La malattia di Edgar Poe

La malattia di Edgar Poe La malattia di Edgar Poe L'abitudine o il partito preso di separale nettamente la vita e l'arte di Edgar Poe, condannando l'una od esaltando l'altra, e il semplicisnio che vorrebbe ridurre l't osculo disastro» del poeta alla sua incorreggibile e fatale dipsomania, prevalgono ancora tra i suoi critici e i suoi biografi. Un di cattiva avml'udiraa pma certo pnritaindsmo di buona o lega, una comoda insistenza su vecchi luo_ ghi comuni, hanno impedito canora di [voscendere un po' a fondo di quella che fui A la malattia vera del Poe, di inquisire coraggiosamente in quegli episodi della sua vita che restano ancora misteriosi a malgrado di tante cacce all'inedito e alle_ testimonianze, come se certi biografi, e critici sentissero che è già troppo scandaloso e offensivo per loro e per tutti noi il sapere che quell'artista straordinario annegò nell'alcool le sue facoltà più potenti e i suoi spiriti più puri. Ma finalmente oggi un critico americano, dotato insieme di coraggio e di intuizione, si è deciso a rompere la rete dei riserbi e dei pudori e ad applicare anche ad Edgar Poe alcuni di quei metodi d'esame posti in luce e in valore dalla psico-analisi del Freud. Alcuni so^gi interpretativi del Poe ohe Joseph Wood Krutch ci aveva dato l'anno scorso potevano lasciarci dubbiosi sulle intenzioni e sul valore dell'opera psi¬ cologica totale che egli stava scrivendo intorno all'autore dei Racconti straordinari, ma oggi, davanti all'opera compiuta (Joseph Wood Krutch: Edgar Allori Poe, A stuUy in Genius, New York, Knopf, 1926) possiamo dire di trovarci di fronte al tentativo più ardito e più affascinante che sia stato fatte sinora per scendere alle vere radici del mistero del poeta. Innanzi tutto, secondo il nuovo critico, c quelle stesse forze che rovinarono la vita dello scrittore scrissero le sue opere ». Non più, dunque, separazione tra la vita 'e le opere degl'artista. Bisogna veder Poe nella totalità e nella intersecazione continua della sua esistenza e del suo sogno, della sua esperienza e della sua fantasia. Ma, in secondo luogo, nulla di tutto quanto si è detto del disastro di cui Edgar Poe fu vittima vale interamente a spiegare la natura di questo disastro e le intime essenziali ragioni della sua arte. Una infinità di giovani hanno sofferto quel ohe Edgar Poe dovè soffrire nella sua fanciullezza, nella sua pubertà e nella sua giovinezza, furono sottoposti a lotte famigliari, a menomazioni sociali, a'rovesci di fortuna é si abbandonarono, volenti o nolenti, a butte le sregolatezze giovanili ed anche ai piaceri dell'alcool, senza che tutto questo producesse quel che produsse nell'^iaiitno e nella intelligenza del Poe. Una infinità di giovani sono passati, senza che ne provenisse loro nulla di strano e di misterioso, attraverso le incomprensioni e i vilipendi della famiglia propria o adottiva e'detìa società in cui erano nati, e aifatravereo le più varie malattie e le più vàrie arisi spirituali ed eoo-1 nemiche. ; Di che cosa ha dunque veramente sofferto Edgar Poe? In ohe cosa è consistita la sua malattia? Già da tempo fu intravisto, «oche dietro le precise confessioni e indi«azjodii del poeta stesso, ohe.Poe non ei dette all'alcool per amore del'aloodl. Egli ricercò nell'alcool un mezzo di Hberarsi di alcuni suoi stati d'animo insopportabili : una invincibile malinconia, il senso di una orrenda solitudine, la paura di una sempre incombente paurosa minaccia. I suoi eccessi alooolici non furono, del resto, continui. Egli ebbe lunghi periodi di astinenza da ogni bevanda alcoólica, di tranquilla sobrietà, dopo i quali i suoi eccessi sopravvenivano, come per una crisi improvvisa e irrefrenabile. E quanto ai suoi terrori, che alcuni asserivano essere una pura e fredda imitazione alle mode romantiche germaniche, non ebbe egli stesso ripetutamente ad esclamare che il suo terrore «non era della Germania ma dell'anima »? Senza eccessive cautele di' parole, il Krutch afferma oggi ohe tutti i mali e tutte le crisi e le macabre fantasticherie del Poe debbono farsi risalire ad un inguaribile stato di impotenza sessuale. I casi più importanti e decisivi della vita del poeta, e le più caratteristiche espressioni della sua arto non possono essere spiegate — secondo il Krutch — altro che tenendo presente di continuo il fatto di una inibizione sessuale di cui il poeta soffriva e ohe doveva apparirgli sempre più menomatrioe e contro cui egli si provò a lottare con tutto le forze del suo genio morboso e della sua ragioue pericolante. A. cominciare dai primi amori del poeta, noi sappiamo ohe essi restarono sempre allo stato di fiirts platonici, di estenuazioni idealàzzatrici. La làgeia, la Morella, la Lenora di Poe, tutte le eroine delle sue novelle e dei suoi poemi affigurano un solo tipo di femminilità strana, ammalata, angelicita, sospesa tra la vita e la morte o risorta dalla morte, un tipo, fiorito dal suo forzato asessualismo, dal suo desiderio represso e insoddisfatto e dal suo ossessionante sospiro verso uri godimento e un possesso non mai raggiunta. Ma si prenda anche a considerare il matrimonio del poeta. Edgar Poe si decide un giorno a sposare una sua piccola cugina, Virginia Clemm, che aveva soli quattordici anni, una povera fanciulla già minata dal male, e dalla intelligenza torpida e tarda. Ora, su que sto strano matrimonio hanno potuto esser ricamate molte dolci cose romantiche, ma per il Krutch questa unione fu voluta dal Poe semplicemente perche, data l'età della sposa, il matrimonio sarebbe rimasto per molto tempo inconsumato e perchè l'aver preso moglie poteva offrire una spiegazione plausibile della sua necessaria astinenza da altre donne. Non che Poe non abbia sinceramente amato Virginia Clemm. Anzi, questa fanciulla dai capelli neri e dagli occhi viola e d'una pallidezza mortale e di una bellezza verginale e inquietante, riproduceva per lui quasi esattamente il tipo femmintì© ohe . lo ossessionava, ma, se si accettano le induzioni del- Krutch, si hanno ragioni per intendere rattaccamento del Poe a Virginia anche oltre quelle ben note del bisogno di cure e d'assistenza che il poeta sentiva e dei vincoli di tenero affetto che lo legavano anche alla madre di Virginia. Questa sposa infantile e sororale era la giustificazione e l'alibi della sua vita, era il prescelto, e poi indispensabile, mezzo di difesa e di assoluzione di fronte a se stesso e al mondo. Quando infatti Virginia muore, Poe perde la Bua ancora di salvezza e precipita verso un naufragio completo della eoa ragione. I suoi ultimi amori sono una dsobste trtelegefièasmsgrczcnFecggdpdcltgpteutmgdtlndsvmdpdIb—mutitcb; nuova serie di approcci disperati a un ideale inraggiungibile, un seguirsi di grida, di invocazioni, di singulti, insieme erotici e platonici, verso altre donne ohe gli pareva incarnassero il sogno femminile che egli aveva sempre accarezzato, dorme le cui immagini nella sua fantasia si trasferiscono l'urna nell'altra, alle quali egli rivolge indifferentemente le stesse espressioni 1 deliranti che aveva rivolte alle prime amate e a Virginia, e a taluna delle quali egli propone realmente il matrimonilo senza aver mai il coraggio e la possibilità di condurre a termino il suo divisamente anzi una[volta infrangendolo a prezzo d'uno soan A dalo. Gli è che i suoi impulsi e fervori amorosi sono sempre domati dalla sua intima inibizione e i suoi istinti repressi sono costretti a sfogarsi in immaginazioni sadiche e in macabre e delusive proiezioni della tragedia segreta che ed svolge dentro di lui. Se si considera, d'altra parte, il carattere generale della sua' arte, se ei studiano le figure dei suoi eroi e delle sue eroine e gli straordinari scenari decorativi in cui egli li imposta, noi ci accorgiamo senza'difficoltà che quella atmosfera di purità che è stata riconosciuta all'opera del Poe è una atmosfera essenzialmente asessuale, che i suoi personaggi, con la loro malinconia morbosa, il loro terrore, il loro amore della speoul azione e della fatalità o la loro fragilità eterea, la loro bellezza soprannaturale, soffrono la nevrosi stessa di Poe e che insomma per dirla col Krutch tutta l'arte dello scrittore è una traduzione in principi ed esecuzioni estetiche di una idiosincrasia individuale. Ma vi è di più. E' noto ohe i neurotici sono portati a vivere di finzioni e a cercare di realizzare queste finzioni. Se a questo <n aggiunge, nel caso di Poe, la consapevolezza da una propria intima inferiorità e la volontà di reagirvi e, ancora, la volontà di persuadere se stesso e altrui che la sua opera non era frutto di una disintegrazione cerebrale, di una incipiente follia, sarà più facile spiegarsi alcune caratteristiche essenziali della vita e dell'opera dello scrittore. Poe ha tentato ogni mezzo e ogni metodo di auto^assicurazione e di auto-glorificazione. Fin dalle sue prime recensioni critiche, egli ha fatto mostra di un orgoglio immoderato, ha preso atteggiamenti di una tracotante e sarcastica superiorità, poi ha volute dar prova di una misteriosa e prodigiosa erudizione in fatto di psicologia, di filosofia, di storia, di scienze naturali. Pu così che egli cominciò poM'alienarsi le simpatie del pubblico e dei critici. Ma, non bastandogli questo, nelle sue novelle, egli si compiacque fare sfoggio di facoltà raziocinative e induttive fuor dell'ordinario, che dovevano, secondo lui, dar la prova della sanità fondamentale della sua ragione, non solo ma porlo al di sopra della comune dei mortali. Ed ecco i suoi racconti polizieschi, la sua passione per la criptografia, per i giochi di pazienza, per le macchine pensanti, per tutto quello che doveva testimoniare della sua logica in¬ fallibile, e smentire a se medesimo e agli altri che egli fosse matto, o quindi il carattere visionario della sua opera. La sua erudizione, invece, come è stato più volte dimostrato, ora .di seconda mano e di bassa lega, e la bus opera, malgrado tanti pretesi miracoli di logica e di analisi, conteneva, anche da principio, i germi di una follia devastatrice. Tuttavia il Krutch consente che non si possa chiamar Poe, senz'altro, un ciarlatano ed un mentitore. « Verità e finzione orano in lui strettamente mescolate e l'immaginazione essendo il resultato di un inconscio sforzo di accomodamento psichico, era" fuori del suo controllo. Talvolta era così vivida da costituire una vera allucinazione, ma dopo, riconosciuta come tale, poteva essere buttata giù come una novella. Altre volte, il suo desiderio di avere una certa cosa o di possedere una certa facoltà era così grande che egli chfficilmente riusciva a distinguere tra il desiderio ed il fatto e desiderava così appassionatamente quasi da convincer se stesso ». Come tutta la sua vita fu una lotta — conclude il Krutch — contro la realizzazione della impotenza psichica della sua natura sessuale, così essa fu anche una lotta contro la realizzazione della instabilità mentale originata dalla suddetta impotenza. Vi sarebbe dunque stata in Edgar Poe, insieme a quella considerevole facoltà di logica ohe hanno talvolta alcuni dementi o neurotici, anche una decisa volontà di posporre il più possibile la sua inevitabile disfatta. Poe avrebbe compiuto prodigi dilogica e di raziocinio semplicemente per nascondere e ritardare la sua follia. Considerata la vita e l'arte del Poe da questo punto di vista così suggestivo,^ per il quale sono condotte al loro pieno significato e alle loro ultime conseguenze precedenti illazioni già timidamente affacciate da altri studiosi del Poe, si comprende come l'ultima opera poetico-filosofica dello scrittore straordinario non possa dal Krutch esser giudicata che l'ultimo frutto e il più disperato, non del genio giunto alla sua maturità e alla sua estrema fioritura, madi una fantasia sconvolta. « Dopo Eureka — scriveva in una dello sue desolanti ultime lettore il poeta stesso — non posso far altro che morire ». Infatti — dice il Krutch — solo la morte poteva finalmente liberarlo dalla rete di desideri e di delusioni ohe la sua malattia aveva intessutoPer due anni e mezzo, dopo la morte della sua Virginia, Poe lottò inutilmente per ricostruire una vita che era rovinata dallo fondamenta. Tutto era ormai perduto e finito per lui. E giorno in cui egli fu condotto esausto e delirante, incapace anche di dire il suo nome, in un ospedale dove doveva chiudere, ancor giovane d'anni, glocchi per sempre, il suo martirio era al termine, £1 pe30 della vita era per lui allontanato. Egli non avrebbe potuto, se fosse vissuto ancora, darci più altro. La morte immatura e miserabile (Uberò Edgar Poe dalla sua miseria senza toglierci nullae donandogli finalmente la pace. ALDO 80RANI.

Luoghi citati: Germania, Knopf, New York, Virginia