mussolini fissa i principi fondamentali della carta del lavoro

mussolini fissa i principi fondamentali della carta del lavoromussolini fissa i principi fondamentali della carta del lavoro Parità di diritti ira le classi sociali e solidarietà tra tutti i cittadini di fronte agli interessi superiori della Patria; l'autarchia sindacale organo di politica economica e di educazione nazionale; armonici rapporti tra lo Stato fascista e le Confederazioni sindacali; i lavoratori, partecipando al regolamento della produzione, sono autorizzati al controllo non già delle singole aziende, ma di tutta l'azienda economica nazionale; subordinazione delle rivendicazioni economiche alla effettiva potenzialità delle aziende «- La riunione del Comitato ¬ Roma, 10, notte. Stamane, sotto la presidenza del sottosegretario alle Corporazioni on. Bottai, in nome del Capo del Governo, sì è tenuta al Ministero delle Corporazioni la prima riunione per lo studio della Carta del lavoro. Sono intervenuti : Von. A. Turati, pel Par. tilt» fascista; Fon. Rossond, in rappresentanza della Confederazione dei Sindacati fascisti; il comm. Cacciani ed il prof. Marrozzì per la Confederazione dell'agricoltura; gli on. Bermi ed Olivetti per. quella deM'industria; gli on. Lantini e Racheli per 11 commercio; il comm. Mammoli per la Confederazione bancaria; il capitano Ciro Marinelli per i lavoratori dei trasporti marittimi; il comm. Bcnancontri per la Confederazione dei trasporti terrestri; l'avvocato Peroaio per la (^mfedéraziòne dei trasporti marittimi. Presenziavano' il comm. Costamagna, in rappresentanza del ministro della Giustizia, ed il comm. Gior: 1 doni per il Ministero dell'Economia Nazio\hai¥f ftaligeva da sègretartò'rsvv: -Mteeii- Llndirtao •wfTwiMWee Aperta la riunione l'on. Bottai ha dato comunicazione, a nome del Capo del - Governo, dei seguenti punti di massima fissati tfall'on. Mussolini: « Primo scopo di questa riunione deve essere la determinazione del programma del lavoro, il che implica la necessità di definire alcuni punti di 'massima e soprattutto bene affermare l'indirizzo dell'opera di studio, in conformità allo spirito della legislazione fascista. Bisogna evitare che la passione della codificazione ed i residui delia vecchia mentalità politica possano trascinare il nostro lavoro sino a compromettere le eccezionali virtù, degli istituti, creati dalla legislazione sui rapporti collettivi del lavoro, e sino a imporre una rigida ed opprimente armatura di oneri alla produzione nazionale, proprio nell'alto vn cui faticosamente si inizia il riassetto economico, finanziario e monetario, oltreché morale della nazione ed in cui si svelano più minacciose le concorrenze straniere. Quindi bisogna anzitutto riaffermare i principii foìidamentali dell'ordinamento corporativo, i quali possono riassumersi così: « 1. — Attuazione della parità di diritti tra le elassi sociali, giammai conseguita dai regimi liberali e demo-sociali, e proclamazione della solidarietà tra tutti i cittadini di fronte agli interessi superiori della Patria, i quoti, pertanto, diventano il limite e la norma di ogni diritto individuale, da quelli della proprietà e del profitto, a quelli del lavoro e del salario; «2. — Fondazione delle autarchie sindacali, mercè l'elevazione delle Associazioni professionali (sindacati) alla dignità di pubblico istituto, investito di un vero e proprio 'potere normativo sugli interessi della rispettiva categoria professionale e di compiti sociali, per cui deve essere considerato un organo di politica economica e di educazione nazionale. La formula di tale autarchia può concretarsi cosi: il massimo di funzione per lo Staio; nessun potere contro lo Stato; « 3. — Responsabilità dei singoli cittadini, iscritti alle Associazioni, di fronte al Sindacato, per quanto si attiene all'esatta osservanza delle pattuizioni disciplinaUve del lavoro e delia produzione; «4. — Responsabilità dei Sindacati di fronte allo Stato per ciò che interessa la disciplina delle categorie professionali che essi organizzano, regolano e rappresentano, e dovere dei Sindacati di assicurare tale disciplina nei singoli soggetti, mediante l'opportuna revisione dei proprii poteri statutari; «5. — Collaborazione organica dei Sindacati col Ministero delle Corporazioni, strumento del rinnovamento politico e sociale italiano, per assicurare allo Stato la piena direzione delle forze sociali ed ottenere il massimo di solidarietà e disciplina tra gli italiani, tanto nell'ordine morale, che nell'ordine economico. « Nel regime fascista, regime organico, la dichiarazione dei diritti e dei doveri deve concernere tanto i singoli cittadini quanto le Associazioni che questi adunano e che nelVordiiamento corporativo costi¬ tuiscono l'elemento fondamentale del regime. Da siffatti principii derivano parecchi corollari di indole giuridica e politica, che, elaborati nelle successive riunioni e concretati nella Carta del Lavoro, verranno a svolgere, ancora oltre il sistema corporativo nei suoi armonici rapporti tra la funzione dello Stalo fascista, effettivamente sovrano anche nell'ordine morale, e la funzione collaboratrice ed organizzatrice delle Confederazioni sindacali. Primo corollario appare quello che, mediante l'istituzione degli organi corporativi, il fascismo è U primo regime' il quale autorizza i lavoratori, chiamandoli a partecipare al regolamento della produzione, non già al controllo delle singole aziende, come pretendeva il sindacalismo anarchico, ma al controllo di tutta l'azienda economica nazionale. Ma tale controllo costituisce nello stesso tempo i diritti e doveri del lavoratore, imponendogli di subordinare sue rivendicazioni economiche all'effettiva' pblèn&mtiS^tiè' aziènde nazi&Aaii medi sime. Vi è di più nell'orbita di tali diritti è di tali doveri e cioè: nell'orbita della corporazione statale fascista si promuove effettivamente lo svolgimento di ima nuova economia, di cui non si possono identificare i tratti, ma che accenna già a delinearsi sotto l'azione del contratto collettivo del lavoro e che diventerà più concreta mercè l'azione coordinatrice dei Sindacati e degli organi corporativi ». L'accordo sai principii Dopo di ciò sono stati fissati i vari quesiti per l'esame che occuperà l'ulteriore attività del Comitato, i cui lavori si svolgeranno sotto l'attenzione costante e vigile del capo del Governo. La discussione, alla quale hanno partecipato molti dei presenti, si è protratta per oltre un'ora. Essa ha rivelato un accordo perfetto sui principii fondamentali, accordo che assicura del rapido svolgimento degli studi e di una positiva conclusione. Subito dopo la riunione l'on. Bottai si è recato a palazzo Chigi, d'ove ha avuto un colloquio col Capo del Governo, a cui ha riferito sulla discussione di ordine generalo svoltasi, discussione che aveva rivelato in tutti la più profonda consapevolezza del valore del documento che dovrà essere concretato e la concorde volontà di partecipare alla sua elaborazione, L'onorcvola Mussolini si è compiaciuto dello spirito collaborazionistico dimostrato dai rappresentanti dei grandi organismi sindacali della nazione ed ha concordato coH'onórevole Bottai la linea generale dei lavori da svolgerei. La riunione odierna deve considerarsi la prima di una lunga serie. Oggi non si è discusso l'argomento che nelle sue linee generali, ma, essendosi realizzato l'accordo più completo, nella prossima riunione si imzierà senz'altro la discussione dei singoli argomenti sulla scorta del questionario formulato' dal Ministero. Si tratta, insomma, dà raggiungere l'accordo su quello che la Carta del Lavoro dovrà stabilire in merito ai salari, all'orario di lavoro, ai turni, al lavoro straordinario, alle ferie, ai licenziamenti e relative indennità, all'assistenza in caso di malattia ecc. Quello che occorre notare è che tutte queste riunioni hanno carattere consultivo, perchè l'elaborazione della Carta del Lavoro è affidata, come ad organo deliberante, al Ministero delle Corporazioni. E' il Ministero che, con questo criterio, intende che il proprio delicato lavoro di elaborazione e di cernita sia fiancheggiato dalle rappresentanze degli interessati, i cui punti di visita saranno tenuti nel massimo conto possibile. Anzi, l'on. Mussolini si è riservato di convocare presso di se le rappresentanze delle Confederazioni per presiedere egli stesso quelle riunioni in cui dovranno essere discussi argomenti di speciali interesse o particolarmente delicati. Anche l'on, A. Turati, segretario generale del Partito, si riserva di intervenire a tali sedute. La Carta dal Lavoro — come fu annunziato — dovrà essere resa pubblica il 21 aprile, nella ricorrenza della Festa del Lavoro. Però l'on. Bottai ha disposto in modo che il lavoro per la compilazione sia completato entro il prossimo mese di marzo. Intanto, poiché la materia della Carta del Lavoro tocca la competenza di vari dicasteri, e soprattutto dell'Economia Nazionale e della Grazia e Giustizia, presso lo speciale ufficio costituitosi al Ministero delle Corporazioni per Io studio e la preparazione della Carta, sono stati chiamati a fame parte un funzionario del Ministero di G. G. ed un funzionario del Ministero dell'Economia Nazionale, nonché un rappresentante del Partito fascista. La grande prova della collaborazione sociale Roma, 10, notte. La Carta del Lavoro s'avvia in questi giorni a divenire un atto concreto nella realtà nazionale. Annunziata dal Capo del Governo dn alcune sue dichiarazioni, che mettevano in evidenza ohe la situazione dei lavoratori doveva idrovore dm norme di carattere generale una regolamentazione sempre più completa, venne determinata nelle sue linee generali dalla deìiiberazione che il Gran Consiglio prese nella seduta del 6 gennaio ecorso. Nell'or dòme del giorno allora votato sii deUneavano i punti generali che dovevano essere il capisaldi nella futura, elaborazione, capisaldi che si riferiscono ad un campo non solo legislativo, ma politico, morate, sociale ed economico, poiché si richiamano, non soltanto alla forma imperaitiiva della legge, ma anche collaborazione di tutti i fasori della 'oduzione e ad un intento comune dà rìoóstauzione nazionale. Il Gran Consiglio, infatti, se da un lato parlava di coordinaménto organico delle leggi per la previdenza; e l'assistenza ai lavoratori, di coordinamento e di aggiornamento delle leggi produttive del lavoro; dall'altro lato stabiliva che lo studio della Carta del Lavoro doveva essere improntato alla considerazione della solidarietà tra i vari fattori della produzione nell'interesse supremo della nazione e doveva essere diretto a stabilire anche le norme generali sulle condizioni contrattuali del lavoro. In sostanza, la Carta del Lavoro viene a considerare, cosi come fu concepita dal capo del Governo e deMberaha dal Consiglio fascista, tutto il complesso campo della assistenza economica e sociale da un lato e della tutela giuridica e assicurativa dall'altro. E, per le stesse direttive segnate, dovrà essere non già una semplice enunciazione di principili, come quella che usci dalla diclriairazione dei Diritta dell'Uomo, sancita dalla Rivoluzione francese o nemmeno un ristretto corpo di norme giuridiche comuni a tutti i cittadini, come la Magna Carta inglese, ma qualche cosa di più complesso da un lato, di più concreto e più dettagliato dall'altro. Ewidantenientc, .la ' grande riforma nel regime del lavoro ò già stata attuata con la costituzione dei «astenia corporativo. Ma questo istituto rappresenta non soltanto una modificazione sostanziale di ordine politico, per cui l'elemento produttore, nelle sue varie forme, viene ad essere riconosciuto come tale nella vita pubblica italiana, ma anche lo strumento per cui la forma può logicamente e naturalmente essere condotta ai suoi ulteriori sviluppi, I priLnoiipiii erano già' stabiliti prima ancora die la nuova legge sindacale venisse approvata; facevano parte già della dottrina del Governo e del Partito fascista. La Carta del Lavoro non può quindi essere una semplice ripetizione di questi principii, ma deve costituire invece una loro concreta applicazione. E' appunto perchè un alto concetto etico presiede al mondo della produzione e toglie ad essa quella asperità di contrasti interni, che in altri tempi potevano sussistere quando più o meno larvata era la lotta contro il capitale e il capitalismo, che la difficile opera che è segnata dal Gran Consiglio e voluta dai Capo del Governo, per quanto complessa, non deve e non può urtane contro prevenzioni aprioristiche e contro sospetti di lotta. Lo stato d'animo quindi attraverso cui avverrà l'elaborazione del muovo corpo di dinfctto, permetterà che le difficoltà e gli ostacoli che sono reali, possano essere esaminati obiettivamente e che la sostanza delle cose ed il fine da raggiungersi possano essere unicamente presenti a coloro che, pur dovendo tutelare interessi gravissimi ed avendo mesponsabiiità assai gravi, devono riconoscere l'opportunità e la necessità che un clima di reciproca fiducia si stabilisca sempre più tra coloro che dirigono l'economia del paese e coloro che vi collaborano colla' toro opera intellettuale e col loro lavoro manuale. Perciò la Carta del Lavoro rappresenterà, non solo una promessa nelle nostre elaborazioni legislative, non soltanto una revisione di correnti ideali ed economiche attuate nel passato senza essere con fornii alle situazioni ed agli interessi italiani, ma anche una pratica prova della ooRab orazione che tra la varie categorie della produzione può stabilire un regime di pace sociale, in cui la tutela dei lavoratori non sia in contrasto con le necessità della produzione ed in cui tutti potranno trovare il migliore tornaconto nella cordialità maggiore di reciproci rapporti ed il niaggiope benessere generale di tutta la nazione. Gli ex confederali e Ginevra Roma, 10, notte. Prendendo lo spunto dalla dichiarazione degli ex-confederali, Il Lavoro d'Italia solleva la questione se è ormai più possibile la protesta, sia pure rituale, contro il sindacalismo fascista ed il suo rappresentante, che negli ultimi anni era stata periodicamente avanzata a Ginevra, in sede di Conferenza internazionale del lavoro. Ricordati i dibattiti ginevrini degli anni precedenti, l'organo della Confederazione osserva che, se questa pregiudiziale fosse risollevata anche quest'anno, essa avrebbe tutt'altro carattere Il giornale si prospetta peraltro l'ipotesi che 1 ex-deputato Buozzi, che, com'è noto, ha espresso il 6uo dissenso dall'atteggiamento degli ex-confederali e che ha fatto annunziare di avere trasferito a Parigi la disciolta Confederazione del Lavoro, si proponga anche quest'anno di rinnovare la protesta a Ginevra ed al riguardo osserva: « Se questa succursale clandestina di Ams.erdam è stata affidata alle cure del comj-pagno Buozzl, cbli'incarico di vivacchiare almeno sino alla Conferenza del Lavoro, e se, 5Ln5e^n?a,idi^quanto ha fatt0 11 segretario della Società delle Nazioni, ritenendo irrecevrtule la richiesta in bello stile dei fuorusciti, 1 organizzazione internazionale del lavoro accettasse, anche soltanto di far sentire dalle sue tribune, per qualunque interposta persona la voce dei traditori e dei bestemmiatori d'Italia, la delegazione italiana dovrebbe sentire che alla conferenza non Ìlf?ÌL^t0,p^' ,A Parola in Quel caso spetterebbe al Governo d'Italia direttamente da Roma b. I movimenti negli" ufficiali generali ... . Roma, io sera. »J^Ldfmn,° ,eri notizia che con il 18 corl3Ste genera]i Tassoni e Montuori avrebbero lasciato l'alto posto di comandante di Armata perchè colpiti dai limiti di età. ^.^L lul„posto daJ generale Montanari subentra ti generale Ferrarlo, oggi coman28P£ la Divisione di Novara, dove sarà sostit.tiito dal generale Pezzana, ora comandante il .terzo gruppo alpino di Belluno. ™>ri.?Ìmca di sotto-capo di Stato Maggiore onerale essendo abolita, è sostituita da quella di comandante in seconda del corpo di Stata Maggiore;, assumerà questo grado il geriertiihS.^ ogR1 «^laudante la divisione rh»SSSfei Vacca Maggiolini, co- m.ffiKlante la brigata di fanteria di Milano, as- h?n ™i l S?*0 Maggiore, che è stato ristabilito col nuovo ordinamento. £Wffisr«?ii iste teVeS'ld^,,vlsitvn€.?incone' comandanw-X^«rta d^ euardla di finanza è colorate Roggero^006- M ^ *>st<> ™ U I di i