come pure attendiamo di sapere perchè Gianduia, contrariamente alla 6ua promessa, non è giunto in cammello. Forse perchè il cammello si è rifiutato di prestarsi In una giornata non abbastanza tropicale. Il tempo, infatti, è stato contrario a Gianduia ed al suo ricevimento. Durante tutta la cerimonia ha nevicato; non proprio a grandi falde, ma con qualche abbondanza e molta insistenza. Qualcuno, a tutta prima, ha giudicato con ingratitudine, ha creduto in un brutto scherzo del tempo ; ma poi tutti si sono convinti che è stata invece una gentilezza da parte 6ua. Gianduia, stando in colonia, da molto tempo non vedeva più neve, quasi ne aveva perduta la memoria; ed ecco il tempo, Q tempo galantuomo, fargliene un grazioso-presente al suo arrivo. Perciò tutti hanno finito per far buon vi6o alla neve, ed 1 torinesi sono accorsi numerosissimi — una vera folla — al ricevimento, tacendo degna corona alle autorità. Il tropico sotto la neve Cosi fu che, nonostante tutto, piazza San Martino, ieri alle 15, aveva un aspetto veramente coloniale, orientale. Ecco campeggiare nel mezzo i cavalieri della « mehalla » ritti sulle cavalcature coi barracani bianchi e prolissi, che danno loro un'aria quasi sacerdotale. Ecco la banda musicale dove, più ancora degli ottoni, splendono i vivaci colori dei pittoreschi costumi orientali dei musici. Ecco, venute con numerose automobili, le nuove conoscenze e amicizie fatte da Gianduia in colonia: arabi, torchi, mori, pascià, odalische. Fra tutti 6i distingue un intero « harem » che 1 profani dicono proveniente dal Circolo di Valdoccu ma che evidentemente deve venire assai più di lontano. Sono una quindicina di persone, in costumi ricchissimi e delicati: i pascià dai monumentali turbanti, le odalische dai suggestivi veli, le ballerine, gli schiavi mori, e pei'6ino un moretto. Peccato che le numerose automobili a vetture siano chiuse, per quel tal capriccio del tempo che abbiamo spiegato, e che tolgano allo sguardo tanto esotismo, tanto orientalismo. Ci sarebbe da godere magnifici quadri di colore* di eleganza, di ricchezza, che invece appena si intravedono, attraverso i vetri. Ad ogni modo anche quel poco che si vede è tale da far pensare alle mille e una notte, anche perchè, con quel cielo grigio e Incombente, non è il caso di parlare di giorno... Ma coi nuovi amici di Gianduia non potevano mancare i vecchi amici. Torino e Callianetto hanno mandato larghe rappresentanze. E lo spettacolo ne risulta ancora più commovente, più pittoresco. Ai turbantturchi si mescolano le graziose cuffie delle contadinotte di .Callianetto, ai barracani le ampie gonne ed i calzoncini corti, alle scimitarre gli ombrelloni variopinti, alle babbuccia seriche gli zoccoloni di legno. C'è una famiglia completa di Gianduiotti: 11 padre, la madre; i bimbi, il compare, la servetta. E -ci sono Gi acomette a profusioneuna più ,gah'tlle dell'altra. XI quadro 6 pocompletate con la nota canora, data dai goliardi, ohe cantano allegre canzoni. Intanto furizIbnarT'di Questura, agenti, carabinieri e militi da una parte trattengono in ranghi disciplinati la folla; dall'altra rappresentanti della « Fumila turineisa che fanno gli onori di casa, si occupano dtutta questa gente in costume, venuta a rendere omaggio a Gianduia. Sono essi : Colom bini.. Luotto Vincio, Bergagua, Vianlno, Buscaglìno, Aimerito, Musso, Goretta, ViglinoFormica, marchese Di Cortanze, Fiora, ecc.che rappresentano chi il Comitato e chi la Commissione esecutiva. Essi appaiono soddisfatti. Le accoglienze a Gianduia non potevano- essere più calorose. Tutta Italia, spuò dire, si è mossa per lui. Ed infatti vediamo i parenti di Gianduia venuti di ogndove: Meneghino e la Cecca, di Milano; idottor Balanzone, di Bologna; Arlecchino « Colombina di Venezia; Stenterello, di Fi renze; Pulcinella, di Napoli. Ma si notano inoltre in rappresentanza ufficiale, tutte le colonie nazionali della nostra citta, dai genovesi agli emiliani, dai veneti ai toscanidai marchigiani ai calabresi. La vettura di Negri Finalmente la gioconda attesa ha termine, l'impazienza è soddisfatta. Gianduia arriva. Spunta dai circostanti orizzonti saharici di Porta Susa, alto e solenne, in com pagnia di Giacometta, sulla vettura E' la famosa vettura di Négri, che questa volta sostituisce il cammello. Al suo avvicinarsun grido di ammirazione e di letizia prorompe dalla folla. Sulla vettura sono palme monumentali, noci di cocco gigantesche ed altri prodòtti coloniali, come, ad esempio, un rispettabile barilotto di barbera. C'è pure una belva, che pare una tigre, ma forse è un leopardo, che pare viva, ma forse è imbalsamata o fors'anche di legno. La vettura è trainata da quattro cavalli arabi, guidati da cavalcatori in perfetta tenuta coloniale, col grande cappello a larga tesa per... il 6ole. Man mano essa avanza, Gianduia si fa sempre più giocondo in viso, poiché incontra accoglienze sempre più entusiastiche. Egli saluta con inchini, con cenni di mano, con tanti « cerea » e ■ ciao » che gli vengono dall'anima. Giacometta, tutta vispa e gentile, troneggia accanto <t lui. non meno ammirata e ossequiata C'è chi crede di scorgere sotto le sembianze dei due celebri callianettesi il cav. Gianetto, segretario della « Famiia », e la signorina gando; ma deve essere una insinuazione. Sono proprio Gianduia e Giacometta, quelli autentici, che vengono dalle colonie E la prova è nella stessa vettura Negri, dove, insieme a molti vispi Gianduiotti ed a graziose Giacòmettei ci sono arabi e arabe, mori e more, di provata autentlticità. Ed ora il corteo sfila tra le due solite fitte ali di popolo che stavolta sono Ale di ombrelli, e perciò anche più Atte e imponenti. Precede la banda moresca che suona, per cortesia cui ospiti, inni piemontesis6iimi, e fa da battistrada; segue la Imponente carovana della > mehalla »• viene poi la vettura di Negri, accolta da ininterrotte entusiasmo, attorniata d» 'a giocondissima falange dei goliardi; ti* flacres successivi portano-* principali membri del comitato ed altre Giacòmette; Il corteo contìnua con le altre vetture deNcomitato e quindi con le numerose automobili e le vetture che recano le persone in costume. Da piazza San Martino, per piazza Statuto, via Garibaldi, piazza Casello, via Po e via Carlo Alberto, il corteo si reca al villaggio coloniale. E' qui ad attendere Gianduia una folla imponente, a stento trattenuta dai vigili. L'ingresso di Gianduia e Ciacòmetta e seguito è accolto da scroscianti applausi. Le autorità salgono al ■ salone tripolino > del palazzotto di Gianduia. Quivi Gianduia è finalmente in casa sua e come padrone di casa, a differenza di tanti suoi colleglli, si mette in quattro per offrire gentilezze a tutti. Viene cosi offerto un signorile rinfresco, e, con le coppe di champagne, serpeggiano anche tanti minuscoli • dulot • contenenti prelibati liquori. Qlanduja oratore Ma il popolo acclama di fuori, e vuol vedere l'eroe della giornata. Gianduia deve affacciarsi ripetutamente a! balcone, e alla fine deve arche arringare la foflia. « Torinesi — egli dice, naturalmente in piemontese — ven-, go da Tripoli, e vi porto il saluto di quei piemontesi che lavorano colà per la grandezza della nostra patria e pel buon nome della nostra regione. Vi ringrazio del vostro gentile e caloroso ricevimento, e vi invito a brindare ed a berne con me un bicchiere, ed anche due ». In omaggio alle parole ed al desiderio di tanto uomo, poco dopo vengono tolte le barriere dei vigili, e la folla riempie il villaggio, e si spànde pei numerosi boxe per bere il bicchiere di cui sopra. Il tempo va rimettendosi si schiarisce man mano, e la neve cessa La folla aumenta sempre più, ed 11 villaggio è in breve tutto formicolante, cosi come Gianduia l'aveva pensato e voluto... Alle 17,30 Gianduia con le maschere italiane, con le Giacòmette ecc. è stato ricevuto solennemente Hi Municipio, nella sala delle Congregazioni, presènte il Podestà ammiraglio Di Sambuy e tutti i capd-ufilcio dell'amministrazione civica. Il Podestà ha portato, in-dialetto, un cordiale saluto a Gianduia, il quale ha risposto con un arguto discorsetto e leggendo, alla fine, una briosissima poesia dialettale del comm. Laudi. In seguito le varie maschere italiane hanno pure voluto rendere omaggio al Podestà, con brevi discorsi nei dialetti delle rispettive regioni. L/anftni ta, e la lieta caratteristica cerimonia si chiuse con lo « champagne ». . Dopo quello del Municipio, un ricevimento ugualmente solenne era offerto a Gianduia in Prefettura, cori nuovo scambio di cortesie fra il nostro popolaresco eroe ed il Prefetto generale De Vita, * +++ Gianduia accompagnato dalla 6ua immancabile Giacometta, e dai membri della « Famija turineisa » ha voluto dare una capatina al Giandujot-Bal-Baneflco delle Colonie Alpine e Marine Fasciste in via Principe Amedeo, 20. A riceverlo erano: il comm. avv. Carlo Giordano, presidente delle Colonie stesse, con membri del Comitato fra cui notammo il comm. Giani, il comm. Pelissero, l'avv. Besezzi, il cav. Qairmi, il cav. Ghiglia, il prof, cav. Rolando, il gr. uff. Pasini, 11 maestro Giambastiani ecc. Si brindò alla • Famija turineisa », a Gianduia, alle Colonie alpine e marine fasciste che tanto bene fanno ai fanciulli bisognosi. Gianduia e Giacometta iniziarono le danze poi lasciarono la sala fra grandi applausi. Il ballo continuò fino a tarda ora. +++ Domani, Giandùia e Giacometta, con la presidenza della Famija Turineisa, interverranno alla veglia « Mille e una notte » al Circolo S. Secondo, Piazza d'Armi e Crocetta che per l'occasione sarà trasformato in un lussuoso salone moresco. raglio Dì Sambuy ringraziò ancora una voi-

Luoghi citati: Bologna, Cortanze, Francia, Italia, Milano, Napoli, Torino, Tripoli, Venezia