Verso la revisione dei fitti agrari?

Verso la revisione dei fitti agrari? Verso la revisione dei fitti agrari? Non è tempo di dissertazioni teoriche; ma, se rivivessero i classici che difesero la mezzadria siccome la forma più civile di contratto agrario — spirici magni dei Minghetti, dei Ricasoli, dei Ridolfl, dei. Cuppari esultate ! — avrebbero ben ragione di compiacersi che essa, nell'attuale periodp di discesa dei prezzi delle derrate, si adatta, meglio di ogni altra, al mantenimento della stabilità dei rapporti fra proprietari e coltivatori della terra. Non così è dell'affitto. Se non che la mezzadria ha sue particolari condizioni di formazione e di sviluppo; tipiche e tradizionali, pure con differenze fra di loro, quelle della Toscana, delle Marche, dell'Umbria, della Romagna. Nè si può pensare di sostituirla aR'affitto, particolarmente nelle zone dell'Alta Italia, in cui quest'ultimo ha seguite le necessità di una agricoltura a rapidi progressi. Le zone irrigue o semi-irrigue o comunque a coltura continua intensiva del Piemonte, della Lombardia, dell'Emilia e di altrove insegnano. L'affittuario che, nei testi di una rigida economia rurale, è prospettato come un intermediario superfluo tra il proprietario del fondo e il lavoratore, è ben lungi da quel tipo di moderno agricoltore il quale della coltivazione della terra, avuta contrattualmente in uso, fa •una impresa a carattere industriale, in ragione dalla intensità dei mezzi applicati alla medesima e dei perfezionamenti che interesse e intelligenza lo spingono ad attuare. Siamo fuori del tutto dal caso del latifondo, in cui l'affitto troppo spesso funziona come impresa di sfruttamento della terra e del lavoratore insieme. Dovesi riconoscere che la esistenza di una classe numerosa ed attiva di affittuari, nelle regioni accennate, ha fortemente contribuito, da trent'anni addietro ad oggi, al progresso della agricoltiira, che si caratterizza dal largo impiego di mezzi perfezionati nella coltivazione del suolo e dall'aumento considerevole ottenuto neMe produzioni unitarie delle singole colti vazioni. La classe ebbe, durante e assai più dopo la guerra, colla ascesa dei prezzi dei prodotti, periodi favorevolissimi, che furono invece : critici per i proprietari, sui quali andavano gravando di più in più l'onere fiscale ed altri oneri fondiari e, come su tutti i cittadini, il rincaro della vita. Nacqua allora quella agitazione fra i proprietari di beni rustici, la quale condusse a provvedimenti legislativi, autorizzanti, entro determinati limiti e coH'ausiljo di. Commissioni arbitrali, la revisione dei fitti. I?argomento è in discussione sulle stesse basi in questi giorni nel Parlamento francese. 11 fenomeno della ascesa dei prezzi continuò; ma le particolari intese fra proprietari ed affittuari nei contratti in corso e il rinnovarsi di molti dei vecchi contratti finirono per costituire uno stato di .equilibrio abbastanza soddisfacente. Se jion ebfveopravvenne-qiieB©- «te-to di- sfiducià nella stabilità della lira che fece ritenere a molti ;— e la speculazione si gettò nell'impresa — conveniente di tradurre il risparmio in beni di qualunque natura, e le terre furono ricercatissime. L'ascesa dei prezzi delle derrate giustificava il fe nomeno. Le fortune private terriere salirono grandemente. 11 mercato fondiario segnò prezzi di più in più elevati. Che dire dei prezzi degli affitti? Essi crebbero in misura ancora maggiore di quella che non fosse, volta a volta, consentita dalle circostanze, a causa della viva gara fra gli accorrenti ad- assicurarsi un contratto e dalla persuasione — perchè no? — che i prezzi dei prodotti avrebbero continuato il cammino ascendente, dovuto alla fragilità della lira Paragonati ai prezzi dell'anteguerra, si ebbe in quelli dei fitti un distacco di otto o dieci volte in più, largamente superiore alla differenza^ consentita dalla svalutazione della lira e dalle maggiori spese di produzione. Vennero i provvedimenti del Governo è storia di ieri — m materia di rivalutazione. Il cambio fortemente discese, arrestandosi, senza artificiosi sostegni, ad un equo limite e dando la netta impressione che peggioramenti non potranno più essere. Da qui: non più traffico febbrile delle terre 1 Non più ricerca affannosa dei fitti! • .. Si inizia cosi nella economia delle aziende agrarie quell'assestamento il quale solo attende che alla flessione dei prezzi -delle derrate segna, in non lungo volgere di tempo, la riduzione dei prezzi di costo di tutto quanto è necessario all'esercizio del l'agricoltura. A quésto punto gli affittuari si agitano, La loro situazione, riportata a quella di un tempo nel confronto coi proprietari, si 6 rovesciata. E le discussioni si iniziano assai interessanti tra fittavoli e proprietari nei giornali agrari di Milano, centro della fertile plaga dove più marcatamente si manifesta il disagio. Le ragioni e il torto interamente non sono nè dall'una nè dall'altra parte. Dopo tutto esiste la varietà dei casi che determina differenze profonde delle quali va tenuto conto. Ma il disagio è reale; non giova nasconderlo. L'interesse del paese vuole che nulla si perda delle energie dei rurali che, dedicate all'accrescimento della produzione, hanno un alto dovere da assolvere e chiama soluzioni che avranno tanta maggiore efficacia quanto più rapidamente saranno ottenute. Bene dunque ha fatto la .Confederazione nazionale fascista degli agricoltori, presieduta dal conun. Cacciari, a promuovere un convegno di proprietari e di flttabili. tenuto giorni or sono a Piacenza, al quale hanno partecipato rappresentanti di organizzazioni agrarie di tutte le Provincie dell'Alta Italia. Esso ha dato luogo ad una elevata discussione che si è chiusa colla votazione di un ordine del giorno, proposi;) dall'on. Barbiellini, col quale, affermato il concetto della collaborazione delle classi, si chiede un provvedimento legislativo che dia facoltà alle organizzazioni sindacali fasciste degli agricoltori di rivedere \ contratti di affitto, ove ciò si manifesti necessario ai fini della produzione. Intanto si raccomanda alle Federazioni provinciali di intervenire amichevolmente nei oasi nifi urgenti con loii individuali o collettive. fi voto è animato da un lodevole spirito di solidarietà, il che vuol dire di giusta misura nel valutare le ragioni delle parti, e si richiama — degno pure, questo di nota — ai fini supremi della produzione nazionale. Le organizzazioni sindacali, uscite dalle recenti leggi, vanno facendo le loro prime ■ prove, e, non vi ha dubbio, troveranno pel caso la via delle savie soluzioni. In¬ otrmbbcegmggcelrqrtddpm.•ftiJl anto la Federazione di Padova sta svol¬ sondo opera fattiva sul terreno dei conipori i monti amichevoli, i (piali riusciranno iù facilmente quanto più avranno mosso da! fatto ' contingente e dal considerare ogni caso a 6è. Non sarebbe affatto opportuno cercare, con nuove formule di carattere generale, di modificare sostanzialmente il contratto di affitto, che, nella stabilità delle condizioni e nella durata non breve, trova di norma le ragioni a fare si che l'agricoltura si dedichi ad un intenso esercizio dell'azienda nella quale è impegnato, anziché attendere da uno sfruttamento pur che. sia del suolo il proprio guadagno. La Confederazione nazionale fascista degli Agricoltori ha presentato il voto del convegno di Piacenza al Capo del Governo e ora si appresta a promuovere un analogo convegno a Napoli. I suoi sforzi meritano di essere seguiti con simpatia da quanti, pensano che una tranquilla operosità, in un ambiente di reciproca fiducia tra proprietari di terreni e coitivatoTì e di rispetto del diritto di ognuno, sia condizione prima di successo dell'arduo compito al quale, nell'ora presente, sono chiamate le campagne italiane. GIOVANNI RAINERI.

Persone citate: Barbiellini, Cacciari, Cuppari, Dovesi, Minghetti, Ricasoli