Italia e Francia prendono posizione di fronte al memorandum americano sul disarmo

Italia e Francia prendono posizione di fronte al memorandum americano sul disarmo Italia e Francia prendono posizione di fronte al memorandum americano sul disarmo | ;«L'Italia non potrebbe consentire misure che mettessero in pericolo i suoi vitali interessi» La Francia: « L'iniziativa è contraria al principio fondamentale di Ginevra, cioè interdipendenza delle forze terrestri, navali, aeree » Roma. 14. mattino. IS'Agenzìa Stefani comunica: Jt Risulla negli ambienti responsabili che R memorandum del presidente Coolidge, proponente una ulteriore limitazione degli armamenti navali tra le cinque maggiori Potenze del mondo, è stalo oggetto di particolare esame da parte del Capo del Governo on. Mussolini, il quale ha già avuto un primo colloquio col capo di S. M. della lìegia Marina, ammiraglio barone Acton. Senso pretendere di anticipare la risposta, si può fin da questo momento affermare che, dato il suo modesto programma navale, l'Italia non potrebbe consentire misure che mettessero anche soltanto indirettamente in pericolo i suoi vitali interessi. Giova inoltre aggiunge* « che. dal 1922 ad oggi, ci sono stali alcuni fatti nuovi, rappresentali dal fallimento della Conferenza tenutasi a noma fra le minori Potenze navali e dall'affrettato programma di armamenti navali di alcune grandi e piccole Potenze, che guardano o possono entrare nel Mediterraneo ». La nota francese Parigi, 14, mattino. La risposta francese al memorandum del presidente Coolidge, sul disarmo navale, dichiara che la Francia è pronta ad associarsi a tutte le iniziative tendenti al disarmo ed al mantenimento :'ella pace. Ma ritiene illogico esautorare la Commissione preparatoria di Ginevra, nel momento in cui sta per giungere a conclusioni pratiche. «L'iniziativa di Coolidge — dice la riSposta — presenta un duplice inconveniente-, anzitutto consacra l'esistenza arbitraria di due categorie di potenze, di cui ma soggetta al disanno navale, quali la Francia e l'Italia, e l'altra, che vi sfugge completamente, come la Spagna, la Prussia, la Turchia e la Grecia, in modo che ti rischia così di stabilire una situazione ingiusta. In secondo luogo, l'iniziativa è conlarria al principio fondamentale prevalso nella Commissione preparatoria di Ginevra e cioè interdipendenza delle forze terrestri, navali, aeree, industriali, democratiche. La Francia ritiene che la forza •armata di un paese debba essere controllata in ogni campo e che v.i'opera efficace e duratura sulla via del disarmo sia. impossibile, se si fanno limitazioni circa l'oggetto e circa il numero ». ;«U ricordo troppo cocente di Waskiogtoo:» Jl Temps, in un articolo intitolato « Disarmo navale » esamina le proposte latte da Coolidge e illustra sostanzialmente la risposta francese. Scrive tra l'altro: t La marina francese conserva un scordo troppi create dalla ■ primao Conferenza di Washington per non temerne una seconda. Wi Statf Uniti e l'Inghilterra si sono corripor«auluwa da maestri. Essi hanno imposto alaFrSuna situazione di Potenza navale di Sante linea e la uguaglianzai neI Mediterraneo con una nazione amica, che noe ha avute> finora da difendere che una posizione odeUe linee di comunicazione strettamente Umltate. La diplomazia francese, che aveva Sto a Washington sulla questione delle navi di linea, si era in seguito fortunataSe ripresa: Essa aveva tute alo la nostra libertà di azione nella ricostruzione delia nosfraflotta leggera di superne*. Ciò fornirebbe questa volta il tema di un nuovo conclave, nominato dagli Stati Uniti. Sd può sperare òhe la Francia, istruita da questa lezione, si terra questa volta in guardia. La sua posizione giuridica è molto forte ». Pdù oltre il giornale scrive; « A quelli die vorrebbero strappare alla Pramcia nuove concessioni sul mure, ricordiamo la necessità ineluttabile della politica navale francese: difesa della frontiera marittima delle vie di comunicazione di un grande impero sparso come quello bri tannico attraverso il mondo intero, e anzitutto mantenimento permanente del collegamento della metropoli con l'Africa. Sul continente, la Francia deve fare fronte a due lati del nord, oggi quasi interamen-e sguernii, e del Meditelaneo ove sd trova concentrato, come prima della guerra, il grosso delle sue forze navali.; Quando, fra nualche anno, la manna tedesca avrà (come è autorizzata dal trattato di Versailles slesso} costruito le unità che essa ha già precisato, disporrà di una marina ridotta, rna. moderna e omogenea, composta di sei incrociatori, dodici grandi torpedin'ere, senza parlare dei bastimenti di un tipo ancora indeterminato clie sostituiranno le sei vecchie corazzate, questa flotta peserà gravemente sull'equipaggiamento navale dei mari settentrionali. Nel 1929 la marina francese, appena rinascente, per la quale la stampa anglo-sassone ha recentemente fatto degli elogi ditirambici molto sospetti, equivairrà appena alla flotta italiana. Ammettendo anche che nulla venga a rallentare o ad arrestare la esecuzione dello statuto navale francese, elaborato dallo Stato Maggiore della marina e votato per gradi, annualmente, il tonnellaggio totale della nostra marina sarà molto inferioie a quello che era nel 1914. Il nostro paese fa lo sfarzo strettamente indispensabile per la difesa dei suoi interessi essenziali. Esso è partito per ultimo nella corsa degli armamenti, sulla quale la opinione americana giudica necessario lamentarsi. > « Il linguaggio della saggezza » Recentemente anche uno dei capi del movimento navale americano, Butler. dimostrava quale pericolo i corsari tedeschi avevano fatto correre nel 1014 al traffico britannico. Questo era il principale argomento che si presentava a favore della costruzione degli incrociatori, ma una grande (rivista tecnica inglese, YEngineer, replica: «Se l'America ha tanto bisogno di queste bava la Gran Bretagna ne ha un bisogno anche più urgente, perchè la sua vita stessa dipende interamente dalle sue importanti importazioni ». E la rivista concludeva: «Noi non possiamo trascurare la nostra potenza navale per far piacere ai nostri amici ameri- ^^Questo è fi linguaggio della saggezza. Se queste ragioni sembrano eccellenti ai nostri amici inglesi, i diplomatici francesi non avranno nessuna fatica per farle valere più fortemente anche per il nostro paese. Questo fa da qualche anno sforzi modesti, che non eccedono le sue aiiserve, ma esso, di qui a poco, non sarà in grado di garantire la libertà delle comunicazioni essenziali. Esso non f intende affatto di rinunciare a queste garan' zie elementari. La esperienza di Washington ci basta. Se gli Stati Uniti tengono tanto a raggiungere il disarmo sugli oceani, i marinai americani potrebbero partecipare più efficacemente ai lavori della commissione del disarmo a Ginevra La Francia vi porta il 6iio leale amore per la pace: la guerra durante la quale essa non ha costruito un solo bastimento le ha Imposto il più radicalo degli esperimenti sul mare. Essa non intende affatto di fare una volta di più le spese di una seconda Conferenza di Washington ».

Persone citate: Acton, Butler, Coolidge, Mussolini