La Germania liberata dalla "commissione dei ficcanaso"

La Germania liberata dalla "commissione dei ficcanaso"La Germania liberata dalla "commissione dei ficcanaso" Il riconoscimento ufficiale del disarmo e la soppressione del controllo militare *• Le armi consegnate 0 distratte: 39 milioni di proiettili, 6 milioni di pistole, 105.000 mitragliatrici, 55.000 cannoni, 28.000 bombarde, 14.000 aeroplani, 27.000 motori -= La spesa: 39 milioni di marchi oro •• I ministri nazionalisti tedeschi assenti alla riunione decisiva Sollievo a Berlino, stanchezza a Parigi. y Il laborioso accordo di Parigi e la portata dell'avvenimento Parigi, li notte. Abbiamo finalmente l'accordo sulla questione del disarmo tedesco ! Dopo quasi un mese di doglie, e quando già — in linea di diritto — la Commissione militare interalleata aveva cessato di esistere, la formula recalcitrante è stata tratta alla luce grazie al forcipe industre di chirurghi che avrebbero ormai dato once del proprio *angue purché il parto laborioso venisse a termine. L'operazione c stata cosi lunga e faticosa che il saperla riuscita non fa nemmeno più piacere a nessuno. Il solo sentimento che le sopravvive è un sentimento di liberazione. In quanto alla sostanza delle cose, lode va data ai tedeschi, che hanno avuto il buon senso di non insistere nel rifiutare alla Francia una soddisfazione platonica, che non sarebbe esagerato addirittura intitolare postuma visto che essa è di 12 ore posteriore alla morte della Commissione Walsh, il solo organo che avrebbe potuto compiacersene e controUarla. Il Reich accetta che alcun» rielle trincee e casematte in cemento armato delle nuove fortificazioni di Kònigsberg vengano distrutte. Ma chi controllerà ormai,più .che. la Germania .le distrugga realmente? '"'. II materiale bellico Le riunioni della giornata sono state due. Una, alle nove del mattino — agli Invalidi — sotto la presidenza di Foch, registrò la risDosta inviata da Berlino al generale Von Pawels in adesione alle ultime controproposte interalleate. L'altra alle 11 — al Quai d'Orsay — sotto la presidenza di Cambon. informò dell'accordo la Conferenza degli Ambasciatori, la quale ne prese atto. Poco dopo mezzogiorno tutto era finito. Il solo testo definitivamente redatto è però quello dell'accordo sulla questione del materiale ad uso bellico. Tale testo (che il Reich ha già consegnato in un progetto di legge) non è stato ancora pubblicato, ma si apprende che l'articolo primo di esso stipula che « l'importazione e l'esportazione di materiale da guerra di qualsiasi natura (armi, munizioni e materiali diversi) nonché la fabbricazione per la esportazione sono vietate-». Ai termini dell'articolo 2.0 «il materiale da guerra non può — per l'utilizzazione interna — riè essere fabbricato, nè essere conservato, nè fare oggetto di commercio ». L'articolo terzo enumera gli oggetti che cadono sotto l'applicazione degli articoli 1 e 2; e in particolar modo i cannoni, i lanciamine, ed i loro proiettili e munizioni, le mitragliatrici, i fucili mitragliatrici e le loro munizioni, i fucili, i moschetti, le carabine, le rivoltelle automatiche suscettibili di utilizzazione militare e loro munizioni; le granate, le bombe, le torpedini terrestri, le torpedini marine ed i tubi lancia-torpedini, le mine ecc.; infine i prodotti chimici e gli esplosivi, nonché le installazioni necessarie per la loro produzione. L'articolo quarto concerne gli oggetti che cadono sotto l'applicazione dell'articolo secondo, cioè che non possono essere nè fabbricati nè mantenuti in deposito per utilizzazione interna. Si tratta in particolar modo di certi fucili diversi da quelli specificati all'articolo terzo, di certi veicoli trainata da cavalli, di uniformi e di buffetterie. L'articolo quinto vieta l'importazione degli oggetti contemplati nell'articolo quarto, tinnita ai soli bisogni del commercio da esportazione la quantità dei detti oggetti che possono essere mantenuti in deposito e vieta alle imprese che lavorano per l'esportazione, l'uso di materiale diverso da quello autorizzato. Gli articoli da 6 a 12 contengono disposizioni relative alrapplicazione della legge, avuto riguardo in particolar modo alla fabbricazione degli oggetti suddetti per i bisogni dello Stato tedesco nei limiti fissata dal trattato di pace e alia fabbricazione di prodotti chimici per i bisogni industriali. L'artìcolo 9 stabilisce le sanzioni contro i contravventori alla legge, sanzioni che comprendono il carcere, la detenzione, la multa, la confisca, ed in certi casi anche la distruzione degli oggetti confiscati. Le fortezze ad est In quanto all'accordo circa le fortezze, non si sa ancora se esso piglierà la forma di una decisione della Conferenza degli Ambasciatori 0 se verrà semplicemente consegnato in uno scambio di lettere tra la Conferenza e la delegazione tedesca, o fra Briand e l'ambasciatore von Hoescli. Secondo le ultime informazioni, l'accordo sulle fortificazioni sarebbe il seguente: 1.) Indipendentemente dalle disposizioni dell'art. 190 concernenti le fortificazioni della legione costiera, le opere fortificate delle frontiere tedesche dell'est e del sud saranno conservale quali sono state rilevate nel 1920 dalla Commissione militare interalleata di controllo. Ije frontiere est e sud passano nel territorio che si estende dalla linea scaglionata dalle opere fortificale ri¬ levate da detta Commissione ttrro aRa linea frontiera tedesca. 2. ) Sono solo mantenuti, in questo territorio, le opere fortificate e i. ripari esistenti nel 1919 e rilevati dalla Commissione militare interalleata di controllo nel ' 1920. Queste opere e ripari saranno conservati nella destinazione e nel posto che avevano a detta epoca e non saranno aumentati nè in numero, nè in dimensioni. Essi non saranno oggetto che di lavori di mantenimento ■ tuttavia, nella costitrrriane di queste opere o ripari i materiali deperibili (cioè: terra, legna, mattoni) possono essere sostituiti da cemento armato e da muratura. Nessuna opera fortificata, nè riparo che risponda ad un obbiettivo di guerra, sarà costruita in questo territorio anche in vista di sostituire vecchie organizzazioni di campagna attualmente livellate. 3. ) Tuttavia i Governi alleati ammettono che le opere o ripari istruiti dopo il 1930 6iano conservati nel numero di 54, cioè: a Glogau sulla riva sinistra dell'Odor S ripari ; a Lotzen, 15; a Koenigsberg, 31. Queste opere e ripari saranno portati sullo 6tato di censimento stabilito dalla commissione militare interalleata di controllo. Tutte le altre opere e ripari costruiti dopo il 1920: cioè a Glogau 7 ripari; sulla riva ■ destra dell'Oder. a Kustrin 5 ripari; sudi a riva destra dell'Oder, a Koenigsberg, 22 ripari, saranno distrutti entro un limite di tempo di quattro mesi a partire dal 25 febbraio. •4.) La Germania dà l'assicurazione che non esistono nel territòrio di cui al paragrafo Lo; altre opere fortificate e ripari che rispondano ad uno scopo di guerra e stiano stati costruiti dopo il censimento all'iniuori di' quelli segnalati alla Commissione militare di controllo. Il fatto che, nonostante sia già oggi il primo febbraio, la Conferenza degli Ambasciatori debba ancor decidere se l'accordo in questione verrà 0 no registrato come una decisione sua propria, permette di intendere abbastanza bene in quale atmosfera si siano svolte le ultime riunioni degli Invalidi e quanti equivoci ne infirmino i (risultati. Il Temps, che per un elementare senso di convenienza verso il ministro degli Esteri francese dovrebbe dimostrarsi soddisfatto dell'accordo, non trova di meglio di fare se non di uscire in uno sfogo di dispetto contro Pawels e Michaelis. Ma deplorare il passato è ancor nulla. Il guaio peggiore è che le difficoltà di ieri si ripeteranno domani ed in modo assai più grave, osservano i Débals, Le fortezze scoperte sotto la luna di miele Attraverso la sfiducia e il rammarico di questi commenti traspare la consapevolezza del carattere assolutamente accademico dell'accordo odierno e dell'impossibilità definitiva di assicurarsi garanzie serie sul disarmo del Reich, ora che l'organo che avrebbe dovuto imporlo (e che viceversa non lo aveva nemmeno impedito) ha cessato di funzionare. La stessa Commissione Walsh aveva scoperto le fortezze orientali per mera combinazione, grazie all'allarme dato da un ufficiale francese, capitato nei dintorni di Koenigsberg durante il proprio viaggio di nozze. Ma che sarà il giorno in cui. sciolta la Commissione, nessun ufficiale francese andrà più a fare il proprio viaggio di nozze sulla frontiera polacca? I membri della Commissione di controllo restano, pel momento, a titolo individuale, ad latere dell'addetto militare dell'ambasciata rispettiva: ma si tratta di un provvedimento di carattere puramente transitorio e il Governo tedesco ha già fatto sapere che non terrà conto delle eventuali loro rimostranze. Una tappa importante Non appena la Conferenza degli Ambasciatori avrà comunicato al Consiglio della Lega delle Nazioni che spetta d'ora innanzi a quest'ultima, cioè alla Bolivia, al Brasile, ecc. di controllare gli armamenti tedeschi, il Reich sarà praticamente libero di agire come crederà, e nello stesso tempo il collaudo* accordato al suo disarmo dagli Alleati gli permetterà di sfruttare a fondo i vantaggi della politica di Locarno. E' questa una situazione troppo chiara per consentire illusioni, e del resto il fatto che due dei membri nazionalisti del nuovo Gabinetto Marx si siano astenuti questa notte dal prendere parte al Consiglio che approvò il compromesso comunicatogli da Von Pawels getta non poca luce 6ui retroscena governativi di Berlino. L'opinione francese ha accolto l'accordo con un grande senso di stanchezza. Stanchezza di discutere, stanchezza di giuocare di astuzia, stanchezza di difendere un terréno che deve cedere un palmo dopo l'altro perchè essa stessa ha ormai capito che è impossibile conservarlo. Domani Briand farà scintillare l'accordo del l.o febbraio (che. per non offendere il protocollo, porterà la data del 31 gennaio) come una nuova vittoria dello spirito di Locarno. La realtà è che esso segna la tappa più imDortaute finora uercórsa dal Reich sulla strada della propria liberazione, e che il sistema di Versailles ha perduto oggi un contrafforte di più. C. P. vsm n Il principio del Ministero Marx e la fine deII'«organo dell'odio» Berlino, 1. notte. II nuovo gabinetto Marx, per la prima volta al completo, si è riunito nel pomeriggio di oggi. Il passaggio del Rubicone da parte dei ministri nazionalisti è stato solerai emente sanzionato col giuramento di fedeltà alla Costituzione di Weimar, che essi hanno prestato nelle mani del Cancelliere Marx. Hindenburg aveva intanto prodigato consolazioni epistolari al bocciate ministro in erba Graef ed ai pochi ministri del passato governo che si sono ritirati. Il nuovo ministro degli Interni KeudelJ, che appartiene alla nobiltà agraria della Prussia orientale, nacque in Italia a Castellammare di Stabia nel 1884, essendo allora suo padre ambasciatore presso il Quirinale. La dichiarazione ministerMe sarà discussa in una prossima seduta del Consiglio. Come annunciano stasera i dispacci da Parigi, l'accordo sulle fortificazioni della Germania orientale è stato ottenuto grazie ad un onorevole componimento fra le autorità militari tedesche e l'Intesa. Le ultime istruzioni furono loro date — come è noto — in base alle decisioni prese ieri dal Governo ,di .Berlino su proposta di Stresemann, méntre mancavano all'adunanza i nuovi ministri nazionalisti. Era facile intendere (come dicemmo ieri) che i nazionalisti sarebbero stati lieti di scaricarsi così della responsabilità di tali deliberazioni, ed il loro organo berlinese Lokal Anzeiger non manca di farlo oggi stesso, attaccando violentemente Stresemann perchè egli si sarebbe opposto alla partecipazione al governo dei due deputati nazionalisti Hergt e Graef: « Ora, con uno almeno di costoro gli tocca li collaborare, e siamo convinti che sentirà jì dovere di farlo con piena lealtà., Ma tenga presente che la struttura del Gabinetto non lascia posto all'autonomia dei ministri nella loro speciale sfera d'azione. La politica del Gabinetto è diretta dal Cancellière, ed anche da questi non sovranamente, ma d'accordo colle opinioni dei suoi colleghi. In nessun caso essa è diretta da un ministro specialista, il quale è l'estensore, l'esecutore, colui che svolge le trattative, ma non colui che decide •. Come inizio di collaborazione, l'assenza dei nazionalisti dalle deliberazioni di ieri ed i complimenti odierni di uno dei loro' maggiori organi a- Stresemann sono invero assai promettenti. Avvenuto l'accordo sin dalla mezzanotte scorsa, la tanto attesa scomparsa della I.M.K.K. (come qui si chiama — con le quattro iniziali dal suo nome in tedesco — la « Commissione interalleata militare»! soprannominata anche « Commissione dei ficcanaso ») è salutata con soddisfazione dal popolo tedesco senza distinzione di' parte. Il disarmo è riconosciuto ufficialmente compiuto. Eloquenti sono le cifre che rappresentano l'ingente massa di materiale bellico consegnato all'Intesa 0 distrutto dopo la conclusione della pace: 55.000 cannoni, 28.000 bombarde, 39 milioni di proiettili per queste armi, quasi 6 milioni di pistole, 105.000 mitragliatrici, U.000 aeroplani, ed oltre' 27.000 motori di' aeroplano. La I.M.K.K. comprendeva un' personale di 396 ufficiali e di 610 nomini di truppa, ed è costata — sino all'applicazione del piano Dawes — quasi 39 milioni' di marchi oro. Non occorre dire come i cenni necrologici intorno alla Commissione interalleata abbiano tutt'aitro che suono di panegirico, dalla ministeriale Deutsche Allgemeine. Zeitung che scrive : « E' scomparso dunque l'organo dell'odio, quell'istituzione che per il solo fatto di esistere doveva necessariamente alimentare l'agitazione ed esacerbare gli istinti nazionali », al socialista Vorwaerts che osserva: - Alla I.M.K.K. si deve rimproverare di essere stato strumento arbitrario e zelante dei capi militari francesi nel loro sforzo tendente ad ostacolare l'onera politica della conciliazione franco-tedesca. Il popolo tedesco plaudirà unanime al ritiro della Commfcsdome, avvenuto secondo il programma prestabilito e pure troppo tardivamente. La sua azione, la sua sofisticheria, i suoi errori, hanno certo contribuito largamente a rendere più difficile il disarmo morale della Germania, cosicché il bilancio generale della sua attività si chiude — e precisamente dal punto di vista della sicurezza francese — piuttosto con un deficit che con un attivo ». Al plauso per la fine della I.M.K.K. si aggiunge da varie parti anche l'invocazione della prossima fine dell'occupazione militare, dèlia quale la prima non dovrebbe essere che il preludio. «Non potremo respirare liberamente — scrive ad esempio la Tagliche Rundschau — fintantoché non sarà scomparsa dal territorio germanico queiroccupaziòne che è ritenuta un non senso dopo Locarno ». La nazionalista Kreuzzeilung non trascura l'occasione per invocare una revisione di disposizioni del trattato di Versailles che, essendo basate su una menzogna, non possono produrre altro che il male. L E.