Rossoni e gli ex-confederali

Rossoni e gli ex-confederali Rossoni e gli ex-confederali gUn discorso del Capo delle Corporazioni a Genova e un ordine del giorno dei Sindacati portuali Genova, 7, mattino. Ieri mattina, al Politeama Genovese, è stala tenuta l'annuale Assemblea dei lavoratori del Porto, con la partecipazione dei rappresentanti di oltre 10.000 organizzati dipendenti dalle 74 categorie dei Sindacati portuali. Erano presenti l'on. Pala, rari. Rossond, l'ammiraglio Cagni, il Pretetto, il Podestà, il dottor Bonelli, vice-segretario del Partito fascista, ed altre autorità. Presiedeva il comm. Barai, segretario federale dei Sindacati, il quale ha pallaio per primo facendo dichiarazioni di indole sindacale ed illustrando lo sviluppo dei Sindacati. Ha cruindi preso la parola Ubaldo Arecco, segretario delle Corporazioni sindacali portuali il quale ha fatto la chiama dei 93 operai morti durante l'anno. A cui ha fatto seguito la lettura della relazione morale, complessa, laboriosa, che è stata accolta da applausi. Dopo clic alcuni oratori hanno interloquito fluita relazione morate, sono stati presentati due ordini del giorno, che vennero approvati per acclamazione. Il primo di essi suona di pieno plauso alla relazione morale e di fiducia nei dirigenti. L'ordine del giorno dei lavoratori del Porto Il secondo ordine del giorno, che qui riportiamo,'riflette la mozione votata a Milano dagli ex-dirigentì la Confederazione del Lavoro. Esso dice: ' « I lavoratori del porto di Genova, presa visione detta mozione votata a Milano il 16 gennaio 1927 dagli ex-dirigenti la disciolia Confederazione Generale del Lavoro, nella quale mozione si riconosce — un i>o' tardivamente invero — la realtà del regime fascista in quanto, superando la vecchia concezione dello Stato assente demo-liberale, è venuto rapidamente e arditamente a creare lo Stato corporativo, accolgono con spia-ilo sereno e scevro da ogni settarismo l'annunzio che gli ex-dirigenti della ex-Confederazione si pongono al servizio della comunità nazionale; « i portuali genovesi però fanno le loro più ampie riserve per ciò che riguarda la conclusione logica e concreta di un tale proponimento, ritenendo comunque che debba essere fin d'ora frustrato qualsiasi tentativo di turbare l'unità sindacale, realizzata dalle Corporazioni fasciste, sia con « centri associativi », di cui nessuno sente 11 bisogno, sia risuscitando in seno ai Sindacati le cosidette tendenze, che tanto male fecero nel passato alla cau6a del lavoro. Prescindendo perciò da ogni e qualsiasi apprezzamento definitivo in materia, dichiarano solennemente di riconoscere soltanto nello. Corporazioni sindacali fasciste gli organi responsabili, chiamati ad illuminare il lavoro (italiano 6ulla portala e 6til valore della legislazione fascista e a difenderne gli interessi in armonia ai superiori bisogni della Nazione; « 1 portuali genovesi infine, orgogliosi del l'inquadramento raggiunto e fieri della col Jaiborazjopfi data al regime, esprimono la loro imperitura riconoscenza 'atte Camicie 'Nére,' ohe cori la cruenta battaglia gettavano prime, bagnato del loro purissimo sangue il séme fecondo dell'era fascista, alle superiori gerarchie politiche e sindacali, compendiate tutte nella figura luminosa del Duce e promessa di devozione assoluta e di completa disciplina ». Il discorso di Rossori! Hanno fatto seguito le nomine della nuova Giunta Esecutiva e dei Direttori e sono stati inaugurati due vessilli ed un gagliardetto di categorie sindacali del Porto. Ha pronunciato quindi un discorsi l'on. Bossoni. Dopo aver parlato dell'opera degli organizzatori fascisti, della carta del lavoro, del diritto di lavoro e dell'assistenza al collocamento, ha detto, a proposito del documento degli ex-Confederali: < Avete oggi approvato un ordine del giorno, a proposito della conversione al regime fascista da parte degli ex-dirigenti della disciolta Confederazione del Lavoro. Debbo precisare: ho approvato quella parie che dice che si prende atto di questa conversione tardiva, senza spirito settario, ma ho insistito per l'aggiunta di un'altra parte: guai a chi attenti, con delle riserve o con delle chiacchiere inconcludenti, che si sono fatte per quarant'anni, all'unità sindacale raggiunta con la forza del sindacalismo fascista. Adesso debbo dire qualche cosa di più. Il servizio, che gli ex-eartfederali vogliono rendere alla comunità nazionale, dovrebbe venirci per il tramite di un centro associativo di cultura. Quanto al centro associativo non accettiamo duplicati. Quanto al centro culturale, dichiaro nel modo più formale che il più umile cairtoonaio e il più umile lavoratore della terra, del nord e del 9ud, che hanno capito e sentita l'Italia sei anni prima, non hanno bisogno di questa cultura. Niente settarismo perchè i vincitori — soprattutto quando i .vincitori sono dei fascisti — trovano il loro pia grande orgoglio e la loro più grande soddisfazione soltanto nel constatare che ormai tutti ci danno ragione e tutti credono netia fede, nella quale noi credemmo, e alla quau; abbiamo consacrato tutto noi stessi. Non «a ai venga però a creare la possibilità dji divisioni, perchè do sarò feiocemente intransigente contro chiunque faccia delle riserve di fronte al regime e di fronte all'idea sindacale fascista e non si venga a portare, con quaicne se e con qualche via, una tendenza diversa in seno ai sindacati. Mi riferisco soprattutto a voi, che siete siati socialisti, e sapete che io non ve ne faccio un torto. Nel trentennio di battaglio politiche noi sappiamo quale ria imo abbiano voluto dire per il lavoro le. vane tendenze in seno al socialismo e ai sindacati ». L'on. Rossoni ha poi aggiunto: «Nel sindacalismo fascista c'è una unità e nessuno attenterà a questa unità. Ce « fede sola :*TItalia, U fascismo e la rivoluzione. Non vogliamo gente che venga a.farci dello riserve. O tutto o niente. E soprattutto quel fiori di testa non abbiamo in mente di wnue a comandare: bisogna invece obbedire'Ciecamente E voglio dirvi un'altra cosa: un(Vecchio giornale riformista genovese vorrebbe rispuntare con una nuova verginità, invece del Lavoro c'è II Lavoro dnUtOa.Jtol*OB&£ aio veder chiaro, noi -vogliamo dire che lumi culturali non li aspettiamo da nessuno E voi, lavoratori, lo sapete bene polche avete impasto a conoscerci anche nel momenti m cui occorre .prendere delle posizioni nette ; voi sapete bene che noi non permetteremo nessuna '•onesponsaibilità con le nuovissime masclieiei che si vogliono aggregare al regime. O ori noi o contro di noi, nettamente, sinceramente, fascistleamente ». . Nel pomeriggio e stata poi «augurata la nuova sede del Patronato nazionale di previdenza in via San Luca, con 1 intervento tlell'on. Pala, dell'on. Bossoni ed; tutte le Autorità cittadine, ed alle ore 21 ha.fattoi seguito un trattenimento in onore dell on. kossoni, ed è stato inaugurato il gagliardetto del Sindacato poligrafici.

Persone citate: Bonelli, Bossoni, Cagni, Duce, Ubaldo Arecco

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano