La tragica rivolta portoghese

La tragica rivolta portoghese La tragica rivolta portoghese fl bombardamento di Oporto ■■ Ministri arrestati a Lisbona - L'incrociatore che non vuol ricevere i prigionieri politici ■- 3 giornali sospesi: i redattori arrestati ~ Lo sciopero ferroviario (Servizio speciale della «Stampa») Parigi, 8, notte. Le notizie sulla rivoluzione portoghese, ennes'ina della storia, continuano a scarseggiare. LI numero abbastanza rilevante offrirebbe quindi grandi garanzie di approdare all'eliminazione del bacillo carnarillistico. Gli avvenimenti vengono qui riassunti come segue. Oporto, dopo la rivolta che ha avuto inizio il 3 febbraio, è in mano delle truppe ribelli, comandate dal generale Souza Diaz. A Lisbona gli insorti, sostenuti dalla fanteria, dalla guardia repubblicana e dalla polizia, hanno occupato i rioni principali della città e stabilito il proprio quartier generale nell'arsenale militare, pubblicando il seguente proclama a firma del colonnello Mendesreis, anima del movimento: n Le forze rivoluzionarie hanno occupati to rapidamente le varie parti della città. « Speriamo di trionfare. E' certo che la « popolazione borghese è piena di grande m entusiasmo ». I capi della rivolta Gap! di questa nuova insurrezione sono, oltre al Mendesreis: Alvaro De Castro, capo del partito d'azione repubblicana; Pino De Moraes, capitano dell'esercito; Norton De Mattos, ex-ministro della Guerra, ex-alto commissario di Angola ed ex-ambasciatore a Londra; Jaime De Moraes, ex-governatore generale dell'India, ufficiale di Marina; Alfonso Costa, ex-capo del partito democratico ed ex-presidente della Delegazione portoghese alla Società delle Nazioni; Matos Cid, medico; Jaime Cortezao, direttore della Biblioteca nazionale; Tamagnini Barbosa, maggiore del Genio e capo del partito nazionalista; Carvaltao, ufficiale di Marina e il generalo Souza Diaz. Il Governo, che si era negli scorsa giorni illuso di poter venire a capo facilmente del pronunzi amento di Oporto, è stato alquanto disorientato dalla gravità improvvisamente assunta dagli avvéniménti. Il Presidente del Consiglio, generale Cannona, si è recato in quella città per imporre ai ribelli di arrendersi senza quartiere; ma avendo questi ultimi costretto le forze governative a ritirarsi precipitosamente 'dal ponte sul Douro sotto un nutrito fuoco di fucileria e dopo mischia accanita, il Cannona iniziò senz'altro il bombardamento della città, distruggendo parecchi edilìzi importanti, fra cui la posta e il teatro e facendo molte vittime anche nella popolazione. Il quartier generale delle forze del Governo (che sono comandate dal tenente colonnello Passos e dal generale Souza, ministro della Guerra) si troverebbe attualmente ad Aveiro e verrebbe rapidamente organizzando la repressione. In quanto a Lisbona, dove i ribelli avrebbero arrestato i ministri degli Interni e degli Esteri, la difesa del Governo dittatoriale sarebbe stata, almeno in un primo momento, abbandonata al solo incrociatore Carvalho Araujo, il quale bombardò l'arsenale senza approdare tuttavia ad altro fuorché ad attirarsi il fuoco delle artiglierie di terra, passate anch'esse ai rivoltosi al grido di « Viva la Repubblica e la Costituzione! ». Repressione ardua Si ignora se la situazione sia ulteriortatente migliorata, sì da giustificare l'affermazione attribuita dal Diario de Noticias al generale Cannona, secondo cui il sopravvento del Governo sarebbe imminente. E* opinione generale tuttavia che la proclamazione dello sciopero ferroviario sia destinata a rendere molto difficile il ristabilimento dell'ordine, impedendo il trasporto rapido delle truppe. Va notato inoltre che la stampa di Lisbona: 0 Mlindo, A Informacao, 0 Debate, parteggia in massa per i costituzionali. Il Governo ha tentato di lottare contro di essa sequestrando i fogli più accesi, ma l'atmosfera della città è troppo tumultuaria perchè provvedimenti di tal genere possano sortire l'effetto voluto. Marinai e soldati percorrono le vie del centro cantando inni rivoluzionari e fraternizzando coi cittadini. Le botteghe sono chiuse. Le navi ormeggiate sul Tago hanno inalzato la gran gala di bandiere. L'equipaggio dell'incrociatore Vasco De &ama, senza essere ancora passato attivamente agli insort{almeno a tenore degli ultimi dispaccgiunti a Parigi) ha tuttavia rifiutato dricevere " a bordo come prigionieri i 150 nomini politici e giornalisti fatti arrestare dal Governo nelle giornate del 5 e del 6 febbraio. Dal che si deduce che poco iCannona possa attenderne per esser secondato nell'opera di repressione. La situazione secondo il «Temps' Il Temps, dedicando all'avvenimento iproprio editoriale, osserva questa sera: ' « Questa nuova rivoluzione militare si datingue da tutte quelle che l'hanno precedut ho assunto ra basu va J~SJ nni ululai UCI - [Il UU1IU SLUISU U1111U, L I militari vollero assumere la direzione degli, per il carattere tragico che essa Un dal primo giorno. Fino ad ora a marcia sulla capitale di uno o due reggi- ^J^V™1?™ in..buon,ordine di qual- altari, ed esigettero, sotto minaccia di un'a zione immediata dell'esercito, le dimissioni del Gabinetto di concentrazione democratica, presieduto da De Silva, vollero fare l'esperienza di una dittatura, appoggiandosi unicamente sulla forza, all'infuori di qualsiasi collaborazione con la rappresentanza nazionale. « Il movimento fu duplice e si sferrò simultaneamente in provincia, con l'ammutinamento della guarnigione di Braga, sotto il comando del generale Gomez Costa, e col colpo di mano organizzato a Lisbona dal vice-ammiraglio Mendes Cabecadas. Avendo l Presidente della Repubblica, Bernardino Machado, rifiutato di prestarsi a questa avventura, dovette rassegnare il suo mandato, e il vice-ammiraglio Cabecadas costituì subio, col generale Gomes Costa, un sedicente Governo nazionale, che non era di fatto che un Governo di dittatura militare. Meno di 15 giorni dopo, il 17 giugno, il generale Gomes Costa minacciando di far marciare le truppe sulla capitale, obbligò a sua volta il vice-ammiraglio Cabecadas a ritirarsi, e stabilì allora la dittatura a suo solo profitto. Essendosi ii generale Gomes Costa incaricato di fatto della Presidenza della Repubblica, un primo rimpasto ministeriale ebbe luogo nel luglio 1926, e il nuovo Governo, non potendo ottenere dal generale Gomes Costa che questi trasmettesse regolarmente 1 suoi poteri di capo dello Stato, risolse di internarlo in una fortezza. 11 generale Carmona divenne Presidente del Consiglio e — di fatto — Capo dello Stato, nel novembre scorso. « L'esperimento sta ora terminando con una nuova rivoluzione militare. Ma è da vedere in quale misura una rivolta militare, i cui capi sono naturalmente disposti a far uso della forza per realizzare le loro ambizioni, possa favorire il ristabilimento e il consolidamento dell'ordine costituzionale, già così gravemente compromesso con le debolezze della democrazia». In certi circoli parigini si vorrebbe prospettare l'ipotesi che l'incendio i.ivampato a Lisbona possa comunicarsi a Madrid. Ma a costoro si potrebbe rispondere con la frase ormai storica di quell'uomo di spirito che è Alfonso XIII: «Non credeteci 1 Gli spagnuoli non fanno mai una rivoluzione dopo averla veduta fare dai portoghesi ! ». C. P.