Il Convegno dei Direttori fascisti dell'Alta Italia di Augusto Turati

Il Convegno dei Direttori fascisti dell'Alta Italia Il Convegno dei Direttori fascisti dell'Alta Italia Un discorso deil'on. Augusto Turati Milano, 14, mattino. Ieri ne) pomeriggio, nel salone dello storico palazzo di piazza San Sepolcro, dove il fascismo tenne le sue prime assemblee di battaglia, si è tenuta la grande adunata dei Direttori Federali dell'Alta Italia, convocati dal Segretario generale del Partito on. Augusto Turati. La vasta sala era insufficiente quasi a contenere la folla dei membri federali, giunti da ogni provincia e dei gerarchi cittadini, senatori e deputati. L'on. Turati è giunto alle ore 15, accolto al suo ingresso da una cordiale, vibrante manifestazione di saluto. Erano attornio a lui il vice segretario gen. on. Starace, il segretario generale amministrativo comm. Marinelli, il comandante di zana della Milizia console generale Carini, il Podestà on. Belloni, il rettore dell'Università sen. Baldo Rossi, il direttore del Popolo d'Italia, grand'uff. Arnaldo Mussolini, il presidente dell'Ente Nazionale dulie Cooperative on. Altieri e altre personalità. Preso posto ad un tavolo, a fianco del quale campeggiava un grande ritratto di Benito i zdmsdapnsrgddasescdnnjfparola, rivolgendo ai convenuti che lo hanno Miuss^lisii, l'on. Turati ha "preso senz'altro la I , a- ! seguito con la più intensa attenzione il se guente discorso: « Camerati, dopo sette anni di battaglie, di an6ie e di vittorie, il fascismo ritorna qui, in questa sala, dove il Duce espresse le prime volontà e segnò la prima mèta; vi ritorna con taluni dei suoi vecchi uomini, sempre fedeli nei ranghi, e con uomini nuovi forgiati» alla dura scuola dell'esperienza e della necessità non sempre eroica, ma 6empre generosa. Tutto questo nrm è desiderio > vano di rievocazioni, perchè noi continuia- mo, per fortuna nostra, a vivere nell'ansia ! del domani; ma vale solo a conforto ed or-1 gogiio per constatare che possiamo con ani- ino sereno tornare qui, ove le prime parole | e le prime formule furono espresse, perchè : ai comandamenti .non abbiamo mentito e perche con orgoglio poliamo guardare la .a lunga teoria di coloro che da allora ad ogffiasono per la causa caduti. Io ho voluto questa ; riunione, dopo due mesi di sospensione di ogni cerimonia, di ogni grande manifestazione, non per il gusto sterile di pronunziare un discorso, nè per la necessità di un ritrovamento di potenze, che sono quotidianamente a contatto nell'adempimento di un conipito umico, nè per fissare un programma, che : può essere solo dato dal genio c dalia parola i del Duce e che è già segnato in pane dalle necessità e dalle responsabilità che il fascismo si e assunto dinanzi alla inazione e dinanzi alla storia, ma solo per fissare più nettamente alcune idee e alcuni concetti che ho la sensazione siano talvolta incerti e non completamente chiari. Formare la classe dirigente » « Accade talora di leggere su per le ancor ; troppo numerose colonne di giornali e riviste, sfoghi critici e verbose interpretazioni di taluno che sembra sempre affranta a far sapere agli italiani che egli vigila insonne sulle sortì del fascismo. Taluno di costoro, ad esempio, ha con allegra leggerezza segnalato il grave pericolo che il fascismo, dopo la costituzione e l'ordinamento corporativo e la frantumazione delle forze avveisaile, abbia esaurito il suo compito. Poteva apparile, dalla lettura di quei contorti e rachitici parti sulla epica fascista che noi fossimo tutti ridotti a una folla di disoccupali intenti aUa ricerca di una ragione qualunque di vita e di battaglia. A tutti costoro sarà bene ricordare quali sono i compiti e le funzioni che il fascismo deve tuttora assolver*,. 11 partito deve dare al regime la classe dirigente [vivi applausi). Vi prego di considerare, camerati, che In questa frase è la funzione fondamentale e decisiva del fascismo. Se questo compito noi non sapessimo assolvere, il fascismo resterebbe tagliato fuori dalle possibilità di potenza della vita di domani e dalla conquista definitiva della potenza nazionale (applausi). Fino ad ora, bisogna avere il coraggio di dirlo, il partito non ha risposto che parzialmente alle richieste del Duce, che fin dal 1923, anno primo dell'era nostra, chiedeva che il partito fornisse camicie nere cui affidare gli organi più delicati della politica statale. Ad ogni modo, a conforto, è bene ricordare che nel l'anno scorso il Duce ha potuto, chiamandoli direttamente al posto di comando delle organizzazioni provinciali del Partito, affidare a nostri valorosi camerati posti di Governo, cariche di Prefetti, funzioni di Console generale all'estero. Ma la classe dirigente non è solo fatta di questi uomini, che hanno 1 più alti gradi e le più delicate funzioni. Perciò sarà bene ricordare ai fascisti che, se è vero che ogni soldato ha nello zaino il bastone di maresciallo, molti devono accontentarsi, per le loro qualità, di essere dei tenenti, dei sergenti, dei buoni caporali. La classe dirigente significa novemila podestà, ventimila ufficiali della milizia, delle avanguardie e dei balilla, diecine di migliaia di consultori municipali e provinciali, migliaia di funzionari dello Slato, migliaia di dirigenti delle organizzazioni politiche, delle associazioni e dei sindacati diversi. Universitari, sport, Dopolavoro e fascistizzazione della scuola « Se poi si passa all'esame dei compiti specifici che sono riservati esclusivamente al partito, ognuno rileva die, oltre al compito di teneie sempre viva la fede fascista nel popolo e far penetrare questa luce in fondo a tutte le coscienze, il partito deve controllare ed armonizzare altre affinità Importantissime della vita nazionale oltre a quelle che ho sopra illustrate. Eccols: L'organizza¬ zione, l'inquadramento e la preparazione della gioventù universitaria, tutto il problema culturale nel quale s'incominciano a dare segni di sbandamento e confusionismo; la disciplina del mondo sportivo, che deve dare all'Italia la generazione, che noi sognammo pronta fisicamente e moralmente per vincere nelle grandi competizioni intemazionali; la sistemazione del Dopolavoro, buona atmosfera di serenità e di letizia per le ore che seguono al travaglio dello studio e alla fatica delle officine, l'immane sforzo delle opere di assistenza sempre Insufficienti di fronte alle enormi necessità della giovinezza che soffre, si disperde e cade; il lavoro di edu-. cazione della donna che deve vivere meglio e più questa grande rinascita della Patrio, per essere la donna fascista, pur restando squisitamente italiana; la fascistizzazione completa della scuola (scroscianti applausi di consenso sottolineano iiuesta affermazione) alla quale bisogna dare insegnanti che remano completamente lo spirito di questa nostra rivoluzione; la disciplina e la cura dì tutti coloro che sono dipendenti nei pub¬ blici servizi, che costituiscono il grande éser cito di funzionari e di agenti delle ferrovie e delle Poste che 11 mondo ci invidia, l'assistenza e la elevazione del mezzo milione di italiani, che in pubblici impieghi, nelle banche dello Stato, negli Istituti, nei più piccoli Comuni d'Italia debbono rappresentare la ragione di onesta amministrazione e di armonia economica del popolo Hai in no. Vi ho accennato, o camerali, ai problemi principali, ma potrei continuare. Per ogni diri gente che voglia veramente vivere la vita deL la propria provincia, s' la propria provincia. Si ..presenta sempre più vasto il campo della influenza e della ne cessila di penetrazione, La mentalità fascista e la circolaro ai prefetti RaRte~.hlv» un ,l» <-iii«l*r^i ria ciw> co** " "es'ftf.:?."ft0 .* mdi coloro ci* £eni ™g* ggiV? S^^Krffi .partUo ,a rjSp0Sta'è semplice : da una inen- atàlità non tli ausml0 spesso tato u fascista, la quale e più diffusa si creda ed ha appestalo anche qualcuno dei nosiri. Per costoro, evidentemente il fascismo, come funzione politica, avrebbe dovuto restare di fronte allo Stato fascista nella stessa posizione mentale nella quale si sarebbe trovato di fronte a qualsiasi altro Governo. Per costoro, che sono assai in buona fede, lo Slato non è divellimi realtà intima e viva della nostra concezione e della nostra rivoluzione: è una necessità superiore, ma non intima, poten-i te, assoluta. Ora costuro non sono fascisti i anche se hanno due tessere e dieci ddstinU- vi applausi). La :m--ia definitiva del fasci-1 snio non può essere avvicinala the ad una condizione : che noi riusciamo :i permeate ' veramente del ne sire spirilo tutti i centri vi-1; naie tali e tutti i gangli nervosi della vita inizio- li regime non sarà definitivamente vittorioso, assoluto ed innxiiitiuo se non quel giorno che noi sapremo che ad ogni posto di comando, da quello di generale a quello di caporale, vi è una camìcia nera, con intatto l'animo, lo spirilo della rivoluzione, con la mente c l'anima ben sagomata secondo la concezione dell'italiano nuovo, che dal Duce è stuta lucidamente, genialmente espres6a (vivissimi applausi). « Una delle manifestazioni dell'errata mentalità, clic fio più sopra deplorato, è data dal giudizio che alcuni fascisti, pochi in verità, hanno dato di quel documento che, con paro la deliziosamente burocratica il Capo del Governo ha chiamate : « La circolare ai Prefetti » Il lucido e poderoso messaggio ai Prefetti e agli italiani tulli, costituisce veramente una delle tavole fondamentali della concezione dello Sialo fascista, quale noi lo sentiamo e quale lo dobbiamo volete. Pe'-' la prima volta noi abbiamo sentito determinare in parole ed ordini quella che è la funzione dello Stato e quelle che sono le responsabilità degli esecutori. Se un giorno, vicino o lontano, il Partito come tale dovesse assicurare talune delle funzioni che allo Stato sono riservate e sostituire a qualcuno degli organi di esecuzione, quel giorno coinincierebbe inesoral ile la disintegrazione dello Stato (approvazioni). Non molti di noi forse hanno questo concetto, ma lo ha nettamente sentito il Capo del Governo, che del regime e dello Stato sente tutta la grandezza e la ragione di vita I fedelissimi, i rassegnati, i competenti « Quanto io lio detto per i compiti nel Par. tito e per le funzioni degli organi dello Sialo vale per tutte le al ne aiuvitu della vila nazionale Vi sono ancora forze amiche solo per la viltà, che simulano una adesione e una simpatia loiolesca. Bisogna penetrare tutto questo ambiente, impadronirsi di tutie le leve di comando, assiemarsi che u tutti i posti di blocco vi siano degli uomini fedelissimi, ma anche idonei, preparati e competenti. Se qui fosse presente qualcuno dei granili uomini di professione che si sono iion convertiti ma rassegnati (applausi) e che, per un fenomeno connaturato a tutte lo operazioni di inserimento, si trovano oggi con uua coscienza anfibia, noi lo sentiremmo mormorare con un sorriso di stupida sufficienza: « ecco il punto fondamemaie : l'idoneità, la preparazione, la competenza ». Ora è bene dire molto apertamente, uua volta per tutte, che questo vecchio eliche della próparazioue e della competenza specifica, che dovrebbe valere solo per eli uomini di ieri, è logoro e fuori U60 (vini applausi). La generazione fascista, dopo quattro anni di guerra, tre di battaglie politiche e quattro di Governo, cioè dopo nudici anni di dura scuola di dovete, di necessità, di lavoro o di sensibilità, non ha più niente da imparare, da nessuno degli uomini della vecchia generazione, i i vinto la "prima volta, noi potremo e sapremo 1 vincere sempre. C'è dentro di noi, cioè, il canto di tutti gli orgogli e c'è dentro il ' tremito di tutte le speranze; ina c'è anche 1 l'ansia delia nuova prova e dell'ora forse più Undici anni di vita e di battaglie hanno ormai eliminato inesorabilmente coloro che non avevano in misura sufficiente cervello, polmoni e muscoli. Del resto, gli uomini, anzt i giovani nostri, cui sono state affidate lo più importanti e. delicate funzioni della vita politica, amministrativa, finanziaria ed e-, conomica. hanno assolto ed assolvono il loro compito non solo con grande fede, ma con conoscenza ed abilità indiscutibili (vivissimi applausi) « Tutto il potere a tutto il fascismo » « Se non erro, dal mio predecessore nella carica di dirigente del Partito, fu gettato un giusto grido e fatta una esatta affermazione: tutto il potere deve essere date a tutto il fascismo. Per ragioni diverse ambientali e di situazione, tutto questo non è stato possibile allora, non è stato possibile lino ad oggi. Camerati, questo è il vostro programma per l'anno che comincia. Tutto il potere a tutto il fascismo. Voi chiedete spiegazioni? Voi domandate delle precisazioni? Voi volete sapere di che cosa si tratta precisamente? Volete che vi, regolamenti tutto ciò? (dall'assemblea viene risposto ripetutamente-, No, no!). Non c'è bisogno di tutto questo, voi lo sentite chiaramente lo stesso, soprattutto oggi che siete presenti qui, dove vibrano ancora le speranze che parevano sogni ieri e dove sorridono ormai le immagini grandi ed eroiche di coloro che per la causa hanno sofferto e per la causa sono caduti (vivissimi applausi). La. formula « tutto il potere a tutto il fasstema deve avere quest'anno la sua piena lentfz^Kzazione nell'organismo politico, nelle, fu n'iti!.-ni amministrative, nell'attuazione corp>vV,;.^va. nella vita finanziaria. Noi dubbiane re con intransigenza inflessibile che/ no-*»"'di dilezione siano tenuti da uoinn/ 4it>yr£'.*completamente nostri, solamente n/- ; « Camerati, ho finito. Se non fosse)* feosWoSda parie mia, vorrei constatare che attraverso 1' opera saggia del Governo, , attraverso l'oiieru saggia non mia, ina dei miei collaboratoli, attraverso l'opera dei dirigenti provinciali, il Partilo attraversa ora un magnifico periodo di potenza, di compiutezza, di serenità e di forza (mormorii di consenso). Dicevo stamane a qualcuno di voi che il periodo che passa è come quello che intercorre tra una prima grande vittoria e la sensazione che questa prima vittoria non era definitiva, che un'altra si preparava, la più bella, la più sicura, la deitniliva. » Abbiamo nel cuore il canto di tutti, li orgogli perchè sentiamo che, dopo aver bella della vita di ogni uomo, l'ora della vitloria definitiva {vivissimi applausi). Camerati, bisogna quest'ora viverla con dignità, con serenità, con forza, con coraggio. Bisogna non illuderci di molte cose e bisogna credere una sola cosa: nel genio del Duce e nella potenza della stirpe. Noi dobbiamo volere questo, perchè egli possa sentire che noi siamo veramente Ja nuova razza italica, dalla quale si può trarre il più ardito capolavoro ». La chiusa del discorso dell'on. Turati è accolta da una prolungala delirante ovazione, e lutti i presenti ripetono il grido di Aiuta al Duce. Mentre la sala si va sfollando, l'on. Turati avverte di essere a disposizione di quei segretari federali che abbiano particolari questioni da riferirgli. Quando l'on. Turati lascia il palazzo, una piccola folla di fascisti sosta ancora sulla piazza per dargli un vibrante saluto di fede. Alle 21,30, festosamente accolto, il segretàrio generale del Partito p intervenuto con gli altri dirigenti alla inaugurazione della nuova sede dei Volontari di guerra. La giornata odierna ha concluso il primo dei solenni convegni di uomini e di fervida volontà die dovranno portare il Partito al Piotilo raggiungimento delle mète prestabilite. Come ieri al Teatro Lirico, l'assemblea del Fascio milanese, l'adunata odierna dei dirigenti federali dell'Alfa Italia ha dato ringagliardita la sensazione della salda e magnifica struttura del regime fascista agli ordini del suo Duce.

Luoghi citati: Istituti, Italia, Milano