La macabra scena dello squartamento rievocata dal facchino d'albergo

La macabra scena dello squartamento rievocata dal facchino d'albergo Sfilata di testi al processo per l'assassinio della «Rinin» La macabra scena dello squartamento rievocata dal facchino d'albergo gLe deposizioni del maresciallo Bertolotti e del vioebrigadiere Curzi Terminali gli interrogatori degli imputati, si sono iniziate ieri manina le depos:zi"iii testimoniali. Barbero Giuseppe, Giovanni e Albino, èoiio n.-petti vanitine padre e fratalli deità disgraziata Rinin. Sono contadini di Cortennlia. Depongono che la Rinm a 17 anni, profittando dei! assenza dei rratcili partiti pel ironie, se ne venne a l'ori"o co me domèstica presso un colonnello. Era una buona ragazza allora. Il Giovanni dice: — Per nostra disgrazi» perdemmo la mamma da piccoli, E 11 Presidente esclama: — Quando non Cè piti la mummal... Queste tragedie iianno tutte uno stesso punto di partenza: la lamiglia che si sfascia quundo viene a mancare o la mamma o il babbo, e i ligli elle vanno per U mondo, in balia di 6e stessi. Se il cuore e il cervello li assittono sono vincitori, se no è il disonore, la rovina... Il vecchio Barbero non dice nulla di nuovo. Il figlio Giovanni narra che la RU'a un giorno andò a Cortemigiia col marito, il guale raccontò in quell occasione alla fami glia tuta Quantità di frottole. Diceva cne era uno dei migliori operai di Torino e sembrava il pud ione del mondo. Giovanni e Albino partirono nel 1915 pel fronte e la sorella andò a sei vizio a Torino. Congedati nel 19 seppero die la sorella era sempre a Tonno. Albino dice: — Rina e Franco rimasero nostri ospiti un mese. Ci diceva che era capo di una otheina e che in guerra era stato ufficiale. In sostanza si dava delle arie, ma capimmo che aveva poca voglia d< lavorare. Stette un mese da noi a mangiare e a bere senza neppure aiutarci un minuto. Il lavoro lo affaticava... Insignificanti risultano le testimonianze di coloro die trovarono i resti deila disgraziata Rinin La testa era involta in giornali del l.o ottobre e il rinvenimento avvenne tó giorni dopo. Il maresciallo Bertoldi! racconta.» Depone il maresciallo dei carabinieri Rertololti. capo della squadra in borghese deila Legione interna dei carabinieri. E un personaggio notissimo, che ha reso alla Giustizia servigi di gran rilievo.. Narra come avvenne il primo macabro rinvenimento.. Si suppose che i due arti fossero stati gettati dal treno. La sera del 3 ottobre sì presentò agli istituti del Valentino un .individuo, che era poi II Cananeo, chiedendo di vedere quei poveri restì. - LI riconobbe — aggiunge il teste — ma fummo sorpresi dal sno interessamento vivissimo per trovare 6ub to dpgil amid i quali deponessero che lui aveva sempre trattino bene la moglie e che le voleva molto bene Prima di andare al Valentino, Cattaneo volle ' farsi servire due uova al marsala Al Valentino, il Cattaneo ebbe una crisi nervosa, non certo di dolore, crisi che spari con un altro bicchierino di marsala. Cattaneo volle unirsi con noi nelle ricerche e si dimostrò stranamente sollecito nel volere parlare con certi» Caudina che era amica ridia Rinin. Voleva certamente Imbeccarla II cont-egno del Cananeo insomma non. era 13 contegno d'un uomo addolorato, ma 'dell'uomo preoccupato di far sorgere il cospetto che altri avesse uccisa la Rinin perchè era una cocainomane. L'Imputato Cattaneo interrompe burbanzosamente e il Presidente lo redarguisce con SG ver j 1 ri — Sappiamo — eli dice — ebe voi ritenete bugiardi tutti 1 testimoni che verranno a deporre. E maresciallo continua: — Trovammo finalmente la Gaudina e questa depose invece subito circa 1 malirattamenti di cui era oggetto la Rinin. Un'altra sua amica ci parlò della stoffa di un vestito che il Cattaneo aveva regalato alla Rinin. stoffa che secondo la descrizione era presumibilmente quella in cui vennero trovati avvolti i poveri resti. Cattaneo dibeva che voleva redimere la sua donna e invece la prostituiva prendendole il danaro. 11 teste narra qualche altro particolare, a questo proposito, edificante In sostanza, per dirla in francese, Cattaneo faceva il souteneur. il maresciallo parla purè dei compagni del Cattaneo, cioè di Bianchi, di Rosso, di Rubino. In qud giorni tutti erano stravolti e si lasciarono sfliggi-e parole compromettenti. Cattaneo prima del delitto abitava al l'avalla Grigio t poj ai Tr* Limoni. Indagini non se ne fecero circa il Gran Cairo perchè Siesta non aveva ancora parlato. Il mistero del « Gran Cairo » Le Indagini sul Tre Limoni non diedero risultati AHora il maresciallo incaricò.un suo dipendente, il vi ce-brigadiere Curzi, di fare nei più grande segreto ricerche specialmente nell'ambiente frequentato dal Cattaneo. Costui dominava la sua compagnia In cui faceva do padrone. E dice: — Il mio dipendente seppe da certo Ambrogio che an tale Neiroui 6'era con lui vantato d1 avere avuto parte nel delitto insieme a Cattaneo e a Bertiiu ■ interrogai l'Ambrogio che confermò le sue dichiarazioni ed allora l'autorità giudiziaria procedette all'arresto del proprietario del Gran Cairo, delle cameriere e del facchino Biesta Costui quando fu in carcere si decise a parlare in principio era stato ostinatamente reticente Narrò, che verso le 3 di notte erano entrati ndl albergo Bertlni, Cattaneo ed un terzo individuo. Cattaneo diede 6ette lire di mancia perchè lasciasse entrare tutti tre nella stanza da lui occupata. Il Biesta poi confessò che la Rinin era stata uccisa nella camera numero S>, spiegando come aveva visto e dando particolari anche minuti Ad esempio ci indico una secchia di segatura che servi dopo la maca tra operazione Aggiunse che aveva avuto umnaccir perchè tacesse non solo dal Catta Beo e dal Berlini ma anche da parte di sconosciuti che incontrò un giorno in via Viotti. All'albergo rilevai che la camera num • 6 era stata ripulita e ritappezzata Pure pulito era stato il gabinetto Stabilito che il delitto fu compiuto al Gran (.airo chi poteva averlo compiuto se non Cattaneo e compagni? Bianchi riferì che qualche notte prl. ma del delitto, durante una discussione tra i due coniugi Cattaneo. ,<enti costui dire rivolto alla donna: Tu ei la mia ne mica! E la Rinin rispondeva: - No. io 6ono la tua vittima. Ma tua martire! Cattaneo non voleva bene alla donna, la *posò per sfruttarla eppoi voleva dis* irsene perchè non ren¬ 1 deva più. La Rinin era ridotta male in ar- I ncse, la vita l'aveva sciupata Rovinò anche la sorella « Cattaneo è di buona famiglia Anche sua ! sorella Aiuta era una brava ragazza.' V. non so ("Crcli." la fece venire a Torini. Certo e die l'affidò stibtto al Rosso e questi se ne lece una mantenuta. Difesa. — Non doveva spofarla? Proc. Gen,: — Gliela aveva data in prova Ular(tó). Avv. Quatroccolo: — In sostituzione della Rinin... Imputato, rivolto aU'avv. Quatroccolo : — Che spirito ha, avvocato! (si ride). Venendo a parlare del Biesta, il teste ritiene che costui sin veritiero e che abbia subito la minaccia dd Cananeo. Ritorisce die il Biesta andò quella notte a busso, nei cortiletto di via Viotti per far andare via alcuni fattorini degli espressi che si trovavano nella strada in quell "ora. C'era anche un signore, il conte Darwin, fermo a parlare con un amico, i! quale protestò contro li' pretesa del Uiesta. 11 conte Darwin, quando seppe che il delitto era 6tato consumato al Gran Cairo, in quella notte, capì die 11 Biesta mirava a togliere degli importuni perche non vedessero ti Cattaneo c aulici usare coi macabri nac-1 chi Venendo a parlare de"; Bottini dice: « Cistiti è una vittima del Cattaneo o della cocaina Egli fu di quel gruppo di giovani i quali si d'ano messi in testa di collaborare colle autorità per estirpare la mula pianta dei cocainomani e dei venditori di cocainaSucre-se questo fatto: che quando (tornimelo come volontario poliziotto, con qui>stt buoni propositi, a frequentare il triste ambiente del Cattaneo, ne fu a sua volta preso. Berlini ha «lato prova sempre di un tenace. misterioso, insopprimibile attaccamento al Cattaneo. — E del Biesta ehe td-ea s'è fatto7 — Costui tacque cerche minacciato. — Era matto, fece mei pagaie? — Ma no, ma no. Era normale. Dirò che dopo 11 delitto, le cameriere riscontrarono nel Biesta un cambiamento di carattere. Pareva impressiooato, preoccupato. ri teste conelude la sua deposizione riferendo che al Gran Cairo si mostrarono reticenti anche 11 proprietario e le cameriere, tanto che tu Mi vennero arrestati. Corto 6 che le cameriere avevano paura di entrare nella camera n. 8. Costa Umberto trovò per primo sitila riva del Po la testa delia Rinin in un pacco formato da alcuni indumenti e da carta di giornale. II rinvenimento avvenne 42 giorni depo il dditto, ma il pacco doveva essere stato gettato da poco perchè la carta che avvolgeva il pacco era in buone contusioni. L'astuzia d'un vice-brigadiere Curzi Guido è quel vicebrigodiere della squadra in borghese dd carabinieri che fece speciali ricerche nel c;«npo degli amici del Cattaneo. L'aveva vieto la prima volto all'Istituto del Valentino. In quell'occasione Cattaneo diceva ai carabinieri : « Voglio essere il vostro compagno di ricerche, vi condurrò nei bassifondi frequentati da mia maglie {ilarità). Ma avevo una gran fretta di trovarsi colia compagnia dei suoi amici per comindnre con loro le ricerche. Diceva: Vedrà che coi miei amici scopriremo tutto l La preoccupazione del Cattaneo fu quel'a di far parlare le amiche della Rinin in presenza dd vice-brigadiere e di far dire loro che egli trattava bene la Rinin e la manteneva agiatamente. — M'accorsi — aggiunge II teste — che le ragazze rimanevano sorprese... Capii piti tardi die esse sapevano invece quale triste vita era costretta a condurre la disgraziata, dalle minacele e dalle violenze del marito. IhiB certa Georgiano gli narrò ehe la Rtinin aveva ricevuto in dono dal marito un taglio di stoffe grigia spigata, ehe era appunto la stoffa die avvolgeva i reati umani. S*ppe in modo evidente ehe il marito percuoteva sempre la Barbero e la sfruttava. La figura del Berti ni venne In risalto al teste quando et fecero Indagini sugli amici dd Cattaneo. RisuKò che anche lui spacciava cocaina. Ma l'imputato interrompe il teste gridando: — Me no. sono stato assolto. Presidente: — Ho fatto venire la sentenza. Fu denuridato per spaccio di cocaina, ma poi fu condannato soltanto per uso di cocaina. Il teste depone ora sitila seconda parte delle Indagini volte a sapere dove era stato consumato u delitto. Frequentando certi ambienti, unicamente per dovere, fece relazione con un oervo Ambrogio. E il teste aggiunge: — Me lo feci amico e cominciai a lavorarlo. Una sera, mentre si prendeva il tram, all'Ambrogio scappò detto: • Del resto Neiroui, se dovesse parlare, avrebbe da dir« molte cose •. Rimanemmo insieme tutta la sera. Siccome quella sera l'Ambrogio aveva bevuto, volli Interrogarlo pio a lungo all'indomani, a mente calma It tvrrogato con circospezione mi narrò che Il Neiroui 6'era vantato d'avere preso parie al delitto nella stanza n. 8, insieme al Cattaneo e al Berlini. Queste confidenze me le fece In varie riprese, quando io potei entrare nelle buone grazie del mio confidente con cui avevo dovuto stringere amicizia. Al-1 lora avuto un punto di partenza arrestammo proprietari, cameriere e ri facchino Biesta. Costui m'ha dato l'impressione d'un uomo anziano che s'è lasciato eccessivamente intimorire. Presidente: — fi Cattaneo non era certo un individuo tranquillo. Avv. Obert (difesa) : — Il Biesta conosceva U Cattaneo da tre giorni appena. Proc. Gen. : — Però l'aveva vi6to squartare sua moglie. E non doveva avergli fatto una bella Impressione 1 L'udienza pomeridiana Nel pomeriggio il vice-brigadiere Curzi riprende la sua depostsione. Egli in quei giorni interrogò tutte quelle disgraziate frequeutatrici di Porta Nuova ch'erano amiche della luiiiti. ed apprese che nella notte fatale il Cattaneo, contrariamente a quanto egli dice, non si fece vedere in quei pai-aggi. Una 1 di quelle donne disse anzi di averlo cercato perchè aveva un prepotente bisogno In quella notte di cocaina. U teste racconta di avere saputo dai testi del Gran Cairo, che durante le macabre operazioni deve essere tornato utile ai Cattaneo e soci un secchio di segatura di legna che si trovava nel corridoio dell'albergo E infatti rimasugli di segatura vennero trovati sulle membra straziate della Rinin. membra che erano avvolte in carta roseti. d.i quella che il Cattaneo 'adoperava pei avvolgere la cocaina. Dna mondana gli narrò che una nette recatasi ai Tre limoni por comprare deTto oeotttha, il Cattaneo glie! avvolse in corta rosa di cui ne aveva un pacco. E riconobbe ap;mnto tale carta. Riniti non tornerà pia Un'altra donna ch'era stata oggetto di una galanteria da parte del Cattaneo, proprio lutando la Ritriti era scomparsa, uno sera gli disse: — Non cercniTii. Tu hai la Rinin. E Cananeo in dialetto ribattè: - Non preoccupartene Rinin di dov'è non tornerà più. Oneste paiole vennero pronunciate presente il Bertlni. il quale rideva. Si seppe altresì che una sera la Barbero si eia recata ad impegnare la sua borsetta, nicliieste del motivo, rispose che nella notte non aveva fatto soldi e temeva le Ire del marito. E' chiamato il tenente dei carabinieri FlneHi "Era in ufficio quando il maresciallo [lerli'lotU elava interrogando il Cattaneo. Attraverso le risposte ddl'arrestato, 6i fece la convinzione che ii Cattaneo era colpevole. Si meravigliò che costui facesse assegna mento sulla deposizione non ancora avvenuta del facchino dell'albergo, Biesta, anzi l'ufficiale gli disse: — Ma come fate a sapore che il facchino preciserà ora e minuti ridia vostra entrala e usdta dall'albergo se non c'è stato un preordinato accordo prima? Cattaneo quella sera scattò come una molta a queste parole. Adesso è la volta di un teste di particolare importanza, il facchino Biesta. La difesa ieri lm avvertilo il Presidente che il teste ha avuto due sorelle ricoverato al maniodmio. 13 parti colore è vero. L'uria fu colpita da demenza precoce e l'altra da lipemamia. M Presidente noto: — Se andiamo a cercare ed a ricercare neTle famiglio, non 60 come ci dovremo regolare. Apprezzeranno i giurati. I^a difesa protesta e afferma che il particolare ha la sua importanza. Che 61 voglia da oggi sottoporre a perizia psichiatrica i testimoni e non più gli imputali? Se gli orizzonti dei giure s'allargano, un giorno l'imputato potrà sollevare formale incidente e chiedere ima perizia psichiatrica del Procuratore General? e dd giudice che ha istruito il processo. H facchino Matteo Biesta E' introdotto, fra molta attenzione, 11 facchino d'albergo Matteo Biesta. Ha 45 anni Fa il facchino da 25 anni ed è stato, da mici che risulta dai benserviti ch'egli presenta, in primari alberghi anche dell'estero. Il testo racconta ohe II 30 settembre, verso le 19, si presentò a mi un individuo il quale chiesedi entrare nella camera dd Cattaneo. Da frasi che comprese, gii parve che l'individuo mettesse paco tra 1 due coniugi che litigavano. E prosegue: . —- Ve? so il mattino sentii bussare con forza. Poiché non fui svelto. Cattaneo minaociava di sfondare la porta. Appena aperto, fecero irruzione In tre. Cattaneo prosegui insieme all'altro, mentre Bertmi alle mie richieste mi disse : • Non ho nessuna difficoltà di dare i! mio nome ». E me lo diede. 11 terzo, ohe non conobbi, non mi diede ne nome ne schiarimenti. Mi chiesero una trapunta. Ma io rimasi molto mortttìcato e trasognato pel contegno di quei tre, che avevano fatto da padroni dell'albergo.- Poiché il teste si agita e gli Imputati lo interrompono, interviene U Presidente. Biesta grida che è ora di dire tutta la verità e che gli individui erano in tre. Bertini diede il nome 6u un foglietto che poi scomparve. Non sa chi lo abbia fatto scomparire. Il teste prosegue: — Il Cattaneo mi ha afferrato, mi lm messo dietro la guardaroba minacciandomi colla rivoltella e dicendomi: «Guai se parlili. Il letto era disfatto e ridotto come se 60tto le lemmoia d fosse una persona addormentata. Sul divano c'erano come del pacchi di stoffa. —- Cosa avete veduto? — Mi hanno messo dietro il guardaroba e non ho vieto niente, ma ho sentito che si muovevano, ohe- lavoravano. — Lei tentò di guardare dal buco della serratura e Cattaneo se ne accorse, * Si, mi mandò via. Ma il delitto non era stalo compiuto, che sarai corso subito in Questura. Magari d fossi andato ohe non avrei avuto tutte qudle noie che ho avuto in seguito. L'ingiunzione di tacerò n teste che è notevolmente emozionato narra che aUlndornani del fatto fu avvidnato da due Offuri i quali gli ingiunsero di tacere sempre e n'ebbe paura « pesche la banda era temibile i. — Cosa successe quando Cattaneo vi afferrò ? — Il Cattaneo spostò l'armadio è mi mise di dietro. Andavano e venivano. Forse entrò qualcun altro e certo amo dei tre usci. Alle b e mezzo spensero la luoe e uscirono In due, eolle scarpe in mano, per la scala di servizio che inette in via Viotti. Avevano ognuno un grosso pacco sotto braccio. Non conobbi però tra i due il Berlini. P. G.: — Perohè non confessaste subito T — Ero preso fra tre fuochi. Non era- più un uomo .Avevo paura delie mia pelle e dello scandalo dell'albergo. Io pensai: Se va, va. — Quella none c'erano nella strada adcuai fattori Ai che mandaste via? — So ehe li mandai via una notte perchè facevano rumore e disturbavano. Ma fu la notte dd 39, non quella dd delitto. Un giurato: — li Biesta entrò in camera la prima volta a portane un trapuntino. Quando fu preso dal Cattaneo? — Quando mi presentai una seconda volta insistendo per avere il nome del terzo individuo. Cattaneo pose termine alla discussione, afferrandomi e cacciandomi dietro un armadio. — A che ora? — Alle 3 e mezzo circa. — E quanto tempo rimase in quella posizione? ; , — Fino alle 5,30, cioè quando uscirono i tre. — Cosa sentì durante questo tempo? — Humori di gente die nudava e veniva a I piedi scalzi, rumore Si carta come di gente ' che faeesse dd pacchi. Poi andarono parecchie volte al gabinetto ad attingere acqua, — E c'era della segatura a disposizione? — Una secchia e un cesto di sega tuta. — All'Indomani riscontrò che ne mancava? — Sicuro che ne mancava. | ;j'!I — 11 trapuntino che diede al Cattaneo fu restituito? — Non s'è più trovato e l'ho pagato io. Mi costa caro quel trapuntino) Avv. Farinelli, difesa; — Prima d'entrare aveva corcalo di guardare daJ buco della serratura? — Naturalmente, ma non si poteva vedere gran che. « Ero terrorizzato » Il teste narra che i tre quella sera erano frettolosi e che il Cattaneo aveva la eh.ave della camera che era chiusa, contrariamente alle altre sere. — Aveva ragioni d'odio verso il Cattaneo? — gli chiede il Presidente. E il teste risponde pronto: — Ma che) Io lo consideravo una persona per bene, un piazziste, un commerciante. Egli era, del resto, all'albergo da soli tre giorni. P. G. : — E quando 1 tre furono usciti, come si trovo lei? — Ero terrorizzato. Non ebbi la presenza di spirito di andate subito in Questura', se il commissario Mantella mi avesse subito arre- ; stato avrei confessato tutto, luvece mi arresta rono molto tempo dopo e mi fecero fare , otto mesi d- prigione che furono la mia rovina. Difesa. — Perche nella notte stessa non ha avvertito il padrone? • — Perchè sotto, In istrada, c'erano verosi- niilinente altri compagni del Cattaneo. Difesa: — Come poterono Bertini e Catta- neo rientrare ih albergo senza essere visti da lei ch'era di guardia? — 11 Gran Cairo aveva quattro porte d'en- trata. quattro cortili e tre scale. Piesidentc: — Andremo se del caso sul luogo e vedranno i giurati quali complica- zioni d'entrata e d'uscita d sono in quel-l'albergo I difensori tempestano di domande 11 Biesta corcando di confonderlo e di pigliarlo in contraddizione. Ma il BlesUi tiene testa e si anima e si irrita e dice che ha sofferto il carcere Ingiustamente per la malvagità altrui. fi Presidente commenta bonariamente: — Nella mia lunga pratica ho sempre visto che quando arriva un teste di quest'importanza è subito avvolto in una tempesta di | interruzioni e di contestazioni da parte degli, avvocati. l,a toni pesta si placa, E adesso è Cattaneo che muove contestazioni al toste. Domanda: — ri Biesta perdio non ha avvertito la Questura di quel che aveva visto ndla notte? — I.Tio già detto. Ebbi paura. — Ma è poselbfle — grida li Cattaneo — che uno che ha paura stia zitto l — E l'Imputato vuol spiegale come qualmente un Tizio ciie sia stato minacciato deve correre subito in euoetura A queeto punto il Presidente dà lettura dei lunghi interrogatorli sostenuti dal Biesta nel periodo istruttorio. In tutti questi lunghi interrogatorli egli ripete sempre «he non ha aiutato in alcun modo il Cattaneo, ma 6 stato vittima delle di lui minacele. Il giudice ha posto a confronto il Biesta col Bertmi e col Cattaneo, e anche aflora ripetè le sue dichiaxasioni. Il Proc. tien. nota che in uno degli ultimi 1 interrogaiorii 11 Biesta narrò ohe era stato ; minacciato colla rivoltella e, rivolto al tej ste, lo consiglia a dire proprio la verità. Il teste conferma. Avv. Bara valle, di P. C: — Confessi so è stato obbligato a lare qualche cosa che sinora non ria detto. Temo che quel guardaroba nasconda qualche cosa. Non deve aver paura oca. Proc. Gen.: — Dite, dito se li avete visti a uscire. Non avete più nulla da temere. Teste: — Quello che dovevo- dire l'ho detto. Proc. Gen.: — Insomma, era presente quando i due uscirono? E c'era Bertini? — Ero presente, ma Bertlni non c'era più tra quei due. Cattaneo fa Pawocato.- Cattatieo insorge nuovamente a rubare l'uiiicio ai suoi difensori, e muove con una parlantina velocissima, una quantità di piciole contestazioni al Biesta. Il P. G. prende appunti e sorride. Avv. Quaitcrocolo : — E' un abile difensore.Cattaneo: — Le risultanze dell'istitittoria sono un cumulo di falsità. Biesta non ha , fatto che dire di si a tutto quello che gli faceva dire il giudice istruttore. Si citi co' me testimonio il giudice. ! Presidente: — La legge lo vieta, Cattaneo: — E' stato oh beato se il BiestaI poteva avere rancori con me. L'ho escluso! Però mi sono chiesto : se Biesta fosse un calunniatore avrebbe calunniato con un'accusa precisa. Invece quest'uomo è stato tempre indeciso, è stato suggestionato del giudice istruttore, il quale ha fatto però il suo dovere allo scopo di far balzare la verità, Biesta ha detto un mucchio di sconclualoal. lo ho sempre detto una cosa sola nei miei Interrogatorli. Presidente (ironico) : — Ma, non credo...— No, io ho detto •sempre la verità e la verità è una. E' vero che io rubo 11 mestiere al miei avvocati... (Ilarità). Parte civile: — E' vero, è vero, ma ci fa piacere. Imputato, con forza: — Ma lo mi difendo IIl pubblico ride e 11 Presidente richiama l'uditorio alla serietà, perchè, dioe, si- tratta di una cosa molto seria. Cattaneo prosegue nella sua auto-difese e chiede al Biesta: ■—Perchè venne a spiare alla porta? Biesta: — Perchè volevo sapere chi era il terzo individuo, e adesso capisco che quello non voleva comprometterai quella notte. Cattaneo, gesticolando, indirizzandosi atosto: — Guardi di accusare bene; accusi giusto, perchè non le perdonerei più. Se ha da accusare, accusi, sia schietto. Presidente: — Dunque, o Biesta, vi si chiede so avete detto la verità, se avete nulla da aggiungeie o da modificare. Il teste è irremovibile. — Quello che ho detto — ripete — è la pura verità. Quella notte attorno a quel cadavere erano in tre, Cattaneo, Bertini e >un terzo individuo soonosduto. L'udienza è rinviata a stamane. Cattaneo si intrattiene a discutere con calore col Bertini e gli dice: — Vedi, come tulto va beneBertini non si manifesta di questo parere e rivoHo ad alcuni del pubblico, che sostano davanti alla gabbia, dice in tono scherzoso— Diventerò un numero di matricola. Poi l'aula si vuota lentamente. BUCO LE MOGGI.

Luoghi citati: Cairo, Torino