Rivalutazione della lira e problemi di prezzi e di costi

Rivalutazione della lira e problemi di prezzi e di costi Rivalutazione della lira e problemi di prezzi e di costi l a l i i a a Fra le tre deliberazioni prese dal Consiglio dei ministri, importantissima è certamente quella che riguarda il riaffermato proposito di rivalutare gradualmente la lira con una riduzione progressiva della circolazione, aumento delle riserve auree,difesa del pareggio e dell'avanzo del bilancio dello Stato e coordinazione e propulr sione delle forze produttive nazionali sane. Questa solenne dichiarazione, riconfermando in guisa definitiva il discorso di Pesaro, toglie valore pratico alle discussioni fatte sin qui prò e contro la stabilizzazione o la rivalutazione monetaria,. le quali potranno quindi utilmente continuare solo, nei loro molteplici aspetti, sulle adiste scientifiche. Partendo quindi dalla constatazione del dato di fatto politico, possiamo più utilmente considerare alcune conseguenze della linea di condotta del governo e dedurre con facilità quale sarà la probabile via che esso verrà percorrendo per puntare al suo scopo. Per brevità riassumiamo l'argomento cosi : l.o) Sotto l'aspetto puramente economico-mone {aria, ciò che importa al mondo degli- affari ' è che una moneta riprenda al più presto la propria funzione di metro dei valori, mettendo l'istituto di emisskHift nella posizione di controllare la massa della circolazione, sia aurea che cartacea e bancaria. Che il metro poi misuri dieci, o venti, o cento centimetri, ciò non ha, sempre sotto lo stretto punto di vista economico, importanza alcuna; . v 2.o) L'importanza invece è grande sotto, l'aspetto politico, in quanto l'inflazione e la deflazione operano energicamente sulla ripartizione del dividendo nazionale. La prima esercita una vigorosa azione a favore delle classi speculatici — nel senso corretto economico del termine — e cteècapitalisti industriali, commercianti, e banchieri, ed in danno delle classi operaie è, più accentuatamente, di quelle a redditi fissi o lentamente mobili. La deflaziona agisce invece in senso nettamente opposto, con velocità più o meno grande; 3.o) Questa azione di redistribuzione del dividendo sociale si esercita entro limiti vasti sì, ma ben determinati ai loro punti estremi. E cioè l'inflazione, giunta ad un certo punto, non opera più nemmeno a favore delle classi da essa favorite, sicché, neppure esse restano ulteriormente incoraggiate a propugnarla. E la deflazione trova il suo limite là dove lo sforzo per sostenerla sia divenuto tanto intenso da fiaccare il potere di resistenza delle classi produttive e del bilancio pubblico e da impedire cosi la formazione del risparmio. Questa terza constatazione giustifica le spiegazioni del comunicato ministeriale, date appunto per indicare i motivi per i quali il Governo crede utile per ora di continuare nella sua politica creditizia. Esso osserva difatti ohe : a) Sinora non si può parlare di una vera crisi-industriale, perchè la disoccupazione all'inarca non eccede il suo carattere stagionale, destinato a ridursi con la ripresa della buona stagione e relativi lavori agricoli, pùbblici e di costruzióni" urbane. Intendendosi con la parola « disoccupazione » non solo gli opeiai fuori lavoro, .ma naturalmente anche la massa di quelli che lavorano a orario ridotto ; b) Il numero indice dei prezzi all'ingrosso, dal settembre ad oggi, è sceso di 90 punti, mentre la riduzione dei prezzi al dettaglio è assai scarsa e poco sensibile. Cosa significa questa constatazione del Consiglio dei ministri? Vuol dire, fra l'altro, che la restrizione del credito non ha ancora raggiunto i propri effetti e che quindi la tensione di esso deve continuare per produrre le conseguenze attese dai consumatori. Di solito difatti uno degli effetti dell'abbondanza monetaria è che, in previsione di ulteriori aumenti dei prezzi, i grossisti danno agli industriali larghe ordinazioni per magazzino ed anche i dettaglianti comperano quanto più possono senza preoccuparsi dell'entità delle somme che immobilizzano; perchè il danaro è a buon mercato e i debiti bancari si rimborsano con una moneta che costa sempre meno. Allorchè il torchio si arresta e si inizia il fenomeno inverso, i commercianti — che durante l'inflazione hanno guadagnato grosso — resistono con ogni energia al ribasso di prezzi e la loro resistenza si esplica rarificando la merce, in guisa da sostenerne il valore. Sicché i compratori hanno ragione quando rilevano che i negozianti rialzano subito i prezzi allorchè la moneta si svaluta, mentre non li riducono quando essa si risana. Il commerciante, nel primo caso, si giustifica osservando che è bensì vero che le merci furono vendute a prezzo maggiore di quello a cui vennero da essi acquistate, ma che però dovranno poi venire ricomperate a costo più alto per rifornire il magazzino od il negozio. Quando invece la moneta si rivaluta, egli non vuole ridurre i prezzi perchè il credito bancario, ottenuto quando la lira costava, poniamo, is centesimi, deve venire ripagato con una lira di 22-23 centesimi. La questione è complessa e disputabile: sta in ogni modo che i commercianti si sforzano di non perdere nulla dei guadagni assai pingui realizzati durante l'inflazione; il che del resto è umano che avvenga. Ora, quale è il mezzo più preciso per spezzare la loro resistenza a ribassare i prezzi? Non concedere il credito. In tal guisa, a mano che si riducono i loro mezzi liquidi, i negozianti sono costretti a disfarsi delle scorte, e ciò porta naturalmente al ribasso dei prezzi al minuto, i quali dopo mantengono la tendenza a restare aderenti a quelli all'ingrosso, per quél tanto che è concesso dalla organizzazione tecnico-commerciale del mercato. La quale però in Italia, anche prima della guerra, è stata sempre profondamente difettosa, sicché su di essa il Ministero dell'Economia Nazionale potrà rivolgere utilmente la propria attenzione. Si aggiunga che, con questo sistema della restrizione del eredito, viene raggiunto anche l'altro vantaggio di ridurre il ciclo produttivo entro i suoi limiti tecnicamente esatti, e che era stato allungato viziatamente, cioè in un senso creditizio e speculativo, dalla cattiva moneta. E, infine, un'ultima considerazione, molto importante. Constatato dal comunicato che fino ad oggi la restrizione del credito non ha prodotto effetti dannosi alla produzione sana del paese, la pressione bancaria, in un paese come il nostro, può proporsi di portare ad una conseguenza di gran peso.:]

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